Fanfic su artisti musicali > Nightwish
Ricorda la storia  |      
Autore: Sweetie616    11/06/2012    5 recensioni
Una canzone che ha lo stesso ritmo della neve che scende, una ninnananna promessa tanti anni prima, e quella che diventerà davvero una magia d'inverno...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tuomas Holopainen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A winter fairytale

Un papiro, una fan fiction chilometrica travestita da one shot. Quello che voleva essere un esperimento mi ha decisamente preso la mano e non ho avuto più cuore di dividerla.
Un immenso grazie a Taikatalvi, che è stata la mia colonna sonora di un bellissimo inverno finlandese, un grazie alle pazze che sopportano i miei quotidiani deliri e a quelle che mi hanno vista uscire devastata da una certa signing session, e ovviamente un grazie anche al Maestro, senza il quale questa storia non sarebbe mai stata scritta.
Vi consiglio di leggerla con il sottofondo di Taikatalvi in versione orchestrale e...spero vi piaccia! 





I am the journey,
I am the destination,
I am the home
The tale that reads you



Neve.
Satu guardava dalla finestra i primi fiocchi di neve della stagione. Scendevano leggeri, delicati, a ricoprire con un manto candido la foresta attorno alla casa della sua infanzia, si tuffavano nel lago che a breve si sarebbe fuso con la terra, dando vita ad un’unica distesa ghiacciata destinata a durare mesi, finchè il pallido sole primaverile non avesse portato di nuovo il calore e la luce nella terra dei ghiacci. La sua terra. Quella da cui è stata lontana tanto, troppo tempo, quella da cui è fuggita per poi capire che da loro, dai ricordi, non si può mai fuggire davvero.
Più di dieci anni lontana dalla Finlandia, dai suoi amici, dal suo mondo. Per inseguire un sogno, lasciandosene un altro alle spalle. Nell’assolata California, a seguire la migrazione delle balene, prima per la tesi di laurea, poi per quella di dottorato. E alla fine, il suo lavoro, per ironia della sorte,o forse perchè in fondo in fondo era ciò che aveva sempre voluto, l’aveva riportata in Finlandia.
Una cattedra all'Università di Kuopio, a soli 33 anni, era ciò che l'aveva convinta a rientrare. Aveva preso un piccolo appartamento in affitto, ma dopo aver sistemato tutte le sue cose aveva ancora una settimana prima di iniziare il nuovo lavoro, così decise di affrontare i suoi fantasmi una volta per tutte, tornando a Kitee, il posto in cui era cresciuta e aveva trascorso i momenti più belli della sua vita.
Sapeva già che non sarebbe stato affatto facile, e ne ebbe la conferma quando alzò gli occhi, dal terreno ormai quasi completamente bianco a una grande casa dall'altra parte della strada.
Lui non abitava più lì da tempo, questo Satu lo sapeva bene, ma una piccola parte di lei sperava di vederlo aprire la tendina per salutarla, come facevano da piccoli prima di andare a dormire. Lui era sempre stato la prima persona che vedeva la mattina appena sveglia e l'ultima prima di andare a dormire. Era stato il suo punto fermo, la sua ancora di salvezza, il suo migliore amico e il suo primo amore. Ma il tempo le aveva portato via tutto, o forse era stata proprio lei a permettere che ciò accadesse.
Un giorno forse avrebbe anche avuto il coraggio di attraversare quella strada per andare a salutare Kirsti. Chissà se quella casa era rimasta calda e accogliente come lei la ricordava... c'era sempre profumo di torta di mele e di dolci alla cannella, di Natale e di legna bruciata nel camino. E c'era la musica dolce di un pianoforte che la guidava sempre fino alla sua stanza, dove lui la aspettava con il sorriso sulle labbra.
Satu lasciò andare un sospiro, chiuse la tenda. Forse non era ancora pronta. Non era pronta nemmeno a ritrovarsi da sola in quella grande casa, che un tempo risuonava delle risate infantili sue e di suo fratello, della nonna in cucina e della radio del nonno. Suo fratello viveva a Helsinki, vicino ai suoi genitori, e anche la nonna era stata costretta a trasferirsi da loro. Quel piacevole caos non sarebbe più tornato, purtroppo. C'era troppo silenzio, in quella casa, e Satu non era ancora del tutto pronta ad affrontarlo.

The flowers of wonder and the hidden treasures,
In the meadow of life, my acre of Heaven.
A five-year-old winter heart in a place called home
Sailing the waves of past.


Aveva 5 anni quando, per la prima volta, aveva avuto il permesso di trascorrere le vacanze estive a Kitee dai nonni. Suo fratello Akseli, di tre anni più grande, lo faceva già da un paio d'anni, e Satu era quasi invidiosa dei suoi racconti estasiati alla fine dell'estate. Finalmente era abbastanza grande anche lei e ora se ne stava lì, seduta su una valigia più grande di lei, ad aspettare che suo padre tirasse fuori la macchina dal garage per accompagnare i bambini dai nonni. Akseli non era stato zitto un attimo durante le cinque ore di viaggio da Helsinki a Kitee. Aveva parlato a Satu dei suoi amici, delle corse nei prati, delle gite al lago. Le aveva fatto duemila raccomandazioni e le aveva chiesto di non fargli fare brutte figure con i suoi amici. Per Satu, la parola Kitee aveva il sapore della libertà, il profumo dell'estate.
Ma non era stato così, all'inizio. A dirla tutta, passò i primi due giorni a sforzarsi di non piangere. Per quanto adorasse i nonni, le mancava la mamma e Akseli non la degnava di uno sguardo, tutto preso com'era dai suoi amici e da quelli che lui definiva “giochi da maschi”.
“Mi aiuti a preparare una torta?” chiese nonna Leena, vedendo la piccola Satu affacciata alla finestra a guardare fuori con aria sconsolata.
“Che devo fare?” chiese con un gran sorriso.
“Per prima cosa, devi farmi un favore.” sorrise Leena. “La vedi quella grande casa gialla? Ci abita una signora, si chiama Kirsti. Potresti chiederle se ha delle uova? Il nonno ha dimenticato di comprarle”
“Ma....” Satu la guardò con gli occhioni spalancati. Era timida, ma voleva rendersi utile, così non fece obiezioni e, con un po' di agitazione, andò a bussare alla porta della casa che le aveva indicato la nonna.
Arrivava un gran chiasso da là dentro, sembrava che vi si fossero dati appuntamento tutti i ragazzini di Kitee, tanto che Satu non sapeva se qualcuno l'avesse sentita suonare alla porta o meno. Ma dopo pochi secondi, la porta si aprì e comparve un bambino dai capelli dorati, pressappoco della sua età.
“Ciao...” mormorò Satu, imbarazzata.
“Chi è, Tuomas?” una signora bionda dall'aria simpatica comparve dietro al bambino. “Ah, ma tu devi essere la sorellina di Akseli. Mancavi solo tu, stavamo giusto facendo merenda!”
Solo qualche anno dopo Satu si rese conto che quella delle uova era solo una scusa usata dalla nonna per farle rompere il ghiaccio. L'estate iniziò in quel momento, per lei. Un'estate fatta di giochi, di corse, di notti a campeggiare in riva al lago con i nonni, di passeggiate per esplorare la foresta. La prima di innumerevoli estati passate a Kitee.

For the heart I'll never have,
For the child forever gone
The music flows because it longs
For the heart I once had.

Non era sempre stato tutto rose e fiori. Crescendo, le cose si fecero decisamente più complicate. Durante le vacanze di Natale dei suoi 12 anni, Satu si sentì improvvisamente privata del suo ruolo di piccolina del gruppo. Non era più l'unica ragazzina, protetta e coccolata dagli amici di suo fratello. Doveva fare i conti con un nuovo arrivo, che si rivelò poco piacevole fin dall'inizio.
Satu e Akseli erano appena scesi dalla macchina, e come al solito, dopo un bacio alla nonna e uno al nonno, Satu era partita di corsa verso casa di Kirsti per andare a salutare Tuomas. La porta era sempre aperta, quindi non perse tempo a bussare, ma piombò correndo in casa gridando “Sono arrivata!”
Si aspettava di vedere Tuomas che correva giù per le scale ad abbracciarla, seguito a ruota dal resto della famiglia, ma non era assolutamente preparata alla scena che si trovò davanti.
Kirsti e Tuomas erano in salotto, tutti concentrati ad ascoltare una ragazzina bionda che suonava il pianoforte. Tuomas si voltò verso Satu, le fece cenno di stare in silenzio e dopo, solo dopo, andò ad abbracciarla. La ragazzina bionda la squadrò con aria di sufficienza per poi tornare a rivolgere tutta la sua attenzione al pianoforte, il sacro pianoforte di casa Holopainen che solo Kirsti e Tuomas potevano toccare. Satu non capiva. Fu Kirsti a fare le presentazioni.
“Satu, lei è Tarja, la mia migliore allieva. Tarja, ti presento Satu, una cara amica di Tuomas. Viene da Helsinki”
Quella Tarja le fece un cenno col capo, nemmeno fosse la figlia della regina d'Inghilterra. Satu già la detestava. E poi... cara amica? Lei era la più cara amica di Tuomas, altrochè.
L'umore di Satu non sembrò migliorare nemmeno quando, pochi minuti più tardi, era seduta sul letto pieno di peluche dell'amico, sorseggiando una tazza del suo the preferito e mangiando dolcetti al pandizenzero.
Sei stranamente silenziosa” le fece notare.
La ragazzina alzò le spalle. “Come mai tua madre tiene tanto a questa Tarja?” chiese.
Beh, l'hai sentita, è davvero bravissima” rispose l'amico.
Il pianoforte lo suoni meglio tu” rispose Satu, stizzita. E non lo diceva solo per fargli piacere, era vero. Sin da quando erano piccoli, Satu adorava sentirlo suonare, avrebbe potuto star lì per ore mentre lui si esercitava sotto gli occhi di Kirsti.
Tuomas sorrise. “Io però non so cantare. Dovresti sentire Tarja, canta come un angelo”.
Era davvero troppo. Satu abbandonò la tazza di the sulla scrivania dell'amico. “Vado a casa, voglio stare un po' con i miei nonni” disse seria. Tuomas provò a fermarla, ma senza risultato.
Ogni volta che Tarja e Satu si incontravano, volavano scintille. Tanto l'una era altezzosa e ipocrita, tanto l'altra era semplice e schietta. L'unica che, come lei, sembrava non dare alla ragazzina tutta l'importanza che le davano gli altri, era nonna Leena. Con lei Satu poteva sfogarsi, dicendone di tutti i colori sulla “principessa sul pisello”, come l'aveva ribattezzata.
“Non sarai gelosa, vero?” le chiese un giorno Leena, che probabilmente conosceva la nipote meglio di chiunque altro.
“Gelosa io? Ma figuriamoci, perchè dovrei esserlo?” aveva ribattuto.
“Semplicemente perchè stai crescendo, tesoro mio...” aveva sorriso la nonna.
Assolutamente no, lei non era affatto gelosa di Tuomas. O forse lo era, come scoprì a sue spese qualche giorno dopo....


Satu era seduta sul letto, a gambe incrociate, sfogliando distrattamente Paperino che, stranamente, non riusciva a farla ridere. L'aveva fatta davvero grossa, stavolta, perfino la nonna si era arrabbiata a tal punto da metterla in castigo e da impedirle di andare a casa di Tuomas come tutte le sere. E il bello era che lei stessa non aveva la minima idea del motivo del suo comportamento nei confronti di Tarja. Ok, l'aveva detestata dal primo istante. Ok, era la classica bambina viziata e lamentosa. Ma il fatto che, mentre erano tutti a giocare sulla neve, Tarja avesse abbracciato Tuomas, a Satu non era proprio andato giù. Per tutta risposta si era avvicinata e invece di tirare una palla di neve a Emppu, l'aveva lanciata dentro la tuta di Tarja. Ora Tarja aveva la febbre, e non avrebbe potuto partecipare al concerto di Capodanno per cui si preparava da mesi. Ma la cosa peggiore era che in cuor suo Satu ne era assolutamente felice.
Mentre, seduta sul letto, alternava momenti di autocommiserazione a momenti di gioia assoluta per la disfatta della “nemica”, sentì uno strano rumore provenire dall'esterno.
Una palla di neve si infranse contro il vetro e Satu corse alla finestra, in tempo per vedere Tuomas che si arrampicava sulla scala.
La ragazzina aprì immediatamente la finestra. “Too, ma sei impazzito? Ti romperai l'osso del collo!” gridò, per poi rendersi conto che se l'avessero sentita i nonni, sarebbe stata davvero nei guai.
Se gridi ancora, l'osso del collo me lo romperà tuo nonno” ridacchiò Tuomas, scavalcando il davanzale.
Che ci fai qui?” disse Satu, abbassando immediatamente la voce.
Akseli mi ha detto che sei in punizione. Davvero pensavi che avrei rivisto “La Bella Addormentata” senza di te?” sorrise il ragazzino.
Satu gli buttò le braccia al collo.
Allora, che hai combinato?”
Satu si ritrasse “Ehm...” borbottò, imbarazzata. Di solito non aveva alcun problema a parlare con Tuomas, si erano sempre confidati tutto, ma stavolta era diverso. Aveva notato come lui guardava Tarja, aveva notato come tutti la guardavano, e la cosa le dava tremendamente fastidio. La verità era che Satu, a 12 anni, era ancora poco più che una bambina, mentre Tarja era già una ragazza, bella oltretutto. Che piaceva a tutti, Tuomas compreso, e questo lei non lo poteva proprio sopportare. Forse la nonna aveva ragione.
Ok...” sospirò, per poi raccontare tutto all'amico, che la guardava interdetto.
Ma si può sapere perchè odi così tanto Tarja?” sbottò. “Non ti ha fatto nulla, ti sei intestardita ad odiarla dal primo momento che l'hai vista, mi spieghi perchè?”
Satu sbuffò. Non lo sapeva, o forse sì, ma a Tuomas non l'avrebbe mai ammesso. Si limitò ad un'alzata di spalle. “E' viziata, ed è una che venderebbe sua madre pur di ottenere ciò che vuole. Mi sta antipatica, fine. Non riesco ad adularla come fate tutti, mi dispiace” disse, raggomitolandosi sul letto, la testa appoggiata alle ginocchia. “E se non ti sta bene, quella è la porta, anzi la finestra”.
Per tutta risposta, Tuomas cercò di trattenere una risata, per poi sdraiarsi accanto all'amica. La scala che arrivava sul tetto, da quella sera fu usata spessissimo, non solo se Satu era in punizione. Quando nessuno dei due riusciva a dormire, o quando semplicemente avevano voglia di stare insieme un po' più a lungo, Tuomas si arrampicava fino alla stanza di Satu, e restavano sotto le coperte a chiacchierare fino all'alba.

Where is the wonder where's the awe
Where are the sleepless nights I used to live for
Before the years take me
I wish to see
The lost in me



Nell'estate del 1994, Tuomas fu costretto ad ammettere a sé stesso che la piccola Satu era cresciuta. Non era più la ragazzina con le trecce e le lentiggini che combinava pasticci, che giocava a hockey meglio dei maschi e che si accoccolava con lui sotto le coperte a vedere i cartoni della Disney.
Al suo posto era comparsa una diciassettenne esile e slanciata, dai lunghi capelli rossi impossibili da tenere a posto. Era bella, davvero. Se ne era accorto Emppu, che più di una volta aveva fatto apprezzamenti che avevano mandato Tuomas su tutte le furie, se ne era accorta la maggior parte dei ragazzi di Kitee e se ne accorgeva lui ogni giorno di più. Raramente si arrampicava fino alla sua stanza, perchè le nottate di chiacchiere erano diventate una sofferenza. Tuomas avrebbe voluto tenerla stretta, baciarla, ma era terrorizzato dall'idea di perderla.
D'altro canto, Satu aveva cominciato a guardare Tuomas con occhi diversi già da un paio d'anni. Si rese conto che sua nonna aveva ragione, che le sue reazioni esagerate verso Tarja erano dovute solo alla gelosia. Si stava innamorando del suo migliore amico, e non era assolutamente preparata ad affrontare un'eventualità del genere.
Si sentiva persa. Fino a poco tempo prima, il suo Too era la persona a cui confidava qualunque cosa, con cui poteva parlare di tutto. Ora non poteva farlo. Lo sentiva lontano, a volte, come se fosse svanita all'improvviso tutta la complicità che avevano fino a pochi mesi prima. Fortunatamente c'era la nonna...e c'era Eeva, la compagna di classe con cui passava ore al telefono. Eeva non capiva cosa Satu trovasse in Tuomas. Ai suoi occhi non era nulla di speciale, soprattutto in confronto a Oliver, che a scuola non aveva occhi che per lei. Satu non lo guardava neanche. Per lei esisteva solo Tuomas. Tuomas che a settembre sarebbe partito per un anno per l'America... solo il pensiero la faceva star male. E se si fosse dimenticato di lei? E se si fosse innamorato di una ragazza americana?
Forse doveva trovare il coraggio di parlargli, ma era terrorizzata dall'idea di perderlo....
I giorni passavano, veloci come solo i giorni d'estate sanno essere. Ovviamente, Satu non aveva detto una parola a Tuomas, e lui aveva fatto altrettanto. Si limitavano ad uscire con tutto il gruppo, e quando erano da soli nessuno dei due cercava l'abbraccio dell'altro, come avevano sempre fatto.
Era una questione apparentemente senza alcuna via d'uscita. Fino all'ultimo giorno di vacanza. Ancora 24 ore e poi Satu sarebbe tornata a Helsinki, e Tuomas sarebbe partito per l'America.
Sarebbe stato un anno terribile, se non gli avesse parlato.
Già, ma come? Pensava, mentre prendeva a calci un sasso nel cortile di Tuomas.
“Andiamo giù al lago?” propose lui, sbucandole alle spalle senza che lei se ne accorgesse. Non c'era nessun altro. Solo loro due. “L'ultima nuotata prima della partenza, che ne dici? ”
Satu annuì. Il lago era sempre stato un posto magico, per loro due. In quelle acque erano andati a pesca con i nonni, avevano imparato a nuotare. Su quelle sponde avevano passato infinite serate accanto al fuoco, a chiacchierare, a raccontarsi storie, a sognare e a parlare del futuro. Chissà per quanto tempo non l'avrebbero più fatto...
“Restiamo lì stasera? Possiamo accendere il fuoco e cuocere i marshmellow” propose Satu, per poi guardare verso le colline “...sempre se non arriva il diluvio!”
Per un pomeriggio, tornarono i ragazzini di sempre. Tuomas tentava di pescare, e Satu liberava i pesci dicendo che le facevano pena. Tuomas tentava di leggere, e Satu gli faceva il solletico.
“Ora basta, se ti prendo te la faccio pagare!” aveva riso Tuomas mentre lei si tuffava dal pontile e iniziava ad allontanarsi a nuoto. A Tuomas ci vollero poco più di dieci secondi per raggiungerla, anche se Satu in acqua era un pesce. Non le servì nascondersi tra le travi del pontile, l'amico era decisamente più veloce di lei.
Presa! E ora?” rise, tenendola stretta a sé. A Satu stava scoppiando il cuore nel petto. Il pontile dietro di lei e Tuomas così vicino. Tanto vicino che poteva sentirne i battiti del cuore. Ora o mai più.
Too...devo dirti una cosa...” sussurrò, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
No, prima io” disse Tuomas, sollevandole il mento con un dito. Non disse nulla, semplicemente le sfiorò le labbra con un bacio. Il primo dei mille baci che si scambiarono quel pomeriggio, anche quando vennero sorpresi da un temporale.
Tornarono a casa tenendosi per mano, fradici e felici. Un anno di lontananza sembrava decisamente più sopportabile, ora che avevano avuto il coraggio di rivelare i sentimenti che provavano l'uno per l'altra.


First day of love never comes back,
A passionate hour's never a wasted one,
The violin, the poet's hand,
Every thawing heart plays your theme with care


Nonostante avesse qualcosa da aspettare, per Satu fu un anno terribile, aggravato, a novembre, dalla perdita dell'adorato nonno. Tuomas le mancava tantissimo, e perfino il Natale a Kitee aveva un altro sapore, adesso che lui non c'era. A tavola c'erano due posti vuoti, quelli delle persone più importanti della sua vita.
Le giornate si susseguivano tutte uguali, solo l'arrivo dell'estate e la prospettiva del ritorno di Tuomas sembrarono risollevarla dal baratro in cui era caduta.
Ai primi di giugno, anche studiare per gli esami era diventata una fatica insormontabile. Satu passava ore chiusa nella sua stanza solo per fare pochissime pagine, mentre la sua mente vagava chissà dove. Tuomas, nelle lettere che le aveva scritto, non le aveva mai detto quando sarebbe tornato, e lei non pensava ad altro. Mancava poco più di una settimana alla fine della scuola, e i suoi genitori erano in viaggio per Parigi. Satu aveva declinato tutti gli inviti di Eeva e di Oliver e se ne stava chiusa in camera ad ascoltare un cd che le aveva spedito Tuomas.
Sbuffò. Le mancava da morire, avrebbe dato qualsiasi cosa per essere tra le sue braccia, in quel momento.
E proprio in quel momento, qualcuno bussò e la porta della sua stanza si aprì.
Akseli, che c'è? Sto studiando”
Ma quando si voltò, si rese conto che non era affatto Akseli.
Too!” esclamò Satu, gettandosi letteralmente tra le sue braccia, senza nemmeno provare a fermare tutte quelle lacrime che aveva trattenuto nei mesi precedenti.
Ehi” disse lui, stringendola fortissimo “pensavo saresti stata contenta di vedermi, non volevo farti piangere”
Satu sorrise, tra un singhiozzo e l'altro. Era felice? Di più. Non le sembrava vero di poterlo abbracciare di nuovo, di poter di nuovo assaporare i suoi baci.
Quando sei arrivato?” chiese.
Poco fa, il tempo di arrivare dall'aereoporto” sorrise lui. “Ho il treno tra un'ora, ma non potevo andare direttamente a Kitee senza vederti.”
Quindi vai già via? Di nuovo?” sospirò Satu.
Tuomas annuì. “Manca solo una settimana, poi avremo tutta l'estate per noi”. Sorrise.
Già, l'estate. L'unica cosa che le permetteva di andare avanti. Satu si aggrappò ancora di più alla presenza di Tuomas, e tornò lentamente a rinascere. Superò gli esami finali e subito dopo si trasferì dalla nonna, per quella che, nonostante tutto, diventò la più bella estate della sua vita.
Il vecchio gruppo di amici si era un po' dissolto, quell'anno. Akseli stava facendo il militare, e di lì a poco Tuomas sarebbe stato impegnato a suonare con i Nattvindens Gråt in tutti i festival del nord della Finlandia. Satu lo avrebbe seguito praticamente ovunque.
Potremmo passare qualche giorno sull'isola, se ti va” aveva proposto lui, qualche giorno dopo l'arrivo della ragazza a Kitee.
Davvero?” a Satu si illuminarono gli occhi. Solo lei e Tuomas, in quello che da sempre era il loro posto preferito. Il cottage sull'isola era sinonimo di libertà e spensieratezza. Da sempre i ricordi migliori di entrambi erano legati a quella piccola casetta rossa nascosta tra gli alberi, in riva al lago. E quell'estate, un ricordo, quello della loro prima volta, si aggiunse a tutti gli altri che li legavano a quella piccola isola.
Durante le interminabili nottate abbracciati sotto il piumone, parlavano di tutto e facevano progetti per quello che credevano sarebbe stato il loro futuro.
Dovresti farli crescere” sorrise Satu, accarezzando i capelli cortissimi di Tuomas “Non sei molto credibile come tastierista metal, così” ridacchiò.
Dici?” sorrise lui.
Satu annuì. “Saresti bellissimo con i capelli lunghi”
Io sono già bellissimo” rise Tuomas.
E soprattutto per niente egocentrico, direi” lo prese in giro la ragazza. “Dormiamo? Domani dobbiamo partire per Joensuu...” disse Satu, a malincuore.
Devo cantarti la ninnananna?” chiese lui, iniziando a canticchiare una delle canzoncine di quando erano bambini.
Oh no, ti prego, è terribile, smettila!” rise Satu, tirandogli una cuscinata. “Sei stonato come una campana, Too, basta!”
Ok, ok, hai vinto” sbuffò. “Non canto più... però prima o poi comporrò davvero una ninnananna per te, al piano.”
Satu lo guardò, sorridente. “Davvero lo faresti?”
Certo” sorrise lui.
Perchè non possiamo restare così per sempre?” sospirò Satu, stringendosi a lui.
Chi ha detto che non possiamo?” sorrise Tuomas, baciandola.
Satu sospirò. Aveva paura che prima o poi sarebbe finito tutto, che crescendo si sarebbero allontanati. Ma non voleva pensarci, non ora.
Pensavo di iscrivermi all'università di Kuopio, a Scienze Ambientali” sussurrò Satu. “Così potrei passare più tempo con la nonna, ora che è sola, e....”
E con me” concluse Tuomas.
Satu annuì. “Se vuoi, ovviamente” sorrise.
Potrei iscrivermi con te” propose lui.
Satu spalancò gli occhi “Davvero?”
Lui annuì. “E' ora di decidere cosa voglio fare nella vita, no?”
Il biologo marino” sorrise lei, abbracciandolo. “E la band?”
Tuomas alzò le spalle. “Posso fare entrambe le cose”.


It was you, the grass under my bare feet
The campfire in the dead of the night
The heavenly black of sky and sea

It was us,
Roaming the rainy roads, combing the gilded beaches
Waking up to a new gallery of wonders every morn
Bathing in places no one's seen before
Shipwrecked on some matt-painted island
Clad in nothing but the surf - beauty's finest robe

Beyond all mortality we are, swinging in the breath of nature
In early air of the dawn of life
A sight to silence the heavens



Ma le cose belle non sempre durano. Per Tuomas non era facile studiare di giorno e suonare di sera, e fu costretto a fare una scelta. La musica stava piano piano assumendo un ruolo molto importante nella sua vita, era inutile negarlo, e fin troppo spesso, quando Satu andava da lui a studiare, lo trovava seduto alla tastiera a comporre un nuovo pezzo.
Durante l'estate del 1996, sull'isola, attorno al fuoco con tutto il vecchio gruppo di quando erano bambini, Tuomas decise di fondare una band, la sua. C'erano Emppu, Jukka e Sami... e lo stesso Tuomas volle Tarja come cantante.
Quello segnò, lentamente, la fine di tutto. Per Satu fu come se, di punto in bianco, Tuomas avesse preferito Tarja a lei, riaprendo vecchie ferite mai del tutto rimarginate.
Si allontanarono via via sempre di più. Satu era presissima dallo studio e passava sempre meno tempo a Kitee. D'altro canto, Tuomas sembrava avere tempo ed energie solo per i Nightwish. Quando alla ragazza venne proposto di partecipare come tesista a un progetto sulle balenottere in California, non ci pensò due volte.
“Quindi... è proprio finita” disse Tuomas, quando lei gli annunciò l'imminente partenza.
“Forse era già finita da tanto tempo... Forse è arrivato il momento di guardare in faccia la realtà. L'infanzia è finita, stiamo prendendo strade diverse. Io non voglio limitare te e... e devo pensare anche alla mia vita, al mio futuro. Non voglio restare qui ad aspettarti sapendoti in giro per il mondo con Tarja. Mi dispiace...”
Era davvero la fine.
Satu non ascoltò mai una singola canzone dei Nightwish, perchè era convinta che Tuomas le scrivesse per Tarja. Se solo lo avesse fatto, si sarebbe invece resa conto che la maggior parte di quelle canzoni parlavano di lei.


I wish I could come back to you
Once again feel the rain
Falling inside me
Cleaning all that I've become


Satu sospirò, scostandosi dalla finestra.
Percorse a piccoli passi la sua stanza, quella in cui dormiva da piccola. La nonna l'aveva lasciata esattamente com'era, con i poster dei delfini e della Sirenetta attaccati alle pareti. C'era perfino il gigantesco delfino di peluche che Tuomas le aveva regalato per un compleanno. Non aveva mai voluto portarlo con sé. Apparteneva a quel posto, come in fondo vi apparteneva lei. Si sedette sul letto, prese l'album di fotografie e iniziò a sfogliarlo, tornando indietro nel tempo.
Lei e Akseli bambini in barca con il nonno, che mostravano fieri i pesci appena pescati. Il piccolo Tuomas, sdraiato sul letto a leggere Paperino. Akseli, Tuomas e Emppu che costruiscono la casa sull'albero. Lei e Tuomas felici, abbracciati davanti al fuoco, durante quell'ultima, meravigliosa estate trascorsa insieme sull'isola.
Si possono spegnere i ricordi? Pensò Satu, prima di addormentarsi ancora con l'album tra le mani.

Le sue mani scivolano lente sulla sua pelle nuda, accarezzandola quasi come fossero i tasti di un pianoforte. Un bacio, un altro ancora, una promessa silenziosa, come quella che li aveva uniti tanti anni prima.

Sì svegliò di soprassalto. Non era altro che un sogno, di nuovo.

The place between sleep and awake
End of innocence
Unending masquerade
That`s where I`ll wait for you



Tuomas fece scivolare le mani sulla tastiera in un'ultima, languida nota e guardò fuori dalla finestra la neve cadere placida. Perchè gli era tornata in mente lei? Era da tanto che non ci pensava... gli era capitato durante il viaggio in Australia: quando aveva visto per la prima volta le balene, quando si era immerso con gli squali bianchi. Aveva sorriso come un bambino e il primo pensiero era stato per lei, per come sarebbe stato bello averla accanto mentre realizzava uno dei sogni della sua vita. Il sogno che avevano condiviso sin da quando erano bambini. Sognavano il mare, Satu e Tuomas. L'immensità del mare e il mistero dei suoi abitanti. Satu l'aveva realizzato quel sogno, al contrario di lui. Chissà dov'era, adesso....
Le sue mani tornarono ad accarezzare i tasti, a comporre una melodia che suonava al ritmo della neve che scendeva. Non era la prima volta che suonava pensando a lei, ma stavolta era diverso. Era nostalgia, era bisogno di quell'innocenza che, per lui, Satu aveva sempre rappresentato. Una ninnananna malinconica e dolce, che lei forse non avrebbe mai ascoltato, ma che in qualche modo gliela faceva sentire vicina. Forse era colpa di quell'ombra che gli era sembrato di vedere mentre usciva da casa dei suoi genitori la sera prima. Non c'era nessuno in quella casa, Tuomas lo sapeva, ma irrazionalmente gli era sembrato di vedere un'ombra allontanarsi dalla finestra. A volte le notti invernali fanno brutti scherzi, si ripetè.


Päällä talvisen maan hetki kuin ikuisuus
Mi pienen kissan jakoin luokseni hiipii
Tääl tarinain lähteellä asua saan mis
Viulu valtavan kaihon
Ikisäveltään maalaa
Laulullaan herättää maan

(In winterland a moment is an eternity
Creeps to me like a kitten’s paws
I get to live here where the story begins
Where a violin echoes the eternal melody of immense longing
Waking up the earth with its song ♥ )

Coraggio, devi solo attraversare la strada... continuava a ripetersi Satu, ferma davanti alla porta. Non era difficile, no? Lo era, sì che lo era. Ma alla fine si fece coraggio, e bussò alla porta di Kirsti, che non credette ai suoi occhi quando se la trovò davanti.
“Satu? Ma sei davvero tu?” disse abbracciandola stretta.
Quella casa era rimasta identica, a parte per un piccolo particolare: niente musica dal piano di sopra, nessuno che correva giù per le scale per salutarla.
“Allora? Che ci fai da queste parti?” chiese Kirsti, mentre portava in tavola il the ai mirtilli che Satu adorava.
La ragazza le raccontò cosa aveva fatto negli ultimi anni, le disse del nuovo lavoro.
Lui non sa che sei tornata, vero?” chiese Kirsti.
Satu scosse la testa. “Come sta?”
“Bene... ha avuto i suoi momenti bui, ma li ha superati. Ha sentito molto la tua mancanza, credo, anche se non me l'ha mai detto. Sai com'è fatto, no? A volte per farlo parlare devi tirargli via le parole con le pinze.... Ogni tanto se ne va in Lapponia per giorni e non si fa sentire, oppure è qui, e si perde a guardare la tua finestra. L'ha fatto anche ieri sera, ora che ci penso...”
Satu ebbe un brivido. “Ieri era qui?”
Kirsti annuì.
Satu pensò con amarezza che, anche se non c'era più un oceano a separarli, adesso li separava uno spazio ben più grande.
“Dovresti andare a trovarlo, gli farebbe piacere, sai?” disse Kirsti.
Satu scosse la testa. “No, non credo sia il caso, e poi non so neanche dove abita”
“Oh no, in realtà credo che tu lo sappia benissimo” ridacchiò la donna.
Satu spalancò gli occhi. “Giù al lago?”
Quando sarò grande, farò costruire una casa proprio qui, vicino al pontile. Sarà tutta di legno, più bella del castello della Bella Addormentata, e tu ci vivrai con me. Solo noi e un sacco di animali. E avremo una barca, per andare sull'isola ogni volta che vogliamo... aveva detto Tuomas quando entrambi erano piccoli. E l'aveva fatto davvero?
Già” sorrise Kirsti.
Satu aveva paura a fare quella domanda. Esitò un attimo, poi... “Tarja?” chiese.
Già... tu non sai nulla, vero?”
Satu rimase congelata, sul posto. Come minimo si aspettava una risposta del tipo ' ha sposato Tuomas e hanno 10 figli', invece...
E' in Argentina, sposata con il suo manager. Ha lasciato la band, ha lasciato Tuomas... sì, se te lo stai chiedendo, c'è stato qualcosa tra loro, ma non ha mai funzionato. E tu, sei sposata?”
No...” disse Satu “ troppo concentrata sul mio lavoro, e poi... “
Non concluse la frase. Avrebbe voluto dire e poi nessuno è come lui, ma non lo fece. Non ce ne fu bisogno, perchè Kirsti l'aveva capito benissimo.
Vai da lui” le disse ancora una volta.


I'm the snow on your lips
The freezing taste, the silvery sip
I'm the breath on your hair
The endless nightmare, devil's lair

Satu decise di ascoltarla. Sotto la neve che non voleva saperne di smettere di cadere, percorse a piedi quel sentiero che conosceva a memoria, nonostante fossero passati tanti anni.
Si addentrò nella foresta, finchè non arrivò a una specie di radura, vicina al lago, non troppo lontana dal vecchio cottage dei nonni di Tuomas . Da lì si vedeva benissimo l'isola, la loro isola. Le venne da sorridere. Già pensava di esordire con un 'disgraziato, quanti alberi hai dovuto abbattere per questa casa?'
Era davvero bellissima, però. Il cancello, che sembrava una copia dei cancelli di Mordor – tipico di Tuomas- era aperto, quindi Satu si inoltrò decisa a bussare direttamente alla porta di casa. Chissà che faccia avrebbe fatto vedendola!
Ma non accadde quello che Satu si aspettava. La porta si aprì , per lasciar uscire una ragazza dai lunghi capelli rossi, esattamente come i suoi. Subito dietro di lei, Tuomas, che si avvicinò per baciarla.
Satu sentì come se il suo cuore stesse andando in mille pezzi. Si nascose dietro uno dei grandi cespugli accanto al cancello, per vedere la ragazza salire su una macchina nera e andare via.
Fu in quel momento che i loro occhi si incrociarono per un istante, uno solo. Un istante lungo una vita.
Satu?” mormorò lui, sorpreso.
La ragazza si voltò e corse via. Tuomas non ci pensò neanche un attimo. Appena il tempo di prendere il cappotto e corse fuori. Non poteva andarsene, non ora.
Satu, aspetta” le gridò dietro.
Se si fosse fermata, se i suoi occhi avessero incrociato di nuovo i suoi, Satu ne era sicura, non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime.


You were my first love
The earth moving under me
Bedroom scent, beauty ardent
Distant shiver, heaven sent

Cosa faresti, se lei tornasse?” gli aveva chiesto un giorno Kristi, a bruciapelo, quando Tuomas le aveva parlato di Johanna.
Non tornerà” rispose, facendo vagare lo sguardo verso quella finestra. Cosa avrebbe fatto? Non lo sapeva. Probabilmente era cambiata, probabilmente non avrebbe più riconosciuto la sua Satu. O forse no, forse, semplicemente, avrebbe mollato tutto per lei, che in fondo era l'unica donna che avesse amato veramente.
E ora che Satu era tornata davvero, cosa doveva fare? Decise di seguire il suo cuore. Doveva vederla, parlarle, non poteva permetterle di allontanarsi di nuovo.


I wonder
Do I love you or the thought of you?


Non sarebbe mai dovuta tornare, pensò Satu, mentre infilava le cose alla rinfusa in valigia. Voleva solo salire in macchina e tornare a Kuopio alla velocità della luce. Non avrebbe più messo piede a Kitee, non finchè non l'avesse avuta vinta su quei ricordi così dolorosi. Il che avrebbe anche potuto dire che non ci avrebbe messo piede mai più.
Si diede della stupida più e più volte. Che cosa si aspettava? Che Tuomas sarebbe stato lì ad aspettarla per tutto quel tempo?
Lei, in fondo, le sue storie le aveva avute... finchè non si facevano troppo serie. Quando qualcuno si avvicinava troppo, lei scappava. Il suo cuore apparteneva ad un altro, praticamente da sempre.
Stava chiudendo la porta a chiave, con la valigia accanto ai piedi, quando lo sentì arrivare. Non poteva scappare, non poteva far finta di non essere lì.
Si voltò lentamente, non era del tutto sicura di riuscire a sostenere il suo sguardo.
Era cambiato tanto, Tuomas. Il ragazzino dai capelli corti, alto e dinoccolato, era stato sostituito da un uomo decisamente affascinante, dai lunghi capelli scuri ora legati in una coda bassa. Ma quegli occhi, e quel sorriso, quelli non erano cambiati. Il sorriso timido e dolce che l'aveva fatta innamorare quando aveva poco più di quattordici anni, era sempre lì, e faceva male.
Sei davvero qui” sussurrò lui, indeciso tra l'abbracciarla e il mantenersi distante.
Non per molto, sto partendo” disse Satu, cercando di non far notare troppo il tremolio della sua voce.
No, aspetta” disse Tuomas, allungando una mano a sfiorarle un braccio. “Non puoi andartene di nuovo, non...”
Satu si ritrasse, abbassò lo sguardo. “Volevo solo vedere se stavi bene” sospirò “stai bene e non hai affatto bisogno di me, quindi non ho davvero più nulla da fare, qui.”
Si allontanò da lui senza voltarsi, e nel tragitto in macchina da Kitee a Kuopio pianse tutte le lacrime che aveva.

Oh, do you care,
I still feel for you
Oh, so aware,
What should be lost is there

I fear I will never, never find anyone
I know my greatest pain is yet to come
Will we find each other in the dark
My long lost love




Non fu facile, per Satu, inventare scuse su scuse per passare il Natale a Kuopio. I suoi, pensando di farle una cosa gradita, avevano organizzato di riunirsi per le feste a Kitee, a casa della nonna. Ovviamente ci sarebbe stato Tuomas, accompagnato dalla sua ragazza, immaginò Satu. Un'ottima ragione per restare a Kuopio. Avrebbe passato del tempo con la nonna una volta che i suoi fossero tornati a Helsinki.
La mattina della vigilia, tutto sembrava risolto, mentre Satu tornava verso il suo appartamento con una scorta di biscotti di pandizenzero. Non erano certo come quelli della nonna, ma in fondo avrebbe passato una bella serata, mangiando biscotti e guardando cartoni animati.
Ma non aveva fatto i conti, di nuovo, con il suo passato.
Passato che si materializzò proprio davanti al cancello di casa sua, sotto forma di un enorme SUV scuro, con Tuomas appoggiato allo sportello.
Satu fece quasi cadere la busta dei biscotti. “C...cosa ci fai tu qui?” chiese, terrorizzata dall'idea di sapere già la risposta.
“Sono venuto a prenderti, ovvio” rispose lui.
Appunto.
“Cosa? Ma assolutamente no!” esclamò la ragazza, categorica.
Andiamo Satu, sali in macchina”
Non ci penso nemmeno, e poi chi ti ha detto dove abito?”
Tuomas alzò gli occhi al cielo. “Tuo fratello, pregandomi di farti ragionare, ma tu sei più testarda di un mulo”.
Se c'era una cosa che Satu si era sempre chiesta, era dove Tuomas trovasse tutta quella calma e quella pazienza. Puntualmente, tutti coloro che le stavano vicini finivano con il perderla. Ma lui no, nemmeno stavolta.
Tuomas, mi sembra di essere stata chiara, io a Kitee non ci vengo” disse di nuovo.
Anche a me sembra di essere stato chiaro, tu il Natale da sola non lo passi” rispose lui, calmissimo.
Chi ti dice che lo passerò da sola?” chiese lei, con aria di sfida. Tuomas restò un attimo in silenzio, in effetti a questa eventualità non aveva affatto pensato. E non voleva pensarci, non sapeva nemmeno lui il perchè. Satu aveva tutto il diritto di stare con qualcuno. O no?
E ' anche il mio compleanno, decido io, quindi tu sali in macchina e vieni a Kitee con me” sorrise.
Oh, andiamo, non attacca, non hai più nove anni. E tecnicamente non è ancora il tuo compleanno, o sei diventato talmente egocentrico da festeggiare anche la vigilia?”
Era impossibile. Tuomas scese dalla macchina, aprì il bagagliaio. “Ok, hai vinto. Questi sono i tuoi regali di Natale, liberissima di passare la serata come meglio credi”
Satu lo guardò, perplessa. “Mi hai fatto un regalo?”
Non solo io. Anche i miei, e ovviamente i tuoi genitori, tuo fratello, tua nonna e perfino tua nipote. Ci resterà male, povera piccola, quando saprà che non ci sei...”
Satu rimase in silenzio, fece un sorrisino imbarazzato. “Mi dai cinque minuti?” chiese, prima di precipitarsi per le scale a fare la valigia.
Hai intenzione di stare zitta da qui a Kitee?” chiese lui.
Probabilmente sì” disse con un'alzata di spalle, alzando il volume del cd dei Metallica che suonava nello stereo.
Tuomas lo abbassò.
Ok, vorrà dire che parlerò io. Farò un bel monologo, decidi tu se ascoltarmi o meno, come preferisci”.
Tu che fai un monologo, questa sì che è bella” ridacchiò. “Potrebbe essere il primo e l'ultimo, mi conviene ascoltarlo, allora”
Tuomas alzò gli occhi al cielo.
Mi sei mancata” disse. “Davvero, non sai quanto”.
Satu rimase in silenzio. Sapeva bene quanto fosse difficile per Tuomas parlare così apertamente dei suoi sentimenti.
Con Johanna è finita” continuò. “L'ho lasciata, lo stesso giorno che ci siamo visti a Kitee. Mi sono reso conto che c'è una sola persona che ho amato veramente, e non è lei...e nemmeno Tarja, se è a lei che stai pensando. Sei sempre stata tu, Satu... e ora che sei tornata non voglio buttar via tutto di nuovo...”
La ragazza continuò a guardare fuori dal finestrino. Avrebbe voluto dirgli di fermare la macchina, gli avrebbe buttato le braccia al collo e l'avrebbe baciato fino a restare senza fiato, ma il suo orgoglio ferito ancora bruciava.
Io... credo di aver bisogno di un po' di tempo, Too...” mormorò.
Lui sorrise, cercò la sua mano, che si fece subito trovare. Non lo chiamava con quel nomignolo da più di 13 anni.


Search for beauty, find your shore
Try to save them all, bleed no more
You have such oceans within
In the end, I will always love you



Una volta a casa, Satu si sentì come catapultata di nuovo nella sua infanzia.
La mamma e la nonna affaccendate in cucina, il profumo di pan di zenzero e glögi, il caminetto acceso. Si sedette sulla vecchia sedia a dondolo del nonno, e per un attimo le sembrò di avere di nuovo sette anni, quando il nonno le diceva di non dondolarsi troppo forte e lei era finita sdraiata sul tappeto, sotto la sedia a dondolo ribaltata, mentre Tuomas si teneva la pancia dal ridere.
Sette anni come Leah, sua nipote, che ora si stava arrampicando sulla sedia a dondolo per sedersi in braccio alla sua zia preferita.
“Zia, posso andare a giocare da Aarne?” chiese Leah. Aarne era il nipote di Tuomas. Satu sorrise. “Certo che puoi” . La storia sembrava ripetersi, tra quelle due case di Kitee c'era qualcosa di magico, un filo invisibile che legava le persone che vi abitavano. Un filo che, Satu lo sapeva bene, non si sarebbe spezzato nemmeno quando quelle persone fossero state separate da un oceano.
“Come stai?” chiese Akseli, andando a sedersi accanto a lei.
“Ti odio” sorrise. “Dovevo affogarti nel lago quando eri piccolo, ecco. Non lo faccio ora solo per non far soffrire quel tesoro di mia nipote.”
Akseli scoppiò a ridere. “A giudicare dalle facce idiote che avevate tu e Tuomas quando siete scesi dalla macchina, forse non mi odi poi così tanto!”
Satu ridacchiò, scuotendo la testa. “Sono confusa. Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, ma nello stesso tempo non sono più la stessa... e nemmeno Tuomas lo è. Eppure non posso fare a meno di sorridere se penso a lui, e quando lo vedo mi sento le farfalle nello stomaco, esattamente come quando avevo sedici anni. Un caso clinico, insomma” rise.
Akseli scosse la testa. “Avete parlato?”
“Un po'” sospirò Satu, interrotta dal campanello. “E non so cosa devo fare, a parte aprire la porta” sorrise. “Ci penserò stanotte, credo!”
Tuomas arrivò per ultimo, portando una grossa scatola con un fiocco rosso. Satu non riusciva a non guardarlo. Portava finalmente i capelli sciolti, in ricci morbidi che arrivavano ben oltre le spalle della camicia rossa appena aperta sul petto. Era bellissimo, non c'erano altre parole per descriverlo.
A mezzanotte, quando Satu salì di sopra per prendere dei regali che aveva dimenticato di mettere sotto l'albero, lui la seguì.
Buon Natale” la abbracciò, dopo averle messo in mano la grande scatola dal fiocco rosso. “Forse è meglio se la apri dopo, quando la festa sarà finita...”
Satu annuì, mise la scatola sul letto per poi abbracciare di nuovo l'amico “Buon compleanno Too” gli sussurrò all'orecchio. Era sempre stata lei, la prima. La prima a fargli gli auguri, a mezzanotte in punto. E negli ultimi tredici anni non c'era stato un compleanno in cui non avesse sperato che suonasse il telefono a mezzanotte, o che lei spuntasse a sorpresa davanti alla porta. Non era mai successo e ora si rese conto di quanto gli era mancata. La strinse a sé, le sfiorò delicatamente la schiena e la sentì rabbrividire . Satu era, da sempre, l'amore della sua vita, lo era stata dal momento in cui aveva aperto la porta a una bambina dalle trecce rosse in un'estate di troppi anni fa.
Per tredici anni l'aveva cercata in tutte le donne che aveva conosciuto, senza mai trovare nemmeno un pallido riflesso di lei. Ora finalmente poteva stringerla di nuovo, e avrebbe fatto qualunque cosa per non perderla ancora.
Restarono stretti a lungo, nessuno dei due aveva davvero voglia di sciogliere quell'abbraccio. Il posto preferito di Satu era sempre stato quello, del resto, tra le braccia di Tuomas.
Si guardarono negli occhi, e mentre stavano per colmare con un bacio la poca distanza tra di loro, la piccola Leah arrivò di corsa in camera della zia.
“Zia, corri, c'è Babbo Natale!” urlò, con la tipica spontaneità dei bambini.
Satu e Tuomas sorrisero, per poi seguire la bambina tenendosi per mano.


"All I ever craved were the two dreams I shared with you.
One I now have, will the other one ever dream remain.
For yours I truly wish to be."


Satu attese di essere sola, in camera sua, per aprire il regalo di Tuomas. Quello che vide all'interno della scatola la lasciò interdetta. Lettere, spartiti, testi di canzoni. Tutto quello che Tuomas aveva scritto per lei in quegli anni.
Si mise sotto le coperte, con la scatola accanto, e non smise di leggere finchè la prima luce del mattino non entrò dalla finestra. Pianse, sorrise, e mai come in quel momento si rese conto che, in tutti quegli anni, non aveva mai smesso di amarlo. L'ultima lettera aveva la data del giorno in cui lei era andata alla casa al lago, per poi scappare via. Solo poche parole: Non è mai finita. E l'ho capito solo oggi, quando ho visto la stessa consapevolezza nei tuoi occhi.


Sometimes a dream turns into a dream


Era ormai quasi buio quando decise di andare da lui.
Ehi” sorrise Tuomas, aprendo la porta. Quel sorriso, quello che da sempre l'aveva fatta sentire a casa.
Ciao” sorrise lei, abbassando gli occhi. Avrebbe voluto che fosse di nuovo tutto semplice, come quando erano ragazzini, ma purtroppo non era così. Purtroppo ora era l'imbarazzo a prevalere.
Lo stesso imbarazzo che prevaleva mentre Satu lo ringraziava per il regalo. Niente di ciò che avrebbe potuto dire le sembrava abbastanza per rendere l'idea delle emozioni che aveva provato leggendo quelle parole.
Guarda!” esclamò Tuomas, a un certo punto “Guarda fuori”
Satu si voltò, e rimase senza fiato a guardare il cielo che si tingeva di verde e di rosa. Era la prima aurora boreale che vedeva da quando era tornata in Finlandia. . . ripensò alla leggenda che le aveva raccontato il nonno quando era piccola, quella della volpe che agitando la coda sui cumuli di neve, illuminava il cielo notturno con i colori dell'arcobaleno.
Andiamo?” chiese Tuomas, porgendole il cappotto.
Non c'era bisogno di chiedere dove, Satu lo sapeva benissimo. Non c'era posto migliore del lago, per vedere l'aurora.
Si sdraiarono sul ghiaccio, per mano, gli occhi in su a vedere quello spettacolo di luci e colori che la natura della loro terra stava offrendo loro.
Satu aveva un sorriso da un orecchio all'altro. “E' buffo... non ti rendi conto di quanto ti è mancato qualcosa finchè non lo vivi di nuovo”.
Si riferiva all'aurora, certo, ma anche alla mano di Tuomas che stringeva la sua attraverso i pesanti guanti di lana, alla loro vicinanza, a quell'elettricità innegabile che si creava tra di loro non appena erano vicini.
Tuomas si voltò verso di lei, appoggiandosi su un gomito. Non guardava più l'aurora boreale ora, guardava lei, e nei suoi occhi si rifletteva la danza multicolore del cielo. Le sfiorò dolcemente una guancia e Satu si perse nella perfezione di quel momento tutto loro.
Quando le loro labbra finalmente si ritrovarono, allora sì, capì di essere davvero tornata a casa.



A catnap in the ghost town of my heart
She dreams of storytime and the river ghosts
Of mermaids, of Whitman's and the ride
Raving harlequins, gigantic toys



Satu si svegliò cullata dalle note dolci di quella che era sempre stata la sua musica preferita, la colonna sonora di Lezioni di Piano. Sorrise stiracchiandosi, consapevole di non aver sognato, stavolta. Si mise la maglietta nera di Tuomas, quella che lei stessa aveva lasciato cadere ai piedi del letto la sera prima, e una volta ancora seguì le note di quel pianoforte.
Tuomas non smise di suonare quando la vide varcare la soglia. Le sorrise dolcemente e le fece segno di avvicinarsi, per poi farla sedere sulle sue gambe. La melodia cambiò, e mentre la mano di Satu sfiorava quella di Tuomas sui tasti del pianoforte, lui iniziò a suonare la canzone che, solo pochi giorni prima, aveva composto per lei.
E' bellissima” disse lei, piano “Cos'è?”
La tua ninnananna” sorrise lui.
Satu lo guardò con aria interrogativa.
Te l'avevo promessa tanti anni fa, ricordi?” disse lui, baciandole dolcemente il collo. “Vuoi trovarle un titolo?” chiese.
Satu si appoggiò al petto di Tuomas, ci pensò qualche secondo. “Taikatalvi” disse. Magia d'inverno. Proprio come quella che li aveva fatti ritrovare.


The only true love I ever knew
was behind those downcast eyes.
The only comfort ever felt
was during those hours of loneliness
when I felt for you
I do believe
only innocence can save the world
-Ocean Soul-


   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Nightwish / Vai alla pagina dell'autore: Sweetie616