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Autore: Il Saggio Trentstiel    09/06/2012    4 recensioni
-Oh, andiamo! Quella canzone era stupenda!-
Senza distogliere lo sguardo dalla strada, Kensi si lasciò andare a un sorrisetto.
-Da quale dei tuoi adorati musical era tratta?-
Si sarebbe aspettata un commento imbarazzato o una battuta da parte di Deeks: di certo non l'alta e allegra risata che quasi la assordò.

Musical? Kensi Blye non li considera neanche.
Marty Deeks, invece, quasi li venera.
Riuscirà il nostro eroe a far ricredere Kensi?
Riuscirà a sconfiggere la gravità?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kensi Blye, Marty Deeks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche quella giornata stava fortunatamente volgendo al termine, e Kensi non voleva altro che un po' di relax.
Nessun misterioso omicidio o rapimento aveva messo a dura prova lei e i compagni di squadra, ma l'archiviazione di vecchie pratiche era stata abbastanza pesante.
La donna stava ritornando dal bagno, diretta alla sua più che disordinata scrivania.
Il giorno prima Deeks le aveva fatto notare il caos che imperversava sulla superficie marrone -di questo era certa!- della sua superficie da lavoro, ma non riusciva a capire che in quel disordine, ovviamente apparente, Kensi era in grado di ritrovare rapidamente ogni oggetto di cui avesse bisogno.
Dimostrò questa sua abilità notando immediatamente un intruso subdolamente celato da una pila di fogli bianchi: spostò cautamente la risma ed osservò con stupore crescente l'oggetto misterioso.
Un libro.
In copertina era disegnato un sipario rosso aperto e, su un palcoscenico, un occhio di bue che rivelava il nome dell'autore.
A saltare agli occhi era però il titolo, scritto in lettere di un vivace giallo: “Musical theatre”.
Kensi inarcò le sopracciglia e, con estrema calma, si diresse verso la scrivania di Deeks.
Il collega era ovviamente al suo posto e, sebbene tentasse di dissimularlo leggendo un quotidiano, era in attesa di Kensi.
La donna lo raggiunse, abbassò il giornale e gli porse il libro.
-Cosa significa?-
Deeks degnò il libro di una sola, distratta occhiata, poi tornò a leggere le notizie sportive.
-Non l'ho mai visto in vita mia.-
Il biondo riuscì a leggere soltanto un paio di righe sul basket prima che il quotidiano venisse nuovamente abbassato.
Sbuffò e dedicò la sua completa attenzione a Kensi.
-Devo dedurre che non mi credi?-
La donna annuì, posando il libro sulla scrivania del collega.
-Deduci bene. Ti devo ripetere la domanda?-
Deeks fece un cenno di diniego col capo e, messo via il giornale, afferrò il corposo volume: lo sollevò appena e lo sventolò davanti al naso di Kensi.
-Quello che hai avuto la fortuna di toccare è un tesoro inestimabile per chi apprezza il genere.-
-Dunque è tuo.- concluse retoricamente Kensi, accennando un sorrisetto -Che ci faceva sulla mia scrivania?-
Deeks si strinse nella spalle, esibendo una convincente espressione smarrita.
-Chissà, magari è stata Nell, per convincerti a fare qualcosa di diverso durante le vostre uscite tra donne!-
Kensi sospirò e scrutò con aria inquisitoria il collega: Deeks, con la faccia tosta che lo contraddistingueva, si mise una mano sul petto, all'altezza del cuore.
-Oseresti dubitare del tuo partner?-
La donna finse di pensarci su per qualche istante, per poi rispondere con aria convinta.
-Sì, se il partner sei tu!-
Deeks, nonostante l'imbeccata della partner, sorrise con fare seducente, atteggiamento a cui Kensi reagì con un risolino divertito.
-Facciamo così... Stasera usciamo da bravi partner, ci prendiamo una birra e io ti chiarirò la misteriosa apparizione di quel libro sulla tua scrivania!-
Kensi scosse il capo e alzò gli occhi al cielo, fintamente esasperata: le parole che le fuoriuscirono dalla bocca furono però le ultime che Deeks si sarebbe aspettato.
-Va bene, ma preparati una spiegazione convincente.-
Un fischio acuto e fastidioso riscosse Deeks dalla sua sorpresa e gli fece puntare lo sguardo su Eric, appollaiato come un corvo in cima alle scalette.
-Hetty è in riunione, ma ci congeda con onore e ci augura buon fine settimana, vamonos!-
Si allontanò rapidamente e, per quanto leggermente sorpresi, gli agenti cominciarono a prepararsi.
-Vamonos?- ripeté con aria interdetta Sam, unitosi a Kensi e Deeks assieme all'inseparabile Callen.
Kensi annuì con una risatina.
-Sì, l'altro giorno Nell ha detto di adorare la cucina messicana, così Eric si è regolato di conseguenza...-
Callen sorrise, divertito dalla dichiarazione.
-Capisco. Tu, piuttosto, stai attenta a quello che dici in presenza di questo animale qui!-
Accennò col capo a Deeks, ottenendo l'immediato appoggio da parte di Sam.
-Già, non mi stupirebbe se cominciasse a chiamarti Rose!-
Kensi si arrestò di botto, voltandosi come una furia verso Deeks e lasciando che Sam e Callen li distanziassero: il biondo sgranò gli occhi, spaventato dalla luce omicida che brillava in quelli della partner.
-Non. Una. Parola.- lo gelò lei, voltandosi nuovamente e dirigendosi verso l'uscita.
Deeks la seguì immediatamente, tentando di giustificarsi.
-Neanche se è per spiegarti che l'ho confessato per aiutarti? Per salvarti la vita? Per salvare il mondo dalla distruzione?-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Deeks aveva letteralmente rincorso Kensi fino alla sua macchina: si fermò ansimante qualche passo dietro di lei, sapendo più che bene che un'eccessiva vicinanza sarebbe potuta risultargli nociva.
-Kensi...-
La donna si voltò puntandogli contro le chiavi della macchina come se si trattasse di un coltello, gesto che fece sobbalzare Deeks.
Ripresosi, l'uomo tentò un sorriso e alzò le mani.
-Mi ammanetterai se mi dichiaro colpevole?-
Kensi abbassò il braccio senza l'ombra di un sorriso, osservando il collega con aria scontrosa: Deeks si ritrovò a fissare gli occhi bicromatici dell'altra, domandandosi come fosse possibile che anche quel piccolo difetto sembrasse un autentico capolavoro su di lei.
Un occhio nero come l'onice, l'altro di un luminoso color nocciola.
Un meraviglioso contrasto, come...
-Deeks?-
Il biondo sorrise con noncuranza, accorgendosi di avere ancora le braccia sollevate: le abbassò lentamente, infilando poi le mani nelle tasche.
-Quando avrai finito di radiografarmi...- lo provocò Kensi -... Sali in macchina!-
Marty inarcò le sopracciglia e spalancò la bocca, indeciso se sentirsi ringalluzzito o spaventato da quell'ordine: Kensi voleva rendere veri i suoi sogni, oppure aveva soltanto intenzione di ucciderlo e scaricare il suo affascinante cadavere in qualche tetro angolo di Los Angeles?
Prima che potesse sfoderare una delle sue solite battutine, Kensi parlò nuovamente.
-Volevi la serata tra partner e la birra? Bene, muoviti o vado da sola!-
Pur facendo fatica a tacere e a non replicare con qualche frase ad effetto, Deeks eseguì senza replicare, o quasi.
Fece per mettersi al posto del guidatore, ma aveva appena afferrato la maniglia della portiera che Kensi lo afferrò per il polso: quel contatto, per quanto ben lungi dall'essere romantico, gli procurò qualche brivido affatto spiacevole, e si ritrovò quasi a sperare che Kensi cominciasse a torcergli il polso per prolungarlo.
Si fissarono per un paio di secondi, in completo silenzio, finché un'imbarazzata Kensi non mollò la presa sulla mano di Deeks.
Si riappropriò della sua solita espressione imperscrutabile e gli indicò il sedile del passeggero.
-Non pensare minimamente di metterti a guidare la mia macchina.-
La tensione, quasi palpabile, dilatatasi tra i due svanì grazie alla risata di Deeks.
-Andiamo, Kensi, perché...-
-Dentro, seduto e zitto.-
Deeks alzò nuovamente le mani, stavolta in segno di resa, e fece come gli era stato ordinato.
Kensi entrò subito dopo di lui, indossando immediatamente la cintura di sicurezza -diamine, sarebbe stato quantomeno imbarazzante presentare ad un agente della Stradale il suo tesserino!- e avviò il motore: qualche istante dopo, già sfrecciavano lungo le vie luminose e affollate di Los Angeles.
All'interno dell'automobile Kensi aveva acceso la radio, e ora nell'abitacolo risuonavano le note di una canzone rock.
-Say goodbye to one more day! And another chance for you to change!-
Un braccio fuori dal finestrino, gli occhi chiusi e la testa reclinata sul sedile, Deeks cantava a voce alta: a voce troppo alta.
Rapida come una saetta, Kensi cambiò stazione radio e lasciò che la voce atona di uno speaker li informasse della situazione del traffico sulle varie Interstates: Deeks emise un versetto insoddisfatto.
-Oh, andiamo! Quella canzone era stupenda!-
Senza distogliere lo sguardo dalla strada, Kensi si lasciò andare a un sorrisetto.
-Da quale dei tuoi adorati musical era tratta?-
Si sarebbe aspettata un commento imbarazzato o una battuta da parte di Deeks: di certo non l'alta e allegra risata che quasi la assordò.
Approfittando della sosta ad un semaforo rosso, si voltò a fissare con aria interdetta il collega, i cui occhi stavano lentamente riempiendosi di lacrime.
Sembrava incredibile, ma più che l'irritazione sentiva forte la voglia di farsi trascinare da quella risata così coinvolgente...
-Hai bisogno di un fazzoletto?- domandò, accennando alle lacrime che gli inumidivano le gote -Una boccata d'aria? Un pugno?-
La risata di Deeks si ridusse gradualmente fino a svanire, lasciando come suo unico ricordo le lacrime sulle guance dell'agente e qualche singulto dello stesso.
-È incredibile...- cominciò, una volta ripreso fiato -... Davvero detesti così tanto i musical?-
Kensi si massaggiò le tempie, ripartendo non appena la luce del semaforo divenne verde: rimase silenziosa, ignorando la domanda rivoltale dal collega, e giunse quasi alla conclusione che quella sera sarebbe stato meglio tornarsene a casa.
Quasi.
Anche Deeks mantenne il silenzio, lanciandole però occhiatine divertite di tanto in tanto, una cosa che Kensi trovava più irritante delle sue battutine.
Finalmente, dopo quasi cinque minuti, il silenzio venne infranto dalla donna, la cui voce esasperata non riusciva a celare il suo fastidio.
-Non li detesto, semplicemente non mi piacciono, li reputo troppo...-
Si interruppe, alla ricerca della parola giusta.
-Sdolcinati?- suggerì Deeks, ottenendo l'approvazione immediata da parte di Kensi.
Il biondo si finse meditabondo.
-Strano, detto da una persona il cui film preferito è Titanic... A proposito...- aggiunse -... Come mai la tua rabbia nei miei confronti è svanita così di colpo?-
Kensi si lasciò andare ad un sorriso realmente divertito: lanciò una rapida occhiata a Deeks e scosse appena il capo.
-Devo ammettere che è divertente vederti tentare di tutto per farti perdonare.- dichiarò semplicemente, in attesa di qualsivoglia reazione da parte dell'altro.
Reazione che, puntualmente, arrivò.
-Tu hai... Fatto finta?- domandò retoricamente Deeks -E io che credevo che la vostra specialità fosse quella di fingere a letto!-
Nonostante l'evidente sessismo che permeava il commento, Kensi ridacchiò.
-Dove stiamo andando, tra parentesi?-
La donna si strinse nelle spalle.
-Non so, un locale qualunque andrà bene!-
Un sorriso divertito fece capolino sul volto di Deeks.
-Benissimo, allora al prossimo incrocio gira a destra!-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La coppia di agenti si trovava in un parcheggio antistante un pub, la cui insegna recitava “Ye olde Puck”.
Kensi inarcò un sopracciglio alla visione del folletto disegnato accanto al nome del locale.
-Come hai conosciuto questo posto? Anzi, no...- si corresse subito -... Non dirmelo!-
Deeks roteò gli occhi e le fece strada fino all'ingresso del pub, dall'interno del quale proveniva della musica folk irlandese e il sommesso chiacchiericcio di qualche avventore: il biondo aprì la porta e si fece da parte, strappando un sorriso alla collega.
-Come puoi ben vedere non sono il troglodita che tutti potrebbero pensare.- dichiarò Deeks, ammiccandole.
Kensi entrò per prima nel locale, ma ebbe soltanto il tempo di darsi una rapida occhiata attorno che una voce gioviale la fece sobbalzare.
-Marty Deeks! Vecchio mio, come stai?-
Un uomo basso, dal ventre prominente e con un'abbondante quantità di ricci rossi si era avvicinato a loro e stava stringendo Deeks in un abbraccio mozzafiato.
Si scambiarono qualche battuta in Irlandese -per quello che poté capire Kensi-, poi si voltarono in contemporanea verso di lei.
-Kensi, lui è il mio vecchio amico Angus Doherty; Angus...- fece un sorrisetto -... Lei è Kensi Blye, una mia collega.-
Angus sorrise con aria astuta e tese la mano a Kensi.
-E bravo il nostro Marty!- esclamò stringendo la mano della donna -Se avessi saputo che tra le poliziotte si nascondeva anche una simile bellezza, mi sarei fatto arrestare senza indugi!-
Rise rumorosamente e, dopo un altro rapido scambio di battute con Deeks, indicò ai due un tavolo: Kensi si sedette, subito imitata da Deeks, e fece un'espressione divertita.
-Poliziotta?- domandò, inclinando la testa da un lato.
Deeks ghignò e prese un menù dal tavolo.
-Cosa avrei dovuto dirgli, che sei un'agente federale con abilità da ninja killer?-
Kensi non replicò e cominciò a scorrere il menù: le birre elencate avevano dei nomi affatto familiari per lei, così decise di optare per l'unica che, almeno una volta, aveva assaggiato.
Dopo qualche istante Angus si avvicinò al loro tavolo, un block-notes tra le mani ed un sorriso astuto sul volto.
-La signorina ha già deciso?-
Kensi fece per aprir bocca, ma Deeks la anticipò.
-Una pinta di Murphy's Red anche per lei, grazie.-
Non appena l'Irlandese si fu allontanato, la donna si lanciò contro il collega.
-Deeks! Stavo per ordinare...-
-Una Guinness.- la anticipò lui -L'unica birra che conosci tra quelle nel menù. Ho pensato che sarebbe stato un vero crimine non farti assaggiare quest'altro nettare, e in fondo noi combattiamo il crimine!-
Lei alzò gli occhi al cielo ma, conscia che replicare non sarebbe ormai servito a nulla, e colpita dal fatto che lui sapesse esattamente cosa avrebbe ordinato, decise di cambiare argomento.
-Lasciando perdere la tua cultura in materia di birra... Sbaglio, o siamo qui per un motivo in particolare?-
Deeks sorrise sornione.
-Certo, per passare una piacevole serata tra colleghi!-
Kensi lo guardò senza parlare, ma sfoderando una di quelle sue occhiate apparentemente tolleranti che preludevano all'inizio di uno scontro.
E che Deeks faticava a trovare inquietanti.
-Va bene... Il libro che hai trovato sulla tua scrivania è una pietra miliare per gli estimatori dei musical, e sicuramente...- proseguì con aria beffarda -... Sarà utile anche per convincere odiatori profani come te!-
L'arrivo delle loro birre concesse a Kensi un po' più di tempo per pensare ad una risposta che non scatenasse una discussione infinita tra loro: ringraziarono un sempre più ammiccante Angus -che accidenti si rideva quell'Irlandese, poi!- e levarono i boccali.
-Alla tua conversione al Musicalesimo?-
Kensi sorrise, sicura di sé.
-Se ne sei convinto...-
Fecero cozzare delicatamente i boccali, bevendo poi a piccoli sorsi.
Deeks lasciò che il sapore forte della birra gli invadesse il palato e la gola, osservando in tralice Kensi da sopra il suo bicchiere.
L'espressione pensierosa di lei lo insospettiva e lo ammaliava in egual misura, e fu costretto a distogliere lo sguardo per non dare adito a domande imbarazzanti: figurarsi, Kensi detestava essere fissata senza alcun motivo!
Posarono i boccali sul tavolo nello stesso momento e, dopo un sospiro, Kensi alzò lo sguardo.
-Ti ho già detto che non odio i musical, o sbaglio?-
Deeks sorrise astutamente.
-Non sbagli, ma in questo caso...- fece una breve pausa, e il suo sorriso sempre più ampio fece scorrere qualche brivido lungo la spina dorsale della donna -... Vuol dire che, forse, mi stai nascondendo qualcosa.-
Kensi bevve un altro lungo sorso di birra, si asciugò la bocca con un tovagliolino e poggiò i gomiti sul tavolo: giunte le mani e poggiatavi sopra la testa, lanciò un'occhiata più che scettica a Deeks.
-Ormai sai praticamente tutto di me, in quanto tua partner: ho un piercing all'ombelico...- cominciò ad enumerare, mentre Deeks sospirava al ricordo di quando aveva scoperto il gioiellino argentato -... Esco spesso con Nell, bevo il caffè amaro...-
-... E conosci diverse canzoni da musical!- la interruppe Deeks.
La donna deglutì a vuoto, sperando che quel gesto passasse inosservato: il biondo approfittò del suo silenzio per proseguire con il suo attacco.
-Qualche giorno fa, mentre eravamo in ufficio, ti ho sentita intonare una canzoncina chiamata “The rain in Spain”... Immagino tu sappia benissimo che è una canzone del musical “My fair lady”!-
-L'ho sentita in una pubblicità, Sherlock!- lo riprese lei, passando con aria indifferente un dito lungo l'orlo del suo boccale.
Deeks non si diede per vinto.
-E se ti dicessi... “The woman in white”?-
-Mai sentito.-
-“Rent”?-
-Come sopra.-
-“Wacked”?-
Prima di potersi fermare, Kensi replicò.
-Si chiama “Wicked”!-
Dopo questa frase si portò le mani alla bocca, mentre Deeks sorrideva trionfante.
-Colta con le mani nel sacco, agente Blye...-
Kensi abbassò lo sguardo, senza parole per una delle poche volte nella sua vita.
Fissò senza vederla la superficie lucida del tavolo, pensando a mille scuse per poter giustificare quella sua defaiance.
Si rese conto, pochi secondi dopo, che sarebbe stato inutile ed infantile, così come immaturo era stato quel suo continuo negare che i musical non le piacessero e che fosse ignorante in materia.
In uno slancio d'orgoglio tornò a fissare Deeks, accorgendosi che inaspettatamente il biondo aveva smesso di sorridere con fare tronfio.
Ormai, però, era partita in quarta.
-E va bene, conosco i musical e li apprezzo, anche!- sbottò, bevendo poi un sorso di birra sempre osservata con attenzione dal collega -Non l'ho mai ammesso per non darti soddisfazione: un comportamento infantile, lo so...-
Deeks sospirò.
-Apprezzo il fatto che tu non abbia detto “Un comportamento alla Deeks”, ma sarebbe stato bello saperlo prima: almeno durante gli appostamenti avremmo avuto qualcosa di cui parlare, oltre alle tue serate con Nell!-
Non suonava come un rimprovero, ma Kensi lo recepì come tale, tanto da finire a borbottare un sommesso “Scusami”.
Deeks fece per allungare una mano a stringere quella di Kensi, per rassicurarla, ma decise a metà strada che sarebbe stato un gesto troppo equivocabile: si accontentò dunque di poggiarla al centro del tavolo, sorridendo incoraggiante alla partner.
-Non devi scusarti. Però potresti dire “Deeks avevi assolutamente ragione, e per farmi perdonare...”-
-Dio, fa' che non sia alcuna proposta osé...- mormorò Kensi, giungendo le mani come in una preghiera.
Deeks inarcò le sopracciglia con fare saccente, terminando la sua frase.
-“... Lascerò che sia tu ad offrirmi questa deliziosa birra”.-
Kensi sorrise e lanciò una frecciatina al collega.
-Non era già sottinteso, questo?-
-Sì, ma così dimostro una volta di più di non essere un completo troglodita!- replicò Deeks, sorridendo a sua volta.
Ci fu un istante di silenzio, poi entrambi scoppiarono a ridere.
Kensi provava qualcosa di molto simile alla felicità, se essere felici comprendeva l'aumento dei battiti cardiaci e la voglia di continuare a ridere assieme a Deeks: qualunque cosa fosse, le andava benissimo così.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le birre vennero terminate tra chiacchiere e frecciatine in perfetto stile Deeks-Blye.
Quando i due si presentarono alla cassa per pagare il conto, una volta di più Angus ammiccò all'indirizzo di Deeks e biascicò qualcosa in Irlandese, qualcosa che suonava come “Tà tù fear-adh*!”: l'uomo salutò poi Kensi, sussurrandole -stavolta in inglese- “Sei davvero coraggiosa”.
Kensi rise e annuì con aria consapevole, mentre Deeks scrutava entrambi con sospetto.
Terminati i saluti, i due raggiunsero la macchina di Kensi: Deeks stavolta si sedette al posto del passeggero senza protestare, stupendo profondamente Kensi.
Non appena lei si fu seduta ed ebbe messo in moto l'automobile il biondo svelò il motivo di tale mansuetudine.
-Casa mia o casa tua?-
Kensi alzò gli occhi al cielo e sorrise.
-Entrambe. Ognuno a casa sua.-
Deeks si passò una mano tra i capelli e si appoggiò comodamente al sedile.
-Va bene, allora... Canzone da musical preferita?-
La donna parve soppesare la domanda, come se si aspettasse qualche trabocchetto, ma alla fine rispose con sicurezza.
-“Defying gravity”, è semplicemente...-
Si bloccò e, quando parve esitare ulteriormente, Deeks completò la frase al suo posto.
-Perfetta per te?-
Kensi annuì, lasciandosi poi andare a una breve risata.
-Già. Ti sembrerò melensa, ma la sento così mia!-
Il collega sorrise, intenerito.
-Parla di sfidare la gravità, seguire i propri istinti... Chi, meglio di te?-
Dopo diversi istanti, durante i quali Kensi guidò in silenzio e Deeks continuò a scrutarla, fu proprio il biondo a riprendersi per primo.
Sbuffò ed aprì il finestrino, sventolandosi energicamente con la mano.
-Troppo zucchero, la situazione stava per diventare eccessivamente calda!-
Kensi non disse nulla, limitandosi ad accostare poco lontano da un'abitazione uguale a tutte le altre in quella via.
Deeks lanciò un'occhiata alla casa, poi tornò a concentrarsi sulla partner.
-Casa tua? Hai per caso deciso di cedere al mio fascino?-
La donna lo guardò, indecisa se ridere o prenderlo in giro fino allo sfinimento.
Oppure mostrarsi imbarazzata.
No, quell'ultima ipotesi non andava affatto contemplata!
Cercò di assumere un'aria di sufficienza mentre indicava una Chevrolet Camaro blu notte.
-Dimentichi forse di aver parcheggiato qui la tua auto, stamattina?-
-Oh, giusto.- fu il breve commento di Deeks.
Aprì lo sportello e fece per scendere, ma Kensi lo bloccò.
-Aspetta un attimo, Mister Musical... Io ho risposto alla tua domanda, ora tocca a te!-
Deeks si voltò incuriosito, mentre la partner sorrideva con aria astuta.
-Qual è la tua canzone da musical preferita?-
Il biondo le sorrise con aria enigmatica, scendendo dalla vettura e chiudendo lo sportello dietro di sé: Kensi gli urlò dietro.
-Tutto qui? Dopo avermi costretta a parlare di musical, neanche rispondi alla mia domanda?-
-Buonanotte partner, riposati o domattina non arriverai in tempo in ufficio!- fu l'unica risposta di Deeks, già diretto alla sua macchina.
Kensi si rimangiò un paio di insulti, uscì come una furia dalla macchina e, chiuso con violenza lo sportello, si diresse verso casa sua a passo di carica, senza voltarsi indietro.
Il fragore di una porta che sbatteva strappò un sorriso a Deeks.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Kensi era riuscita a calmarsi solo dopo diversi minuti, durante i quali aveva borbottato maledizioni e insulti tra i denti, camminato avanti e indietro per il salotto e lanciato occhiate assassine alla porta d'ingresso.
Una volta recuperato il controllo di sé, si era svestita, struccata ed aveva indossato il suo pigiama: era indecisa se andare subito a letto -e rischiare che la rabbia le montasse nuovamente dentro- o vedere qualche film comico e dozzinale per distogliere la mente dall'odioso comportamento di Deeks, quando udì un rumore in giardino.
Si immobilizzò, i sensi tesi a cogliere qualunque altro segno della presenza di un estraneo: la pistola era nel cassetto del suo comodino, ma magari avrebbe potuto sfruttare l'effetto sorpresa in caso di effrazione...
Il rumore non si ripeté, e Kensi si convinse che il responsabile doveva essere stato un gatto: sì, sicuramente era stato un felino di passaggio, e la sua irritazione aveva ingigantito la cosa.
Che stupida...
Decise di rinunciare al film e, voltate le spalle al salotto, si mosse per raggiungere la sua camera da letto, ma qualcosa la fece irrigidire nuovamente.
Un altro rumore, stavolta più forte, proveniente come poco prima dal suo giardino.
Se si fosse trattato di un ladro, o di un qualsivoglia malfattore, sicuramente non ci sarebbe stato tutto quel fracasso...
Tendendo l'orecchio, si rese conto che quei rumori soffocati altro non erano che una canzone.
Sconvolta, stupita e, in parte, speranzosa, si diresse come un fulmine verso la porta di casa, la spalancò e si ritrovò davanti ad una scena memorabile.
Aggrappato ad un lampione, con indosso un impermeabile ed un ombrello stretto nella mano libera, c'era Deeks.
-“Let the stormy clouds chase, everyone from the place!”-
Kensi dovette appoggiarsi allo stipite della porta, incredula oltre ogni immaginazione: non stava accadendo davvero...
Deeks abbandonò il lampione e, ombrello in spalla, entrò cantando nel giardino.
-“Come on with the rain, I've a smile on my face...”-
Si indicò il volto, sul quale era stampato un sorriso ampio e genuino: Kensi, ancora basita, non riuscì a ricambiarlo.
L'avanzata canterina di Deeks proseguì, con il biondo che puntò l'ombrello a terra e vi si appoggiò, facendo un cenno di saluto alla partner pietrificata.
-“I walk down the lane, with a happy refrain...”-
Kensi cominciò a riprendersi lentamente: abbassò le mani, che fino a quel momento erano state piazzate sulla sua bocca, e abbozzò un sorriso stupito.
-“I'm singing in the rain... Just singing in the rain... What a glorious feelin', I'm happy again...”-
Deeks lanciò in aria l'ombrello e lo riprese al volo, riprendendo a camminare con completa nonchalance verso una finalmente sorridente Kensi.
Sorrise a sua volta, facendo una piroetta e riportando l'ombrello su una spalla.
-“I'm laughing at clouds... So dark up above... The sun's in my heart, and I'm ready...”-
Con un gesto repentino Kensi premette un pulsante e, tutt'attorno a Deeks, gli irrigatori automatici del giardino si attivarono, inzuppandolo completamente.
Kensi rise di gusto, mentre il partner rimaneva assurdamente paralizzato nell'atto di camminare lungo il sentierino che conduceva a casa sua: scosse il capo, tentando invano di togliersi i capelli bagnati dal volto, e tentò di concludere.
-“... For... Shower?”-
Questa conclusione fece ridere ancora di più Kensi: Deeks, grondante come se avesse fatto un tuffo in piscina, si incamminò fino a trovarsi davanti a lei.
-Come rovinare un'esibizione da Broadway!- esclamò, fingendosi amareggiato.
La risata di Kensi sfumò pian piano, lasciandola libera di parlare.
-Dunque è questa la tua canzone da musical preferita?-
-Era.- la corresse Deeks -Dopo questa esperienza, credo mi dedicherò a canzoni che parlino unicamente di sole e calore!-
Abbassò lo sguardo e notò immediatamente l'abbigliamento casalingo della partner, consistente soltanto in una canottiera bianca ed un paio di shorts neri che ben poco spazio lasciavano all'immaginazione.
Kensi gli schioccò le dita davanti al volto, costringendolo ad alzare gli occhi.
-Togliti quell'espressione da maniaco dalla faccia o ti uccido.-
Deeks tentò un sorriso seducente, ostacolato dal fatto che la sua folta chioma era completamente appiccicata al cranio e alla fronte, rendendo di fatto più simile ad un cane bagnato che ad un essere umano.
-Scusami, è che stavo pensando che magari ti saresti potuta bagnare anche tu, tanto per pareggiare il conto...-
La donna gli diede un pugno sulla spalla, non molto forte ma abbastanza da strappargli un singulto sorpreso.
Rientrò poi rapidamente in casa, chiudendogli la porta in faccia: Deeks sbuffò, affondando le mani nelle tasche dell'impermeabile.
Non avrebbe mai imparato quando tacere!
Di colpo, facendolo sobbalzare, la porta si riaprì e ricomparve Kensi: aveva con sé un asciugamano, e lo porse a Deeks.
-Asciugati, e dammi quell'impermeabile.-
Deeks si sfilò il cappotto e lo consegnò a Kensi, cominciando immediatamente ad asciugarsi i capelli.
Strofinò vigorosamente la sua chioma, spargendo goccioline qua e là, finché non si poté ritenere soddisfatto: quando abbassò l'asciugamano, si accorse che Kensi lo stava fissando con aria strana.
Inarcò un sopracciglio e tossicchiò per attirare la sua attenzione.
-Chi parlava di “espressioni da maniaco”, qualche minuto fa?-
Kensi ebbe il buonsenso di abbassare vergognosamente lo sguardo, fino a quel momento tenuto ostinatamente fisso sulla maglietta bagnata di Deeks che, al pari del suo pigiama, lasciava poco spazio all'immaginazione.
Si diede mentalmente della stupida e riportò la sua attenzione su Deeks: sul volto di Deeks.
Aprì la bocca per dire qualcosa di pungente, ma non riuscì ad articolare parola.
Prese un profondo respiro, ritentò e le uscì detta la seconda frase sbagliata di quella serata.
-Vuoi entrare ad asciugarti?-
Deeks sgranò gli occhi, assumendo un'espressione così comica, visto anche il contesto, che Kensi sarebbe scoppiata nuovamente a ridere, se solo non avesse appena combinato un gran pasticcio.
Il biondo si passò una mano sulla nuca, lievemente imbarazzato.
-Se me lo chiedi così gentilmente...- rispose, tentando vanamente di infarcire quelle poche parole con la sua abituale malizia.
Avanzò di un paio di passi, trovandosi a breve distanza dalla partner.
Kensi si fece da parte per lasciarlo passare, ma Deeks non si mosse: rimase immobile sul patio, preda di un'indicibile confusione mentale, finché -come Kensi poco prima- non riuscì a frenare le parole successive.
-Ho trovato la mia nuova canzone preferita.-
La donna sentì, neanche lei seppe bene come, che Deeks stava per darle una risposta sconvolgente, ma per lei così incredibilmente familiare.
Levò appena lo sguardo, abbozzando un sorriso e fissando i suoi occhi dalla bizzarra colorazione in quelli azzurri dell'altro.
Deeks si scostò una ciocca bagnata dall'occhio, avvertendo la salivazione azzerarglisi e il cuore battergli violentemente nel petto.
-“Defying gravity”.- dissero i due nello stesso momento.
Sconfiggere la gravità.
Seguire l'istinto.
Deeks abbassò il volto, lentamente, quasi con timore; allo stesso tempo Kensi sollevò il suo, senza abbandonare con lo sguardo le iridi del partner.
Dopo un istante che parve lungo come un secolo, le loro labbra si incontrarono.
Le mani di Kensi si aggrapparono alla maglietta fradicia di Deeks, mentre quelle dell'uomo erano saldamente ancorate ai fianchi di lei.
Approfondirono rapidamente il bacio, ritrovandosi nel contempo a muoversi per entrare in casa della donna.
Si separarono una volta raggiunto il centro del salotto, entrambi rossi in volto e quasi senza fiato.
Kensi si affrettò ad andare a chiudere la porta d'ingresso, lasciando Deeks imbambolato in mezzo al salone: quando tornò indietro, il collega era nella stessa identica posizione di prima.
-Deeks?-
Il biondo si passò una mano sulle labbra, quasi inconsciamente.
-Baci bene, Elphaba.-
La partner sorrise compiaciuta.
-Anche tu non sei male, Fiyero.- replicò, prendendolo per mano.
Deeks strinse la mano delicata di Kensi -difficile credere che quella mano potesse tranquillamente uccidere un uomo!- e chinò il capo da un lato.
-Non credi che sia tempo di sconfiggere la gravità?-
Kensi lo afferrò per il mento con la mano libera, costringendolo a chinarsi appena.
-Baciami, senza addio.-
Si impadronì delle labbra di Deeks e sperimentò la beatitudine dell'assenza di pensieri.
Stesi sul divano, incuranti degli abiti zuppi di Deeks, entrambi misero a dura prova i loro polmoni, finché i jeans di lui e gli shorts di lei non finirono in un mucchietto scomposto sul pavimento.
Quella notte, la gravità venne sconfitta.











* "Sei un uomo fortunato!"

Qualche piccola, doverosa precisazione!
Il film preferito di Kensi è "Titanic", e Deeks è appassionato di musical: queste informazioni provengono da alcuni degli episodi più recenti della serie, ma non spoilerano assolutamente nulla ;)
Riguardo le canzoni...
La prima, cantata da Deeks in macchina, è "Tomorrow never comes" di Teddy Geiger (film/musical "The Rocker").
La seconda, quella intonata sempre da Deeks nel giardino di Kensi, è "Singing in the rain" di Gene Kelly (omonimo film/musical).
Infine l'onnipresente "Defying gravity" è tratta dal musical "Wicked", di cui Elphaba e Fiyero sono protagonisti.

   
 
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