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Autore: Shark Attack    09/06/2012    4 recensioni
"Il ragazzo sospirò divertito, poi si alzò in piedi, si stiracchiò e fece due passi verso Hinata, lasciandosi cadere al suo fianco come se avesse appena fatto una lunghissima camminata.
Hinata sobbalzò per lo spavento ed avvampò. «Kiba-kun?», domandò in un sussurro.
Il viso di Kiba era pericolosamente vicino al suo e il suo cervello stava andando in confusione mentre un attacco di iperventilazione le rendeva impossibile allontanarsi. La legna scoppiettò sotto le fiamme, come se fosse invidiosa del fatto che non fosse più l'unica ad ardere quella sera. "

[1° classificata al contest "Yaoi vs Het" indetto da Midori_chan sul forum di EFP]
Genere: Azione, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing, Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka | Coppie: Kiba/Hinata
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Pacchetto Coppia 6: Hinata/Kiba Oggetto 3: Broccoli/Scarpe/Gatto Luogo: Scuola
Condizioni del contest: usare tutto il contenuto del pacchetto in qualche modo, fare un finale a sorpresa.

Rating: Giallo
Avvertimenti: One shot, What If?, Het
NdA: Ero indecisa su due trame diverse e alla fine le ho unite in un'unica storia, che genio del male... Il titolo significa “compagni”, nel senso di compagno di scuola, di team ecc. Devo fare alcune precisazioni temporali: le parti in corsivo sono ricordi, quelle no no. I ricordi appartengono a due periodi diversi, prima del titolo sono ricordi di quando i protagonisti avevano 12 anni mentre dopo il titolo sono tutti precedenti, diciamo quando potevano averne 8 o giù di lì. Ciò che non è ricordo è la narrazione al tempo “presente”, nello Shippuden in una ipotetica missione del team al completo.
Buona lettura! ^^


*****


«Ti ricordi di quella volta? Quando abbiamo scoperto di essere in team assieme?»
Hinata sorrise e abbassò lo sguardo. «Ero molto contenta», ammise.

«S-siamo stati assegnati allo stesso team...», pigolò lei con la sua timida vocina, nascosta tra i capelli neri.
«Eh già.»
«Sei contento?»
I simboli del clan avvamparono sul viso del ragazzo, rossi come il sangue che vi scorreva sotto con improvvisa irruenza. Aprì la bocca per rispondere qualcosa, ma poi la richiuse e annuì di sfuggita. Era arrossito?
«Io sono contenta», proseguì Hinata dolcemente. «Tu e Shino-kun siete molto bravi mentre io...»
«Saremo un bel team», rispose finalmente Kiba, con ritrovata risolutezza. «Cerca solo di fare del tuo meglio e andremo alla grande.»


Mates



Il fuoco scoppiettava e i legnetti bagnati scricchiolavano tra le fiamme, mentre l'aria tutt'attorno diventava sempre più piena di fumo, schiarendosi nella notte.
«A cosa stai pensando?»
Kiba si era accorto che Hinata era stata più silenziosa del solito, quella sera, e più seria in viso. Piegò indietro la testa verso di lei e vide i suoi capelli neri oscillare mentre faceva un cenno con il capo. «A niente...», mugugnò poco convinta.
Un pezzetto di osso di scoiattolo le colpì la gamba. «Non è vero!», la rimproverò il compagno col braccio ancora a mezz'aria.
«Sono solo... sovrappensiero», ammise infine. Allonantò dalle sue gambe la ciotola contenente i resti di quella cena di fortuna e poi lanciò uno sguardo ad Akamaru, ormai grande come un orso, che dormiva tranquillo alle spalle di Kiba. «Mi è tornato in mente quel gatto nero e quella giornata catastrofica.»
L'Inuzuka rise, poi strozzò il rumore per non svegliare Shino, ben nascosto sotto le coperte dall'altro lato del fuoco. «Quando ero stato mandato dal capo insegnante perché avevo fatto una guerra del cibo a pranzo?», domandò mentre finiva di rosicchiare l'ultimo pezzetto di carne.
Hinata sorrise ed annuì. «Avevi lanciato i broccoli in testa a Sasuke», puntualizzò.
«No, Naruto li aveva lanciati... io avevo solo fornito le munizioni!», rise ancora e non riuscì a trattenersi, non con l'immagine di quel giorno nella mente.
Poi si accorse che la ragazza aveva appena accennato un sorriso e la cosa lo turbò. Lei se ne accorse. «Quel giorno pensavo che mi avresti odiata per sempre», spiegò sentendosi sotto accusa da quegli occhi scuri che la indagavano.
Kiba corrugò la fronte e cercò di ricordare a cosa si stesse riferendo, ripercorrendo gli anni all'indietro.

«Posso?», le chiese un giorno col cucciolo tra le mani.
Kiba si separava da Akamaru solo molto raramente -andavano anche in bagno assieme- e quelle poche volte che era costretto a farlo lo affidava sempre a Hinata. Lei era pacata e seria: non lo avrebbe perso di vista neanche un istante.
«C-certo!»
Akamaru si era accucciato sulle sue piccole gambe e guardava il padroncino allontanasi rapido mentre urlava per tutto il corridoio che sarebbe tornato in cinque minuti.
Hinata accarezzò la testa del cagnolino e fece per allungare le dita verso la pancia bianca, ma Akamaru si rizzò rapido in piedi, con la coda ben tesa e le orecchie sull'attenti, e il suo sguardo saettò fuori dalla finestra.
La ragazzina si voltò a sua volta e comprese cosa avesse attirato l'attenzione del cucciolo.
«Ohh!», esclamò alla vista del gattone nero che passeggiava elegantemente sul tetto della palestra. Non fece in tempo a connettere il binomio “cane-gatto” che sentì subito il piccolo peso di Akamaru svanire dalle gambe e la palla di pelo biancastra si tuffò verso la preda.
Hinata scattò all'inseguimento e per poco non ruzzolò oltre il cornicione della finestra quando il cane fece un lungo balzo per atterrare accanto al micio nero.
Con i piedi nuovamente a terra, l'Hyuga osservò Akamaru correre dietro al gattone e si rese conto che avrebbe dovuto riprenderlo subito, se voleva che Kiba si fidasse ancora di lei.
Pensò che il cagnolino stava correndo troppo velocemente perché potesse recuperarlo scendendo dalle scale e appoggiò con decisione le manine sul cornicione. Si issò con un piccolo sforzo e rimase qualche istante in piedi sul bordo della finestra, con le scarpe viola a cavallo degli infissi, cercando di convincersi che doveva solamente essere veloce, che il terzo piano non era poi così tanto alto e che in fondo doveva farlo. Inspirò profondamente e saltò sul tetto della palestra.
Atterrò con un piccolo tonfo e con le urla di un insegnante alle sue spalle.
«Hyuga!!», urlava, «Scendi da lì immediatamente!»
La bambina fu tentata di obbedire, come aveva sempre fatto, ma con la coda dell'occhio aveva visto la coda di Akamaru svanire dietro il lucernario e le priorità cambiarono.
«Torno subito, maestro!», aveva urlato di rimando poco prima di correre via.

«Perché pensavi che ti avrei odiata?», domandò Kiba, mettendosi seduto a gambe incrociate e non più sbracato a terra come al solito.
Hinata sussultò e sorrise impacciata. Il suo viso era avvampato all'improvviso e la ragazza sentì di avere caldo, non solo per il fuoco poco distante. «P-perché ho rischiato di perdere Akamaru!»
Kiba alzò un sopracciglio, divertito. «Ma non è successo, no? Quando sono tornato tu eri lì con Akamaru e...»
Bloccò la sua frase a metà, ricordando improvvisamente un dettaglio che all'epoca non aveva considerato molto.

Hinata era seduta al suo banco, esattamente dove l'aveva lasciata, con Akamaru sulle gambe, esattamente dove l'aveva lasciato.
«Scusa se ti ho fatta aspettare», aveva biascicato frettolosamente mentre si riprendeva il cucciolo, come se fosse un ingombro enorme. «Il professore non la smetteva più di parlare e... che cos'hai in testa?»
L'Hyuga distolse rapidamente lo sguardo e si tastò i capelli fini e neri per togliere le ultime foglie che si erano impigliate durante l'inseguimento. «Nulla! Siamo stati qui buoni buoni!», mentì.
Kiba sollevò Akamaru e lo esaminò attentamente, mettendo inconsapevolmente Hinata sotto torchio. «Come mai è più sporco?», domandò ingenuamente, «E anche tu lo sei! È passato qualche bulletto?»
Hinata arrossì e sgranò gli occhi, sorpresa. Nascose d'istinto sotto la sedia le scarpe schiarite dalla terra polverosa del cortile e abbassò lo sguardo, colpevole. «V-veramente no, i-io... Akamaru era... e io l'ho...», balbettò pezzi di parole sconnesse, incapace di ammettere che non era stata capace di mantenere la promessa fatta al suo amico dimostrando che non era degna della sua fiducia.
«Eh?»
«Scusami Kiba-kun!!»


Kiba rise nuovamente, una risata antica e lontana che fece venire i brividi a Hinata.
«Quindi eri sporca perché avevi fatto di tutto per...»
«Non importa.»
Il ragazzo sospirò divertito, poi si alzò in piedi, si stiracchiò e fece due passi verso Hinata, lasciandosi cadere al suo fianco come se avesse appena fatto una lunghissima camminata.
Hinata sobbalzò per lo spavento ed avvampò. «Kiba-kun?», domandò in un sussurro.
Il viso di Kiba era pericolosamente vicino al suo e il suo cervello stava andando in confusione mentre un attacco di iperventilazione le rendeva impossibile allontanarsi.
«Ci tenevi davvero, uh?», disse lui con voce profonda.
«Non... non volevo... ti eri fidato di me affidandomi Akamaru, ecco, e io l'avevo p-»
Le loro labbra si unirono, forse per porre fine ai turbamenti di lei o per cercare di scusarsi con lui, non lo sapevano. Ma Shino era poco più in là e dormiva tranquillamente, l'aria era calda e piacevole e nulla poteva disturbare un simile momento.
Forse non temeva di perdere solo Akamaru.
Hinata si sorprese non poco del suo stesso gesto, ma non se ne dispiacque troppo. Ruppe il bacio lentamente dopo molti secondi in cui si era sentita su un altro mondo.
Kiba ghignò contento e si avvicinò di più, riempiendo lo spazio che li separava. I loro occhi si incatenarono una serie di sguardi profondi che esprimevano più di mille parole; Hinata sarebbe rimasta a fissarli per ore e ore, senza saziarsene mai abbastanza. Una mano sfiorò il viso della Hyuga e un secondo bacio nacque tra loro due.
La legna scoppiettò sotto le fiamme, come se fosse invidiosa del fatto che non fosse più l'unica ad ardere quella sera.
Hinata si sentì la schiena liquida e odiò le farfalle nello stomaco e quel senso di inadeguatezza che temeva avrebbe rovinato tutto. Si fece coraggio e ricambiò il bacio, con la forza di un assetato e di un bisognoso di fronte al loro premio per aver aspettato a lungo.
Da quanto tempo faceva la brava figlia e compagna obbediente, senza mai un minimo di soddisfazione personale? Si stupì del turbine ormonale che la stava pervadendo.
Hinata iniziò a senntirsi una donna per la prima volta in vita sua.
La mano di Kiba scivolò lungo il suo braccio e le sfiorò il fianco, appoggiandosi saldamente sulla coscia mentre le dita tremanti di Hinata si insinuavano timidamente sotto la maglietta del compagno, guidate da chissà quale istinto.
Si slacciò la felpa color glicine e rimase solamente in canottiera a rete e si sentì mancare quando anche l'Inuzuka si tolse il suo indumento. Il petto le oscillava in maniera quasi estenuante, l'emozione del momento divenne eccitazione pura. Kiba si portò verso di lei e la adagiò delicatamente a terra, una mano sulla vita dei pantaloni e l'altra tra i capelli. Hinata lo baciò ancora e...
«Hinataaa!»
La ragazza spalancò gli occhi bianchi, accecandosi per la luce improvvisa del sole, e scattò a sedere con la coperta stretta tra le dita bianche e uno strano calore sulle guance. Aveva la fronte imperlata di sudore e il respiro accelerato.
Voltò la testa e vide i suoi compagni di team intenti a smontare il campo sotto le luci dell'alba. «Dai aiutaci, che dobbiamo rimetterci in marcia!», borbottò Kiba entrando nel suo campo visivo.
Hinata si inumidì le labbra e sorrise amaramente.
Era solo un sogno...






Ebbene sì, ogni taaaaanto riesco anche ad arrivare prima ^3^
Ringrazio tantissimo la giudicia Midori_chan che mi ha concesso un'utilissimerrima proroga, senza la quale non credo avrei scritto la metà di quel che è comparso ora ai vostri sfortunati occhietti, e mi complimento con le altre partecipanti, Yuki_ e Veronika Redbird! :D
Spero vi sia piaciuta la fic, non abbiate timore di lasciare un commentino xDD
Ed ecco a voi la recensione della giugicia! ^^


Bellissima storia ed è per questo che senza tanti preamboli ti incorono(?!) come vincitrice (la corona è invisibile, attenta a perderla).
Ed ora invece la parte inutile: la recensione.
Odio la coppia Kiba/Hinata, in realtà non sopporto Hinata, ma sei riuscita a farmela piacere almeno un pochino, davvero in questa storia non ho avuto la voglia di strozzarla e questo è un miracolo, un segnale di Zeus.
Mi è piaciuta davvero la storia e come l’hai impostata, carina, piacevole da leggere.
Anche l’impatto visivo, quello che invita le persone a leggere, era bello, appena aperta avevo voglia di leggerla e “questa è cosa buona e giusta”.
Ottimo l’uso dei prompt, non me ne sono neanche accorta, l’ho dovuta rileggere per trovarli: i “broccoli”, puah! meravigliosa la loro entrata in testa a Sasuke, il “gatto” e le “scarpe” era elementi amalgamati con la storia, non risaltavano, non vi si concentrava la narrazione, c’erano ma non c’erano. Ripeto: ottimo uso.
Anche il luogo è stato usato in modo eccellente.
Applausi e ancora applausi, brava davvero.
Era tanto presa da sperare insieme ad Hinata che quello non fosse un sogno, un bel finale, imprevisto, non me l’aspettavo- e dire che di solito sono una preveggente-.
Bel lavoro, ancora complimenti.

Prima classificata. Premio: “ I sogni son desideri di felicità”

Grammatica: 42%
Visiva: 10%
Oggetti: 20%
Gusto personale: 25%

totale: 97%
   
 
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