Sospiro dopo
la tempesta
Finalmente ti ho trovato.
Quanto
tempo sono rimasto a sognare te, i tuoi occhi, i tuoi capelli?
Per quanti
anni ho cercato di non dimenticare la tua figura, così
imponente, distante -
irraggiungibile tanto da sembrare frutto di un sogno- il tuo odore, il
suono
sublime della tua voce?
Eppure,
nonostante il sovraumano sforzo, mi accorgevo che il tuo odore stava
svanendo,
il tuo viso diventava poco dettagliato, i tuoi occhi meno
scuri…
Piangevo
perché credevo che in questo modo avrei affievolito il mio
dolore derivato
dalla tua assenza.
Ma il mio
non può essere eguagliato al tuo.
Come hai
fatto a tenerti tutta quella sofferenza, quel dolore, quella
disperazione senza
impazzire, Sasuke?
E le
lacrime scendevano sempre più prepotentemente
perché tu non mi hai mai permesso
di aiutarti.
Come può
una persona sopportare tutto ciò, come può
provare tanto odio per il mondo, per
la propria esistenza?
Si, perché
malgrado tu sappia di non avere alcuna colpa ti senti responsabile per
la morte
del tuo clan.
Ma
d’altronde eri solo un bambino, cosa avresti potuto fare?
Uccidere il
tuo amato fratello, il tuo punto di riferimento, una parte del tuo
cuore?
Il tempo
passava e tutti si dimenticavano di te.
Io ricordavo
sempre meno il tuo volto, la tua immagine.
La mia
mente, così spietatamente crudele, cercava di cancellare
qualcosa di così
importante che avrei voluto ripudiarla.
E piangevo
perché eri la persona più importante per me e non
volevo dimenticarti, non
volevo abbandonare il tuo ricordo proprio come tutti gli altri.
I miei
compagni dicevano che non eri più quello di una volta, che
ormai dovevi essere
considerato come un nemico, come un traditore. Io sapevo che si
sbagliavano, tu
non eri una persona malvagia.
Eri
solamente solo. Perché non mi hai permesso di alleviare la
tua solitudine? Sasuke,
non accettare l’aiuto altrui non è sinonimo di
forza.
Dicevano
che non dovevo guardare indietro e che dovevo rifarmi una vita, pensare
al mio
futuro.
Ma che
senso ha la mia esistenza senza di te?
Il tempo
trascorreva, lento, inesorabile, e la distanza venutasi a creare tra
noi
diventava sempre più grande, sempre più
opprimente.
Irraggiungibile.
Ma adesso
sono qui –riesco persino a vederti- e sto per raggiungerti.
Sono
riuscito finalmente a colmare quella maledetta distanza che ci separava.
Eccoti lì,
in quella prigione che ti sei costruito da solo in mezzo alle tenebre.
Stai
piangendo e non sai quanto dolore mi provochi ciò.
Perché non
abbandoni quella cella Sasuke? Lì ti senti forse al sicuro
oppure meno solo?
Senza
accorgermene inizio a correre.
Vorrei
poterti urlare che non sei solo e che non ti ho abbandonato. Che sono
qui
insieme a te nell’oscurità.
Appena ti
raggiungo, ti avvolgo tra le mie braccia. Ti asciugo quelle arroganti
lacrime
che osano percorrere le tue guance.
So che non
riuscirò mai a comprendere totalmente il tuo dolore ma
concedimi ugualmente la
possibilità di starti accanto.
Guardo i
tuoi occhi che il dolore ha reso più scuri, freddi e
meravigliosi di prima.
Sono così
belli che vorrei desiderare di morire adesso in quel liquido nero.
Sarebbe
senza dubbio il luogo migliore dove abbandonare la mia vita.
Sei qui con
me Sasuke, posso vederti, sentirti, toccarti.
Il tuo
corpo è così freddo. Anche tu lo sei.
Quindi lasciati
riscaldare.
Permettimi
di donarti il mio cuore e di darti quell’amore che ti
è stato negato.
Permettiti
di salvarti e di vivere.