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Autore: EclipseOfHeart    09/06/2012    3 recensioni
La J.T.P. è orgogliosa di presentare la prima grande serata dedicata interamente all’investigazione!
La sfida è aperta!
Noi abbiamo ideato il delitto perfetto, qualcuno sarà in grado di scoprire la verità? Di trovare l’indizio che non esiste?
Unitevi a noi nel Gran Galà del Crimine!

Cosa succede quando una sfida del genere si presenta nelle vite dei detective di Tokyo?
Leggete per scoprirlo! :D
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kogoro Mori, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il delitto perfetto

 

 

Capitolo VI

 

La persona che in quel momento sentì il brivido peggiore di tutti fu Takagi quando alzò lo sguardo, al suono di quella minaccia, e vide la sua adorata Sato stretta in una morsa e con una pistola puntata alla tempia.

Teshima, poco prima che Shinichi ed Heiji finissero le loro deduzioni, si era avvicinato a lei ed in un momento di confusione le aveva puntato la pistola e l’aveva tirata a sé, per utilizzarla come ostaggio.

«Metti immediatamente giù l’arma e libera l’ostaggio!» gridò Takagi che non sapeva come proteggere la sua amata.

«Fossi matto. Se la lascio andare, voi mi arrestereste e il mio piano andrebbe in fumo.» replicò lui ridendo.

«Che piano? Quale follia hai in mente?»

Shinichi, appena visto lo sconvolgente svolgersi della situazione, si era subito diretto verso Ran, seguito da Heiji che aveva preso la mano di Kazuha dentro la sua.

«Teshima-san perché stai facendo una cosa del genere? Stai vivendo una vita felice con tua moglie, che cosa può indurti a prendere un ostaggio?» chiese Kogoro, tentando di farlo ragionare.

«Moglie... Voi non sapete niente!» gridò d’improvviso Miyuki, alzandosi da terra e raggiungendo il marito impugnando una pistola.

«Ora vi dovreste mettere tutti a terra. Forza, altrimenti la bella agente farà una brutta fine.» ordinò poi, mentre Teshima aveva legato le mani di Sato per impedirle qualsiasi contromossa.

Tutti gli invitati furono costretti ad ubbidire e sedersi per terra, tranne Takagi che continuava, inutilmente a tenere sotto tiro Teshima.

«Ehi tu, dammi quell’arma, ora. Non crederai mica che il mio caro maritino si faccia tanti problemi ad ucciderla vero?» disse Miyuki avvicinandosi a Takagi e strappandogli l’arma dalle mani.

«Cosa volete da noi? Che senso ha tutto questo?» chiese Shinichi che non vedeva una motivazione nelle azioni dei due sposi.

«Non vogliamo niente, semplicemente uccidervi. Se la volete dare la colpa a qualcuno datela a quell’uomo!» replicò Teshima puntando il dito verso il signor Takayama.

Tutti si girarono verso di lui mentre questi diventava sempre più pallido e stupito.

«Io? Cosa vi ho mai fatto di male?»

«Quest’uomo non è buono come tutti credono. Per questo vogliamo rovinarti, uccidendoti stasera e facendo morire tutte le persone in questa sala. Screditeremo il tuo nome anche nella morte come tu hai fatto con i nostri!» gridò Miyuki alzando sempre più il tono di voce.

«Ma io non vi conosco! Non ho idea di chi siate!»

«E come potresti averla? Il nome “Ami Kurano” ti fa ricordare qualcosa?» domandò la donna sempre più irata.

Takayama, come colpito da un fulmine, non rispose e diventò, se possibile, ancora più bianco in volto abbassando lo sguardo al pavimento.

«Ora non rispondi? Ti ricordi di lei, allora?»

Vedendo che lui teneva la testa bassa, senza rispondere Miyuki gli si avvicinò puntandogli la pistola nella fronte.

«Rispondimi! Ti ricordi di Ami?» gridò mentre le lacrime iniziavano ad appannarle gli occhi «Ti ricordi di mia madre?» chiese ancora con la voce sempre più tremante.

Takayama alzò la testa di colpo e balbettò: «Tua… Madre? E’ impossibile, Ami non aveva figli.»

«Certo, quando l’hai conosciuta tu non ne aveva! Ma quando l’hai lasciata, per sposare questa donna, mia madre era incinta di due bambini!» urlò con le lacrime che ormai scorrevano sulle guance.

Takayama aprì la bocca dallo stupore, continuando però a non comprendere la situazione e soprattutto le sue colpe.

«Voi due siete gemelli, non sposi.» dichiarò Shinichi improvvisamente destando l’attenzione nella sala.

«Sei proprio un detective in gamba, Shinichi Kudo. Sì, noi due siamo gemelli, anche se siamo di aspetto molto diverso. Miyuki-chan è mia sorella, non mia moglie. Abbiamo finto per non destare sospetti e partecipare alla gara senza problemi.» disse Teshima con calma mentre la sorella tentava di asciugare le lacrime, sempre tenendo la pistola puntata su Takayama. «Volevo vendicarci di quell’uomo, che ha lasciato nostra madre Ami nel dolore e ha abbandonato noi che eravamo… siamo i suoi figli

«E’ impossibile! Ami me l’avrebbe detto!»

«Cosa avrebbe dovuto dirti?! L’hai lasciata per sposare una donna unicamente per la sua ricchezza, tutto quello che hai guadagnato è stato per merito dei soldi di tua moglie! Nostra madre ha dovuto crescerci da sola, appassendo ogni giorno di più per essere stata così miserabilmente lasciata, lei ti amava!» gridò Teshima iniziando a perdere il controllo dei suoi nervi.

«Ed è per questo che ora morirai, come è morta nostra madre e tutto ciò che il tuo nome ha costruito di buono perirà con esso. Le persone in questa sala, purtroppo, dovranno morire anche e la colpa sarà data unicamente a te! E questo porterà tutto ciò che hai creato, togliendo la felicità alla nostra povera madre, alla rovina!» concluse Miyuki allontanandosi verso il fratello.

«E’ ora di iniziare con il piano.»

«Cosa avete intenzione di fare? Di ucciderci tutti a colpi di pistola? Non ve la caverete, la polizia vi scoprirà!» gridò Kogoro, sentendosi inerme in una situazione del genere.

«Nono, detective Mouri. Morirete avvelenati

«Che cosa?!»

«Ha capito benissimo, le vede le tre prese d’aria in questa sala? Tra meno di mezz’ora inizieranno a spargere un gas velenoso nell’aria che riempirà tutta la stanza e vi ucciderà.» disse Miyuki, mentre la porta dalla sala da ballo si apriva facendo entrare la figura di Kazutoshi Imoto, armato e con un sorriso sul volto.

«Imoto-san?! Tu sei complice di questi due?» gridò Takayama, sempre più sconvolto e atterrito.

«Ero stufo di essere la tua ombra, di vederti prendere tutti i meriti dei progetti che facevo io. Sono venuto a conoscenza della triste storia di questi due ragazzi e ho deciso di aiutarli.»

«Certo… l’architetto sa benissimo tutti i punti delle prese d’aria e come poter inserire delle fiale nelle locazioni giuste.» disse Heiji.

«Esatto. Ma i miei piani iniziano da molto più tempo, mi sono avvicinato sempre più a te per assisterti e vedere crescere il tuo impero, per poterlo farlo cadere nel suo momento migliore.» concluse Imoto avvicinandosi ai due fratelli.

«Ho installato tutto, possiamo far scoppiare le bombe e andarcene.»

«Bombe?!» gridò Sonoko che si sentiva di stare per svenire con Yusuke di lato che tentava di tranquillizzarla.

«Certo. Noi ora ce ne andremo e vi chiuderemo qui dentro, ma è meglio essere previdenti, in caso riusciste ad uscire dalla stanza. L’ascensore è fuori uso e faremo esplodere le scale, per impedirvi la fuga e tra meno di dieci minuti il respiro inizierà a mancarvi.» replicò Imoto guardando con odio Takayama.

«Andiamocene, presto.» disse Teshima.

I tre si avviarono alla porta, sempre tenendo l’agente Sato minacciata finché non arrivarono alla porta.

«Spingila qui dentro, così li rinchiudiamo e scappiamo!»

«Non credo proprio!» esclamò di colpo Sato che, dopo aver faticato per liberarsi dalle corde e con i polsi sanguinanti, era riuscita finalmente ad avere le mani libere.

Cogliendoli di sorpresa diede un pugno a Teshima ributtandolo nella sala e con un calcio disarmò Miyuki che non era riuscita a reagire.

Non si accorse però che Imoto aveva mantenuto il sangue freddo e aveva la pistola esattamente puntata contro di lei.

Quando il colpo partì l’avrebbe sicuramente colpita se, d’improvviso, non fosse stata tirata a terra da Takagi che, urlando, si era sporto per salvarla. Il proiettile lo colpì nella spalla riuscendo ad evitare qualsiasi danno a Sato che gridò sentendo il suo sangue nelle dita.

Shinichi ed Heiji erano immediatamente scattati verso Teshima bloccandolo, mentre questi tentava di rialzarsi.

Imoto tirò a sé Miyuki per farli uscire prima che Kogoro e Megure li prendessero ma questa si oppose.

«Non posso lasciare qui Atsushi

«Dobbiamo andarcene!»

«Non posso abbandonarlo!»

Imoto quindi le diede un calcio: «E allora muori con lui!» gridò uscendo dalla sala e chiudendo la porta mentre, invano, Kogoro e Megure tentavano di aprirla.

Dopo qualche minuto sentirono le esplosioni promesse da Imoto e il panico calò nella sala.

Sato, raggiunta immediatamente da Ran e le due amiche, teneva Takagi da cui usciva sangue dalla spalla. Il colpo non era stato mortale ma il proiettile era dentro e il sangue continuava a sgorgare.

«Ti prego Wataru-kun… resisti.» gli disse Sato, con le lacrime agli occhi.

«Miwako… non piangere… L’importante è che tu sia salva e poi, tranquilla, ci vuole ben altro per far perire uno come me!» rispose Takagi debolmente tentando di sembrare forte, qualche secondo prima di svenire.

Shinichi ed Heiji corsero immediatamente verso le altre uscite della stanza, dietro le quinte, ma anche queste erano state bloccate.

«Cosa possiamo fare?»

«Dobbiamo assolutamente evitare che le bombe di veleno esplodano in questo salone, dopo potremo chiamare i soccorsi!» gridò Shinichi, dopo essersi avvicinato all’ispettore Megure e Kogoro.

«La porta va sfondata! Sicuramente l’entrata delle prese di aria è fuori e se è riuscito ad entrarci un uomo della corporatura di Imoto posso sicuramente entrarci io!»

«Ma ci sono tre prese d’aria! Non avrai tempo di toglierla da tutte!»

«Di una me ne occuperò io, infatti!» disse Heiji.

«E dell’ultima io!» gridò Yusuke, arrivato al fianco dei due.

«Yamamoto-san sei sicuro?» chiese Shinichi.

«Certo! Nessun altro qui può farlo, vuoi forse mandare una delle tre fanciulle? Non c’è altra scelta!»

«Ma come farete a distruggerle una volta prese?» chiese Kogoro.

«Basterà che le mettiamo in un’altra stanza!» disse Heiji.

«Esatto, l’importante è toglierli dai condotti!»

«Ma non sappiamo il punto esatto, se perdiamo tempo a cercarli rischiamo di non riuscire a toglierli.» dichiarò Yusuke

«Chiediamo a Teshima!» disse Kogoro facendolo rialzare da terra di forza. Questi, affranto per essere stato tradito e aver visto i suoi piani sfumare, inizialmente non voleva dire niente. Poi Miyuki si avvicinò a lui e capì che senza quelle informazioni sarebbero tutti morti e indirizzò i detective con le informazioni che gli aveva detto Imoto.

Megure radunò immediatamente tutta la polizia, presente per proteggere la spilla di Lapislazzuli, perché potessero sfondare la porta.

«State attenti ragazzi, se non farete in fretta, il veleno inizierà a sprigionarsi nelle vostre mani.» concluse Teshima avvertendoli.

Heiji, mentre i poliziotti stavano per sfondare la porta, andò da Kazuha per dirle cosa doveva fare per salvarli.

«E’ pericolo Heiji! Ti prego stai attento!»

«Stai tranquilla, sai benissimo che non può succedermi niente!»

«Fai attenzione.» replicò Kazuha abbracciandolo, sentendo una preoccupazione senza fine. Heiji doveva sempre rischiare la vita, in qualche modo.

«Sarò prudente. Kazuha-chan, prima però volevo risponderti alla domande che mi hai fatto prima.»

«Mi risponderai dopo! Non dire queste cose come se fosse l’ultima volta che ci vediamo!» gridò lei iniziando a piangere.

«Non è l’ultima volta! Però intanto voglio risponderti ora! Non devi avere dubbi di quel genere Kazuha, io non potrei mai vergognarmi di te e non ho mai desiderato che ci fosse una ragazza diversa al mio fianco, nessuna sarà mai speciale quanto sei tu per me.» disse Heiji stringendola forte, arrossendo e poi allontanandosi verso la porta.

Doveva riuscire a salvare tutti e poi doveva riuscire a salvarsi lui stesso, perché doveva tornare da lei.

Negli stessi minuti Shinichi era andato da Ran, per avvertire anche lei della situazione.

La reazione dell’amica fu la stessa di Kazuha.

«Shinichi è pericoloso! Ti prego, ti prego, non fare l’eroe!» disse mentre le lacrime erano già sulle sue guance.

«Sta tranquilla. Tu non devi preoccuparti per me!»

« Come posso non essere preoccupata per il ragazzo che amo? Come puoi chiedermi qualcosa di simile?» rispose Ran di getto arrossendo e stringendo Shinichi a sé.

Lui arrossì anche, notando come la ragazza avesse risposto alle sue parole dette a Londra.

Ricambiò l’abbraccio, sussurrandole nell’orecchio: «Perdonami se ti faccio sempre stare in pensiero, ma Ran, non dubitare mai che io tornerò sempre e comunque da te.» prima di staccarsi e correre verso la porta che era stata aperta dai poliziotti.

I tre adolescenti si inoltrarono nel corridoio, dove le fiamme prodotte dall’esplosione stavano dando fuoco a tutto. Seguendo le istruzioni di Teshima, si separarono e si diressero nei condotti.

Yusuke fu il primo ad arrivare al condotto, vi entrò e agilmente riuscì ad arrivare alla bomba di veleno. La prese nelle mani, uscì dal condotto e poco prima che questa si attivasse la gettò nella camera n°1 chiudendo la porta.

Heiji fu il secondo ad arrivare e il secondo a riuscire a prenderla, tuttavia le stanze da quel condotto erano troppo lontane e, prima di arrivarci, il veleno aveva già iniziato a diffondersi. Si sforzò di non respirare e riuscì a lanciare il veleno dentro la stanza n°3, poco prima di svenire sul pavimento mentre le fiamme lo stavano per circondare.

Shinichi corse come non mai, visto che aveva il condotto più lontano da debellare. Con fatica si inerpicò in esso e riuscì a prendere il veleno, ricominciando a correre verso le stanze. Sforzandosi e mantenendo il suo pensiero su Ran gettò la bomba nella camera n°4, tentando di non svenire per il fumo e per il veleno respirato.

Sarebbe caduto a terra se Yusuke non l’avesse prontamente soccorso chiamando in aiuto Megure e Kogoro che si occuparono anche di Heiji, trasportandoli tutti nuovamente nel salone centrale.

Fortunatamente il veleno respirato era stato molto poco e quindi, in breve tempo, si ripresero tutti e due, tra le lacrime di gioia di Kazuha e Ran.

Megure avvisò tutti che erano salvi, grazie ai tre coraggiosi ragazzi, e che a breve i soccorsi sarebbero arrivati.

 

Passati i primi cinque minuti la calma era ritornata nella sala e lo zio di Sonoko si era avvicinato ai tre giovani per ringraziarli e alla polizia.

«Con tutto questo trambusto Kaito Kid non si è fatto neanche vedere! Ho ripreso la spilla e l’ho rimessa in tasca!»

«Però grazie a lui abbiamo raddoppiato la vigilanza e senza tutti questi poliziotti non avremmo potuto sfondare la porta così in fretta.» commentò Kogoro ridendo.

Yusuke si alzò per ringraziare il detective e, passando vicino Suzuki-san, fece un sorriso furbo.

Si avvicinò alle grandi finestre della sala e ne spaccò una con una sedia.

«Yamamoto-kun ma che fai?» chiese stupita Sonoko.

«E’ ora che io vada! La mia missione è stata compiuta!» rispose Yusuke tirandosi la maschera dal viso rivelando la sua identità di Kaito Kid!

Alzò la spilla di Lapislazzuli che aveva preso pochi istanti prima dalla tasca dello zio di Sonoko e si arrampicò sulla finestra, aprendo il suo lungo mantello bianco.

«La spilla! Maledetto!» gridò Jirokichi furioso.

Sonoko invece arrossì paurosamente per aver scoperto di aver passato tutta la serata in compagna del suo Kiddo-sama e, ricordando le sue parole, prima che volasse via gli urlò: «Kaito-kun, spero che tu possa rivederla presto!»

Lui le sorrise e le augurò lo stesso prima di gettarsi nel cielo di Tokyo aprendo il suo deltaplano bianco.

«Quel pazzo! Come si permette!» gridò Jirokichi sempre più arrabbiato.

«Ma non se la prende, stavolta senza l’aiuto di Kaito Kid probabilmente saremmo tutti morti.» commentò Heiji mentre sorrideva, insieme a Shinichi, vedendolo volare via.

«Sonoko-chan, ma sei sicura che Kaito Kid fosse sincero quando ti ha detto quelle cose?» chiese Kazuha, avendo sentito le parole dell’amica.

«Lo era, l’ho capito dal tono della sua voce.» replicò lei sorridendo felice.

Eri intanto si era avvicinata a Ran e agli altri, per assicurarsi che fosse tutto apposto.

«Certo che stanno bene! C’era il grande detective Kogoro Mouri a difenderli!»

Eri gli rivolse uno sguardo molto dubbioso e iniziò a punzecchiarlo: «Tu cosa avresti fatto? Hanno fatto tutto questi giovani, tu non hai combinato proprio nulla!»

«Ma come osi dire una cosa del genere?! Devi sempre dire stupidaggini!»

Eri e Kogoro ripresero a litigare perché, evidentemente, non erano contenti se non urlandosi a vicenda.

Ran li guardò sconfortata per poi notare però, che sulle labbra di entrambi c’erano dei piccoli sorrisi. Non stavano litigando come al solito.

«Hai visto Ran? Mi sembra che i tuoi genitori stiano iniziando a fare pace.» le sussurrò Shinichi sorridendole.

«Sembra anche a me. Non è incredibile che fosse stata sempre lei Akiki

«No, io avevo capito subito che era tua madre.» replicò lui convinto.

«Cosa? Ma se non l’ha riconosciuta nemmeno mio padre!»

«Infatti non l’ho riconosciuta, l’ho dedotto dal nome.»

«Dal nome?»

«Akiki Ires non è altro che l’anagramma di Eri Kisaki.» le disse lasciandola a bocca aperta.

Dopo una decina di minuti iniziarono ad arrivare i soccorsi. Takagi fu immediatamente portato all’ospedale, accompagnato da Sato che non si era mai staccata da lui.

Il dottor Agasa ed i bambini erano stati messi in salvo per secondi ed erano felici che finalmente quella brutta avventura fosse finita.

Takayama era insieme alla moglie e ai due gemelli, sapeva che forse sarebbe stato tutto vano ma voleva tentare di fare qualcosa per aiutare quei due giovani, quelli che erano i suoi figli.

Megure ricevette una chiamata da parte di uno degli agenti fuori Tokyo che lo informava che Imoto era stato catturato e stava per essere portato in centrale, insieme al signor Mishimoto.

Heiji e Kazuha furono soccorsi per le ferite del ragazzo e continuavano a guardarsi imbarazzati, consapevoli che finalmente qualcosa stava cambiando tra di loro.

Infine Shinichi, appena usciti dall’Hotel, sentì delle improvvise e forti fitte al petto e capì che l’antidoto stava finendo il suo effetto. Forse a causa della serata troppo movimentata, l’effetto era finito con largo anticipo.

Guardò Ran, consapevole di doverla lasciare nuovamente e le si avvicinò.

«Ran, io devo scappare via.»

Si aspettava delle proteste, un tentativo della ragazza di trattenerlo, invece Ran si limitò a sorridere.

«Vai, so che devi andartene. Mi hai promesso che tornerai e io ti aspetterò, Shinichi.»

Lui sentì l’emozione bruciargli nel petto più delle fitte di dolore e si domandò se potesse amarla ancora di più di quanto la stesse amando in quel momento.

La baciò delicatamente a fior di labbra, per un secondo, per poi allontanarsi da quel luogo.

Ran arrossì moltissimo per quell’innocente contatto e guardandolo andare via, sapeva benissimo che lo avrebbe aspettato, anche per sempre.

 

 

 

 

Fine.

Oddio non ci posso credere, sono riuscita a finirla in tempo per il compleanno xD

Ci ho profuso veramente tantissimo impegno in questa long-fic e spero, con tutto il cuore, che vi piaccia.

 

Come già scritto è dedicata alla mia amica Serena, per i suoi vent’anni.

Ti voglio un mondo di bene e sono davvero felice che gli ostacoli non siano stati capaci di fermare la nostra amicizia <3 spero di continuare per tantissimo tempo a scriverti fic per il tuo compleanno perché vorrebbe dire che siamo ancora unite.

Tantissimi auguri di cuore. Vedrai che presto tutto si aggiusterà e andrà a posto, come sempre ti dico!

 

Passando alla fic, perdonate il momento melenso xD, boh a me piace. Credo di aver ideato una trama che ha più o meno un senso.

Ho aumentato il ritmo della narrazione per tentare di darvi l’idea del panico che tutti stavano provando e spero almeno in parte di esserci riuscita :)

Ho tentato di integrare quasi tutti i personaggi che mi piacciono (cioè tutti xD) e le mie coppie preferite, ovvero le tre protagoniste. Mettendo anche però un po’ di Takagi/Sato e Kaito/Aoko u__u in particolare mi è piaciuto come ho reso Sonoko e Kaito, non so, volevo provargli a fare avere un rapporto che non c’entrasse con l’amore visto che Kaito è innamoratissimo della sua Aoko <3 e forse ci sono riuscita u.u A voi il giudizio!

Ho adorato Ran, io adoro Ran e il suo carattere forte e determinato, non deve essere facile vedere andar via sempre il ragazzo che ama ç_ç

Heiji e Kazuha sono tenerissimi *______* ma quando si dichiarano? *_*

Per non parlare di Eri e Kogoro, loro li amo alla follia xD

Voglio tanti commenti e.e

Dai che me li merito u__u

 

 

EclipseOfHeart

 

 

 

 

 

   
 
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