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Autore: Vitriolic Sheol    11/06/2012    2 recensioni
Un’anima imprigionata, indotta alla follia.
Un corpo che impiegò quattro anni per morire. Quattro anni in cui fu, forse, sostentato dalla maledizione che ancora ne infiammava il cuore.
“Io ritornerò."
Oltre Kingdom Hearts, oltre la spasmodica ricerca di cuori, attorno ai Nobody corrono un sacco di altre vite. Vite a volte semplici, a volte più complesse, felici o tormentate.
E poi, ci sono vite un pò più particolari di altre. Con una verità che forse, sarebbe stato meglio tenere nascosta.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel, Nuovo personaggio, Organizzazione XIII
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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(consiglio la lettura ascoltando "Night of the Cursed" dalla colonna sonora di Kingdom Hearts II )

 

Capitolo 1
Prologo


 

Grida.

Urla disumane di disperato terrore rimbombano tra le fredde mura della prigione, facendo salire un brivido ghiacciato lungo la schiena di tutti coloro che possono udirle.

Man a mano che il luogo destinato si appropinqua, le grida aumentano sempre di più, lasciando il tono umano ed avvicinandosi a quello di bestia.

Grida, a cui si affiancano ora tremende maledizioni ed ingiurie.

"MALEDETTI! DANNATI FIGLI DI CAGNA, POSSIATE FINIRE ALL'INFERNO! MALEDETTI!"

Il luogo predestinato si fa sempre più vicino, i quattro soldati lì di stanza possono ora vedere bene la gola da cui scaturiscono.

E' una donna sui 50 anni, tenuta a forza per le braccia da due guardie; grida, e si dibatte furiosamente, tanto che alcune ciocche dei lunghi capelli corvini sfuggono all'elegante acconciatura, ricadendole sul viso ancora avvenente e coprendo i superbi occhi grigi scintillanti di folle ira furibonda. Ella, non appena si accorge del pesante portone di frassino, che pare attenderla malevolo, comincia a gridare ancora più furiosamente, iniziando a dibattersi come un cavallo imbizzarrito.

Sa che oltre quel portone c'è il punto di non ritorno. Sa che quella sottile striscia di mattoni sull''uscio è il suo ultimo legame con il mondo terreno.

Oltre quella porta, l'attende il Nulla.

Scalcia e si dimena furiosamente, gridando nuove imprecazioni e nuove ingiurie. I suou scatti sono talmente violenti che due uomini non bastano più a tenerla, altri due soldati devono arrivare in aiuto ai commilitoni, che l'afferrano per le gambe e la sollevano.

"Le gambe, prendetela per le gambe!"

"Ce l'ho, attenti a non farla cadere!"

"Non sta ferma!"

Benchè intrappolata nella morsa ferrea di otto possenti mani, abituate alla rudezza delle armi ed ai corpi dei nemici morti, la donna non si arrende.
Poco le importa che qualche capello si strappi. Non si cura della raffinata acconciatura che si spettina e si arruffa. Non bada alle stoffe preziose dell'abito, che si sgualciscono e si lacerano. E' subentrato in lei quel disperato senso di sopravvivenza, quell'ancestrale impulso alla vita, che è pronto a qualsiasi cosa.

Anche ad uccidere, se necessario.

"MALEDETTI FIGLI DI PUTTANA! TOGLIETEMI LE MANI DI DOSSO, VOI NON SAPETE CHI SONO IO! LASCIATEMI!"

Oltrepassano il portone. L'ora è giunta, e nel suo dimenarsi riesce a vedere una grossa pila di mattoni, che le sembrano avere il colore del sangue, e della calce; davanti a lei un muro enorme, scabro, dove sono inchiodate quattro cinghie in una leggera rientranza, come una nicchia incassata nella parete. Sollevandola di peso come un burattino senza fili, ghermendola per le spalle e le ginocchia, i quattro soldati le fanno aderire la schiena contro il muro mentre altri due si affrettano a legarla.

La prima cinghia, appena sopra le ginocchia, quasi le fa  perdere l'equilibrio.

Le grida aumentano, stillanti odio e tremenda ira.

La seconda, in vita, le mozza il respiro per qualche istante.

"MALEDETTI! SIETE OSSA DANNATE, ED ANIME DANNATE! E CAMMINERETE NEL MIO STESSO INFERNO!!"

La terza cinghia, al polso sinistro, le escoria la pelle candida.

"IO RITORNERO'!! QUEST'OGGI VOI FATE MORIRE SOLO IL MIO CORPO, IO RITORNERO' PER TORMENTARE I VOSTRI SOGNI E LE VOSTRE NOTTI!!"

La quarta, al polso destro, decreta la sua finale sconfitta.

E' immobilizzata contro al muro, legata con il cuoio forte e spesso, ed è come crocifissa. Allontanatisi da lei, i soldati afferrano la calce ed i mattoni. E mentre vede innalzarsi il muro che decreterà la sua fine, la voce esce ancora potente, facendo quasi tremare di terrore le disgraziate guardie lì presenti.

Quando terminano la costruzione mortuaria, di lei non rimane altro che una voce urlante dietro un muro di mattoni ed una bocca sottile, contratta per la furia, che si intravede da una piccola feritoia.

"SIATE DANNATI! SIATE DANNATI TUTTI QUANTI! IO RITORNERO'! IO RITORNERO'!!!!"

Un'anima imprigionata, indotta alla follia. Un corpo murato vivo.

Un corpo che impiegò quattro anni per morire. Quattro anni in cui fu, forse, sostentato dalla maledizione che ancora ne infiammava il cuore.

"Io ritornerò".

  
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