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Autore: Libra Prongs    09/06/2012    8 recensioni
"Scivola via. Il nervosismo, l’ansia, la tensione accumulata in queste ore.
Scivola via il sudore sul fondoschiena, tra i seni nudi lungo la linea appena arrotondata della pancia.
La sfioro, sfioro la vita che pulsa lì dentro, il segreto dolce che non ho ancora rivelato."
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'James e Lily-L'Amore conta '
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Slide away


Slide away - and give it all you've got
My today - fell in from the top
I dream of you - and all the things you say
I wonder where you are now?

 


 
Scivola via. Il nervosismo, l’ansia, la tensione accumulata in queste ore.
Scivola via il sudore sul fondoschiena, tra i seni nudi lungo la linea appena arrotondata della pancia.
La sfioro, sfioro la vita che pulsa lì dentro, il segreto dolce che non ho ancora rivelato.
Sorrido mentre lo scroscio dell’acqua copre i pensieri e mi concedo di chiudere gli occhi.
James.
Mi chiedo dove sia, non è ancora rientrato dopo la nostra discussione.
Un po’ mi dispiace, sono stata davvero insopportabile oggi e non vedo l’ora che torni per farmi perdonare. Ho troppe cose da dirgli, da spiegargli…
Ho bisogno di lui, adesso.
 

  

Hold me down - all the world's asleep
I need you now - you've knocked me off my feet.


 

Mi insapono velocemente le braccia, le gambe, tentando di arrivare anche alla schiena con movimenti goffi. La cabina doccia si riempie del profumo fresco della lavanda e inspiro con avidità quell’aroma intenso, il preferito di...
«Non ti sembra che sia irriguardoso fare la doccia senza di me, Evans?»
«J-James!»
Non l’avevo sentito arrivare e la sua voce improvvisa -sarcastica- mi ha spaventata.
«Da quanto tempo sei qui?» chiedo, recuperando sicurezza e voltandomi a fissarlo senza smettere di strofinare la spugna morbida sulla mia pelle, con studiata noncuranza.
«Da un po’» ammette lui, scrollando le spalle «sembravi pensierosa, biscottino.»
Il nomignolo che mi attribuisce è una chiara allusione alla nostra lite di questo pomeriggio e, per quanto mi irriti, non posso che sospirare perché so di essere stata inutilmente sgarbata -odiosa- quando ho scoperto che James aveva finito l’intera scatola di biscotti al burro.  
«Mi dispia-»
«Non scusarti, Evans, andiamo. Non con me» sussurra, avvicinandosi e prendendo la spugna dalle mie mani. Socchiudo gli occhi mentre percorre ogni centimetro del mio corpo, strofinando con esasperata lentezza e indugiando sulle clavicole, tra i seni, sui fianchi e poi sul collo, sulla schiena, sui glutei. L’acqua continua a scorrere e non bado più ai capelli, che sfuggono allo chignon morbido che avevo improvvisato con una pinza e cominciano a bagnarsi, gravando sulle mie spalle. Anche le maniche della camicia di James sono ormai pregne d’acqua e, uno a uno, prendo a slacciare i piccoli bottoni dalle asole, attirandolo sempre più vicino.
Lo desidero.
«Calma, Evans, con calma» sibila, sfilandosi le scarpe, gli occhiali e i pantaloni, rimanendo unicamente con la camicia sbottonata per metà e i boxer di cotone che non celano il suo desiderio. Mi raggiunge finalmente sotto l’acqua corrente e reclina la testa in modo da bagnarsi i capelli ed il viso, liberandosi infine della camicia zuppa. Non dei boxer.
So che è il mio turno, vuole che mi faccia perdonare e non a parole.
Decido di tirare la corda ancora un po’, giocando con il suo orecchio, mordendogli il collo, abbracciandolo con insistenza e circondandogli un fianco con la gamba. Se devo farmi perdonare intendo farlo a modo mio. Le sue mani premono contro le mie natiche e sorrido nel constatare che questa piacevole tortura lo ecciti visibilmente, anche se non intende cedere nell’immediato.
«Quindi, biscottino? Come pensi di farti perdonare?» sussurra con voce roca mentre continuo ad accarezzargli il petto e a guardarlo nel modo che so che trova irresistibile, e si lascia sfuggire un gemito, sorride.
Decido di non rispondere, non a parole, e comincio a giocherellare con l’elastico dei famosi boxer finchè James non ne può più e mi bacia -finalmente- con trasporto, mentre la sua mano spinge sulla mia e mi aiuta a privarlo dell’ultimo indumento.
Continuiamo a baciarci con foga fin quasi a restare senza fiato, complici l’acqua calda e il vapore, e mi ritrovo inchiodata alla parete di mattonelle in braccio a James.
L’impatto di lui dentro di me è sempre caldo, destabilizzante, inebriante e il modo in cui si muove è delicato e impaziente, deciso e morbido al tempo stesso. E’… sexy.
Assecondo le sue spinte aggrappandomi al suo collo, affondando le mani nei capelli bagnati e folti e lasciando liberi gemiti e sospiri senza alcun pudore. Non ne ho bisogno con lui.


°°°

 
«Ti amo, Evans» ora bisbiglia, accerezzandomi la fronte, un attimo dopo essersi seduto sul piatto doccia con me ancora a cavalcioni.
«Anch’io… è stato bellissimo» rispondo, posando un bacio sulle sue labbra umide.
Potrei dirgli che amo ogni cosa di lui, ogni angolo del suo corpo e ogni piega della sua anima, ma in questo momento tutto quello che ho bisogno che sappia è qui, nella mia pancia ancora piatta. Prendo dolcemente la sua mano e la poggio sul mio ventre, stringendola.
«C’è una cosa che devo dirti, Potter.»
«Dimmi, biscot-»
«Sono stata odiosa oggi e non sai quanto mi dispiaccia. Sarò odiosa anche domani, probabilmente, e tra un mese e un altro ancora fino a luglio, credo. Sarò isterica, grassa e avrò solo voglia di vomitare, ma dimmi che capirai. Dimmi che ci sarai. Perché sono incinta, James.»
L’ho detto, non posso crederci. L’ho detto.
James è buffo, ha cambiato espressione quattro volte in cinque secondi e direi che è un record. Adesso sorride però. Sorride tanto che sembra un bambino davanti a Babbo Natale.
E lo amo.
«Un figlio? Per Godric e tutta la sua discendenza, Evans! Un figlio? E’… è… ouch!»
Non scopro esattamente cosa sia, per James, ma i suoi occhi lucidi sono molto eloquenti. O almeno così mi sembra. 
«Tesoro, ti commuovi? Oh, sei dolcissimo!» esclamo, pronta a stritolarlo di abbracci, a dirgli che non potrei essere più felice di avere lui, e cosa dice?
«Amore, non so come dirtelo, ma… mi stai sulle palle, ecco. Ma non ti offendere, vedi, intendo proprio… nel senso letterale, Lily» farfuglia, e mi rendo conto della posizione in cui siamo e lo fulmino con lo sguardo mentre mi sposto.
Vorrei picchiarlo, è il solito volgare. Ma poi mi sciolgo, completamente.
«Oh, si. E ora che i gioielli di famiglia sono al sicuro, Evans, posso star tranquillo: di’ al nostro piccolo che potrà avere tanti fratellini, in futuro. Una squadra di Quidditch, sicuro!»
 

 Oh, let me be the one
That shines with you, and we can slide away... 






 


Dedicata a L. 
Ti amo 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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