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Autore: shevaara    10/06/2012    1 recensioni
Tema scolastico in cui si doveva riscrivere un avvenimento de "i Promessi Sposi" in un altra epoca. Io ho scelto la notte dell'innominato in America agli inizi del '900. Niente di che, ma mi sono divertita ^^
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole accecante insieme all'inaspettato caldo dimostravano con prepotenza che l'estate era arrivata anche lì, fino a New York. Le finestre erano spalancate e correnti d'aria fresca si muovevano piacevoli in tutte le stanze. Tutte tranne una. Il caldo era insopportabile, il buio opprimente, ma Lucia aveva chiuso ante e finestra non appena entrata, sbattendole con forza, mossa da spavento. Ora giaceva lì, in un angolo tra il comodino e il muro, le gambe strette al petto.
L'Innominato la guardò con cipiglio severo.
- Che ci fa lì, a terra come una pezzente? Al buio in questo caldo soffocante... Non ti avevo forse detto di trattarla bene? - chiese con tono di rimprovero.
- È stata lei a chiuder la finestra... - rispose in un sussurro la donna la suo fianco - non ha voluto muoversi da lì... -
L'uomo si avvicinò di un passo alla ragazza, guardandola dall'alto.
- Alzati - le disse, ma non ottenne risposta. - Alzati, ho detto - continuò.
La giovane lo guardò sollevando appena il capo.
- Non ho intenzione di farti del male - cercò di rincuorarla, nella voce una sfumatura di dolcezza che raramente aveva avuto.
Lucia si mosse incerta, alzandosi in piedi ma rimanendo a ridosso del muro come se quella solida presenza potesse darle conforto. Era spaventata, quasi terrorizzata. Non capiva dov'era, non trovava un senso a quel complotto, e questo le faceva temere il peggio.
- Facciamola finita... - sussurrò. Meglio morir subito che subir chissà quali pene.
- Non ho intenzione di farti del male - ripeté l'uomo in un sospiro.
- Calmati ragazza. - Si accorò la donna - Sentito? Non ha intenzione di farti del male -
- E allora.... - mormorò la ragazza, stringendo il bordo della camicetta che indossava, piegandolo e stropicciandolo con nervosismo misto a paura, le mani mosse da lievi tremiti - E allora perché son qui? Che vi ho fatto per esser rapita, per essere trattata in questo modo...? - la voce le morì in gola.
- I miei uomini ti hanno forse fatto del male? - L'uomo si corrugò.
- Mi hanno rapita, mi hanno presa a tradimento trascinandomi fin qui...! - Strinse le mani, fissando i propri occhi in quelli dell'innominato come non aveva osato far prima. - Perché? Perché mi fate questo? Se non avete intenzione di punirmi significa che non vi ho fatto niente, quindi perché sono qui? Lasciatemi libera, vi prego. - avanzò di un mezzo passo, il suo volto che annunciava lacrime che presto le avrebbero bagnato le guance. - In nome di Dio, vi prego! -
- Dio, Dio, sempre lui salta fuori - La interruppe sdegnato l'uomo - Sempre Dio si nomina quando si cerca pietà che non può esser concessa... -
Fu come una pugnalata al cuore di Lucia, ma lei forte, vacillò appena.
- Da chi credete che possa aspettarmi un aiuto se non da Dio? In questo covo di malviventi, in mani sconosciute che fin ora non hanno fatto altro che farmi soffrire? - Le tante minacciate lacrime rigavano ora il volto della ragazza.
Quante giovani vite aveva avuto tra le mani? Quante donne aveva visto piangere ai suoi piedi implorando pietà? Lei non era diversa da molte altre, eppure guardarla in viso in quel momento sembrava muovere qualcosa nel cuore dell'uomo.
- Se vi pentite di un vostro peccato vi sarà perdonato! - Continuò la giovane - Lasciatemi andare, liberatemi. Per un atto di misericordia Dio perdona tante cose! -
L'innominato si voltò, dando le spalle a Lucia. Non voleva far vedere quel turbamento che, ora, stava nascendo in lui. Si fece scuro in volto, avanzando verso la porta.
- Domani mattina... - disse con voce bassa.
- Perché non mi liberate ora? -
- Domani mattina parleremo e... Si vedrà. Ti farò portare del cibo, dormi e mangia. - Si fermò sull'uscio della porta, voltandosi appena a guardare Lucia.
- No, vi prego... - gli stava rispondendo, ma l'uomo non voleva più sentirla, aveva già messo abbastanza dubbi nel suo cuore. Chiuse la porta e si allontanò nel corridoio.


Il ventilatore girava lento, in alto sul soffitto, riecheggiando nell'orecchio dell'innominato come il rombo d'un tuono. Lo fissava senza saper che fare, fermo sulla sua poltrona. Aveva ragione, Nibbio: quella ragazza era in grado di cambiarti con poche parole e un solo sguardo. Pentimenti che mai aveva avuto si mischiavano a disprezzo per se stesso.
Perché l'aveva rapita? Per il piacere di un altro gangster che non era rivale, ma neanche era amico. All'improvviso ciò che stava facendo gli parve così insensato che si sentì precipitare nel vuoto. Quella ragazza era lì, a soffrire, per cosa? Per un capriccio. L'avrebbe libera l'indomani stesso, senza esitazione. Che Rodrigo soddisfacesse da solo i suoi capricci!
Si passò una mano sul viso, stanco quanto non mai. Ah, quegli occhi, quelle così innocenti lacrime, quelle parole...
“Per un atto di misericordia Dio perdona tante cose” aveva detto lei.
Gli sfuggì una mesta risata. Per redimersi da tutto ciò che aveva fatto cento azioni misericordiose non sarebbero bastate.
Per quale motivo aveva sulle spalle tante violenze? Solo e unicamente per capricci altrui. Se una volta questa consapevolezza non l'avrebbe smosso ora gli sembrava un peso insostenibile. Solo per soddisfar capricci quanti torti aveva fatto, quanto dolore e sofferenza aveva causato, quanta morte aveva distribuito...!
Era sul fondo di un abisso le cui pareti, lisce come fossero levigate, gli precludevano qualunque scampo. Il suo sguardo cadde sulla scrivania, dove la sua Mangnum giaceva.
Una via di fuga c'era.
Si alzò prendendo in mano la pistola. Una definitiva e irrevocabile via di fuga. Lentamente alzò la mano, poggiandosi il freddo metallo alla tempia. Quante vite aveva interrotto in questo modo. Gli corsero alla mente tutti quei cadaveri di cui i suoi uomini si erano sbarazzati e il terrore che lo stesso potesse accadere a lui lo atterrì. Tagliato a pezzi e dato in pasto ai maiali... No, non avrebbe potuto sopportarlo. E poi il suicidio... Un'onta che avrebbe accompagnato e segnato il suo nome... Un ricordo vago gli guizzò in mente. Chi si suicida, anche se dal cuore puro, non passerà i portoni del paradiso. Il suo cuore era marcio, le sue mani grondavano sangue... Se davvero c'era un aldilà, se davvero c'era qualcosa oltre la morte, suicidio o no, non sarebbe stato niente di buono per lui.
“Per un atto di misericordia Dio perdona tante cose”
No, non era sul fondo di un abisso dalle pareti insuperabili, quelle pareti erano piene d'appigli. La scalata era ardua da compiere, necessitava sacrifici e impegno, ma anche per chi, come lui giaceva nel buio profondo, era possibile rivedere la luce del sole.
Il primo appiglio per iniziare la scalata era lì davanti a lui, nitido più che mai. Avrebbe liberato
Lucia appena si fosse fatto giorno. E per il resto, chissà, aveva tanto a cui riparare...
   
 
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