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Autore: LovingBroadway    10/06/2012    12 recensioni
Io non voglio il suo autocontrollo. Voglio solo lui. Voglio il mio Peeta. Voglio la nostra prima volta insieme.
Non sapevo come sarebbe successo, nonostante a volte mi sia capitato di pensare alla nostra prima volta, ma mai nessuno sogni si era mai avvicinato alla bellezza della realtà.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Bianca, che mi ha fatto scoprire Hunger Games.
Grazie Bianca, ti voglio bene!

 

       Amore mio.
     

    
E' passato un anno.
Un anno dalla sottomissione da parte dei ribelli di Capitol City.
Un anno dalla morte di Snow e della Coin.
Un anno dalla fine degli Hunger Games.
Un anno dalla morte di Finnick.
E un anno dalla morte di Prim, di mia sorella, dell'unica persona per la quale valeva la pena di morire, l'unica persona che ha portato il mio cuore a sopravvivere.
Quello che era il distretto 12 sta tornando alla vita, mentre si costruisce la fabbrica per i medicinali, le case vengono messe in piedi con il sorriso pronto a dipingere i volti di tutti coloro che ci lavorano.
La mia casa al Villaggio dei Vincitori non esiste più. L'abbiamo distrutta io e Peeta. Il ricordo degli Hunger Games era troppo viscido e reale fra quelle mura. I quadri, i mobili urlavano senza rispetto nella mia mente. Urlavano prendendo le sembianze di Prim, di  Finnick, di Cinna.
E così il vecchio e caro Giacimento era tornato da quasi un mese fra le nostre mani, solo con una aspetto migliore.
Gale si occupa dei distretti, del loro funzionamento. Ma non è solo. No, adesso gli tiene la mano Madge, la figlia del sindaco, che tanto in principio aveva odiato. E che tanto ora ama. Voci bisbigliano di un loro matrimonio, e io ci spero che sia così. Gale merita tutta la felicità possibile.
La vita sta tornando alla normalità, da quando Prim vive in me. Quasi tutto si sta dirigendo verso un futuro sereno. Si, molte cose, ma non tutte: gli incubi. Quelli ci sono ancora e so bene che non se ne andranno mai.
Aghi inseguitori, bocche che sputano sangue, bombe, boschi impietriti da sangue putrido.
Ma poi ci sono le braccia più sicure in tutto il mondo. Quelle braccia che ogni notte scavano un posto nel mio letto e mi cullano finché non cado addormentata. Che bloccano gli incubi. C'è Peeta. Ci sono le sue labbra che mi baciano ogni volta che mi sveglio nel cuore della notte, facendomi assaporare quei baci che sanno di noi due, della nostra vita insieme.
Il ragazzo del pane mi ama. E io amo lui, come poche volte ho amato. Finalmente sta bene, sta meglio. I miei baci a quanto pare sono migliori di qualsiasi altro antidoto contro i flashback che Snow gli ha incanalato nella mente quando lo torturava.
Passiamo le nostre giornate insieme, mano nella mano, cercando di compensare al dolore subito. Baciandoci, baciandoci sempre. Si, lo so. Sono Katniss Everdeen, la donna meno dolce che si possa incontrare, ma io vivo di quella bocca.
E così passano i tramonti ogni giorno. Quei tramonti arancioni che tanto piacciono a Peeta. Spesso li dipinge, mentre io rimango li per tutto il tempo  necessario a guardarlo.  A volte mi è addirittura capitato di cantare per lui. Non potrei mai vivere senza la promessa di una vita serena. E Peeta quella vita me la dà ogni volta che le mie mani sfiorano le sue.
-Ok, tutto pronto Katniss.- Annie mi riporta con le sue parole nel 12.
-Grazie An! A domani.- la saluto rivolgendole un sorriso e prendendo dalle sue piccole mani il pane che avevo ordinato. Ora tutto se lo possono permettere, non soffriamo più del bisogno del Forno.
Peeta ha rimesso in sesto la sua vita. Il suo lavoro. Lui fa il pane insieme a Annie, che si occupa della vendita. Aveva bisogno di un lavoro anche lei, ma non per i soldi. Bensì per distogliere il pensiero di suo marito Finnick dalla sua mente. Ma loro figlio sta bene, ed è uguale a suo padre: sa riportare la sua mamma alla realtà.
Passo per le strade asfaltate che portano alla mia vecchia casa, quando vedo fra le strade Haymitch, con la sua scorta di vodka fra le membra offuscate. E' ubriaco. Ecco il suo antidoto. Lui non ha l'amore della sua vita pronto a dare il suo cuore in pasto al destino per salvarlo, per consolarlo, come io ho Peeta e Peeta ha me. Lui non ha nessuno. E per stare in piedi ha bisogno di dimenticare che è solo. Lo dimentica con l'alcool però.
-Ciao Haymitch.- gli dico calma, per evitare di stordirlo, dati i postumi della sbornia in atto nel suo corpo.
-Ehi, dolcezza! Peeta è a casa tua.- mi informa poi lui, cercando di sorreggersi al muretto della casa di Sae la Zozza. Lui ha ancora la sua casa nel Villaggio dei Vincitori, dice vuole stare solo. E noi ce lo abbiamo lasciato.
Accelero il ritmo dei miei piedi, per non arrivare fradicia da Peeta, viste le nuvole che vagano tranquille nel nostro cielo.
Tuona.
Brutto segno.
E' novembre e, quando alzo gli occhi all'aria pungente, capisco che ho bisogno di un riparo.
In pochi istanti sono nella veranda di casa mia, cercando di aprire la porta, con il pane che intralcia le mie dita, ma Peeta, che mi ha visto arrivare, apre la porta con un sorriso che consola la mia pelle dal freddo che ha patito fino ad ora.
-Dammi Kat!- Prende il pane dalle mie mani, mentre le sue labbra si posano sulle mie. Sarebbe dovuto essere un frettoloso bacio di "bentornata a casa, amore mio", ma come ultimamente succede molte volte, nessuno dei due riesce più a strozzare le nostre lingue per evitare che accolgano il nostro sapore. Vogliamo sempre di più. Non so cosa ci stia succedendo, ma non passa giorno, ora, e forse minuto, che siamo insieme. Sempre.
Mia mamma ha iniziato a vivere del suo lavoro. Ogni vita che salva, per lei, è una piccola parte di Prim che viene curata. Mentre cura la sente, sente Prim vicino a lei. E questo è meglio di qualsiasi altro ricordo. L'ospedale in qualche modo è la sua cura, e così lascia spazio a me per la mia di cura, per Peeta, che ogni giorno  passa da me.
La sua mano forte ora mi accarezza dolcemente, mentre l'altra appoggia sul tavolo il pane ancora caldo.
No, non resisto.
Prendo fra le mie dita la sua maglietta attirando il suo corpo più vicino al mio. Le sue labbra si saziano sulle mie, e mentre mi baciano sorridono, librando nella mia anima le sue risate, che risalgono tutto il mio corpo, facendo sorridere anche me.
Basta, ci dobbiamo fermare.
Un tuono irrompe nel Giacimento, facendoci sussultare.
Lascio che la mia bocca si stacchi lentamente dalla sua, ma non lascio che le mia braccia non si avvolgano sulla sua vita, e lui mi accoglie nel suo corpo.
-Ehi, cos'è tutto questo affetto oggi?!- Mi chiede poi lui, sprizzante di gioia, mentre il suo volto si accosta al mio, baciandomi la fronte.
-Ok, allora niente più baci, non ho problemi.- dico in tono indifferente, mentre sciolgo l'abbraccio e tolgo da uno scaffale i piatti per la cena  e accendo i fornelli. Sto mentendo, e lui questo lo sa bene.
-Certo!- dice lui ironizzando. Toglie il suo pane sulla busta di carta e con un coltello inizia a fare delle fette perfette, mentre la zuppa inizia a bollire nella pentola.
In poco più di mezz'ora ci troviamo a mandar giù gli ultimi sprazzi di zuppa ai ceci, insieme al pane.
E in poco più di mezz'ora veniamo contornati da un temporale.
Peeta mi aiuta a pulire i piatti, mentre scherziamo su come si era comportato Haymitch una settimana fa con Effie.
Faccio scorrere l'acqua calda sulla mia pelle, quando mi ritrovo il suo sguardo divertito su di me.
-Ehi, che c'è?- chiedo ridendo, voltandomi verso di lui.
-Niente, solo che non mi stai più baciando per davvero.-
Non c'è bisogno di altre parole. Chiudo lo scorrere dell'acqua e con le mani ancora fradice, mi avvento su di lui.
Dio, ho un disperato bisogno delle sue labbra nelle mie.
E così ci baciamo. Le sue dita tracciano quadri astratti sul mio collo, disegni che mi fanno rabbrividire.
Un altro tuono.
No, questa volta non ci fermiamo. Noi non vogliamo fermarci.
Scende sui miei fianchi, mentre la sua bocca si appropria della mia con maggior passione. Il mio labbro inferiore è intrappolato fra le sue labbra, che lasciano impronte d'amore sul mio viso.
Mi stringe fra le sue mani con maggior forza e un brivido di piacere mi percuote la schiena.
Mi bacia, prendendosi possesso del mio corpo. Voglio che mi baci tanto da sentirmi distrutta. Ho bisogno di lui, del suo corpo.
Io rispondo ai suoi baci, usando la stessa forza della quale lui si serve per amarmi. E poi mi annienta, mentre mi prende le cosce, facendomi alzare da terra, poggiandomi sul bracciolo più alto del mio divano, mentre lui sta in piedi davanti al mio corpo.
Passa le mani più vivaci sulle mie cosce e i suoi denti si aprono leggermente prendendomi il labbro inferiore con loro e mordendolo, facendomi scappare un piccolo gemito. Sta perdendo il suo autocontrollo, l' ho capito. E non posso chiedere di meglio. Io non voglio il suo autocontrollo. Voglio solo lui. Voglio il mio Peeta. Voglio la nostra prima volta insieme.
Non sapevo come sarebbe successo, nonostante a volte mi sia capitato di pensare alla nostra prima volta, ma mai nessuno sogni si era mai avvicinato alla bellezza della realtà.
Non resistendo più, alzo la sua maglietta, stringendo dolcemente i suoi fianchi magri, atteggiamento che fa comprimere le sue labbra fra le mie, in modo da soffocare un altro gemito, che invece esce inaspettatamente da me.
-Kat, no.- mi spiazza.
Cosa? Perché no?
Mi blocca con ancora le mani sulle mie guancie e la fronte appoggiata sulla mia, con le sue labbra che ora però combaciano col mio naso.
Scuoto la testa in cerca di altre spiegazioni, che non tardano ad arrivare.
-Non pensare che io non voglia, ok? Potrei baciarti fino a morire questa notte, ma ti farei del male.-
-Cosa?- le sue parole per la prima volta risuonano estranee nella mia mente. Lui non mi farebbe mai del male. Neanche se volesse.
-E se i flashback ritornano? Cosa succede se  ti faccio del male, mentre l'unica cosa che vorrei ora è andare nella tua camera da letto con te? No, Kat.- E ora è tutto chiaro. Le sue frasi riprendono vita nella mia testa.
No, non potrebbe mai succedere. Le parole non sono mai state il mio forte. Mai. Ma io devo fargli capire che le sue mani ora mi provocherebbero solo amore.
-No! Peeta, no. Non sarebbe mai possibile. Ti ricordi quando ti ho baciato a Capitol City durante la rivolta? Ti ricordi che i pensieri osceni di Snow se ne erano andati? Andrà tutto bene. L'unica cosa che ora devi fare, è continuare a baciami, a guardarmi negli occhi. E tutto sarà  perfetto. Io non chiedo altro che te.-
Ora nel salotto non c'è più nessun ricordo. Siamo io e il mio ragazzo del pane, che so bene che non mi potrà mai far soffrire, semplicemente perché è lui.
Mi lascia un lieve bacio sulle labbra, come per farmi capire che non ha intenzione di andare oltre. Ma il desiderio ha la meglio sulla paura e dopo un momento di esitazione torna a baciarmi, facendomi incontrare la mia lingua con la sua.
Adesso nessuno può più impedirci niente.
Fa passare le sie mani, molto più sicure di prima sulle mie natiche, e mi prende in braccio fra le sue braccia forti e protettive.
Si, sta succedendo.
No, non me ne pentirò mai.
Lo amo.
-Kat...- mi dice con tono affettuoso avvicinandosi al mio orecchio. -Ti amo, ti amo tanto.- e muoio fra le sue labbra, fra le sue parole.
-Ti amo, ti amo tanto anche io.- le parole sfiorano teneramente le mie labbra quando le pronuncio e si posano su quelle di Peeta.
Ci diciamo troppo poco spesso che ci amiamo, nonostante i tanti baci.
Saliamo insieme le scale, mentre sono ancora sorretta dalla sue braccia e dalla sue labbra morbide.
Apre senza esitazioni la porta della mia camera da letto, puntando veloce al mio letto, dove mi appoggia dolcemente, adesso sicuro di quello che sta facendo.
Mi lascia stesa, mentre il suo corpo si sovrappone al mio delicatamente, come se avesse paura di farmi male. La mia mente inizia a cercare disperatamente la sua pelle nuda e la trova quando gli sfilo la maglietta verde militare, lasciando il suo torace nudo sul mio, che si scopre velocemente quando Peeta mi toglie la maglia, facendomi toccare la sua pancia nuda, e provocando ad entrambi pure scintille.
I suoi baci, che iniziano a scottare sulla mia pelle, cambiamo lentamente direzione, quando si spostano sulla mia guancia, scoprendo poco dopo il mio collo. E il mio seno. Fino ad arrivare sul mio ventre, sul quale lascia baci che sanno di un disperato bisogno d'amore. Ed anche con tutta l'eccitazione che i nostri corpi stanno provando, quei baci continuano ad avere il sapore di noi, del nostro amore.
Poco dopo le sue labbra ripercorrono il percorso precendente, ritornando fermi sulle mie guancie, ormai arrossante per la situazione, mentre la sua mano destra trova velocemente la mia e la stringe forte. La stringe più forte che può, ma senza procurare dolore. No, non provoca dolore, plasma le nostre anime, i nostri corpi.
So di certo che ora la mente di Peeta non è posata sui ricordi che Snow mise nelle sua membra quando lo catturò. So che pensa solo a noi. Lo so, perché mi guarda. I suoi occhi chiari sono posati sul mio sguardo senza esitazioni, rivolgendogli fasci di dolcezza.
La mente di Peeta ora è in cerca di altro e lo lascio libero di farmi qualsiasi cosa lui voglia. Le mani scorrono frenetiche sulla mia schiena, mentre le dita stringono ad intervalli fra loro lembi di pelle nuda. E arriva al mio reggiseno, che mi sfila e getta a terra dopo che il mio corpo si è riversato sul suo, cambiandoci di posizione.
Con un movimento deciso Peeta mi prende per i fianchi e ribalta ancora le posizioni, tornando a fare pressione sul mio corpo, che presto trova i suoi pantaloni gonfi. Cerco di aprire i bottoni e ci riesco quasi subito, mentre i suoi indumenti cadono a terra, seguiti dai miei.
Senza fretta faccio ricadere sopra di noi i lenzuoli pesanti e li sotto, questa notte, in quello che è diventato il nostro letto, ci togliamo gli ultimi indumenti che ci bloccano. E ci amiamo. Ci amiamo più che mai.
Ora lo so. So che per Peeta sarei pronta a morire in questo preciso istante.
 
 
La mia testa frastagliata da capelli in disordine poggia sul corpo nudo di Peeta che dorme ancora. Non so con precisione che ora sia, ma continuiamo ad essere in casa soli.
La pioggia picchia sui vetri della finestra della mia camera che è rivolta verso il bosco. Piove, esattamente come pioveva tutte le sere che dormivamo insieme nella grotta durante i nostri primi Hunger Games. Le lacrime delle nuvole incominciano però ad avere un effetto consolatorio su tutte le mie ferite di guerra, quelle fisiche e quelle che sono impresse nella mia mente.
Ci siamo addormentati sfiniti, ma abbracciati. E non ho avuto incubi, neanche la più piccola parvenza di quello che temo di più. Ma Peeta mi stringe, mi ha appena fatto passare la miglior notte di tutta la mia vita. Non posso avere sogni terribili ad inquietarmi, per il semplice fatto che la cosa più bella che mi fosse mai capitata negli ultimi due anni mi sta amando.
Chiudo gli occhi ancora un minuto, sicura che non vedrò malvagi accadimenti. Chiudo gli occhi e ripasso mentalmente tutto quello è successo questa notte.
I nostri vestiti che venivano fatti svolazzare via da sotto le lenzuola posano ancora inermi sul pavimento panna della stanza, nella quale fa capolino solo una piccola abat-jour che spigiona la luce arancione di tramonto estivo del Distretto 12.
Vorrei che Peeta fosse sveglio, che non fosse nel mondo dei sogni, ma per una volta che quei sogni sono tranquilli, voglio lasciarcelo.
Ma a quanto pare è qualcun altro che lo riporta alla realtà di una notte fredda che sta volgendo al mattino.
-Ehi.- gli sussurro io in tono dolce avvicinando alla sua guancia, sfiorando le mie labbra al suo orecchio.
-Ciao amore mio.-
Amore mio.
Sono sua,  completamente sua.
Con una carezza mi toglie i capelli da in mezzo al viso e ancora una volta stravolge i nostri corpi, facendoci arrivare a stare entrambi su un fianco, uno di fronte all’altra, mentre le sue braccia mi stringono ancora. Le sue labbra mi lasciano un bacio silenzioso sulla fronte. E i miei occhi si chiudono, mentre prendo velocemente il suo volto fra le mie mani e premo le mie labbra contro le sue, rievocando i baci della notte passata.
Peeta lascia che i nostri corpi sprofondino maggiormente nelle lenzuola del letto dove dormiamo ogni volta, mentre i nostri corpi si pongono l’uno davanti all’altro. Lascia la sua mano destra, quella che mi ha accarezzato tutta questa notte, sul mio fianco, e il braccio sinistro si va ad addormentare sopra i cuscini vicino alla mia testa.
-E adesso?- lascio che i miei occhi si chiudano quando il mio naso tocca il suo petto muscoloso e le mie narici memorizzino il suo profumo da ragazzo del pane che è.
-Adesso rimaniamo qui. Ti prego Katniss, rimaniamo in questo letto, fra queste lenzuola tutta la vita, con i nostri respiri l’uno nella bocca dell’altro. Io so bisogno di te, solo di te.-  il suo volto si va a posare sulla mia guancia, mentre i miei occhi non si fanno problemi a versare qualche lacrima di un sollievo scoraggiato. Un sollievo che dopo quella notte avremmo provato entrambi.
Peeta chiude gli occhi e le sue labbra cieche iniziano a baciarmi il volto, esattamente dove le lacrime avevano tracciato il loro percorso, per poi riposarsi sulle mie labbra, che le accolgono volentieri.
Ci addormentiamo ancora, mentre la persona che mi ama mi coccola fra le sue braccia. Prima di addormentarmi Peeta mi sussurra: -Sei l’amore della mia vita, Katniss.- per poi lasciarmi un bacio pieno sulle labbra.
-Ti amo, amore mio.- sussurro ad un Peeta quasi addormentato, che però ha le forze per rispondermi; -Anche io amore mio.-
Anche lui è mio, completamente mio.



Ed ecco che cosa ha creato la mia mente pazza in un pomeriggio! Vi prego, ditemi se è decente!
Mi è dispiaciuto non vedere la loro prima volta nel libro, quindi ho provato a scriverla io. Amo alla follia Peeta e Katniss, ma questo penso si sia capito(;
Ah, e mi sarebbe piaciuto vedere Gale con Madge, che terzo libro muore, e così ho creato un futuro anche per loro!
Detto questo vi saluto gente.
Un bacione, Lù(:

  
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