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Autore: maripotter    28/12/2006    4 recensioni
Harry e Hermione sono cresciuti ed entrambi hanno una loro vita. Lui lavora al Ministero e lei invece è una Guaritrice al San Mungo. Poi ci sono Travis e Denise. E poi, un giorno, per caso,durante il periodo natalizio s’incontrano e...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Denise, presto o faremo tardi

 

 

 

                  Un giorno...Per caso

                             One Fine Day

 

-Denise, presto o faremo tardi!- prese la bimba per un braccio e l’avvicinò a sé. Le sistemò i codini castani e le pulì la faccia tutta sporca di cioccolata. Davanti a lei stava la copia di se stessa a sei anni; aveva i capelli ricci e disordinati, le guanciotte rosse rosse e le labbra impertinenti. L’unica cosa che non aveva preso dalla madre era il colore degli occhi: quello era del padre.

-Mamma, dov’è il mio orsetto?-

-Oh, non ti servirà...sarai con i tuoi amichetti e ti divertirai!- Le infilò la giacca colorata,la sciarpa, il cappello e allacciò le scarpe in velocità record.

-Meglio coprirsi, se no passeremo il Natale a letto-

Uscirono di casa in tutta fretta. Hermione decise di utilizzare un mezzo babbano e così chiamò un taxi, che frenò a fatica nel traffico cittadino. Hermione era una strega: strano a dirla tutta, così come pensò lei quando gli arrivò la lettera da Hogwarts che le diceva che lei era in possesso di poteri magici. Poi era cresciuta e ora si ritrovava in una affannata e rumorosa città, ma la magia faceva sempre parte di lei.

-Dove vi devo portare, mie care?- L’uomo fece la domanda senza voltarsi anche se le guardava dallo specchietto centrale: una simpatica bimba e una donna giovane a farle da madre.

-Al porto, quello che è alla destra di Welcomt Street-

-Speriamo di fare in tempo, con questo traffico tutto sembra impossibile-

Impossibile soprattutto senza bacchetta. Hermione l’aveva dimenticata a casa e si maledisse per quella dimenticanza.

-Lei faccia il possibile-.

 

-Papone, muoviti o faremo tardi!- il bambino lo tirò per la manica. Il piccolo era già vestito di tutto punto: il maglione verde, i pantaloni e le scarpe allacciate. Si era perfino sistemato i capelli corvini e gli occhiali. Suo padre era ancora in mutande.

-Subito Travis! Comincia a prendere Flounder che io sono già pronto.- cominciò ad infilarsi la camicia e i pantaloni insieme. Dov’era la bacchetta quando serviva? Non si sarebbero nemmeno potuti smateriallizarsi perché il Ministero glielo aveva severamente proibito; e lui non aveva nessuna intenzione di farsi licenziare. Non ora che era solo e aveva un figlio a carico.

-Ecco sono pronto! Muoviamoci su!-

-Papone sei veramente una lumaca. Ecco perché mamma ci ha lasciato!- Diede al figlio uno scappellotto dietro la nuca e lo prese in braccio per far prima le scale. Della bacchetta nemmeno l’ombra.

-Sta zitto, non è per quello. Ma da chi hai preso sta lingua lunga?-

Un taxi, un taxi, un taxi...un taxi!

-Taxi!-

L’automobile frenò e Harry Potter aprì la portiera tutto affannato. Stavano per entrare quando:- Papà, Flounder-

-Porc...dai Travis lo porteremo al mare la prossima volta- Il bambino era irremovibile. Il padre gli aveva promesso che una volta in gita in barca con la scuola, lo avrebbe liberato. Travis doveva liberare Flounder, il pesciolino rosso.

-Senta signore, mi aspetti un attimo la prego, prendo il pesce e scendo- Corse senza aspettare un segno d’assenso.

Hermione guardò il tassista stupita:-Sta scherzando spero! Io devo portare mia figlia in gita, gliel’ho promesso!-

-Anche io devo andare in gita, zia Herm!-

Solo allora Hermione si voltò verso il bambino che attendeva sul marciapiede e sorrise incerta a Travis James Potter.

 

Harry scese qualche attimo dopo e lui e suo figlio entrarono in macchina. Il padre stringeva in mano una boccia con dentro un pesciolino tutto rosso.

Sorrise al bambino e ai presenti. Incontrò solo un paio di occhi fulminanti.

-In guardia Potter, se mia figlia non sale su quel battello, sarò capace di fare ciò che Voldemort non è riuscito-

 

Per chissà quale miracolo riuscirono ad arrivare al porto. Il problema stava nel fatto che non appena cominciarono a correre verso la banchina il battello prese a muoversi e allontanarsi inesorabile.

-Oh no! Aspetti!-

Provarono a urlare per un po’ poi si abbandonarono a un lungo silenzio. Denise singhiozzò e si aggrappò alla veste della madre che la prese in braccio:-Mi dispiace piccola-

Ma le parole non venivano da Hermione bensì da Harry, che teneva tra le braccia un Travis imbronciato e un Flounder che sembrava aver capito la situazione. Denise non nascose un sorriso: zio Harry la faceva mettere di buon umore anche se solo la guardava; la mamma una volta le aveva detto che faceva sentire così anche lei, quando era triste sapendo che era sola.

-E scusami anche tu Hermione-

La donna alzò le spalle e lo guardò:-Non c’è bisogno...anzi- si fermò un attimo a pensare. In realtà c’era qualcosa che poteva fare.-Mi farai un grosso favore. Io devo andare assolutamente al San Mungo e non posso portarmi anche lei. Quindi la terrai tu...-

Il tono usato era uno di quelli che non ammetteva repliche e quindi Harry si ritrovò ben presto solo con due bambini e un pesciolino rosso, nonostante dovesse correre al Ministero il più presto possibile.

-Signor Potter, cosa ci fa con questi bambini?-

-Mi scusi signore, uno è mio figlio e l’altra è la prole di Hermione Jane Granger e di Lance Terst. Non sono potuti andare in gita e ho gentilmente offerto alla signora Terst il mio appoggio-

-Capisco. Beh, stia attento che non rovinino il tuo progetto, sa quant’è importante, vero signor Potter?-

-naturalmente signor Weasley-

 

-Guarda Denise, guarda come nevica!-

-Domani è la Vigilia di Natale, ovvio che nevichi!-

I due bambini risero, con i nasini premuti  sul vetro della finestra e le guance rosse per il freddo.

Erano nello studio di Harry, mentre l’uomo finiva il plastico da consegnare entro il 26 dicembre, il giorno di Santo Stefano: era una ricostruzione di Hogwarts, con apportate alcune modifiche di sicurezza. La guerra era finita e il castello aveva riportato gravi danni soprattutto per quanto riguardava la struttura esterna.

Fino a quel momento i bambini erano stati impegnati in racconti e giochi con i fogli di carta volanti ma mentre Harry era voltato a prendere l’orologio per guardare l’ora, si erano avvicinati al castello e lo guardavano con curiosità.

-Zio Harry, qui è dove tu e la mamma vi siete conosciuti?-

Harry quando li video così vicini al plastico si sentì svenire ma poi vide che volevano solo guardarlo e si calmò.

-Sì Denise. Ne abbiamo passate tante io e la tua mamma. Tante. C’era anche quel signore che è lì fuori, con cui ho parlato prima-

Suo figlio lo guardò strano. -Anche quello è stato un bambino?E’ così serio...-

Harry rise.

-Uno dei peggiori bambinoni! Eravamo molto amici, ma si cresce, bambini, e si cambia-

-Mamma- cominciò Denise, poi si fermò come se stesse per rivelare un segreto molto profondo. Poi continuò:-Mamma dice che l’amore rovina sempre tutto-

Harry la guardò sbalordito. Sia per la serietà con cui l’aveva detto che gli ricordava terribilmente il suo primo amore e sia perché quelle parole erano proprio del suo primo amore.

E quindi per Hermione l’amore rovinava sempre tutto. Forse non aveva tutti i torti perché quando lui e Ron si erano innamorati di lei tutto era cambiato e tutto lentamente si era frantumato.

Ma come ben si sa, all’amor non si comanda.

-Non sempre piccola. Ma a volte sì-

-Che c’è zio Harry?-

Harry aveva abbassato il capo ma la guardò di nuovo e rise di gusto. Sembrava proprio Hermione, quando era preoccupata per lui, quando lui abbassava il capo e alzava una barriera che solo lei era in grado di superare.

Harry, tu sei sposato. Lascia perdere il sentimentalismo e soprattutto lascia perdere il passato.

-Niente Denise. Allora, lo zio Harry finisce e poi riportiamo te dalla tua mamma e io e il piccoletto torniamo a casa!-

I bambini sembravano in ogni caso imbronciati. Si guardarono tra loro e poi si voltarono a fissare Harry con i visini corrucciati: non erano riusciti ad andare in gita e ora volevano fare qualcosa che li distraesse. Non parlarono fino a quando uscirono dal Ministero e andarono incontro a Hermione.

-Stavate venendo a casa? Ho fatto prima a venire io-

-E poi la nostra casa è tutta in disordine!- disse Denise mentre dava un bacio sulla guancia alla madre. Harry e Travis risero guardando Hermione parlare alla piccola sconvolta. –Non è in disordine, è solo che non ho molto tempo per pulirla! Che lingua lunga!-

-Avrà pur preso da qualcuno-

La donna si voltò verso il proprietario della frase, decisamente ironica:-Cosa sta insinuando signor Potter?-

-Io? Assolutamente niente signora Terst-

-Ancora per poco-

Harry la guardò: aveva abbassato lo sguardo ed era sicuro che la sciarpa le stava coprendo le labbra arricciate o magari strette con disappunto.

-Come?-

Lei non riusciva a guardarlo. Per tanti anni aveva assicurato che il matrimonio con Lance andava a gonfie vele, che si amavano molto e che lei aveva finalmente dimenticato il passato: nulla di tutto ciò era vero. Continui litigi in casa, lui che la tradiva e lei che non aveva mai dimenticato il suo amore passato. Tutto era andato a sgretolarsi e alla fine Lance si era trovato una nuova donna, con cui sarebbe andato a vivere alla fine di Gennaio. Cosa avrebbe detto a Denise?

Vide la figlia che teneva in mano un foglio rosso e lo osservava insieme a Travis. Incrociò lo sguardo curioso di Harry e a bassa voce gli rivelò la faccenda di Lance.

-Che bastardo. Lo sa la piccola?-

Hermione fece segno di dissenso.

-Ti giuro, gli torcerei il collo, ma dopo Weasley lo torcerebbe a me, dato che il suo lavoro al Ministero è ottimo-

Lei stava per rispondere quando i due bambini si avvicinarono e indicarono il foglietto che prima Hermione aveva visto in mano a Denise.

-Papone, vogliamo andare qua dato, che non possiamo andare in gita-

Harry prese il foglio e lo lesse.

-“Festa per bambini di Natale in costume”. Travis, tu non hai qualcosa da metterti-

-Ma io voglio andarci- Il bambino lo guardò implorante e Harry non se la sentì di dirgli di no. Tra l’altro aveva dimenticato Flounder in ufficio ed era meglio farglielo dimenticare.

-Ok, peste. Troveremo un modo-

-Però viene anche Denise...vero?-

-Io...non lo so. Denise vuoi andarci davvero?- Hermione non se la sentiva di trascorrere tanto tempo con Harry. Era già al limite. Non era successo niente, era vero, ma la sua vicinanza era troppo per lei; ma doveva farlo per sua figlia.

-Sì, mamma, vorrei tanto. Per Natale-

Harry guardò i tre:-perfetto, ma come facciamo per i vestiti?-

-A questo penso io-

 

Passarono per casa di Hermione e un’ ora dopo Denise e Travis erano vestiti di tutto punto: lei aveva un vestitino rosso preso dall’armadio e delle ali fatte con stoffa variopinta e tenute su alla meno peggio; in testa una coroncina colorata di rosso da Harry e ai piedi delle ballerine a cui erano stati applicati fiorellini e stoffa varia.

Travis era vestito come prima ma sul viso aveva una mascherina rossa, e un mantello con disegni verdi fatti sul momento gli ricopriva la camicia azzurra, ai piedi delle scarpe rosse che chissà come si trovavano a casa di Hermione. Si erano talmente divertiti ad arrangiarsi che avevano dimenticato che erano maghi e potevano usare le bacchette.

-Siete pronti!-

Si recarono alla festa. I due bambini entrarono tutti allegri e Harry e Hermione si appostarono ad un bar di fronte al luogo dove era la festa. Cominciarono a parlare, surclassando l’argomento mogli e mariti. E soprattutto l’argomento amore.

-Ma allora Ron ce l’ha fatta...-

-Sì, quel vecchio marpione se la cava bene. Ha due bambine, una buona moglie e un più che ottimo mestiere!-

-Due bambine? Le hai viste?-

Harry pensò. Quel giorno al ministero due bimbette correvano per i corridoi: erano gemelle dai capelli rossi marchio Weasley e occhi azzurri degni della famiglia Lovegood.

 -Sì. Penso si chiamino Molly e Paulette-

-La cara Molly...ricordi come eravamo distrutti quando morì?- Hermione non poté dimenticare il giorno del suo funerale: tutti riuniti, l’ultima volta che furono tutti e tre insieme. Harry era appena tornato dalla guerra, Ron si era appena dichiarato a Hermione, lei aveva appena rifiutato lui e si era dichiarata a Harry. E la madre di Ron era morta.

-Uno dei giorni più brutti della mia vita- e più belli. Harry non poteva fare a meno di pensarci. Lei lo amava e lui era scappato. Ma lei lo amava.

-Beh- pensiamo a cose più allegre, Hermione. –E’ veramente splendido Travis...un magnifico giovanotto-

-Si vede che ha preso tutto dal padre!-

Hermione rise.

-Ma sentilo! E io che volevo dire che aveva preso da Charlotte!-

-Non parlarmi di quella donna-

Charlotte era l’ex moglie di Harry. Lo aveva lasciato, per una donna peraltro, due anni prima ed era scappata con la sua fiamma in America lasciando solo lui e Travis.

“Non posso convivere con la magia” aveva detto.

-Scusami tanto. Non siamo stati tanto fortunati in amore- Gli sorrise tristemente. Se quella volta lui non fosse scappato.

-Se io quella volta non fossi scappato...tutto sarebbe diverso, stavi pensando questo?-

Sei sempre riuscito a leggermi nella mente, Harry.

-Ma è andata così Harry. E ora siamo soli, è vero, ma abbiamo Travis e Denise. E so che non è il momento adatto ma io...-

-Ci sono. Grazie Hermione-

Gli diede una spintarella, ridendo un po’:-Hai sempre voluto finire le mie frasi! Ron non lo sopportava-

-Ci credo: andavamo avanti per ore!-

Risero insieme, come ai vecchi tempi. Come quando erano seduti davanti al camino e ognuno faceva quello che voleva, ma sapeva che l’altro era al suo fianco e che non erano soli.

 

Presero i bambini e si fermarono a casa di Hermione a prendere le scarpe di Travis. Mentre Harry e il figlio stavano per uscire, Hermione li fermò.

-Noi siamo sole per la Vigilia di Natale. Se volete fermarvi con noi...- Harry notò che si stava mordicchiando le labbra impaziente e sorrise.

-Prima dobbiamo portare alcuni regali, però possiamo fermarci se vi fa piacere-

Denise guardò lo zio e saltellò dalla gioia:-Che bello, che bello! Così mettiamo a posto la casa e la addobbiamo!-

-Più che altro staremo sveglie tutta la notte per metterla a posto-

-Non vi prendete questo disturbo, è in ordine rispetto alla nostra, vero Travis?-

Il bambino annuì convinto:-Sì, mamma lo chiama il campo da guerra quando viene a trovarci-

-Ecco, questa potevi risparmiartela peste, allora a domani...Hermione. Ciao piccolina-

Li salutarono e mentre Harry e Travis scendevano le scale sentirono il piccolo dire distintamente:- Sei proprio crudo papà!-

-Si dice cotto, Travis. Da dove ti vengono queste idee?!-

 

- Sono arrivati! Sono arrivati!-

-Calma, Denise, ora vado ad aprire- Non era assolutamente preparata: aveva dei pantaloni ginnici  e un maglione tutto sgualcito. Tra l’altro indossava un grembiule tutto macchiato che si tolse con un colpo di bacchetta mentre faceva entrare gli ospiti.

Travis aveva una camicia bianca, il papillon rosso e dei jeans a misura di bambino. Era molto carino ed entrò non prima di aver dato un bacio sulla guancia alla zia e a Denise.

-Andiamo Travis, ti faccio vedere le mie cassette!-

Hermione arrossì alla vista di Harry: era vestito come il figlio e in mano aveva due grossi pacchi regalo, più un sacco con altri regali dentro.

-Scusa, ma Travis ha insistito per portare i suoi regali ed aprirli a mezzanotte-

-Sempre che siano ancora svegli. Ciao Harry-

-Ciao Hermione- gli diede un bacio sulla guancia ed entrò. Hermione chiuse la porta e lo seguì, cercando di nascondere il rossore.

-Questo è il mio regalo, zio Harry?-

-Sì, bellezza. Uno e tuo e l’altro è di mamma-

La donna si sentiva in colpa:- Io, non pensavo. Non ho preso niente...-

-Figurati. Ci hai invitato e hai aiutato oggi Travis per il costume. Siamo a posto-

-Ok...beh, allora la cena dovrà essere bella quanto un regalo-

 

Si divertirono molto. Denise e Travis recitarono una strana poesia di Natale, Harry si esibì in un ballo con la piccola e Hermione con il giovanotto a ritmo delle canzoni delle Sorelle Stravagarie.

-Questa è quella che abbiamo ballato al Ballo del Ceppo!-

-Oddio, tu ci sei andata con quel brontolone di Krum!-

-Ah sì? Tu hai invitato quella ficcanaso di Calì Patil...-

Harry la spinse un po’:-Ero disperato! Non c’era anima viva che volesse venire al ballo con me...-

-Io ci sarei venuta. Dovevi solo essere un po’ più svelto-

Harry non sapeva cosa fare. Doveva fermarsi a guardarla o far finta di non aver sentito?

-Più veloci di Viktor Krum? Ti seguiva ovunque e tu eri abbastanza sfuggente-

Hermione si fermò, con un’ultima giravolta.

-Bastava che andassi più veloce di lui. Sulla scopa eri imbattibile- Gli sorrise e tornò al tavolo.

-Manca poco a Natale!!-

-Prendo lo spumante e qualche dolce- Hermione corse in cucina e prese dolciumi vari e una bottiglia per festeggiare. Gli veniva da sorridere come un ebete, senza motivo. Era felice dopo tanto eppure stava solo festeggiando con sua figlia e un vecchio amico.

-3...2...1...Buon Natale!-

Si scambiarono abbracci e baci sulla guancia. I bambini si apprestarono ad aprire i regali.

Travis aveva ricevuto una videocassetta e chiesero a Hermione se potevano vederla lui e Denise;

-Si, va bene piccolo, ma solo un pezzo, che è molto tardi e sicuramente crollerete-

-Ok...anche voi crollerete prima o poi-

 

Harry e Hermione si sedettero sul divano in cucina, con un bicchiere di spumante in mano.

-Grazie Hermione. E’ stato veramente un ottimo Natale-

-Grazie a voi due. Siete stati molto gentili e avete reso me e Denise molto felici-

Harry si sentiva in fiamme, anche se ormai non era più un ragazzino alle prese con la prima cotta.

Così Hermione che non sapeva cosa fare: voleva chiedergli perché era scappato da lei, perché non era venuto al suo matrimonio, perché gli aveva detto solo quando Travis aveva quattro anni che aveva un figlio avuto da una donna che non amava alla follia.

-Perché non apri il regalo?-

-Me ne ero dimenticata! Lo prendo subito-

Prese il pacco e dopo essersi seduta sul divano lo aprì e rimase piacevolmente sorpresa dal regalo: era una cornice divisa in cinque parti, quattro più piccole intorno ad una più grande. Nella parte centrale c’era una foto di lei, Harry e Ron sotto ad un albero innevato; in lontananza c’era il castello di Hogwarts. Poi c’era una foto di lei e Ron con lei che gli tirava le orecchie ridendo. Lei e Harry abbracciati timidamente. Ron e Harry mentre facevano finta di picchiarsi. E poi lei durante il sesto anno.

-Quando mi hai scattato questa foto?-

Harry arrossì e questa volta non riuscì a nasconderlo:-Ehm...stavo con Ginny è vero, ma eri così carina che non ho potuto fare a meno di scattarti questa foto-

Una lacrima solcò il viso di Hermione. Doveva fare un regalo a Harry, anche se lui si sarebbe fatto indietro e se ne sarebbe andato. Stava per scoppiare.

-Buon Natale Harry-

E su quel divano, con la tavola ancora da sparecchiare, i bambini mezzi addormentati, mentre fuori la neve danzava all’impazzata, le labbra di lei si avvicinarono a quelle di lui e le baciarono.

Non si preoccupò che lui si allontanasse ma ben presto scoprì che sarebbe stata un problema non fondato. Perché lui le prese il viso e la baciò a sua volta.

E così, il passato tornò nei loro cuori e loro fecero in modo che ciò diventasse il presente e chissà, magari anche il futuro. Quello che agli occhi di tutti sarebbe parso strano per loro non era altro che il raggiungimento dei loro sogni. Potevano stare insieme, dopo tanti anni di paure e costrizioni.

I due bambini risero vedendo i loro genitori baciarsi e li imitarono mentre tornavano a guardare la televisione.

- L’avevo detto che alla mia mamma piaceva il tuo papà-

-Prima io l’avevo detto che al mio papà piaceva la tua mamma-

 

Si staccarono qualche attimo dopo e subito sentirono la mancanza del contatto.

-Buon Natale ancora Hermione. Mi hai fatto uno splendido regalo-.

Lei rise e lo abbracciò. Stava per tornare a baciarlo quando sentì i bambini urlare.

-Vado a vedere cosa combinano. Poi magari mi do una sistemata, sono un mostro-

Harry la baciò dicendole che era bellissima. Si aspettava che lei arrossisse e si spostasse una ciocca di capelli dietro l’orecchio e lei lo fece, facendolo sorridere.

Hermione, su di giri, andò a vedere cosa stavano facendo i bambini. In realtà stavano solo saltando sul tappeto imitando i cartoni nella televisione; andò a darsi una sciacquata veloce al viso arrossato e poi tornò nella sala da pranzo.

-Falso allarme, i piccoli stanno solo saltando su è giù. Dove eravamo rima...-

Lo guardò e vide che si era addormentato. Sorrise: meno male che i piccoli sarebbero crollati subito. Si mise accanto a lui e prese un suo braccio e se lo passò attorno alle proprie spalle. Lui la strinse e appoggiò il mento sul capo di lei.

-Buon Natale ancora Harry-.

 

Fine 

 

 

 

 

 

  
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