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Autore: ethelsgonnabeokay    09/06/2012    10 recensioni
Nuova One-Shot! Gohan/Videl, naturalmente.
I due si ritrovano a fare i compiti insieme, e grazie a quelli scopriranno quello che provano davvero l'uno per l'altra...
Dalla storia:
-... E come compito, dovrete scrivere una favola in coppie.
Videl alzò gli occhi al cielo, sbuffando. Scorse il sorriso di Gohan, seduto vicino a lei. Anche la sua espressione seccata diventò un sorriso.
-Vieni a pranzo da me, Vid...
La ragazza, senza neanche lasciargli il tempo di finire la domanda, subito esclamò:-Va bene!
Sharpner ed Erasa guardarono in modo strano i due, forse perché non avevano mai visto la loro amica così entusiasta, forse perché loro volevano scrivere la storia con lei. Ma il gruppo era già stato creato.
Tre ore più tardi, i due Great Sayamen volavano insieme alle nuvole sopra Satan City. Gohan gettò un'occhiata dietro di loro, per poi gridare:-Videl, possiamo ritrasformarci!

Spero di avervi incuriositi e di ritrovarvi nello spazio delle recensioni :D
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di laghi, amori e favole

 

 

 


 

-... E come compito, dovrete scrivere una favola in coppie.

Videl alzò gli occhi al cielo, sbuffando. Scorse il sorriso di Gohan, seduto vicino a lei. Anche la sua espressione seccata diventò un sorriso.

-Vieni a pranzo da me, Vid...

La ragazza, senza neanche lasciargli il tempo di finire la domanda, subito esclamò:-Va bene!

Sharpner ed Erasa guardarono in modo strano i due, forse perché non avevano mai visto la loro amica così entusiasta, forse perché loro volevano scrivere la storia con lei. Ma il gruppo era già stato creato.

Tre ore più tardi, i due Great Sayamen volavano insieme alle nuvole sopra Satan City. Gohan gettò un'occhiata dietro di loro, per poi gridare:-Videl, possiamo ritrasformarci!

I due premettero un bottone sui loro orologi per indossare di nuovo i loro abiti normali.

Videl indossava una maglia larga, viola acceso, su un'altra blu. I fuseaux neri le fasciavano le gambe fino a quegli improponibili stivaletti, sicuramente molto comodi ma non molto eleganti o femminili.

Gohan aveva un paio di jeans blu scuro e una camicia bianca su cui era appuntata la spilla della Orange High School. Non erano vestiti così particolari, ma la ragazza pensava che gli donassero molto. O forse erano i suoi occhi sempre sorridenti o i capelli neri come la notte che gli donavano molto... Videl riuscì ad uscire dai suoi pensieri solo dopo aver perso quota di un paio di metri.

Chichi, nonostante il poco preavviso, riuscì a mettere insieme un pranzo delizioso. La ragazza la aiutò a lavare i piatti, e soprattutto a metterli in salvo dalle mani del vivace Goten, che si era offerto per metterli a posto nell'armadietto. In realtà, non riuscirono a conservare i piatti fino a quando Gohan non riuscì a trascinare via il fratello con la promessa di giocare con lui non appena avesse finito i compiti.

La primavera era iniziata da poco, ma faceva comunque moltissimo caldo. I due ebbero l'idea di andare a studiare fuori casa. Gli immensi prati verdi e punteggiati di fiori multicolore erano davvero una prospettiva molto allettante. Videl non conosceva bene i dintorni, perciò si limitò a volare seguendo Gohan e pensando alle cose più diverse, tra le quali spuntava insistentemente un pensiero, una persona: lui.

Il lago era qualcosa di meraviglioso. L'acqua aveva tutte le sfumature dell'azzurro e del celeste. E somiglia tantissimo ai suoi occhi, pensò Gohan. Videl, invece, aveva subito notato delle pietre nere sui bordi dello specchio d'acqua. Sono dello stesso colore dei suoi occhi. Gli stessi occhi che vedeva ogni notte nei suoi sogni, che la facevano sentire al sicuro. Quegli occhi che cercava di evitare, per non arrossire. Quegli occhi che la osservavano mentre faceva scivolare una pietra dentro l'acqua con la punta delle scarpe.

Gohan si sedette contro un tronco d'albero e aprì il suo quaderno. Videl si mise accanto a lui, a gambe incrociate.

-Bene, da dove iniziamo?

Il ragazzo, che si era per un momento estraniato dalla situazione intorno a lui, si ritrovò a fissare i riflessi della luce sui suoi capelli. -Non lo so. Nessuno mi ha mai raccontato una favola della buona notte. A te?

Lei fece no con la testa, evitando per l'ennesima volta il suo sguardo. -So solo che iniziano con un “c'era una volta”, nient'altro.

-Allora dobbiamo andare per tentativi.

Gohan, pensando che forse stava facendo la più grande cavolata del secolo, cominciò a raccontare. Non sapeva nemmeno da dove fosse uscita quella storia che si era delineata nella sua mente. Aveva già scritto anche il finale, ma quello era il finale che andava bene a lui. Doveva essere lei a decidere la vera fine. Ma tanto valeva fare un tentativo.


-C'era una volta una ragazza. Era così bella da essere paragonata a una principessa, ma lei era indifferente a questi complimenti. Non li sopportava nemmeno, perché lei era davvero una principessa, e questo non le andava granché bene. I suoi genitori, vista la sua riluttanza a salire sul trono, l'avevano mandata a vivere in mezzo al popolo fino a quando, compiuti i sedici anni, non fosse entrata in età da marito. Pensavano che in quel modo la figlia sarebbe riuscita a capire la fortuna che avrebbe avuto a governare il paese. Ma lei non voleva diventare regina perché questo la avrebbe costretta a sposarsi. I pretendenti si erano affollati intorno a lei fin da quando era bambina, e sapeva che l'aspettavano al castello. Tantissime persone volevano imparentarsi con lei. I principi di tutti i Paesi la consideravano un vero trofeo. Era bellissima. Aveva i capelli neri come l'ebano e gli occhi grandi e colore del mare. Ed era stata così in gamba da vivere di caccia per una decina d'anni. Nessuno riusciva ad evitare il suo sguardo, i suoi occhi così belli ma allo stesso tempo così tristi. Anche quando sorrideva, il suo sguardo rimaneva vuoto e lontano. Nessuno era riuscita ancora a farla sorridere con gli occhi, e quindi con il cuore. I bambini che la conoscevano l'avevano addirittura soprannominata “la principessa infelice”.

Un giorno, la principessa, che aveva ormai quindici anni, stava uscendo dai confini del bosco per rientrare nel paese. L'arco e le frecce con cui cacciava le pendevano da una spalla, le prede che aveva catturato erano appese alla sua cintura. Ripensò a tutti i pretendenti che la aspettavano su al castello, e le nacque spontaneamente un sorriso beffardo. Chissà come avrebbero reagito, se l'avessero vista in quel momento. Era sporca di fango, e aveva i capelli scompigliati. Ma nonostante tutto a lei piaceva vedersi in quel modo. Preferiva mille volte gli stivali di pelle e i pantaloni larghi a quei busti e a quelle gonne gigantesche che avrebbe dovuto indossare.

Entrò nella piazza dove si teneva il mercato. Lì lei vendeva e comprava tutto quello di cui aveva bisogno per sopravvivere. Trovò la bancarella dove di solito aveva gli affari migliori, e vide un nuovo ragazzo.- Gohan si fermò, dando modo alla ragazza di continuare la storia.

Videl, ammaliata dalla sua voce, aveva abbandonato la testa sulla sua spalla ad occhi chiusi. Non aveva mai fatto niente di simile, e in realtà avrebbe voluto davvero abbracciarlo, ma le guance del ragazzo erano già diventate rosse. Avrebbe anche voluto chiedergli di continuare la storia, ma le sembrava una richiesta troppo infantile. E poi toccava a lei andare avanti, perché quella non era una semplice storia.

-La principessa notò che il ragazzo nuovo era davvero molto carino. Aveva i capelli neri come il carbone, era alto e aveva gli occhi un po' più scuri dei capelli. Ma la cosa che subito la colpì era il fatto che sorrideva, sempre. Quel sorriso era, per certi versi, strano. Era rimasta molto colpita da lui. Vendette e comprò come aveva sempre fatto, ma poi disse al ragazzo che non voleva essere pagata con dei soldi. Voleva conoscere il segreto della sua felicità.

Lui le sorrise e le disse di trovarsi appena fuori la piazza quando il mercato avesse chiuso, cioè a mezzogiorno.

Il ragazzo fu di parola, e la invitò a fermarsi a casa sua per il pranzo. Lei accettò, curiosa. Scoprì che il ragazzo viveva con la madre e con il fratello più piccolo, entrambi molto gentili. Dopo aver mangiato, lui la portò in un prato bellissimo, vicino ad un lago. Disse che le avrebbe insegnato una cosa. Lei chiese che cosa. Lui sorrise.

Un'ora più tardi, il ragazzo le aveva insegnato a volare. Era un qualcosa di meraviglioso. Librarsi nell'aria, dimenticare tutti i problemi in quel piccolo momento di quiete. Nel giro di un'altra ora, la ragazza non aveva più paura e faceva a gara con i passerotti e le farfalle. E soprattutto, con lui. Quando entrambi scesero di nuovo a terra, il ragazzo notò che lei sorrideva. Un sorriso spontaneo, dolce, che la rendeva molto più bella. Rimase senza parole per un momento. Poi cominciò ad informarsi della sua vita. Le chiese con chi viveva e lei gli rispose che abitava da sola. Quando lui le chiese come mai, la ragazza cominciò a raccontare tutta la sua storia, dal principio. La principessa si era finalmente aperta con qualcun altro. Dopo che finì la storia, un lungo silenzio si aprì tra i due. Si guardarono a lungo, e capirono di provare qualcosa di strano per l'altro. Qualcosa che non avevano mai provato.-Videl esitò per un momento. Anche lei aveva già immaginato il finale, e anche lei voleva la conferma dell'altro che il suo finale fosse quello giusto. E poi non voleva perdere l'occasione di sentire di nuovo la voce del ragazzo che, delicata e dolce, continuava a raccontare quella storia. La faceva sentire di nuovo bambina, e soprattutto la faceva sentire al sicuro. Come in quel momento, mentre sentiva una delle braccia di Gohan che le cingeva timidamente il fianco e istintivamente lei si rannicchiava contro il suo petto. Arrossì.

-Il ragazzo, dopo un paio di minuti, le chiese di rimanere a dormire da lui per la notte. Lei annuì, accettando la sua proposta. La principessa si sistemò nella camera accanto alla sua. Tutta la famiglia andò a dormire alle dieci. Lei si buttò sul letto vestita. Trascorse le ore pensando. Pensava a quello che le era appena successo. Pensava a quello che aveva provato. Pensava a lui. Da quella mattina, da quando l'aveva incontrata, si era sentita strana. Verso mezzanotte, la ragazza si alzò e uscì dalla stanza, dove l'aria si era ormai fatta troppo pesante. Non sapeva bene dove andare. Qualcosa dentro di lei voleva recarsi nella camera del ragazzo. Voleva andare incontro al suo destino. Ma lei si fermò lì, davanti alla finestra che divideva le loro stanza, ad ammirare la luna piena. Quando l'aveva vista per l'ultima volta, la luna era solo a metà. In quel momento, invece, si era completata, si era riempita. Forse proprio come lei.

Sentì due mani che lei conosceva posarsi sui suoi occhi. Ridacchiò un po', fino a quando il ragazzo non le liberò gli occhi scostandole ciuffi di capelli dal viso. Non ci fu bisogno di parole, lui la abbracciò subito. La ragazza vide il loro riflesso sul vetro della finestra, si girò e...

-... lo baciò.-completò Videl per lui, ancora persa contro il suo petto e con gli occhi chiusi. Continuò lei la storia.-Trascorsero tanti giorni felici. La principessa era quella di sempre, ma aveva un particolare che solo chi l'aveva osservata da quando era bambina poteva capire. I suoi occhi ora risplendevano. Qualcuno attribuiva tutto alla sua adolescenza, qualcuno a un evento molto felice che ancora non conoscevano. Lei lo attribuiva solo all'amore, perché in fondo era quella la verità. Dopo quasi un mese, una nuova paura si fece largo dentro di lei. Da lì a pochi giorni, infatti, avrebbe compiuto i sedici anni. Questo la riportò ad essere molto triste. Il ragazzo si accorse del suo cambiamento, e le chiese il motivo. Lei si sciolse in lacrime fra le sue braccia, e gli disse che fra pochi giorni sarebbe entrata nel suo sedicesimo anno d'età. Allora le carrozze reali sarebbero tornate a prenderla. E a portarla al castello, dove avrebbe dovuto scegliere un pretendente. Lui la strinse e le disse di non preoccuparsi. Avrebbero trovato una soluzione.

Dopo alcuni giorni la ragazza fu riportata al castello. Sua madre era morta anni prima, perciò solo suo padre era lì ad accoglierla. Le cameriere le infilarono un vestito fatto di pizzi e merletti, con una gonna ampia e tacchi alti che le rendevano difficile camminare. Le acconciarono i capelli facendo una smorfia per la loro lunghezza ridotta e la truccarono.

Quando scese nel grandissimo ingresso, non sembrava più lei, e questo la irritava non poco. L'avevano trasformata in una bambola. In quel momento, avrebbe ancora voluto avere gli stivali di pelle e i pantaloni larghi. Avrebbe voluto volare con quel ragazzo... sentì una fitta al cuore. Solo il pensare a lui la faceva stare male. Scese dalle scale lentamente, cercando di non cadere sui tacchi. Guardò i ragazzi davanti a lui, e il padre cominciò a dire di quanto fosse felice del matrimonio di sua figlia e altre sciocchezze che aveva preparato fin da prima della nascita della ragazza. Sottolineò che, appena sua figlia avesse scelto un pretendente, quello sarebbe stato il suo sposo.

La principessa fece scivolare il suo sguardo su tutti i ragazzi davanti a lei, cercando di capire quale fosse il migliore.

Vide prima gli occhi neri, subito dopo i capelli. Notò che le stava facendo l'occhiolino. Comunicò al padre la sua scelta.

Gohan la guardò. Ora come faceva a tirarli fuori dai guai? -Il re si avvicinò al ragazzo e gli chiese come si chiamasse e su che paese regnasse. Lui esitò, poi rispose che era solo un ragazzo di campagna. La principessa ricordò al padre che ogni promessa è debito, e che lei ora si sarebbe dovuta sposare con lui. Poi fece quello che avrebbe voluto fare fin dall'inizio. Si mise a correre per la sala, facendo rimbombare i tacchi contro il marmo del pavimento. Lo abbracciò e lui la strinse forte, prima di baciarla.

I due ebbero il permesso di sposarsi, e naturalmente così fecero.

Videl spalancò gli occhi, notando che c'era un po' meno luce di quando li aveva chiusi, e si ritrovò a fissare quelli di Gohan. Erano a pochi centimetri l'uno dall'altra.

-Credi che tra quei due andrà tutto bene?-le domandò il ragazzo.

-Perché me lo chiedi?

-Perché lei è una gran testarda.

Si sorrisero.

-E lui è... niente, non riesco a trovare niente di brutto per lui. Contento?

Gohan la abbracciò, facendola arrossire.

-A proposito, hai trovato dei nomi per i protagonisti?

-Ho qualche idea.

Le loro labbra si incontrarono in un bacio dolce e passionale allo stesso tempo.

 

 

Dieci anni dopo...

Gohan uscì dalla stanza della figlia, a cui aveva appena finito di raccontare la storia della buona notte.

La moglie gli tirò un quaderno, che lui prese al volo.

-Videl, cosa...

-Guarda che ho trovato.

Gohan aprì il quaderno che aveva tra le mani. Mentre leggeva, sorrise. Intanto Videl si era avvicinata a lui.

-Sai, credo di aver trovato i nomi ai personaggi...

-Ah sì?

Risero entrambi.

-Mi avevi fatto un'altra domanda. Mi avevi chiesto se loro due avessero potuto avere un lieto fine, ricordi?

Gohan annuì. -Hai trovato la risposta anche a questo?

-Sì. Questo ti va bene come lieto fine?

I due si concessero un altro sorriso, prima di unire le loro labbra in un altro bacio.

 

 

 

 

 

Angolo Autrice demente/dormente

Ed eccomi qui con una nuova OS :)

Il mio obiettivo era scrivere una storia così Romantica e dolce da far salire la gleucemia alle stelle, spero di esserci riuscita ;)

L'ho scritta ascoltando "Il Comico (Sai che Risate)" di Cesare Cremonini, infatti il bacio è un po' ispirato ad una scena del videoclip.

Amo tanto la Gohan/Videl *-*

Vi prego, ditemi che i personaggi non sono OOC!

Spero vi piaccia!

 

Alla prossima,

Ethel

   
 
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