-Draco, tu non sei un assassino.

Silente è appoggiato al muro della torre di astronomia.

Per mesi ho sognato, anelato, questo momento… e ora, che finalmente ci sono in carne e ossa e non solo in uno stupido ologramma notturno della mente cosa faccio? Mi tiro indietro? Io, erede della nobile e antichissima Casata dei Malfoy, per metà anche di quella dei Black, mi tiro indietro.

No, io non voglio, non voglio o non posso? Non posso. Punto. Perché se lo facessi mia madre verrebbe uccisa, mio padre anche. Non che io gli voglia bene, chiaro, però a mia madre si. E’ l’unica che ha tentato di darmi affetto, amore, gioia e serenità in un contesto familiare e sociale in cui è praticamente impossibile ottenerle.

No, non fraintendete, non è che fossimo poveri, ma il contrario. La ricchezza, il potere e la gloria fanno più danni della povertà e della miseria.

Mia madre, Narcissa, sa bene cosa voleva dire vivere in un ambiente in cui l’ipocrisia e la cattiveria erano oscurati dalla ricchezza e dal potere, e non voleva che io facessi la sua stessa fine: unita in matrimonio con un uomo che non l’ha mai amata, che le aveva manifestato qualcosa simile all’affetto solo quando gli aveva annunciato di aspettare un erede maschio. Una vita schifosa insomma.

Inutile dire che ha fallito miseramente.

Già, ricordo quando ero piccolo, lei cercava di leggermi delle fiabe…

-Draco, vieni qui… la mamma ha una bella cosa per te!- chiese una donna alta e snella,. Con i lunghi capelli biondi.

-. Uff, cosa mamma?- rispose un bambino biondo anch’egli che stava sdraiato su un divano a guardare il soffitto.

-Vieni e lo scoprirai!- disse lei. Il bambino si alzò e si sedette vicino alla madre

-Ma è un libro! Io non so leggere!- protestò Draco

- Va bene, vorrà dire che sarò io a leggertelo. C’era una volta un bambino, molto buono, di nome Jack. Un giorno Jack…- cominciò Narcissa

- Uff che barba… e poi se questo Jack è buono è solo un cretino!- la interruppe il bambino andandosene

- Ma no… Draco…- la dona aveva gli occhi blu velati di lacrime.

E ora eccomi qui. Chissà, se quella volta fossi rimasto ad ascoltare quella fiaba forse ora non sarei qui. Forse mi sarei opposto quando mia zia Bellatrix e mio padre mi hanno costretto a diventare Mangiamorte, forse mi sarei opposto quando Voldemort mi ha dato questa sconsiderata missione, col solo scopo di vendicarsi di mio padre. Si, l’ho capito che l’unico motivo era questo.

Perché mai Lord Voldemort avrebbe dovuto affidare un compito così vitale ad un sedicenne?

E io, stolto, pur sapendo che il suo desiderio era quello di vedermi morto, ho accettato.

Si, perché ero stanco di vivere all’ombra di mio padre, il grande, ricco, nobile, potente Lucius Malfoy.

Nella mia stupida illusione adolescenziale ho creduto di potercela fare, e di poter diventare più di mio padre, più di Lucius Malfoy.

§

Ora sto fuggendo, mi trovo con Piton e gli altri e si, sto fuggendo. Solo nel momento in cui ho visto Albus Silente cadere dalla torre morto ho compreso che terribile sbaglio è stato il mio.

Probabilmente morirò, e con me anche mia madre e mio padre, solo perché mi sono tirato indietro e ho lasciato fare a Severus quello che avrei dovuto fare io. Sarei dovuto andare fino in fondo o non iniziare proprio.

Durante la fuga ho visto il volto contratto dalla rabbia e dal dolore di Potter.

Sai Potter, ti ho sempre invidiato. Tu hai degli amici veri, che morirebbero per te. Tuo padre è morto per te. Io ho solo dei leccapiedi, che se dovessi cadere in disgrazia mi abbandonerebbero senza pensarci due volte e un padre che al massimo mi pagherebbe una lapide.

Beh, non posso farci niente ormai. Se avevo una sola possibilità di cambiare il corso della mia esistenza l’ho bruciata stanotte. Avrei potuto difendere quel povero vecchio, sarei morto, sii, ma avrei fatto, forse per la prima volta nella mia vita qualcosa che io volevo fare, non qualcosa che io dovevo fare, non so se mi spiego.

Peccato che me ne sia accorto troppo tardi, il raggio letale era già partito dalla bacchetta di Piton quando ho realizzato che il destino al quale sono stato indirizzato fin da quando avevo cinque anni non era quello che io volevo.

§

Ora mi trovo qui, in questo quartiere babbano che mai avrei pensato di visitare…

“Privet Drive numero 4”

Sono allo stremo delle forze, sono sfuggito al Signore Oscuro solo grazie all’aiuto di mia madre, e mentre fuggivo dal suo rifugio sentivo, cercando di ricacciare indietro le lacrime, le sue grida di dolore.

Le mie vesti sono incrostate di sangue, i miei occhi sono spenti, ho le occhiaie. Spero che almeno tu avrei pietà di me.

Potter, tu non c’eri li sulla Torre, o forse c’eri… ora ricordo quella seconda scopa accanto a Silente, io volevo che Silente morisse quanto lo volevi tu e forse tu mi hai visto, quando ho abbassato la bacchetta.

Ecco, ho bussato, sembri stupito di vedermi ma poi notando il mio stato mi fai subito entrare, l’altruismo dei Grifondoro.

<< Voglio aiutarvi. Voglio passare dalla vostra parte >>

<< Entra, speravamo saresti venuto. >>

Sentendo la porta richiudersi alle mie spalle e vedendo Weasley e la Granger che mi sorridono (a dire il vero lui è un po' tirato, certe cose non cambiano mai) mi sento strano.

Addio onore dei Malfoy, addio potere e addio discriminazioni… sto fraternizzando con Potter, probabilmente sarò d’aiuto a quel loro Ordine della Fenice, chissà, magari mi aiuteranno a salvare mia madre se arrivano in tempo e anche mio padre…

Però sono felice, felice come non lo sono mai stato… si sto facendo finalmente qualcosa che io voglio fare, sto iniziando una nuova vita, e questa volta so di essere dalla parte giusta.