Un giorno...Per caso
One Fine Day
-Denise, presto o
faremo tardi!- prese la bimba per un braccio e l’avvicinò a sé. Le sistemò i codini
castani e le pulì la faccia tutta sporca di cioccolata. Davanti a lei stava la
copia di se stessa a sei anni; aveva i capelli ricci e disordinati, le
guanciotte rosse rosse e le labbra impertinenti. L’unica cosa che non aveva
preso dalla madre era il colore degli occhi: quello era del padre.
-Mamma, dov’è il
mio orsetto?-
-Oh, non ti
servirà...sarai con i tuoi amichetti e ti divertirai!- Le infilò la giacca
colorata,la sciarpa, il cappello e allacciò le scarpe in velocità record.
-Meglio coprirsi,
se no passeremo il Natale a letto-
Uscirono di casa in
tutta fretta. Hermione decise di utilizzare un mezzo babbano e così chiamò un
taxi, che frenò a fatica nel traffico cittadino. Hermione era una strega:
strano a dirla tutta, così come pensò lei quando gli arrivò la lettera da
Hogwarts che le diceva che lei era in possesso di poteri magici. Poi era
cresciuta e ora si ritrovava in una affannata e rumorosa città, ma la magia
faceva sempre parte di lei.
-Dove vi devo
portare, mie care?- L’uomo fece la domanda senza voltarsi anche se le guardava
dallo specchietto centrale: una simpatica bimba e una donna giovane a farle da
madre.
-Al porto, quello
che è alla destra di Welcomt Street-
-Speriamo di fare
in tempo, con questo traffico tutto sembra impossibile-
Impossibile
soprattutto senza bacchetta. Hermione l’aveva dimenticata a casa e si maledisse
per quella dimenticanza.
-Lei faccia il
possibile-.
-Papone, muoviti o
faremo tardi!- il bambino lo tirò per la manica. Il piccolo era già vestito di
tutto punto: il maglione verde, i pantaloni e le scarpe allacciate. Si era
perfino sistemato i capelli corvini e gli occhiali. Suo padre era ancora in
mutande.
-Subito Travis!
Comincia a prendere Flounder che io sono già pronto.- cominciò ad infilarsi la
camicia e i pantaloni insieme. Dov’era la bacchetta quando serviva? Non si
sarebbero nemmeno potuti smateriallizarsi perché il Ministero glielo aveva
severamente proibito; e lui non aveva nessuna intenzione di farsi licenziare.
Non ora che era solo e aveva un figlio a carico.
-Ecco sono pronto!
Muoviamoci su!-
-Papone sei
veramente una lumaca. Ecco perché mamma ci ha lasciato!- Diede al figlio uno
scappellotto dietro la nuca e lo prese in braccio per far prima le scale. Della
bacchetta nemmeno l’ombra.
-Sta zitto, non è
per quello. Ma da chi hai preso sta lingua lunga?-
Un taxi, un taxi,
un taxi...un taxi!
-Taxi!-
L’automobile frenò
e Harry Potter aprì la portiera tutto affannato. Stavano per entrare quando:-
Papà, Flounder-
-Porc...dai Travis
lo porteremo al mare la prossima volta- Il bambino era irremovibile. Il padre
gli aveva promesso che una volta in gita in barca con la scuola, lo avrebbe
liberato. Travis doveva liberare Flounder, il pesciolino rosso.
-Senta signore, mi aspetti
un attimo la prego, prendo il pesce e scendo- Corse senza aspettare un segno
d’assenso.
Hermione guardò il
tassista stupita:-Sta scherzando spero! Io devo portare mia figlia in gita,
gliel’ho promesso!-
-Anche io devo
andare in gita, zia Herm!-
Solo allora
Hermione si voltò verso il bambino che attendeva sul marciapiede e sorrise
incerta a Travis James Potter.
Harry scese qualche
attimo dopo e lui e suo figlio entrarono in macchina. Il padre stringeva in
mano una boccia con dentro un pesciolino tutto rosso.
Sorrise al bambino
e ai presenti. Incontrò solo un paio di occhi fulminanti.
-In guardia Potter,
se mia figlia non sale su quel battello, sarò capace di fare ciò che Voldemort
non è riuscito-
Per chissà quale
miracolo riuscirono ad arrivare al porto. Il problema stava nel fatto che non
appena cominciarono a correre verso la banchina il battello prese a muoversi e
allontanarsi inesorabile.
-Oh no! Aspetti!-
Provarono a urlare
per un po’ poi si abbandonarono a un lungo silenzio. Denise singhiozzò e si
aggrappò alla veste della madre che la prese in braccio:-Mi dispiace piccola-
Ma le parole non
venivano da Hermione bensì da Harry, che teneva tra le braccia un Travis
imbronciato e un Flounder che sembrava aver capito la situazione. Denise non
nascose un sorriso: zio Harry la faceva mettere di buon umore anche se solo la
guardava; la mamma una volta le aveva detto che faceva sentire così anche lei,
quando era triste sapendo che era sola.
-E scusami anche tu
Hermione-
La donna alzò le
spalle e lo guardò:-Non c’è bisogno...anzi- si fermò un attimo a pensare. In
realtà c’era qualcosa che poteva fare.-Mi farai un grosso favore. Io devo
andare assolutamente al San Mungo e non posso portarmi anche lei. Quindi la
terrai tu...-
Il tono usato era
uno di quelli che non ammetteva repliche e quindi Harry si ritrovò ben presto
solo con due bambini e un pesciolino rosso, nonostante dovesse correre al
Ministero il più presto possibile.
-Signor Potter,
cosa ci fa con questi bambini?-
-Mi scusi signore,
uno è mio figlio e l’altra è la prole di Hermione Jane Granger e di Lance
Terst. Non sono potuti andare in gita e ho gentilmente offerto alla signora
Terst il mio appoggio-
-Capisco. Beh, stia
attento che non rovinino il tuo progetto, sa quant’è importante, vero signor
Potter?-
-naturalmente
signor Weasley-
-Guarda Denise,
guarda come nevica!-
-Domani è la
Vigilia di Natale, ovvio che nevichi!-
I due bambini
risero, con i nasini premuti sul vetro
della finestra e le guance rosse per il freddo.
Erano nello studio
di Harry, mentre l’uomo finiva il plastico da consegnare entro il 26 dicembre,
il giorno di Santo Stefano: era una ricostruzione di Hogwarts, con apportate
alcune modifiche di sicurezza. La guerra era finita e il castello aveva
riportato gravi danni soprattutto per quanto riguardava la struttura esterna.
Fino a quel momento
i bambini erano stati impegnati in racconti e giochi con i fogli di carta
volanti ma mentre Harry era voltato a prendere l’orologio per guardare l’ora,
si erano avvicinati al castello e lo guardavano con curiosità.
-Zio Harry, qui è
dove tu e la mamma vi siete conosciuti?-
Harry quando li
video così vicini al plastico si sentì svenire ma poi vide che volevano solo
guardarlo e si calmò.
-Sì Denise. Ne
abbiamo passate tante io e la tua mamma. Tante. C’era anche quel signore che è
lì fuori, con cui ho parlato prima-
Suo figlio lo
guardò strano. -Anche quello è stato un bambino?E’ così serio...-
Harry rise.
-Uno dei peggiori
bambinoni! Eravamo molto amici, ma si cresce, bambini, e si cambia-
-Mamma- cominciò
Denise, poi si fermò come se stesse per rivelare un segreto molto profondo. Poi
continuò:-Mamma dice che l’amore rovina sempre tutto-
Harry la guardò
sbalordito. Sia per la serietà con cui l’aveva detto che gli ricordava
terribilmente il suo primo amore e sia perché quelle parole erano proprio del
suo primo amore.
E quindi per
Hermione l’amore rovinava sempre tutto. Forse non aveva tutti i torti perché
quando lui e Ron si erano innamorati di lei tutto era cambiato e tutto
lentamente si era frantumato.
Ma come ben si sa,
all’amor non si comanda.
-Non sempre
piccola. Ma a volte sì-
-Che c’è zio
Harry?-
Harry aveva
abbassato il capo ma la guardò di nuovo e rise di gusto. Sembrava proprio
Hermione, quando era preoccupata per lui, quando lui abbassava il capo e alzava
una barriera che solo lei era in grado di superare.
Harry, tu sei sposato. Lascia perdere il
sentimentalismo e soprattutto lascia perdere il passato.
-Niente Denise.
Allora, lo zio Harry finisce e poi riportiamo te dalla tua mamma e io e il
piccoletto torniamo a casa!-
I bambini
sembravano in ogni caso imbronciati. Si guardarono tra loro e poi si voltarono
a fissare Harry con i visini corrucciati: non erano riusciti ad andare in gita
e ora volevano fare qualcosa che li distraesse. Non parlarono fino a quando
uscirono dal Ministero e andarono incontro a Hermione.
-Stavate venendo a
casa? Ho fatto prima a venire io-
-E poi la nostra
casa è tutta in disordine!- disse Denise mentre dava un bacio sulla guancia
alla madre. Harry e Travis risero guardando Hermione parlare alla piccola
sconvolta. –Non è in disordine, è solo che non ho molto tempo per pulirla! Che
lingua lunga!-
-Avrà pur preso da
qualcuno-
La donna si voltò
verso il proprietario della frase, decisamente ironica:-Cosa sta insinuando
signor Potter?-
-Io? Assolutamente
niente signora Terst-
-Ancora per poco-
Harry la guardò:
aveva abbassato lo sguardo ed era sicuro che la sciarpa le stava coprendo le
labbra arricciate o magari strette con disappunto.
-Come?-
Lei non riusciva a
guardarlo. Per tanti anni aveva assicurato che il matrimonio con Lance andava a
gonfie vele, che si amavano molto e che lei aveva finalmente dimenticato il
passato: nulla di tutto ciò era vero. Continui litigi in casa, lui che la
tradiva e lei che non aveva mai dimenticato il suo amore passato. Tutto era
andato a sgretolarsi e alla fine Lance si era trovato una nuova donna, con cui
sarebbe andato a vivere alla fine di Gennaio. Cosa avrebbe detto a Denise?
Vide la figlia che
teneva in mano un foglio rosso e lo osservava insieme a Travis. Incrociò lo
sguardo curioso di Harry e a bassa voce gli rivelò la faccenda di Lance.
-Che bastardo. Lo
sa la piccola?-
Hermione fece segno
di dissenso.
-Ti giuro, gli
torcerei il collo, ma dopo Weasley lo torcerebbe a me, dato che il suo lavoro
al Ministero è ottimo-
Lei stava per
rispondere quando i due bambini si avvicinarono e indicarono il foglietto che
prima Hermione aveva visto in mano a Denise.
-Papone, vogliamo
andare qua dato, che non possiamo andare in gita-
Harry prese il
foglio e lo lesse.
-“Festa per bambini
di Natale in costume”. Travis, tu non hai qualcosa da metterti-
-Ma io voglio
andarci- Il bambino lo guardò implorante e Harry non se la sentì di dirgli di
no. Tra l’altro aveva dimenticato Flounder in ufficio ed era meglio farglielo
dimenticare.
-Ok, peste.
Troveremo un modo-
-Però viene anche
Denise...vero?-
-Io...non lo so.
Denise vuoi andarci davvero?- Hermione non se la sentiva di trascorrere tanto
tempo con Harry. Era già al limite. Non era successo niente, era vero, ma la
sua vicinanza era troppo per lei; ma doveva farlo per sua figlia.
-Sì, mamma, vorrei
tanto. Per Natale-
Harry guardò i
tre:-perfetto, ma come facciamo per i vestiti?-
-A questo penso io-
Passarono per casa
di Hermione e un’ ora dopo Denise e Travis erano vestiti di tutto punto: lei
aveva un vestitino rosso preso dall’armadio e delle ali fatte con stoffa
variopinta e tenute su alla meno peggio; in testa una coroncina colorata di
rosso da Harry e ai piedi delle ballerine a cui erano stati applicati
fiorellini e stoffa varia.
Travis era vestito
come prima ma sul viso aveva una mascherina rossa, e un mantello con disegni
verdi fatti sul momento gli ricopriva la camicia azzurra, ai piedi delle scarpe
rosse che chissà come si trovavano a casa di Hermione. Si erano talmente
divertiti ad arrangiarsi che avevano dimenticato che erano maghi e potevano
usare le bacchette.
-Siete pronti!-
Si recarono alla
festa. I due bambini entrarono tutti allegri e Harry e Hermione si appostarono
ad un bar di fronte al luogo dove era la festa. Cominciarono a parlare,
surclassando l’argomento mogli e mariti. E soprattutto l’argomento amore.
-Ma allora Ron ce
l’ha fatta...-
-Sì, quel vecchio
marpione se la cava bene. Ha due bambine, una buona moglie e un più che ottimo
mestiere!-
-Due bambine? Le
hai viste?-
Harry pensò. Quel
giorno al ministero due bimbette correvano per i corridoi: erano gemelle dai
capelli rossi marchio Weasley e occhi azzurri degni della famiglia Lovegood.
-Sì. Penso si chiamino Molly e Paulette-
-La cara
Molly...ricordi come eravamo distrutti quando morì?- Hermione non poté
dimenticare il giorno del suo funerale: tutti riuniti, l’ultima volta che
furono tutti e tre insieme. Harry era appena tornato dalla guerra, Ron si era
appena dichiarato a Hermione, lei aveva appena rifiutato lui e si era
dichiarata a Harry. E la madre di Ron era morta.
-Uno dei giorni più
brutti della mia vita- e più belli. Harry
non poteva fare a meno di pensarci. Lei lo amava e lui era scappato. Ma lei lo
amava.
-Beh- pensiamo a
cose più allegre, Hermione. –E’ veramente splendido Travis...un magnifico
giovanotto-
-Si vede che ha
preso tutto dal padre!-
Hermione rise.
-Ma sentilo! E io
che volevo dire che aveva preso da Charlotte!-
-Non parlarmi di
quella donna-
Charlotte era l’ex
moglie di Harry. Lo aveva lasciato, per una donna peraltro, due anni prima ed
era scappata con la sua fiamma in America lasciando solo lui e Travis.
“Non posso
convivere con la magia” aveva detto.
-Scusami tanto. Non
siamo stati tanto fortunati in amore- Gli sorrise tristemente. Se quella volta
lui non fosse scappato.
-Se io quella volta
non fossi scappato...tutto sarebbe diverso, stavi pensando questo?-
Sei sempre riuscito
a leggermi nella mente, Harry.
-Ma è andata così
Harry. E ora siamo soli, è vero, ma abbiamo Travis e Denise. E so che non è il
momento adatto ma io...-
-Ci sono. Grazie
Hermione-
Gli diede una
spintarella, ridendo un po’:-Hai sempre voluto finire le mie frasi! Ron non lo
sopportava-
-Ci credo: andavamo
avanti per ore!-
Risero insieme,
come ai vecchi tempi. Come quando erano seduti davanti al camino e ognuno
faceva quello che voleva, ma sapeva che l’altro era al suo fianco e che non
erano soli.
Presero i bambini e
si fermarono a casa di Hermione a prendere le scarpe di Travis. Mentre Harry e
il figlio stavano per uscire, Hermione li fermò.
-Noi siamo sole per
la Vigilia di Natale. Se volete fermarvi con noi...- Harry notò che si stava
mordicchiando le labbra impaziente e sorrise.
-Prima dobbiamo
portare alcuni regali, però possiamo fermarci se vi fa piacere-
Denise guardò lo
zio e saltellò dalla gioia:-Che bello, che bello! Così mettiamo a posto la casa
e la addobbiamo!-
-Più che altro
staremo sveglie tutta la notte per metterla a posto-
-Non vi prendete
questo disturbo, è in ordine rispetto alla nostra, vero Travis?-
Il bambino annuì
convinto:-Sì, mamma lo chiama il campo da guerra quando viene a trovarci-
-Ecco, questa
potevi risparmiartela peste, allora a domani...Hermione. Ciao piccolina-
Li salutarono e
mentre Harry e Travis scendevano le scale sentirono il piccolo dire
distintamente:- Sei proprio crudo papà!-
-Si dice cotto,
Travis. Da dove ti vengono queste idee?!-
- Sono arrivati!
Sono arrivati!-
-Calma, Denise, ora
vado ad aprire- Non era assolutamente preparata: aveva dei pantaloni
ginnici e un maglione tutto sgualcito.
Tra l’altro indossava un grembiule tutto macchiato che si tolse con un colpo di
bacchetta mentre faceva entrare gli ospiti.
Travis aveva una
camicia bianca, il papillon rosso e dei jeans a misura di bambino. Era molto
carino ed entrò non prima di aver dato un bacio sulla guancia alla zia e a
Denise.
-Andiamo Travis, ti
faccio vedere le mie cassette!-
Hermione arrossì
alla vista di Harry: era vestito come il figlio e in mano aveva due grossi
pacchi regalo, più un sacco con altri regali dentro.
-Scusa, ma Travis
ha insistito per portare i suoi regali ed aprirli a mezzanotte-
-Sempre che siano
ancora svegli. Ciao Harry-
-Ciao Hermione- gli
diede un bacio sulla guancia ed entrò. Hermione chiuse la porta e lo seguì,
cercando di nascondere il rossore.
-Questo è il mio
regalo, zio Harry?-
-Sì, bellezza. Uno
e tuo e l’altro è di mamma-
La donna si sentiva
in colpa:- Io, non pensavo. Non ho preso niente...-
-Figurati. Ci hai invitato
e hai aiutato oggi Travis per il costume. Siamo a posto-
-Ok...beh, allora
la cena dovrà essere bella quanto un regalo-
Si divertirono
molto. Denise e Travis recitarono una strana poesia di Natale, Harry si esibì
in un ballo con la piccola e Hermione con il giovanotto a ritmo delle canzoni
delle Sorelle Stravagarie.
-Questa è quella
che abbiamo ballato al Ballo del Ceppo!-
-Oddio, tu ci sei
andata con quel brontolone di Krum!-
-Ah sì? Tu hai
invitato quella ficcanaso di Calì Patil...-
Harry la spinse un
po’:-Ero disperato! Non c’era anima viva che volesse venire al ballo con me...-
-Io ci sarei
venuta. Dovevi solo essere un po’ più svelto-
Harry non sapeva
cosa fare. Doveva fermarsi a guardarla o far finta di non aver sentito?
-Più veloci di
Viktor Krum? Ti seguiva ovunque e tu eri abbastanza sfuggente-
Hermione si fermò,
con un’ultima giravolta.
-Bastava che
andassi più veloce di lui. Sulla scopa eri imbattibile- Gli sorrise e tornò al
tavolo.
-Manca poco a
Natale!!-
-Prendo lo spumante
e qualche dolce- Hermione corse in cucina e prese dolciumi vari e una bottiglia
per festeggiare. Gli veniva da sorridere come un ebete, senza motivo. Era
felice dopo tanto eppure stava solo festeggiando con sua figlia e un vecchio
amico.
-3...2...1...Buon
Natale!-
Si scambiarono
abbracci e baci sulla guancia. I bambini si apprestarono ad aprire i regali.
Travis aveva
ricevuto una videocassetta e chiesero a Hermione se potevano vederla lui e
Denise;
-Si, va bene
piccolo, ma solo un pezzo, che è molto tardi e sicuramente crollerete-
-Ok...anche voi
crollerete prima o poi-
Harry e Hermione si
sedettero sul divano in cucina, con un bicchiere di spumante in mano.
-Grazie Hermione.
E’ stato veramente un ottimo Natale-
-Grazie a voi due.
Siete stati molto gentili e avete reso me e Denise molto felici-
Harry si sentiva in
fiamme, anche se ormai non era più un ragazzino alle prese con la prima cotta.
Così Hermione che
non sapeva cosa fare: voleva chiedergli perché era scappato da lei, perché non
era venuto al suo matrimonio, perché gli aveva detto solo quando Travis aveva
quattro anni che aveva un figlio avuto da una donna che non amava alla follia.
-Perché non apri il
regalo?-
-Me ne ero
dimenticata! Lo prendo subito-
Prese il pacco e
dopo essersi seduta sul divano lo aprì e rimase piacevolmente sorpresa dal
regalo: era una cornice divisa in cinque parti, quattro più piccole intorno ad
una più grande. Nella parte centrale c’era una foto di lei, Harry e Ron sotto
ad un albero innevato; in lontananza c’era il castello di Hogwarts. Poi c’era
una foto di lei e Ron con lei che gli tirava le orecchie ridendo. Lei e Harry
abbracciati timidamente. Ron e Harry mentre facevano finta di picchiarsi. E poi
lei durante il sesto anno.
-Quando mi hai
scattato questa foto?-
Harry arrossì e questa
volta non riuscì a nasconderlo:-Ehm...stavo con Ginny è vero, ma eri così
carina che non ho potuto fare a meno di scattarti questa foto-
Una lacrima solcò
il viso di Hermione. Doveva fare un regalo a Harry, anche se lui si sarebbe
fatto indietro e se ne sarebbe andato. Stava per scoppiare.
-Buon Natale Harry-
E su quel divano,
con la tavola ancora da sparecchiare, i bambini mezzi addormentati, mentre
fuori la neve danzava all’impazzata, le labbra di lei si avvicinarono a quelle
di lui e le baciarono.
Non si preoccupò
che lui si allontanasse ma ben presto scoprì che sarebbe stata un problema non
fondato. Perché lui le prese il viso e la baciò a sua volta.
E così, il passato
tornò nei loro cuori e loro fecero in modo che ciò diventasse il presente e chissà,
magari anche il futuro. Quello che agli occhi di tutti sarebbe parso strano per
loro non era altro che il raggiungimento dei loro sogni. Potevano stare
insieme, dopo tanti anni di paure e costrizioni.
I due bambini
risero vedendo i loro genitori baciarsi e li imitarono mentre tornavano a
guardare la televisione.
- L’avevo detto che
alla mia mamma piaceva il tuo papà-
-Prima io l’avevo
detto che al mio papà piaceva la tua mamma-
Si staccarono
qualche attimo dopo e subito sentirono la mancanza del contatto.
-Buon Natale ancora
Hermione. Mi hai fatto uno splendido regalo-.
Lei rise e lo
abbracciò. Stava per tornare a baciarlo quando sentì i bambini urlare.
-Vado a vedere cosa
combinano. Poi magari mi do una sistemata, sono un mostro-
Harry la baciò
dicendole che era bellissima. Si aspettava che lei arrossisse e si spostasse
una ciocca di capelli dietro l’orecchio e lei lo fece, facendolo sorridere.
Hermione, su di
giri, andò a vedere cosa stavano facendo i bambini. In realtà stavano solo
saltando sul tappeto imitando i cartoni nella televisione; andò a darsi una
sciacquata veloce al viso arrossato e poi tornò nella sala da pranzo.
-Falso allarme, i
piccoli stanno solo saltando su è giù. Dove eravamo rima...-
Lo guardò e vide
che si era addormentato. Sorrise: meno male che i piccoli sarebbero crollati
subito. Si mise accanto a lui e prese un suo braccio e se lo passò attorno alle
proprie spalle. Lui la strinse e appoggiò il mento sul capo di lei.
-Buon Natale ancora
Harry-.
Fine