Questioni d'origine.

L'alba di un nuovo giorno faceva capolino, timidamente, dietro un colle verdeggiante; l'estate, la bella stagione di libertà, era appena cominciata.

Ogni studente sembrava essersi tolto un peso dallo stomaco, come se in grembo fossero racchiuse le più infime sensazioni di disturbo e di paura. Quella fantastica giornata, quel 9 di Giugno, ogni giovane anima aveva lanciato il suo silenzioso grido, represso per mesi, che era il frutto degli sforzi e di tutta la fatica.

I saluti dei compagni, gli abbracci e le maledizioni lanciate, muovendo semplicemente le labbra, ai quei professori che, come tiranni nei tempi dei greci e dei romani, avevano giocato con le loro sorti in quell'anno scolastico.

-Secondo me, - Stava dicendo appunto Pervinca, mentre si allontanava con sua sorella e Grisam dalla scuola -Loro si divertono a vederci morire dentro, mentre decidono cosa fare; manovrano il nostro destino!-

Vaniglia scosse la testa, ormai rassegnata alle affermazioni fuori luogo della suo Vì; pur non volendo, non poteva non essere d'accordo: alcuni docenti sembravano riversare su quei poveri studenti che, non potendo reagire, accettavano di buon grado le ire e gli urli che lanciavano i loro insegnanti.

-Su, cara mia, – Cominciò Grisam, avvicinandosi alla sua bella -Finalmente è finita: non dovrai più alzarti presto alla mattina, potrai correre serena per le verdi vallate di Verdepiano. Ogni giorno sarà diverso, l'estate riserva mille avventure-.

Gli occhi s'illuminarono, mentre già assaporavano quella libertà tanto agognata; riuscivano a sentire l'odore dell'erba tagliata, quel profumo acre e nuovo che si innalzava soave dai prati potati; percepivano l'acqua salmastra del mare sulla pelle, che lasciava quel sottile strato di salsedine sugli arti, e anche la calda e morbida sabbia sotto i piedi.

Perfetto, tutto era così placido e tranquillo.

Quando i ragazzi si stavano avvicinando a casa Periwinkle, una bimba dalle goti rosate e i capelli biondi si presentò a loro; timidamente, procedette verso Pervinca e le tirò un lembo della camicetta.

-C-Ciao...- Mormorò la bimbetta, che sembrava una docile bambolina di porcellana. -Potrei farti una... Una domanda?-

L'interpellata, stupita, annuì restando ferma come una statua, immobile.

-Io volevo sapere di te.- Disse la bambina, convinta. -Mi chiamo Fiordaliso. Mi chiedevo, scusami tanto per la mia invadenza, come mai tu sei Buio? Cioè, scusami nuovamente, come mai tutta la tua famiglia è Luce e tu invece sei... Buio. La mia mamma mi ha detto che sei eccezionale, è vero?-

Se prima era incuriosito, adesso il gruppetto era completamente spiazzato: una bambina piccola come quella che parlava in modo così istruito? E che faceva domande così specifiche?!

Pervinca, sentendosi sotto indagine, sorrise un po' beffarda; si avvicinò a Fiordaliso e le sfiorò il nasino delicato.

-Rispondendoti sinceramente, io non ne ho la più pallida idea. Mi sono chiesta a lungo il perché della mia strana origine: insomma, mai si è sentito di una strega nata Oscura da una famiglia Luminosa. Nemmeno mia zia, grande esperta delle arti magiche, è mai riuscita a darsi una spiegazione; così, alla fine abbiamo deciso di lasciar perdere. In me, differentemente da mia sorella, non c'è traccia di luce. Sono il buio, la personificazione dell'oscurità più pura, ma che ci vogliamo fare? Il buio e la luce, due metà di un'unica realtà; la completezza assoluta, la perfezione separata in due entità. Bisogna solo accettarlo, non c'è maniera.-

La piccola Fiordaliso, soddisfatta per la risposta, salutò con la manina e si avviò verso la sua mamma.

-Wow, sono colpita Vì.- Mormorò Vaniglia, sorpresa -Da dove è nata tutta questa filosofica risposta? Non mi farai credere che l'hai strutturata tu di sana pianta!-

Pervinca sorrise, alzando lo sguardo verso il caldo sole di giugno e si passò una mano tra i capelli. -E chi lo sa?- Concluse poi. -Magari, questa bella stagione mi farà diventare Luminosa-.