Fanfic su attori > Jake Gyllenhaal
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Autore: DiNozzo323    10/06/2012    1 recensioni
Cosa potrebbe succedere a due ragazze in viaggio a Los Angeles per le vacanze? Potrebbero fare delle conoscenze che gli cambierebbero la vita? Non voglio svelare troppo. Vi assicuro però che, a parte il primo capitolo introduttivo, Jake sarà presente molto molto spesso =) E non solo lui. Ci saranno molti attori e attrici in questa fanfic. Capirete poi perché. I più importanti sono:
Jake (per l'appunto), Matt Dallas, Sean Penn, Chris Evans e altri.
Spero che la lettura vi piacerà.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fu davvero incredibile. Fummo una cosa sola per più e più volte durante la notte. Non vi era lussuria in quello che facevamo, ma amore e una dolcezza infinite. Accadde tutto molto lentamente e raggiungemmo l’apice del piacere assieme, perché noi ormai eravamo una cosa sola.


Il risveglio poi fu tutto un programma. Mi ero scordata di dirvi che Jake ha due cani stupendi? Bè, si chiamano Boo e Atticus, che quella mattina provvidero a svegliarci prestissimo. Stavo davvero troppo bene con lui, era qualcosa d’indescrivibile. Ci facemmo una lunga doccia rilassante, tutti e due assieme, poi ci vestimmo e ci preparammo ad andare dalla sorella.

J.G. -Ehi Peter. Come va? Lei è Claudia, la mia fidanzata. Claudia lui è Peter, mio cognato.-

C. -Si può dire che lo “conosco” già? Comunque piacere.-

P.S. -Felice di conoscerti Claudia. Prego accomodatevi, Meg è in cucina. Ram, c’è lo zio Jake!- Disse alzando appena la voce, poco prima che una splendida bambina di 4 anni corresse verso Jake per abbracciarlo.

R.S. -Tio Jake! Come tai?-

J.G. -Ciao piccola. Io sto benissimo e tu? Stai facendo la brava?-

R.S. -Ti tio. Tono bravittima!-

J.G. -Piccolina, lei è Claudia, una mia amica. Non vedeva l’ora di conoscerti.-

C. -Ciao piccola. Io e zio Jake ti abbiamo portato questo regalino.- Le dissi dandole un peluche di un koala che lei prese felice.

P.S. -Come si dice tesoro?-

R.S. -Gratie tio, gratie Ca…Ca…Cachia!- Disse facendoci ridere perché non riusciva a pronunciare il mio nome, diventando rossa in viso.

C. -Sai piccolina, anche mio fratello e i miei cuginetti da piccoli non riuscivano a pronunciare il mio nome, e anche loro mi chiamavano Cachia. Mi piace. Puoi chiamarmi così per tutto il tempo che vuoi.- Lei capì e mi diede un bacetto sulla guancia. –Piccolina, mi fai vedere dov’è la mamma? Così la saluto.-

R.S. -Ti, vieni, di qua!- Disse prendendomi la mano e portandomi verso la cucina mentre Jake e Peter restarono in salotto a chiacchierare. –Mamma, c’è tio Jake con Cachia, la ttua mica.-

C. -Ciao Maggie. Grazie di avermi invitata.-

M.G. -Ehi Claudia. Vedo che hai conosciuto già Ramona e Peter.-

C. -Oh, si. Hai una figlia stupenda. Ti assomiglia tantissimo.-

M.G. -Grazie. Tu hai qualche fratello piccolo?-

C. -Oh, no. Mio fratello ha la mia età, un anno più giovane, fisicamente, mentalmente è ancora un bambino, a volte mi sembrano più maturi i miei cuginetti di 7 e 10 anni.-

M.G. -Ah, come ti capisco. Anch’io dico sempre che Jake si comporta come un bambino. Io ti avviso, eh?-

J.G. -Ma grazie sorellina, anch’io ti voglio bene!- Fece lui ironico andando a salutare la sorella.

M.G. -Si, Jay. Claudia, mi dai una mano a portare questa roba fuori? Ormai è pronto…-

C. -Certo! Da dove esco?-

M.G. -Puoi uscire anche da qui in cucina. Grazie.-

C. -Ma ti pare.- Risposi seguendo Jake con in braccio Ramona.

Ci sedemmo a mangiare. Era tutto pieno di salse, salsine, blu cheese… Tutta roba che adoravo… Un pranzo ottimo.

P.S. -E dicci un poco Claudia, tu cosa fai nella vita? Studi?-

C. -Oh, si. Mi sono iscritta quest’anno a chimica. A dire il vero ho perso un anno a causa di una precedente scelta sbagliata di università.-

M.G. -Ah si? E cioè? Se posso chiedere…-

C. -Si, certo che puoi. Mi ero iscritta a ingegneria aerospaziale perché mi era sempre piaciuta l’astronomia e pensavo di cavarmela in matematica. Però io ho studiato materie letterarie al classico, quindi quando sono andata all’università ho visto che non avevo la concentrazione necessaria per farlo. Chimica al contrario mi è sempre piaciuta. Così mi ritrovo un anno indietro.-

J.G. -Oh, bè, capirai… Io ho lasciato l’Università al secondo anno.-

C. -Bè, grazie tante. Eri sprecato sui libri visto il tuo talento di attore.- Gli risposi sorridendo. –Cavoli, certo che è strano trovarmi qui con voi. Insomma… Sono abituata a essere separata da voi grazie a uno schermo di un televisore… È incredibile come sia entrata a far parte di questo mondo che per me prima esisteva solo nei sogni…-

P.S. -Su, avanti, appassionata come sei di cinema non hai mai pensato di intraprendere la nostra stessa carriera?-

C. -Ehmmm… Ecco… Si….- Risposi vaga abbassando lo sguardo a causa del rossore che mi aveva colpito.

R.S. -Chachia, pecché tei tutta rotta?- Mi chiese la piccola cercando di guardare il mio viso.

C. -Oh, a te lo posso dire piccolina. Vieni qui.- Le dissi facendola avvicinare a me. –Sono tutta rossa perché mi vergogno di dire ai tuoi genitori e a tuo zio che da qualche mese mi sono iscritta a un corso di recitazione.- Le spiegai a voce bassa, ma non troppa per non farmi sentire dagli altri.

R.S. -E pecchè ti veggogni?-

C. -Perché mi sembra di essere una di quelle ragazzine urlanti innamorate del cinema solo perché c’è qualche attore che gli piace.-

I due genitori mi guardarono sorridendomi facendomi capire che non era quello che stavano pensando, invece Jake mi mollò uno scappellotto dietro la testa.

C. -E quello per che cos’era?- Chiesi facendo una smorfia.

J.G. -Ma ti pare di fare tutta stà scena per una cosa così scema?-

M.G. -Oh, Jake, sei incorreggibile. Un minimo di tatto no, eh?-

Così scoppiammo a ridere tutti e 5. Chiacchierammo ancora per un bel po’. E Ramona continuava a farmi domande su com’era dove vivevo io. Faceva una tenerezza incredibile. Poi dopo aver pranzato diedi una mano a Maggie a sparecchiare.

M.G. -E così l’avete fatto, vero?- Mi chiese dopo un attimo di silenzio, facendomi andare di traverso la saliva.

C. -Cosa?- Chiesi sconvolta.

M.G. -Oh, andiamo. Sai cosa. Si vede lontano un miglio che è successo. Sono brava a capire le persone e tu hai quello sguardo che si ha una sola volta nella vita, la prima volta che fai l’amore con la persona che ami. Ci ho preso, vero?-

C. -Bè, si…-

M.G. -Sai già cosa hai intenzione di fare quando finisci la tua permanenza qui?- mi chiese diventando improvvisamente seria.

C. -No, purtroppo non ne ho idea. Non posso restare qui per sempre, perché non ho la Green Card, quindi dopo massimo 90 giorni devo tornare in Italia, inoltre mi mancano i miei. Solo che non posso pensare di separarmi da Jake… Ho fatto un gran bel casino…-

M.G. -Oh, ma quale casino! Sono felicissima che vi siete conosciuti. Non ho mai visto Jake così contento. Queste sono cose che si risolvono facilmente. Se posso permettermi però non rimandare di troppo la decisione. Via il dente via il dolore.-

C. -So che hai ragione, ma se ci penso mi sento male. Ormai Jake è la mia vita.-

M.G. -Allora spiegalo ai tuoi. Se ti vogliono bene come penso capiranno.-

C. -Mi sa comunque che dovrò tornare in Italia per spiegarglielo. Non posso farlo per telefono.-

M.G. -Parlane con Jake quindi. Spiegagli questa cosa. Vedrai che ti appoggerà.-

C. -Lo so. È un ragazzo incredibile. Ne esiste uno su un milione come lui.-

M.G. -E bè, buon sangue non mente.- Mi rispose facendomi l’occhiolino e facendo ridere entrambe. Dopo un po’ io e Jake tornammo a casa, chiamai Titti per assicurarmi che andasse tutto bene, Alessandro e i miei. Poi ci mettemmo davanti il pc e iniziammo a curiosare su cosa si dicesse di noi.

È vero, appena scrivemmo “Jake Gyllenhaal” sul motore di ricerca uscirono una trentina di foto di noi due e c’erano già moltissime domande di gente che si chiedeva chi fossi io. Iniziammo a leggere. Alcuni commenti erano del tipo “Hai capito Jake che bonazza che si è preso?!”, altri “Come si permette quella puttanella di mettere le mani addosso al mio adorato Jakino?!” e altri di gente che diceva semplicemente che era contenta per lui e che se mi azzardavo a farlo soffrire mi avrebbero cercato e mi avrebbero ucciso. Poi vi erano giornalisti che promettevano di fargli avere al più presto nuove notizie e cose così. Io e Jake ridemmo per la maggior parte del tempo, anche se alcune affermazioni erano inquietanti, e devo ammettere che mi preoccupavano, e anche Jake, visto il suo volto. Dopo andammo a letto dove, lasciando da parte tutte le preoccupazioni, trascorremmo un’altra notte di fuoco e di amore.

Io e Titti ragionammo molto su ciò che avremmo dovuto fare circa la nostra situazione e alla fine decidemmo di tornare comunque a casa come previsto per poter spiegare bene la cosa ai nostri genitori e non fargli venire un infarto collettivo. L'ultima cosa che dovevamo fare era affrontare il discorso con i nostri fidanzati.

-Allora cucciola, ti sta piacendo questo viaggio?- mi chiese mentre passeggiavamo per il parco, mano nella mano.

-Il migliore che abbia mai fatto. La città è così bella... il clima perfetto e ci sono moltissime cose da vedere. Davvero un bel posto. Da venirci a vivere.- Commentai io stuzzicandolo un po'.

-Ma brava! Releghiamo il povero piccolo Jake in un angolino del tuo programma.- Rispose lui dandomi corda.

-Ahahahah. Il piccolo Jake si è dispiaciuto. Dai, non fare così. Sorridi. Sai che amo il tuo sorriso...- Gli dissi, ricevendo il 'dono' in cambio. D'un tratto poggiò la sua fronte contro la mia e mi guardò fissa negli occhi col suo sguardo profondo che mi penetrava da parte a parte.

-Io invece amo te.- Quando sentii quelle parole il mio cuore si riempì di mille emozioni diverse. È vero che erano passati giorni da quando ci eravamo fidanzati, però ancora nessuno dei due aveva detto quelle fatidiche tre parole. E adesso era successo. Gli gettai le braccia al collo e riagganciai i nostri sguardi.

-Ti amo.- Dissi semplicemente cercando di fargli capire quanto fosse vero quel sentimento. Ci baciammo pieni d'amore, entrambi al settimo cielo.

La sera successiva ci recammo a casa di Matt per la festa che aveva organizzato. C'era un bel po' di gente e io potei approfittarne per raccontare le ultime novità a Titti e chiacchierare con i ragazzi conosciuti al castello.

Ebbi anche modo di chiacchierare a lungo con Chris, invitato anche lui assieme a tanti altri.

-Allora, piccola. Come va con Jake?- mi chiese Chris. Ci eravamo incontrati due giorni prima della mia partenza per pranzo. D'altronde lui mi mancava e Jake aveva da fare.

-Benissimo. Grazie a te. Toglimi una curiosità, come avevi capito che io piacevo a Jake?-

-Andiamo Claudia. Se ne erano accorti tutti tranne te. Io non ho fatto altro che aiutarti ad arrivarci.-

-Certe volte sono così ingenua che credo sarebbero potuti passare giorni, o addirittura settimane, prima di arrivarci.-

-Credo che sia così per tutti quelli che si trovano in una situazione come la tua. Vogliamo andare a giocare a Twist?-

-Certo. Sappi però che sono abbastanza negata.-

-Dai, non ti fare questi problemi. Andiamo.-

La serata passò anche troppo in fretta tra una birra, un ballo e una partita a Twist dove mostrai quanto fosse precario il mio equilibrio, cadendo addosso a Chris e a Titti che schiacciai facendoli scoppiare a ridere mentre io assumevo tutte le tonalità di rosso possibili.

Una delle ultime mattine che ci erano rimaste da trascorrere lì, mentre Jake e io eravamo stesi a letto, essendoci da poco svegliati, decisi che era giunto il momento di affrontare il problema.

-Amore, io e te dobbiamo parlare della ormai imminente fine della mia vacanza.- Jake si fece subito serio e si poggiò alla testata del letto.

-Lo so. Anche se speravo che questo momento non arrivasse mai.-

-Sai che anche per me è così, ma non posso restare. Ho il biglietto. E in ogni caso, anche se decidessi di rimanere, oltre i 3 mesi non mi è concesso restare.-

-Io credo che tu debba tornare adesso e parlare con calma con i tuoi di quanto sta succedendo. Se decidessi di rimanere qui sarebbe di gran lunga peggio.-

-Già... Devo tornare.-

-Potrei venire con te. Se lo volessi.-

-No. Tu hai le tue cose qui. Il tuo lavoro. Non puoi sparire di punto in bianco. Andrò da sola e quando avranno capito tornerò da te.-

-Su questo non ci piove. A costo di venire in Italia a prenderti fino a sotto casa.- mi disse sorridendo prima di baciarmi.

La mattina precedente la mia partenza fui svegliata da un dolcissimo Jake che mi aveva preparato le frittelle con lo sciroppo d'acero, che amavo, e me le aveva portate a letto. Per un po' riuscì a distrarmi dal fatto che avremmo dovuto separarci da lì a 29 ore, poi però, quando venne il momento di fare la valigia, iniziai a deprimermi sempre più. Senza contare che la mattina successiva Jake aveva un appuntamento per un possibile film. Piansi per ogni capo che mettevo in valigia, anche se Boo e Atticus, iniziando a farmi il solletico e a farmi le feste, mi fecero riprendere.

Il giorno successivo fu il peggiore. Jake e Matt ci accompagnarono all'aereoporto. Il secondo restò fino a che non passammo il check in, ma Jake riuscì appena a salutarmi che dovette scappare.

-Titti, come fai a essere così tranquilla? Io non riesco a pensare che non lo vedrò per tanto tempo.- Dissi abbracciata alla mia amica, mentre piangevo silenziosamente.

-Dai Cla. Vedrai che i giorni voleranno e riusciremo a vederli prima di quanto pensiamo. Adesso direi che è il caso di sederci a tavolino e decidere come diremo ai nostri quanto ci è capitato.- Aveva preferito non dirmi, almeno per il momento, che in realtà Matt sarebbe partito anch'egli nell'arco di 2-3 giorni per presentarsi ai suoi genitori.

-Si. Andiamo.- Comprammo un paio di frullati e chiacchierammo a lungo del da farsi, fino a che non aprì il nostro gate. Manco a farlo apposta era dall'altra parte dell'aeroporto.

-Che posti abbiamo?- mi chiese Titti.

-Ora controllo... Bene! Perfetto! Sono anche separati! 3A e 3F. Ci voleva solo questo.-

-Dai, vedi il lato positivo della cosa. Abbiamo entrambi i posti al finestrino.- Disse tentando di risollevarmi il morale. Iniziarono a chiamare le file dall'ultima ad andare avanti, quindi io e Titti decidemmo di starcene tranquillamente sedute invece di accalcarci avanti il bancone mandando in tilt i poveri hostess.

-Adesso imbarchiamo le file rimanenti.- Dissero al microfono nonostante fossimo rimaste solo io, Titti e altre 3-4 persone.

Ci avviammo lungo il corridoio che portava all'aereo. Fummo fortunate perché ci fecero imbarcare dalla porta anteriore, quindi non avremmo dovuto farci largo fra la gente. Anche se la mia borsa a mano pesava così tanto che ebbi difficoltà a metterlo nello stipo. Questo finché due braccia maschili che venivano da dietro di me non mi aiutarono.

-Grazie mille. È stato molto gentile.- Dissi dando ancora le spalle all'uomo, mentre chiudevo lo sportello dello stipo.

-Figurati cucciola, certo che la tua valigia pesa tantissimo. Ci hai messo dei mattoni dentro?- Il mio cuore si fermò al sentire la sua voce. Mi girai e mi trovai Jake lì, davanti a me.

-Ja... Jake?!-

-Si, cucciola. Credevi che davvero ti avrei lasciata andare da sola?-

-Oddio! Sono così felice che tu sia qui!- gli dissi abbracciandolo forte e accomodandomi fra le sue forti braccia. La hostess ci pregò di sederci e di allacciare le cinture e noi obbedimmo.

-Cucciola, ti aiuterò a parlare con i tuoi. Ti amo con tutto il cuore.-

-Anche io ti amo.- Gli dissi prima che ci baciassimo, mentre l'aereo iniziava a correre lungo la pista.


Mentre ci baciavamo sentii il rumore di qualcosa che cadeva a terra. Aprii gli occhi e mi resi conto di essere ancora nel mio letto. A Napoli. Mi girai verso il comodino e lessi sulla sveglia che erano le 5.07. Scesi velocemente dal letto e vidi che il rumore era stato causato da un libro che avevo lasciato in bilico fra i tanti sulla scrivania, lo raccolsi e notai che era lo stesso del mio sogno. Così corsi verso il bagno per cercare il phon che non trovai. Senza perdere tempo entrai in camera di mio fratello e lo trovai lì, seppellito dai vestiti del giorno prima. Tornai in bagno e, aprendo lo shampoo nuovo alla fragola di bosco ruppi il tappo. Mi lasciai scivolare per terra ancora frastornata. Troppe erano le coincidenze... Era stato davvero solo un sogno o era qualcosa di più?


  
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