Avevi
sogni di gloria, Cato.
Sognavi
la tua famiglia ricoperta d'onore, una casa splendente d'oro, gli
occhi dei tuoi genitori brillanti di orgoglio, gli sguardi estasiati
degli abitanti del tuo distretto scorrere su di te. Le loro mani
applaudirti, le loro voci levarsi in grida di ammirazione,
adorazione, venerazione.
Tu sei un dio per
loro, in quei sogni che ora vanno sbriciolandosi sotto le zanne che
ti lacerano la carne e le unghie che affondano nella tua pelle, tra i
tuoi singhiozzi convulsi e i rivoli di sangue che ti ricoprono i
vestiti ridotti a brandelli.
Hai sognato gli
Hunger Games fin da piccolo, quando sedevi davanti al televisore che
copriva gran parte della parete del salotto, e fissavi i tributi
morire in tutti i modi possibili: uccisi da una freccia, da una bacca
velenosa, da una lancia, da un coltello conficcato nel petto. Morti
di freddo, di sete o di fame, nelle lande desertiche che li
circondavano.
-Immagina l'onore
che il vincitore degli Hunger Games porta al suo distretto!- ti
diceva tuo padre con una nota folle nella voce, una mano poggiata
sulla tua spalla. -Quando sarai in età, anche tu potresti
essere
scelto. In questo caso dovrai fare il possibile per vincere.
È a
questo che servirà il tuo addestramento.
Inizialmente l'idea
di uccidere altre persone ti procurava i brividi.
Eri solo un
bambino. Ma le parole di tuo padre avevano manipolato la tua mente,
piegato la tua vacillante volontà di infante. Ed eri
cresciuto così,
con gli Hunger Games come ideale di gloria e un addestramento
quotidiano che ti aveva portato a diventare uno dei ragazzini
più
robusti della tua scuola.
Nessuno poteva fare
a meno di girare altrove gli occhi timorati, quando incrociava il tuo
sguardo superbo. Nessuno. Tranne quella ragazzina bruna e smilza che,
seduta a un tavolo in fondo alla mensa o in piedi sulla soglia della
sua aula, era capace di fissarti con tutta la sfrontata
tranquillità
di questo mondo. Il che ti faceva stringere i pugni per il
risentimento: come poteva quella bambina così apparentemente
fragile
rimanerti indifferente, non farsi spaventare dalle tue occhiate di
puro rancore?
Eri venuto subito a
conoscenza del suo nome: Clove Berdeen.
La ragazzina minuta
e magra dal viso ingannevolmente delicato. La ragazzina famosa per
aver scagliato un coltello contro un suo compagno, durante una
litigata in mensa. Dopo quell'episodio la conoscevano tutti, e tutti
se ne tenevano alla larga: non che la cosa sembrasse scalfirla, vista
l'assoluta impassibilità che Clove ostentava in ogni sua
espressione.
Avevate entrambi
dodici anni quando le vostre famiglie vi avevano fatto conoscere,
durante un pranzo organizzato in casa vostra. Lei, seduta all'altro
capo della larga tavola in legno, ti aveva squadrato per tutto il
tempo con due occhi scuri assottigliati, diffidenti ma accesi da un
briciolo di interesse.
Era il mese che
precedeva la Mietitura, il momento in cui sarebbero stati sorteggiati
i partecipanti agli Hunger Games. I vostri genitori non avevano perso
occasione di discuterne: speravano che uno di voi foste scelto, che
diventasse la nuova icona di ammirazione per il Distretto 2.
-Anche se forse
sono un po' troppo piccoli... magari tra qualche anno.- aveva
ridacchiato a un certo punto la madre di Clove.
La tua, invece,
aveva sbattuto le ciglia e commentato: -Oh, ma scommetto che Clove
sarebbe in grado di farcela. Io so che sua figlia è molto
brava con
i coltelli, non è così?
-Si esercita da
anni.- era stata la risposta di Samuel Berdeen.
Vi eravate parlati
pochissime volte, in occasione degli incontri tra le vostre famiglie.
Clove si era sempre mostrata dotata di una cordialità
fredda,
disarmante, ingannevole. Sapevi che nei suoi sorrisi gentili si
celava un senso di superiorità, un'indifferenza verso
ciò che la
circondava. Parlava solo quando qualcuno la interpellava, e allora le
toccava falsare la gentilezza: altrimenti si guardava intorno con
aria annoiata, arricciava le labbra in una smorfia di disgusto quando
i tuoi genitori le voltavano le spalle, ti trafiggeva con la sua
espressione di ghiaccio.
Si comportava in
modo odioso, non potevi fare a meno di
riconoscerlo. E al
tempo stesso quella ragazza ti piaceva. Ti incuriosiva. Eri divertito
dalla sua maschera di assoluta antipatia.
Poi erano arrivati
i vostri diciassette anni. Era arrivata l'ennesima Mietitura.
Tra i ragazzi era
stato estratto il nome di un tredicenne biondo, che era salito sul
palco e aveva squadrato la folla radunata in piazza con aria
spaesata. Non era stata la compassione per quel bambino a muoverti,
ma unicamente la tua brama di vittoria, il tuo scalpitante desiderio
di apparire sugli schermi dei televisori come l'eroe che avrebbe
portato ulteriore ricchezza al suo distretto. Sapevi che
difficilmente un ragazzo di tredici anni avrebbe potuto vincere. E tu
eri stanco di quei sei anni passati attendendo una gloria effimera
che il destino non ti aveva portato a cogliere.
Così avevi fatto
un passo avanti, per poi urlare: -Mi offro volontario come tributo!
Sguardi puntati su
di te, applausi. L'adrenalina che ti scorreva nelle vene. In piedi
sul palco, avevi rivolto alla folla un sorriso soddisfatto e acceso
di follia.
Poi era arrivato il
turno delle ragazze. Non appena avevi sentito pronunciare il nome di
Clove Berdeen, un brivido ti aveva attraversato la schiena.
Lei. Clove. Saresti
stato costretto a ucciderla...
Per un attimo un
nodo ti aveva stretto la gola, nel vederla salire sul palco tutta
sorridente, bellissima nel suo abito bianco dai polsini ricamati:
neanche un accenno di paura nei suoi occhi.
“Sei un completo stupido,
Cato.”
ti eri detto
subito dopo.
Clove
era diventata tua nemica. Non avrebbe avuto esitazioni nel tagliarti
la gola con uno dei suoi coltelli, una volta nell'Arena,
perché tu
avresti dovuto averne per lei? Non contava che quel suo portamento
freddo in fondo ti piacesse, facesse scattare il tuo interesse: era
solo una ragazza. E tu non eri veramente innamorato. Non potevi
correre quel rischio.
Ora
sei in fin di vita, il sangue scorre sul tuo corpo dolorante. Puoi
solo urlare, non tenti più di alzare debolmente le braccia
per
parare quegli assalti continui.
E sei
consapevole di essere anche tu completamente umano. Capace di provare
l'amore così come la paura, quelle emozioni che hai
ridicolizzato
fino agli ultimi giorni della tua vita, relegandole nelle schiere
degli sciocchi e dei deboli. Questo prima di Clove, prima del dolore
che ti sta facendo versare lacrime calde e incontrollabili.
Morirai.
Ne sei sicuro. Per la prima volta ricordi il momento in cui ti sei
offerto volontario come tributo e lo giudichi un gesto avventato,
stupido, suicida.
C'è anche Clove
che alleggia nei tuoi pensieri: sì, perché infine
ti sei scoperto
davvero innamorato di quella ragazza. In caso qualcuno dei Favoriti
ti avesse ucciso, speravi nel profondo che fosse lei a vincere. Ed
eri sicuro che ce l'avreste fatta entrambi, quando era stata
annunciata la nuova regola: i vincitori degli Hunger Games potevano
essere due, se provenienti dallo stesso distretto.
Lei ti aveva guardato con un sorriso che aveva tradito tutto il sollievo, tutta la soddisfazione. Anche tu eri stato libero di sospirare: eri stato colto dall'istinto di avvicinarti al suo viso, spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio, baciarla...
Lei ti aveva guardato con un sorriso che aveva tradito tutto il sollievo, tutta la soddisfazione. Anche tu eri stato libero di sospirare: eri stato colto dall'istinto di avvicinarti al suo viso, spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio, baciarla...
Stavolta le zanne
affondano nella spalla. Sgrani gli occhi più che puoi mentre
il
dolore ti paralizza lì, a terra, e dalle labbra ti erompe un
grido.
Tu e Clove potevate
farcela, insieme, lo desideravate. Ma ora lei è morta. E tu
sai di
non poter resistere.
Tutti i tuoi sogni
sono stati spazzati via.
I tuoi genitori
fisseranno sconvolti lo schermo del televisore, forse tua madre
tremerà e si lascerà cadere pallida sul divano,
mentre tuo padre
getterà a terra il suo bicchiere di vino per la rabbia.
Il tuo distretto
quest'anno non avrà alcun vincitore. E tu non tornerai mai a
casa
con il tuo sorriso baldanzoso. Non avrai Clove al tuo fianco a cui
sorridere, a cui stringere la mano.
E lei non respirerà
più, non impugnerà mai più un
coltello, non ti mormorerà più
niente con la sua voce divertita e sicura.
Non ci sarà mai
più Clove a dirti che riuscirete ad andare avanti e a
giungere in
alto. Così come non ci sarai mai più tu a scavare
nel pozzo freddo
dei suoi occhi.
Non ci sarete più
voi.
E forse è giusto
così.
Ora vuoi solo che
questo strazio finisca.
Note.
Sì, prima o poi dovevo sbarcare anche io nel fandom di Hunger Games. E l'ho fatto con questa storia su due personaggi che mi incuriosiscono molto: immagino di non essere stata l'unica a fantasticare nel pezzo in cui Cato corre verso Clove, vedendola in fin di vita.
Insomma, secondo me qualcosa tra loro probabilmente c'era. Sono uno spunto ottimo per le fanfiction!
Penso che ne scriverò altre, per approfondire meglio la mia visione di Cato e Clove. Ah, riguardo il titolo... è in inglese, (You don't say?) lingua che amo/odio, se c'è qualche errore fatemelo notare e correggerò subito. Odio gli errori. Ho anche una dannata paura di essere andata OOC e di aver dipinto un Cato troppo... uhm, romantico? In tal caso fate notare: inserirò l'avvertimento.
Beh, non ho altro da aggiungere, spero che la storia vi sia piaciuta. Le recensioni fanno sempre piacere. A presto.;D
Note.
Sì, prima o poi dovevo sbarcare anche io nel fandom di Hunger Games. E l'ho fatto con questa storia su due personaggi che mi incuriosiscono molto: immagino di non essere stata l'unica a fantasticare nel pezzo in cui Cato corre verso Clove, vedendola in fin di vita.
Insomma, secondo me qualcosa tra loro probabilmente c'era. Sono uno spunto ottimo per le fanfiction!
Penso che ne scriverò altre, per approfondire meglio la mia visione di Cato e Clove. Ah, riguardo il titolo... è in inglese, (You don't say?) lingua che amo/odio, se c'è qualche errore fatemelo notare e correggerò subito. Odio gli errori. Ho anche una dannata paura di essere andata OOC e di aver dipinto un Cato troppo... uhm, romantico? In tal caso fate notare: inserirò l'avvertimento.
Beh, non ho altro da aggiungere, spero che la storia vi sia piaciuta. Le recensioni fanno sempre piacere. A presto.;D