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Autore: MoonClaire    10/06/2012    0 recensioni
Conosciamo Anny e Justin? Ora ecco come tutto è nato tra Sara e Chris
Questa fan fic è ispirata al libro Amo una Rockstar di Sara C. Zuccaro, la sua Coadmin della pagina facebook, ha scritto la prima ff, immaginandosi la nascita del film, vista dal personaggio di Anny. Ho deciso di studiare più a fondo cosa, invece, è successo tra Sara e il dolcissimo Chris Evans.
Per leggere la fic e saperne di più sul libro che l'ha ispirata, cercate Amo Una Rockstar su facebook!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Evans, Chris Hemsworth, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Qualcosa di umido e ruvido, mi svegliò quando entrò in contatto con la mia mano.
Alzando la testa pigramente dal cuscino, vidi East che mi guardava e, non appena si accorse di avere la mia attenzione, iniziò a scodinzolare.
“Ciao East…”, borbottai e ributtando la testa sul cuscino, tentai di riaddormentarmi.
Ma East, era deciso a non mollare.
Voltandomi in direzione di Chris, lo vidi profondamente addormentato al mio fianco. La parte inferiore del suo corpo era coperta dal lenzuolo, mentre la parte superiore era tutta lì per me da ammirare.
Era davvero straordinariamente bello…
Ammirai per qualche istante la sua schiena muscolosa e le spalle, che risultavano perfette e scolpite anche da quella posizione. Sorridendo, beata, mi strinsi nel lenzuolo.
Il giorno prima, a casa dei suoi era stato il delirio. Con tutte quelle persone, eravamo riusciti a stare insieme ben poche volte, ma non appena eravamo rimasti da soli, tenere le mani al posto era stato difficile. Non appena l’ascensore si era aperto sul piano di Chris, incuranti, per una volta, di East ci eravamo letteralmente lanciati uno nelle braccia dell’altro.
Avevamo iniziato a baciarci, a toccarci, a svestirci se possibile, per poi renderci conto che non eravamo nemmeno entrati nel suo appartamento.
“Aspetta…”, rise lui e infilando le mani in tasca cercò le chiavi. Intanto, East, aspettava impazientemente che il suo padrone riuscisse a farci entrare in casa.
Non appena la porta si aprì, Chris entrò e tolse il guinzaglio al suo fidato amico e poi, ridandomi la sua piena attenzione, me lo ritrovai addosso, alto, forte e duro contro di me.
Mi abbracciò, mi persi completamente in lui. “Non ce la faccio più…”, sussurrò e le sue mani così perfette e maschili attaccarono il mio corpo.
Non mi sentivo usata, mi sentivo solo donna… ci frequentavamo già da un po’ e la lontananza aveva contribuito ad incrementare il nostro desiderio, il nostro bisogno.
Avevo un bisogno fisico di stare con lui, di sentire la sua pelle sotto le mie dita, di sentirlo contro la mia pelle.
 Non ricordo i particolari… so che non ce la facevo più a stargli lontana e così, avevo smesso di ragione.
Basta seguire la testa, volevo solo farmi guidare da lui…
E Chris sembrava disperato quanto me. Le sue mani era ovunque contemporaneamente. Prima si perdevano nei miei capelli, poi scendevano velocemente per il mio corpo, mi tiravano contro di lui, mi svestivano famelicamente.
E la stessa cosa facevo io… Non ricordo nemmeno se la sua maglietta l’avevo tolta io o se ne era liberato da solo, ma mi ero ritrovata davanti al corpo nudo di Chris e accarezzarlo fu l’unica cosa che riuscii a fare.
Era scolpito e ben definito. I muscoli giocavano armoniosamente tra di loro e sospirando, gli accarezzai prima gli addominali perfetti per poi risalire per i pettorali e finire con il massaggiargli quelle spalle che tanto adoravo.
“Sara…”, sussurrò lui nel buio della sua camera ed io impazzii.
La sua voce sexy e profonda risuonò intorno a me e mi catturò il resto dei sensi che non usavo per godermi quei meravigliosi attimi.
Non accese la luce ed io non glielo chiesi. Mi fidavo di Chris. Anche se lo conoscevo da una manciata di settimane, mi fidavo ciecamente di lui. Si era mostrato apertamente a me, aveva fatto in modo che potessi conoscere solamente il vero Chris ed io lo apprezzavo. Non mi aveva mai messo in dubbio ed io volevo fare lo stesso con lui.
Mi svestì, sfiorò la mia pelle, mi faceva rabbrividire di piacere sotto quelle dita che tanto adoravo.
Cercavo il suo sguardo… Il buio della stanza era interrotto dalla luce che entrava dalla finestra. Mi sorrise, in quel modo che solo lui sapeva fare e ancora una volta, non riuscii a farne a meno, passandogli le braccia al collo e costringendolo ad abbassarsi verso di me, attaccai le sue labbra.
Adoravo baciarlo… Adoravo il suo sapore… adoravo, lui.
La sua pelle mi faceva impazzire, lo graffiai lievemente e Chris mormorò sottovoce il mio nome, ancora una volta.
E i suoi baci furono ancora su di me.
“Chris…”, mormorai. Volevo sentirlo parlare, volevo solo ascoltare la sua voce mentre faceva l’amore con me.
Rise sottovoce, in così poco tempo aveva imparato a conoscermi benissimo.
Mi accompagnò verso il letto e baciandomi ancora una volta, o più che altro togliendomi il fiato, insieme ci sdraiammo, incuranti di tutto.
E poi, Chris mi parlò sottovoce, mi guardò negli occhi dolcemente e, prendendomi, finalmente, ci fece diventare una cosa sola.
 
Uscendo dal bagno, accaldata per il solo pensiero della notte passata con Chris, East mi accolse scodinzolando ancora una volta. Prendendo il guinzaglio dal pavimento, lo guardai immusonita. “Mi stai simpatico East, ma sei un guastafeste…”.
Recuperando velocemente gli occhiali da sole e il cellulare dalla borsa, indossai solamente un paio di ciabatte infradito e insieme al mio amico a quattro zampe mi avventurai per Boston.
“Spero tu sia bravo a fiutare la via del ritorno, East, perché io ho il senso dell’orientamento di una patata!”, esclamai al cane non appena uscimmo dal portone della palazzina.
Povero East, non appena fummo in strada, corse, e letteralmente mi trascinò dietro, verso il primo albero disponibile. “Ti scappava proprio…”, borbottai guardando altrove, dandogli così la privacy di cui aveva bisogno. Non mi stupii del perché mi aveva tirata giù dal letto e mi aveva messa alle strette durante la preparazione. Quando finì e svuotò tutto quello che doveva, mi guardai attorno. “Potremo fare quattro passi…”, gli dissi, sapendo che dovevo trovare un modo per sfogare il nervosismo che la presentazione del pomeriggio stava creando.
Iniziai a camminare con lui per la strada e superato il quartiere, ci trovammo nei pressi di un parco. East non mi diede nemmeno il tempo di pensare e deciso mi portò verso l’entrata. Chris probabilmente lo portava spesso a passeggiare e correre lì, ma, non sapendo le sue abitudini, decisi di non togliergli il guinzaglio.
Oltrepassai una ragazza seduta su una panchina e notai che aveva tra le mani e stava leggendo il mio libro. Sorrisi. Sapere che qualcuno poteva essere interessato alle storie che avevi da raccontare, mi scaldava sempre il cuore.
La ragazza, quando passai davanti a lei, alzò pigramente gli occhi, la sua espressione concentrata dalla lettura e, senza degnarmi di un secondo sguardo, tornò alla sua attività.
Era bello essere scrittori, in pochi ti riconoscevano, apprezzavano di più le tue parole.
East, mentre mi godevo quella bella mattinata d’estate, mi trascinò a destra e a sinistra per il parco, e quando ci incamminammo per la via di casa, notai che era quasi l’una e avrei dovuto sbrigarmi a prepararmi per arrivare puntuale alla mega libreria che avrebbe ospitato l’evento.
Salutando il portinaio all’entrata del palazzo, io e East optammo per le scale, il che, mi diede il colpo di grazia che mi avrebbe accompagnato sotto alla doccia. Entrando, facendo attenzione a non fare rumore, fui accolta da un acuto proveniente dal bagno. Mi meravigliai che East non si spaventò…
“Touch me, it’s so easy to leave me, all alone with my memory…”.
Posando le chiavi sul tavolino accanto alla porta, mi bloccai.
Quella era Memory.
Da Cats…
Cioè, fatemi capire bene, Chris sotto la doccia si fa passare tutti i classici di Broadway?
Mi voltai verso East. “Ora ti volatilizzi cagnone…”, borbottai accarezzandogli la testa.
Obbediente, andò verso il soggiorno ed io, davanti alla porta del bagno, sorrisi. Aprendola dolcemente, entrai proprio mentre Chris raggiungeva un acuto perfetto. Guardandolo con entrambe le sopracciglia alzate, tentai di non ridere quando il ragazzo si bloccò nel vedermi. E poi, smettendo di insaponarsi i capelli, chiuse le mani a pugno e continuò con la strofa finale. Acuti e espressioni da premio Oscar.
Chiamandomi a lui con un cenno del dito, mi svestii dalla canotta e dai pantaloncini e sciogliendomi la coda, entrai con lui.
“Se riveli quello che hai sentito…”, minacciò lui prendendomi tra le sue braccia.
“Che fai?”, chiesi ridendo, “Mi sfidi a passi di danza?”.
Annuendo più serio che mai, si avvicinò e mi baciò. Notando la mia titubanza, Chris si allontanò. “Mi sono lavato i denti!”.
Non appena ricevetti quella conferma, gli saltai al collo.
Tra un bacio e l’altro, le sue mani iniziarono a vagare nuovamente per il mio corpo. “Dov’eri?”, chiese scendendo verso il collo.
Chiudendo gli occhi, sospirai “Il tuo cane è venuto da me quando ha capito che da te non c’era spazio per i suoi bisogni…”, spiegai brevemente.
Alzandosi, Chris mi sorrise. “Sai quanto ti adoro per il solo fatto che vai d’accordo con lui?”.
Ridendo lievemente e abbracciandolo per nascondere l’imbarazzo, annuii e scherzai. “Certo che lo so…”.
Le sue braccia mi strinsero forte a lui, le sue mani scivolavano dolcemente su e giù per la schiena bagnata. “No… Sara… non lo sai…”, e posando la testa sul suo petto, riuscii a sentire i battiti del suo cuore.
Tentando poi, di non mettermi in imbarazzo, spingendomi lievemente fuori dal getto d’acqua, mi appoggiò al muro. “Però… potrei mostrartelo facendo l’amore con te…”.
Ecco… arrossii… ma mi ritrovai ad annuire e ad accettare i suoi baci che arrivarono caldi e delicati addosso a me…
 
La presentazione andò alla grande.
Ero sempre nervosissima, ma quella volta, sapere che a pochi passi c’era Chris che mi aspettava, mi aiutò a viverla in maniera leggera e meno stressante.
Arrivammo alla libreria solo per essere accolti da molte persone che erano in coda sia per assistere, sia per poter avere la loro copia del libro autografata.
Non lo avrei mai pensato, ma Chris non esitò a tenermi per mano e a starmi accanto, nonostante fosse pieno di persone e giornalisti.
Non voleva tenermi nascosta.
“Nervosa?”, chiese poco prima della mia entrata in scena. Aveva sentito come continuavo a stringere la sua mano e a giocare con le sue dita e così, cercando prima di tranquillizzarmi cercando di farmi parlare del più e del meno, aveva poi optato per altri metodi, per distrarmi dai miei pensieri.
Era un tesoro, e lo era ancora di più quando, concentrato iniziò ad ascoltare i motivi del mio nervosismo.
Come mi dava attenzione lui, me l’avevano data in pochi.
“Vieni Sara!”, esclamò il presentatore dell’evento.
Sospirai, mi girai per passare la tenda, ma Chris mi fermò.
Mi baciò la guancia e poi, lasciandomi la mano, mi lasciò andare.
E così mi ero ritrovata seduta ad un tavolo sotto l’attenzione di circa un centinaio di persone.
Avevo fatto come succedeva spesso, e cioè concentrarmi pienamente su chi mi faceva le domande, ma mi era capitato più di una volta di guardare la folla e vedere Chris, all’estremità della prima fila, darmi tutta la sua attenzione.
Ascoltava, in piedi appoggiato ad una parete, le mie risposte, le braccia incrociate e le sopracciglia corrugate, servivano solo a darmi la conferma di quanto davvero gli interessasse quello che avevo dire.
Non mi era mai capitato.
Mi sentii avvampare. Chris ed io eravamo connessi non solo sul piano fisico.
Cercando si stare concentrata sui chi mi poneva le varie domande, provai a non pensare a lui. Ma era difficile.
Mi riempiva la mente, sentivo la sua presenza anche se era distante metri da me.
La folla iniziò ad urlare, ed io, confusa, guardai il presentatore. Mi ero persa e non avevo sentito la domanda.
Tutti risero quando arrossii per la gaffe. E il ragazzo al mio fianco, gentilmente ripetè quello che mi era stato chiesto “Sandra chiedeva se per caso anche tu, come le tue protagoniste, hai trovato l’amore!”.
Arrossii ancora di più e i miei occhi andarono istintivamente verso Chris.
Errore.
Chi lo notò, si girò fulmineamente in sua direzione.
Sentendosi chiamato in causa, dopo essersi abbassato leggermente il cappello sugli occhi, alzò un mano per salutare chi, incuriosito, lo guardava.
“Ci sto lavorando…”, replicai ridendo per tentare di riportare l’attenzione su di me.
Non ci riuscii, avevo sentito qualcuno dire chiaramente il suo nome, e iniziai a farmi prendere dal panico.
Era tutto appena nato, era ancora tutto nostro…
Notando il mio cambio d’umore, il presentatore, tentò di fare qualche battuta e poi, schiarendosi la voce, incitò il pubblico a proseguire con le domande.
Tentai davvero di prestare più attenzione e dopo qualche istante, l’attenzione di tutti tornò su di me e Chris poté tornare nel suo anonimato.
Le domande, per fortuna, restarono da quel momento incentrate sulla mia scrittura e sui miei romanzi, evitando così di mettere nuovamente me e Chris in imbarazzo.
Quando il tempo della presentazione stava per giungere al termine, Jake, il presentatore, invitò tutti a mettersi in fila in modo che  potessero avere la loro copia del libro autografata. “Vedremo di garantire una copia con autografo a tutti i presenti!”, promise poi ricordando che l’incontro non era stato a pagamento.
Mentre i presenti si sistemavano ordinatamente, lanciai ancora uno sguardo in direzione di Chris. Era ancora là, nella stessa posizione in cui l’avevo lasciato.
Il pubblico non l’aveva intimorito, non si era spaventato ed io gli sorrisi.
Cos’altro potevo fare?
Quando lui si accorse della mia attenzione, ricambiò il sorriso.
Ed io, soddisfatta e incredibilmente serena, potei dedicarmi senza problemi e secondi pensieri alle persone che erano venute per me.
 
“Sei stata bravissima”, mormorò lui abbracciandomi, “Difficile dire che a momenti vomitavi dal nervosismo!”.
Alzandomi in punta di piedi, gli baciai una guancia. “Merito tuo…”, replicai.
Ed era incredibilmente vero. Spesso e volentieri, durante le presentazioni, riuscivo a cavarmela quasi sempre egregiamente, nonostante mi sentissi quasi male davanti a delle folle così grandi, ma la presenza di Chris, quel giorno, mi aveva calmato. 
Arrossendo e tentando di mascherarlo, il ragazzo si abbassò il cappello sugli occhi.
“Non esagerare… avresti fatto lo stesso… non mi hai mai visto prima di un red carpet…”, concluse lui, passandomi un braccio intorno alle spalle.
“Sara!”, mi chiamò Jake avvicinandosi, “Sei stata bravissima, il pubblico era entusiasta!” e soddisfatto mi porse la mano da stringere. Dopo aver fatto lo stesso con Chris, restò qualche minuto a discutere su come si era svolto l’incontro e poi, salutandoci, tornò nell’ufficio della direzione.
“Andiamo?”, chiese Chris prendendomi la mano.
Annuendo, la strinsi tra la mia e intrecciai le nostre dita, per poi iniziare a incamminarci verso l’uscita, fermandoci, qua e là a curiosare tra i libri e i cd.
Non appena uscimmo dalla porta, un gruppo di fans ci fermò per foto e autografi. Alcune ragazze lasciarono in pace Chris, altre invece, chiesero anche a lui di fare una foto insieme. Altre ancora, volevano la foto con entrambi.
“Uscite insieme?”, chiese una ragazza con i capelli biondi, riprendendo la sua macchina fotografica dopo che Chris aveva scattato con l’autoscatto.
“Chi lo sa!”, replicò lui sorridendo, e riprendendo la mia mano, salutammo tutti i presenti e ci avviammo a piedi verso i taxi.
“Domani saremo su parecchi siti di gossip!”, disse Chris aggrottando le sopracciglia. “Sei pronta?”.
Annuii e strinsi ancora di più la sua mano.
Domani non sarei stata più con lui e avrei dovuto affrontare tutto da sola.
Sperai solo che la riservatezza che Chris aveva avuto in tutti questi anni, sarebbe servita a tenere ancora lontano i curiosi.
“Non sarai da sola…”, mormorò lui rallentando il passo.
“Nemmeno tu…”, gli dissi, “Io e te…”.
“Già… io e te…”.
 E Chris mi stupì ancora quando si fermò e in mezzo alla strada, davanti a tutti, mi baciò.
No, non sarei stata da sola e forse sì, forse mi stavo già innamorando di Chris. Quanto tutto questo fosse impossibile, decisi di lasciarlo per un secondo momento…
   
 
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