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Autore: dreamsexplorer    09/06/2012    2 recensioni
Questa è la prima fanfiction che scrivo, completamente incentrata sulla storia di Bulma e Vegeta.
Ho lasciato che la mia immaginazione vagasse liberamente su come siano potute andare le cose fra i due durante la permanenza di Vegeta alla Capsule Corporation e senza rendermene conto, mi sono ritrovata a scrivere questa storia...
Quali sono state le "strade nascoste" che hanno portato questi personaggi così diversi tra loro ad unirsi perfettamente come fossero pezzi di un puzzle? Io l'ho immaginata così.
Proprio perchè è la prima storia di questo genere che scrivo, ci tengo ad avere vostri commenti, giudizi e consigli. Spero vi piaccia.
"[..] e fu in quel momento che, con un bagliore improvviso, due occhi neri come la notte si accesero proprio di fronte a Bulma."
-dreamsexplorer.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questo è l’inizio della storia che mia accingo a scrivere e che spero di continuare. Se state per leggere, non dimenticate di lasciare la vostra recensione perché ho molta voglia di avere i vostri consigli e di sapere se, almeno per quello che è questo prima capitolo, la storia vi piaccia o meno. Buona lettura 

“Hidden Roads”, capitolo 1 : “Nero al tramonto”

L’aria frizzante delle mattine d’estate entrò nella stanza di Bulma dalla grande porta finestra del suo balcone che, la sera prima, la ragazza aveva lasciato aperta per il gran caldo.
Un timido raggio di sole passò attraverso le sottili e pressoché trasparenti tendine azzurre illuminando il viso di Bulma, che continuava imperterrita a dormire. Era immersa in uno di quei sogni estremamente coinvolgenti e realistici, che ti prendono completamente, e della cui irrealtà non sospetti minimamente, finché dall’esterno non arriva qualcosa che inizia a rompere l’incantesimo, fino a che, piano piano, ti svegli.
La ragazza era nel patio di una casa bianca e luminosa, sulla spiaggia. Una brezza leggera le scuoteva delicatamente i capelli, che si formavano piccole ondine azzurre fra i flutti del venticello.
Oltre il piccolo terrazzino rialzato dove c’era la sedia su cui era seduta comodamente Bulma, una distesa di minuscoli granelli bianchi e quasi argentei si estendeva fino al mare. Il bagnasciuga era illuminato dal sole tramontante ed aveva un colore irreale. Lo sguardo di Bulma si perdeva rilassato in quel paradiso, un’oasi di tranquillità al di fuori dal mondo in cui era abituata a vivere. Mentre si godeva quel paesaggio straordinario facendo spaziare lo sguardo da un posto ad un altro, si accorse con la coda dell’occhio che in quella specie di dipinto in cui era stata catapultata stavo mutando qualcosa. Si girò verso il mare e capì di non essersi sbagliata: dall’acqua del mare stava emergendo una figura che, in controluce, non riusciva ad identificare.
Si parò una mano davanti al viso, poco sopra gli occhi, in modo da farsi ombra dai raggi che le impedivano di mettere bene a fuoco ciò che aveva a qualche metro di distanza. Ancora però, non riusciva a vedere nulla e siccome la figura continuava ad emergere dall’acqua e ad avanzare, decise di alzarsi ed avvicinarsi.
Era di sicuro un uomo, anche se non avrebbe saputo dire bene chi le ricordasse la fisionomia che a poco a poco le si stava parando davanti. Quella persona ancora non ben identificata, che era ormai quasi del tutto fuoriuscita dall’acqua, stava ormai iniziando a lasciare le impronte dei suoi piedi sulla sabbia argentata della riva. C’era qualcosa nella figura di quell’uomo che aveva inchiodato Bulma sul posto; non riusciva a muoversi, o forse non voleva. Eppure non aveva neppure ancora capito chi fosse quella persona, insomma cosa c’era che non andava?! Fatto sta che era rimasta lì immobile, nonostante la curiosità la rodesse da capo a piedi.
Il sole, all’orizzonte, continuava a scendere lentamente nel mare, la figura continuava ad avanzare e Bulma continuava a restare, anche se senza un’apparente ragione, impietrita dov’era. La grande palla rossa, la cui luce morente tentava invano di illuminare ancora qualcosa, stava ormai del tutto affogando nell’immensa distesa di acqua blu, e fu in quel momento che, con un bagliore improvviso, due occhi neri come la notte si accesero proprio di fronte a Bulma.
La ragazza si svegliò di soprassalto accecata da un raggio di sole che le illuminava completamente il viso, tingendo di una tonalità lucente la sua chioma azzurrina. Ci mise qualche secondo prima di rendersi conto di quanto fosse accaduto e di rimettere insieme i frammenti del sogno che aveva appena fatto, ancora chiari e ben impressi nella sua mente. Non si spiegava il significato di quel sogno, né voleva approfondire su alcuni particolari che l’avevano un po’ inquietata e, allo stesso tempo, incredibilmente ammaliata.
  
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