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Autore: Vichannie    10/06/2012    1 recensioni
-- Sono brutto, tsk. Che razza di motivazione sarebbe per frignare in questa maniera.
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MinKey ispirata a "Ugly" delle 2ne1... Spero vi piaccia!! Recensioni, sia positive che non, son sempre bene accette ^^ enjoy!!
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Key, Minho
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 MinKey **


 Camminava lentamente per quelle strade scure e deserte al centro di Seul. Diede un calcio a un sassolino che, come lui, stava solitario su quel marciapiede. Sospirò, cercando di ricacciare dentro quelle lacrime prepotenti.
Non si era mai sentito così solo, nonostante sapesse di esserlo sempre stato. Nessun calore, nessun abbraccio che lo sollevassero; nessun sorriso da donare o che gli fosse donato.

 Continuò a incedere incerto, con la vista sfocata che gli rendeva tutto più difficile. Si fermò, quando ormai non riusciva più ad andare avanti.
 Si poggiò d’istinto all’albero scuro e imponente che dominava quella piazzetta sperduta chissà dove nella città. Lo sguardo si abbassò, andando a finire sulle chiare mattonelle indistinte e consumate. Una lacrima riuscì a scaturire così all’improvviso che Kibum stesso sussultò, sentendone il calore percorrergli la guancia nivea.

 Ormai immobile affiancava quel tronco ruvido, le lacrime che scorrevano pigramente come unico segno di vita di quel corpo esanime. Era così stanco. Così perdutamente stanco di soffrire, piangere, per poi far finta di niente quando il sole rispuntava all’orizzonte; era esausto di, ogni giorno, dover dipingere un falso sorriso sul viso regolare e candido per proteggere le persone a lui care.
 Sì, lui faceva tutto questo per facilitare la vita dei suoi amici. Se avesse saputo che si preoccupavano perché soffriva a quel modo per quello…stupido, insensato motivo, non se lo sarebbe mai potuto perdonare.

  Si asciugò le lacrime che iniziavano a trovare via di fuga dai suoi occhi neri con la manica della maglietta troppo lunga che spuntava dal giubbetto.

 -- Sono brutto, tsk. Che razza di motivazione sarebbe per frignare in questa maniera.

 L’eco delle sue parole arrivò fino alle orecchie fini del ragazzo che stava seduto dall’altra parte dell’albero, con la schiena poggiata irregolarmente alla sua superficie per la troppa fatica dovuta a quella giornata così inaspettatamente pesante.
 Il moro fece capolino da dietro l’arbusto, cercando di non farsi notare. Voleva solo capire chi fosse. Avrebbe deciso in seguito cosa fosse da fare.

 Partì dai piedi, che erano la cosa più vicina al suo volto: aveva dei grossi stivaletti in similpelle neri. Gli skinny jeans blu ed esageratamente strappati ci finivano dentro, e fasciavano perfettamente quelle gambe smilze in tutta la loro lunghezza. Alzò ancora gli occhi, arrivando al torace ben fasciato in un maglioncino rosso leopardato che gli scendeva libero per un pezzo delle cosce, e veniva sovrastato da una giacca scura lucida.

 Finalmente arrivò al volto del ragazzo, dopo aver percorso ogni minimo centimetro del suo corpo scoprendolo avere davvero un buon gusto nel vestirsi. Il volto. Era di una bellezza indescrivibile…e familiare. Gli zigomi alti e pronunciati, bagnati di lacrime calde appena accennate; il naso piccolo e lineare, leggermente all’insù, col quale il ragazzo continuava a tirar su; la bocca rosea e a bocciolo, un poco dischiusa nel tentativo di prendere l’aria che l’organo veramente adibito alla respirazione non riusciva a prendere in quel momento; gli occhi socchiusi e umidi, contornati dalle ciglia lunghe e bagnate anch’esse, dalla sofferenza di quel ragazzo; i lisci capelli color cioccolato, spettinati dal vento d’inizio inverno, e il quadro era concluso.

 -- Kibum. -- disse alzandosi dal terreno freddo. L’altro sussultò visibilmente al sentire il suo nome così inaspettatamente e in quella situazione. Si rese contò di esser stato beccato a piangere, da solo, per un motivo così banale.

 Abbassò ancora di più la testa, vergognando; lasciò le braccia lungo i fianchi esili, stringendo leggermente i pugni.

 -- M-Minho…

 Il gigante gli si avvicinò sempre più, fino a stringerlo a sé da dietro. Kibum si lasciò cingere da quella presa calda e solenne, per poi lasciarsi in un pianto liberatorio. Minho ne fu colto di sorpresa, non si aspettava che il ragazzo si lasciasse andare così facilmente. Anzi, si aspettava di tutto tranne quello; pugni, calci, morsi, parolacce e bestemmie varie nei suoi confronti.

 Allora, prendendogli le spalle senza farci pressione alcuna, lo fece girare e lo strinse ancora più forte di prima. Kibum poggiò il viso al suo petto, strofinando la guancia destra sulla leggera maglia nera dell’amico, che prese ad accarezzargli i capelli con una mano, mentre passava regolarmente l’altra sulla sua schiena come se stesse cercando di tranquillizzare un bimbo.

 -- Kibum. -- cercò di chiamare la sua attenzione. -- Kibum… guardami. -- gli sollevò il volto tenendolo tra le mani. Incontrò gli occhi arrossati del più grande, e gli sorrise teneramente.

 Davvero questo cucciolo pensa di essere brutto?       

 Kibum si morse le labbra, cercando di trattenere i lucciconi che premevano insistenti sotto le sue palpebre dischiuse. Il cuore iniziò a palpitare spedito, quando il ragazzo che gli stava di fronte, sempre tenendogli il viso tra le dita, iniziò ad avvicinargli vertiginosamente il proprio.

 Minho poggiò la propria fronte su quella gelida dell’altro e dischiuse le proprie labbra in uno splendido sorriso, confondendo l’amico.

 -- Seriamente credi di non essere bello, Bummie?

 Il più grande spalancò d’improvviso gli occhi, realizzando l’avesse sentito.

 -- Aish… Non ne parliamo. -- gli rispose lievemente irritato. Non voleva proprio parlarne, non desiderava la sua compassione. E non credeva certamente potesse capire ciò che provasse.

 Minho sì che è bello. Così alto, atletico; un viso splendido senza imperfezioni; le labbra così belle, grandi e invitanti; gli occhi immensi e profondi, così scuri ma non superficiali. Omo, è davvero stupendo.

 Cercò di liberarsi dalla sua presa, e il suo debole cuore sfiancato perse più di un battito quando, cercando di trattenerlo, Minho l’aveva avvicinato ancora di più a sé. I loro corpi che s’incontravano, combaciavano alla perfezione. Aveva un corpo così caldo rispetto al suo, e accolse questo calore volentieri anche se improvviso.

 Era confuso, mentre fissava le labbra simmetriche che si ritrovava a qualche millimetro dalle sue. Già, qualche millimetro, distanza che fu vanificata in un battito di ciglia. Un altro battito, e Minho si ritrovò le braccia di Kibum al collo che, dolcemente, cercava di aumentare la loro vicinanza.

 Minho gli strinse ulteriormente le braccia attorno ai fianchi, anche lui voglioso di un approfondimento. Che però non arrivò.

 Kibum si staccò da lui, sorridendogli. I suoi occhi che brillavano d’amicizia delusero il più piccolo, che però cercò di non darlo a vedere.

 Giusto, io e lui siamo solo amici. Non illuderti, Choi Minho.

 -- Min, grazie.

 L’interpellato trasalì confuso, guardando l’altro ragazzo dall’alto.

 -- G-Grazie di cosa? -- L’altro gli sorrise, alzandosi leggermente in punta di piedi, il tanto giusto per raggiungere la sua stessa altezza, e gli accarezzò i capelli con affetto. -- Se dovessi paragonarti a qualcosa, credo ti rapporterei a una stella. Anzi, quella stella. -- gli disse Minho, indicando lontano verso l’orizzonte. Kibum si girò e guardò verso il cielo, cercando di capire dove stesse effettivamente puntando il ragazzo.

 Kibum si rese conto fosse la stella più luminosa e grande, in quel cielo così popolato quella notte. Sorpreso, si girò verso l’altro, scoprendolo mentre lo fissava con sorriso beota. Arrossì visibilmente, ma senza abbassare minimamente lo sguardo dal suo.

 Video Minho tremare impercettibilmente. Era una notte davvero più fredda del solito. Ma lui non soffriva il freddo, c’era abituato. Soprattutto al freddo del suo cuore, con il quale aveva dovuto convivere per un bel po’. Sicché si tolse la giacca celermente, per poi poggiarla sulle spalle alte del ragazzone a lui prossimo. Quest’ultimo si girò e gli donò un meraviglioso sorriso a trentadue denti, tutto ciò che Kibum avrebbe mai voluto riceve in cambio.

 Poi il più grande si rigirò verso il cielo e iniziò a scrutarlo, finché non riuscì a trovare ciò che era la sua preda. E finalmente poté ricambiare il complimento da poco ricevuto.

 -- Tu, per me, sei come quella. -- gli disse indicando un punto quasi parallelo ai loro occhi.

 Minho guardò verso la sua mano, seguendo l’indice affusolato fintanto che raggiunse l’obiettivo dell’altro. Arrossì, emozionato da ciò che incontrarono i suoi occhi.

 -- Oh. Kibum, per me la luna è troppo. -- disse imbarazzato, abbassando lievemente il capo ma sorridendo.

 -- No, per te, Minho, niente è mai troppo.

MinKey **


 N.d.A. LOL ce l'ho fattaaa :O ho dovuto mettere i link dal mio me2day ^^" è una...mmh...sì, OneShot, questo sì...ma diciamo che è una cosetta scritta alle 3 a.m., quindi spero vi piaccia nonostante la probabile insensatezza...
Ahh, sono felice di essere riuscita a ultimarla... Non riuscivo proprio a togliere tutti gli errori e mettere le foto, che stress >.<
Vabbè, ora vi lascio xD
Fatemi sapere cosa ne pensate!! :)
Annyeonghaseyo **

  
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