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Autore: ottantanove    10/06/2012    0 recensioni
Ed è così bello sapere di essere tua.
Ed è così bello amarti e odiarti, è così...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono solo confusa. Sì, deve essere così.
Non ho mai dubitato di me, né ho mai dubitato delle mie azioni, né delle mie vite precedenti e di tutto ciò che mi hanno portato a fare.
Godo del dolore degli altri, sono felice quando le gente attorno a me soffre, sono felice quando vedo la sofferenza degli altri, mi beo della mia stessa sofferenza, in rari casi, sono felice di sapere che il mondo stia andando a scatafascio e che niente e nessuno, almeno spero, possa cambiare tutto questo marciume, tutto ciò che di scuro e immondo può esistere su questa terra.
Felice di come l'uomo stia autodistruggendosi e felice di come in futuro la Natura riuscirà a prendersi il suo mondo, la sua terra, le sue acque, il suo, e solo suo, cielo. Esseri umani, animali, sono solo fonte di rumore, un fastidioso ronzio che non deve essere degno di avere luogo, in un mondo naturale così perfetto.
Ma non è di questo che in realtà volevo parlare.
Perché una persona come me, con millenni di vita alle spalle, proprio ora deve avere dei dubbi?
Non mi sono mai legata a qualcuno, non mi sono mai affezionata, non ho mai voluto stringere legami.
Stringevo legami solo per convenienza, mi fingevo docile e accondiscendente solo per avere favori in cambio, mettevo a disposizione il mio immenso sapere solo per tornaconto personale, praticavo la mia Arte per diletto e per amore degli Elementi. Perché le cose stanno cambiando?
Sto pensando alla Marionettista e a ciò che potrebbe fare a Lei, se solo lo volesse.
Lei, legata a un corpo non suo e legata a me tramite i secoli.
Ma chi sono io?
Non ho un cognome.
Non ho né madre né padre, ma non sono un'orfana.
Non sono una donna, o una bambina, o un'adolescente.
Non sono una strega. Non nel senso popolare del termine.
Non sono nemmeno un fantasma.
Non sono nulla di tangibile.
Sono solo un'anima.
Un'anima destinata ad essere immortale, non per suo stesso volere, ma per mera coincidenza.
Ho avuto modo di sperimentare molte vite, di sperimentare molte cose e molte situazioni.
Perché ora mi sembra di star vivendo l'incubo più felice che si possa immaginare?
Io non voglio avere legami, maledizioni. Non li ho mai avuti, perché iniziare ora, dopo due millenni di onorata carriera da fedifraga?
Tutta colpa tua, Aheli. E' sempre stata colpa tua.
Colpa tua che mi hai tirato fuori dal sigillo impostomi dal demonio, dalla mia ingordigia, dalla mia solitudine. Più di una volta li hai distrutti, credendo, e forse a ragione, di fare il meglio per me e per il mio spirito.
Non hai mai capito che facendolo aumentavi il vincolo peggiore, quel qualcosa che per me non volevo, quel qualcosa che per me, per il mio modo di essere, è distruttiva ed inutile, che è gioia ma è sofferenza pura.
Mi hai fatto innamorare di te, ed è tutta colpa tua.
Sei tu che mi hai ucciso e mi hai fatto nascere a nuova vita. Così tante volte da perdere il conto.
E le litigate, e i tentati omicidi, e la voglia di svanire per poterti non vedere mai più.
Per te, all'inizio, era un gioco.
E non dire che non è vero, è così. Era un gioco e nient'altro, eri solo qualcuno che credeva di aver trovato un animaletto domestico.
Poi qualcosa è cambiato. Per entrambe.
L'ho capito. Non ero un'idiota, non lo sono tutt'ora, e ti ho allontanata da me per secoli, il più a lungo possibile.
Legavo la mia anima a esseri umani stupidi, privi di vita vera e propria e li usavo a mio piacimento. Per allontanarti. Mi confondevo in questo folle mondo.
Non è servito, alla fine mi hai trovato.
Quando mi hai trovato davvero, qualcosa si è spezzato. Anche se forse è meglio dire che sia nato, quel qualcosa, più che essersi rotto.
Lì, rivedendoti, toccandoti con mano, sebbene non mia ma dell'Ospite, ho ricordato.
Ho ricordato di averti sempre amata.
Cosa sei tu? Cosa sono diventata io?
Sono ancora un'anima errante, senza meta, eppure sento di averla, ora, una meta, un posto a cui fare ritorno.
E quel luogo sei tu.
E sono straziata dall'impotenza, dal non poter staccarmi completamente dal mio essere un essere umano per potermi librare con te nel tuo mondo, che tanto ho odiato per così tanto tempo.
E sono ancora confusa.
Cosa sei tu per me? Cosa puoi essere per me?
Lo vorrei sapere, perché la distanza è tanta, l'impossibile rimane impossibile e io vorrei solo poterti toccare ancora. Ancora e ancora, voglio sentirti completamente mia.
E qui capisco di essere umana, e odio la mia natura egoista, e odio il mio stesso essere.
Hai altro da fare, piuttosto che stare a sentire i miei capricci da mezza-umana, maledetta e strega.
Poi leggo l'amore che in qualche modo è ricambiato, nei tuoi occhi.
Il tuo è un tipo d'amore diverso da quello che gli umani concepiscono come tale.
Quando ti vedo, capisco che tu puoi essere davvero il mio tutto, perché nulla può essere così struggente, così forte, così perfetto, come il tuo Sentimento d'amore.
Gli esseri umani, non potranno mai sapere cosa sia l'amore finché non vedranno i tuoi occhi che mi guardano.
E non sapranno mai cosa sia, perché mai potranno vederti.
E io mi sento in difetto, mi sento davvero imperfetta ed inadatta, mi sento stupida, mi sento come se niente che possa essere in mio potere sia abbastanza, per te.
Tu puoi essere il mio tutto ma io cosa posso essere per te?
Cosa diavolo sono per te?
Non ho nulla. Ho solo l'eternità davanti a me ma ce l'hai anche tu, non siamo in grado di concentrare i nostri sentimenti. Noi saremo l'eternità. Ma io sarò un'eternità imperfetta nella tua.
E a cosa servo, io?
Cosa ho fatto? Perché non riesco più ad allontanarti? Perché ho capito di amarti? Era meglio rimanere ignoranti, era meglio fingere di non capire, era meglio tenerti ancora lontana.
Ma doveva succedere. Nell'eternità, sarebbe successo.
Ancora, sono confusa. Non so cosa fare, non so che pensare.
Ma forse l'unica cosa fondamentale è amarti. Come se non ci fosse l'eternità che ci aspetta, amarti come solo un essere umano senza un domani può fare.
Amarti come solo un essere umano sa, amarti totalmente, condividere con te ogni cosa, perché non posso sapere se l'indomani sarai ancora lì per me. O se potrò esserci io, per te.
E', però, così difficile ignorare l'eterno.
Ed è così bello sapere di essere tua.
Ed è così bello amarti e odiarti, è così...
...è così perfetto averti.







  
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