Bolle di sapone
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Ho sempre amato passeggiare per le città, specie se in un grande centro.
Forse quello che apprezzo di più è la gente, gente di ogni posto, gente di corsa, gente che parla, gente da sola, in silenzio. Gente da ogni dove, di ogni nazionalità, di ogni età, di ogni condizione. Ed io.
Persone che mi passano accanto e che magari per un attimo incrociano il mio sguardo.
Per un attimo è come se fossi parte di quella vita, nel momento in cui i miei occhi incontrano i loro o le mie orecchie avvertono stralci di una loro comunicazione.
Diverse realtà, diversi modi di vedere le cose, cambi di prospettiva.
Come se io fossi al centro di una bolla di sapone e il mio raggio d’azione fosse limitato alla quella circonferenza arrotondata, a quella cupola, ai suoi contorni. Tutto quello che riesco a percepire è ciò che entra nella mia bolla, anche solo per un attimo. Ed io entro nella bolla d’altri.
Un po’ come quando si è in automobile con la guancia schiacciata sul finestrino freddo, appannato dal nostro respiro. La vita al di fuori del veicolo passa, veloce, e qualche volta ci si ferma a guardare una finestra illuminata o una porta appena socchiusa; si immaginano le vite, si pensa a come sarebbe essere lì, conoscere anche quella bolla, esservi all’interno.
Vivere vite diverse, che non ci appartengono, ma che per un attimo vorremmo conoscere.
E quel brivido che ci pervade mentre ci rendiamo conto di aver immaginato qualcosa del genere.
E’ l’aver passato la circonferenza della bolla, quel brivido, la distanza tra realtà e immaginazione.
Poi si torna alla normalità, a guardare distrattamente le persone perché si è di fretta, perché non si ha tempo, perché non si ha voglia.
Ma io ho sempre amato passeggiare per le città, e credo sia proprio per poter oltrepassare la mia bolla di sapone.
Ogni tanto mi ritrovo a pensare a voce alta, nella mia testa.
Spesso proprio quando passeggio, come in questo caso.
Primo tentativo di un'originale.
Fatemi sapere che ne pensate;)
Baci,
HermyLily89