Bleach è di proprietà di Tite Kubo. Questa fanfic non ha alcuno
scopo di lucro (anche perché non credo mi pagherebbero nemmeno venti
centesimi!). Buona lettura!
Seventeen months to
change it all
Rukia &
Sode no Shirayuki
Rain
Un’immensa foresta di pini innevati,
al centro del quale si trovava un lago ghiacciato, dominata da un cielo azzurro
e un sole che irradiava un lieve tepore; quello era il mondo interiore di Rukia
Kuchiki, il luogo in cui si trovava lo spirito della sua Zanpakutō, Sode no Shirayuki.
O meglio, quello avrebbe dovuto essere il
suo mondo interiore, in via prettamente teorica. La bellissima Yuki-Onna fece
vagare il suo sguardo su quello che riteneva a ragione il suo regno, piuttosto
seccata; vide un orribile pantano grigiastro ricoprire il terreno, anziché uno
strato di neve bianchissima, alberi fradici e morenti, e un lago senza ghiacci,
scuro e triste. Per non parlare della pioggia che stava cadendo incessantemente
da giorni, rovinando il paesaggio celestiale e trasformandolo in una specie di
palude.
Sode no Shirayuki sospirò, irritata
dalla vista. Sia lei che la sua giovane padrona detestavano la pioggia – la Zanpakutō non amava passare intere giornate immersa nell’acqua sino
alle ginocchia, e Rukia aveva troppi brutti ricordi legati a essa – e, per
quanto la Yuki-Onna fosse uno spirito estremamente tollerante, non aveva
intenzione di tollerare un giorno in più di acquazzoni. Aveva tentato più volte
di parlare con la Shinigami, ottenendo perlopiù qualche invito a lasciarla in pace;
e la pioggia, invece di indebolirsi con il passare del tempo, non aveva fatto
altro che diventare più fitta.
Non che avesse bisogno di chiedere
nulla; sapeva benissimo che la tristezza di Rukia era dovuta al suo ultimo
incontro con Kurosaki Ichigo, durante il quale i due si erano detti addio.
Anche la Zanpakutō aveva
provato una certa malinconia dopo aver visto il Daiko, ma sembrava che la
giovane Shinigami non riuscisse a superare la cosa. Per quanto la ragazza
avesse tentato di nascondersi dietro una facciata di freddezza tipicamente
Kuchiki, erano pochi quelli che si erano fatti ingannare dal suo autocontrollo
e da quella finzione; Byakuya la guardava ogni giorno come se avesse paura che
si potesse spezzare da un momento all’altro, e il Capitano Ukitake non aveva
voluto mandarla in nessuna missione, temendo forse che il suo stato d’animo
potesse farle commettere una distrazione letale. Anche Renji e Matsumoto
avevano tentato di parlarle, con risultati decisamente mediocri. Ma adesso
avrebbe preso lei in mano la situazione.
Aveva
atteso che la giovane Kuchiki andasse a dormire dopo una sessione piuttosto faticosa
di allenamento, e proprio mentre la giovane si rilassava, abbassando le proprie
difese, l’aveva praticamente trascinata a forza nel suo mondo interno. Rukia era comparsa nel bel mezzo di un
acquitrino, non troppo felice per il trucco di Shirayuki; mentre si tirava
fuori dal pantano, aveva trovato di fronte a sé la Zanpakutō, che la stava
fissando con estrema durezza.
“Sode no
Shirayuki.” Salutò Rukia, senza mostrare alcuna sorpresa. La Shinigami si
guardò attorno, evitando lo sguardo severo della Yuki-Onna, e i suoi occhi
parvero intristirsi un poco vedendo la desolazione di quel paesaggio.
“Rukia-Sama,
benvenuta.” Replicò la Zanpakutō, senza alterarsi minimamente. “Sai perché
ti trovi qui, vero?”
“Immagino
di sì.” Borbottò Rukia, sedendosi su un albero abbattuto. Poco dopo la morte di
Kaien, la Yuki-Onna era riuscita a richiamarla nel suo mondo, mostrandole le
conseguenze della sua tristezza: la giovane Kuchiki non aveva voluto
ascoltarla, troppo presa dal rancore verso sé stessa e la sua spada. Stavolta,
però, sapeva di non poter scappare. “Mi dispiace, Sode no Shirayuki. So che per
te non dev’essere piacevole tutto questo.”
Lo
spirito non rispose, prendendosi tempo per riflettere. Una parola sbagliata
avrebbe fatto alzare le difese della Shinigami, e il loro dialogo non sarebbe
finito da nessuna parte. “Non mi piace la pioggia, Rukia-Sama. E non voglio
vederti così infelice.” La giovane Kuchiki fece una smorfia, abbassando lo
sguardo sul suolo fangoso. “È venuto il momento che tu riprenda il controllo,
Rukia-Sama. Sono passati ormai due mesi dal vostro addio.”
“Non è così semplice.” Mormorò l’altra,
accigliata. “Sai meglio di chiunque altro quanto Ichigo fosse importante per
me.” Rukia avrebbe negato la cosa a chiunque, ma era insensato mentire alla sua
Zanpakutō, che conosceva ogni
suo pensiero ed emozione. E quel dannato baka le aveva davvero cambiato la
vita, non solo salvandogliela più volte, ma aiutandola a perdonarsi per la
morte di Kaien, convincendo Nii-Sama – solo i Kami sapevano come – a
comportarsi davvero come un fratello, e facendole recuperare il rapporto che
aveva con Renji. Ichigo aveva cambiato tutto.
“Lo so,
Rukia-Sama.” Rispose la Yuki-Onna, con la voce un po’ meno severa. In fondo non
riusciva ad arrabbiarsi davvero con quella ragazza, soprattutto quando
conosceva perfettamente i motivi del suo stato d’animo. “Tuttavia, Ichigo-Dono
non vorrebbe vederti reagire in questo modo.”
Rukia
annuì, con un sorriso quasi amaro. “Probabile. Quel deficiente mi tirerebbe un
calcio, o qualcosa del genere.” Si sarebbe volentieri lanciata in una tiritera
su quanto fosse un cretino, elencandone tutti i numerosi difetti, ma sapeva che
la sua Zanpakutō non avrebbe apprezzato la diversione. Le due rimasero
nuovamente in silenzio, con la pioggia che picchiettava sul lago e sui pini a
costituire l’unico suono udibile. “È piuttosto deprimente, vero?”
“Si
tratta del tuo mondo interiore, Rukia-Sama. Riflette solo quello che provi tu.”
Fu la replica pacifica della donna. “Per quanto non sia entusiasta della
situazione qui, sono più preoccupata per te.” La voce di Shirayuki s’indurì,
mentre lo sguardo della donna diventava meno comprensivo e più freddo. “Non
stai facendo progressi. Hai tutte le capacità per eccellere, eppure sembri
avere paura dei tuoi stessi poteri. Ti alleni molto, ma lo fai senza la minima
passione, solo per far passare il tempo e non dover pensare.” Rukia abbassò lo
sguardo verso terra, ben sapendo che la sua Zanpakutō aveva assolutamente
ragione, e non disse nulla. “Ma adesso basta. Ichigo-Dono ha rischiato la vita
per salvare la tua. Vuoi davvero sprecare tutti i suoi sacrifici in questo
modo?”
Rukia non
rispose, il viso leggermente arrossato dall’imbarazzo, mentre lo scrosciare
della pioggia si faceva incredibilmente rumoroso. Sapeva benissimo che non era
la maniera giusta di reagire, e che non era giusto nei confronti di se stessa o
dei suoi compagni; tuttavia non riusciva a trovare un modo per mettersi il
cuore in pace. Dopo anni di solitudine aveva finalmente trovato un amico,
qualcuno che la vedesse come Rukia – non come una Kuchiki, non come una
Shinigami, non come un’occasione che non sarebbe tornata – e che l’aveva
accettata così com’era, con tutti i pregi e i difetti. Nemmeno quando era morto
Kaien-Dono si era sentita così… Persa. Nonostante non fosse sola come allora,
Rukia non riusciva a tollerare il dolore, la rabbia e il senso di colpa che
provava. “Che cosa posso fare, Shirayuki?” Mormorò quietamente lei, dopo un
lungo silenzio. Avrebbe ascoltato qualsiasi suggerimento, pur di far smettere
la pioggia.
“Accetta quello che è accaduto, e vivi al meglio per onorare il
sacrificio fatto da Ichigo-Dono. ” Fu la semplice risposta della Yuki-Onna. “Un giorno vi rivedrete, Rukia-Sama.
Forse non presto come vorresti, ma accadrà.” La Zanpakutō
tacque per un istante. “Devi essere abbastanza forte da poter proteggere chi
ami, e in questo momento non ne sei ancora in grado. Sarà questo il tuo obiettivo,
finché non potrai rivedere Ichigo-Dono.”
Rukia sospirò, abbassando lo sguardo verso il terreno fradicio; mentre
il nubifragio iniziava a diminuire, la ragazza annuì. “D’accordo, Shirarayuki.”
Replicò lei, quasi con sollievo nella voce. “Grazie.”
Snow
La neve
cadeva lentamente, ricoprendo senza alcuna fretta il terreno, appoggiandosi sui
rami dei pini e formando alcuni meravigliosi cristalli. Sode no Shirayuki
sorrise, muovendosi verso il lago, lieta che il suo dominio stesse tornando
allo splendore di un tempo; la neve scricchiolava sotto i suoi piedi,
trasmettendole una piacevole sensazione di freddo. Una volta raggiunte le rive,
la Yuki-Onna lasciò vagare lo sguardo lungo la superficie del lago, che non si
era ancora ghiacciata. È solo questione
di tempo, pensò la Zanpakutō, sospirando soddisfatta.
“Non è
ancora tornato come prima?” Domandò Rukia, che era appena apparsa nel suo mondo
interiore. La Yuki-Onna sorrise: stava attendendo la visita della Shinigami da
diverse ore, e sapeva che la sua padrona avrebbe avuto bisogno di consigli.
“Non ci
vorrà ancora molto, Rukia-Sama.” Replicò l’altra con insolita gentilezza. “Spero
tu non abbia intenzione di venire a pattinare qui, comunque.” La giovane
Kuchiki sorrise, divertita dall’ironia della sua Zanpakutō. “Ad ogni modo…
So che non ti trovi qui per discutere di ciò.”
La
Shinigami annuì, lo sguardo che spaziava lungo il paesaggio innevato. “Immagino
non ci sia bisogno di spiegare, allora.” Rukia sospirò, incrociando le braccia
con un cipiglio che non faceva sperare nulla di buono. “Non posso accettare
l’offerta di Ukitake-Taichou. Ho ucciso Kaien-Dono, non posso essere io a
sostituirlo! Non sono nemmeno un ufficiale!” L’indignazione nella voce della Shinigami
era tale da far sorridere la Yuki-Onna, decisamente poco partecipativa allo
sdegno di colei che la maneggiava.
“Qual è
il vero problema? Si tratta sempre di Kaien-Dono…” Replicò con una voce
decisamente più seria di poco prima. “Oppure hai solo paura di non sentirti
pronta?”
Rukia non
rispose, ma Shirayuki fu certa di aver visto un guizzo di colpevolezza negli
occhi della Shinigami; trattenne un sospiro spazientito, attendendo invece la
risposta della giovane. “Non ho paura.” Rispose l’altra, sedendosi su una
roccia coperta di neve. “È solo che non credo di poter sostituire Kaien-Dono.
Nessuno ci riuscirebbe, tantomeno io.”
La
Zanpakutō si sedette accanto a Rukia, osservandone l’espressione
tormentata. Le faceva quasi tenerezza, così minuta e apparentemente fragile;
pochi avrebbero potuto sospettare che, all’interno di quel metro e mezzo di
altezza, ci fosse una forza di volontà quasi impossibile da piegare. “Rukia-Sama,
non si tratta di una cosa del genere.” Iniziò a spiegare, con un tono calmo ma
fermo. “Kaien-Dono rimarrà sempre nei cuori di tutti, ma è il momento di
ricostruire. Sai bene che si tratta di un grande onore.”
La
Shinigami non rispose, torturando una delle maniche del suo shikakusho. Passò
un intero minuto, prima che la giovane Kuchiki si decidesse a replicare alla
Yuki-Onna. “E se non fossi abbastanza capace? Se non avessi le qualità per
essere un Luogotenente?” Mormorò, dando finalmente voce al dubbio che la stava
attanagliando. Lei non aveva mai avuto un ruolo di comando; aveva incasinato la
sua prima missione in solitaria, finendo quasi per farsi ammazzare, e benché
avesse ucciso un Espada, solo l’intervento di suo fratello aveva evitato che
perdesse la vita. Ichigo aveva dovuto salvarla da Grimmjow e da Yammi, perché –
tanto per cambiare – per poco non era stata massacrata in un combattimento. Non
sapeva usare il Bankai come Renji, non era un’esperta di Kido al livello di
Hinamori, non era forte come Hisagi o Kira, non aveva l’esperienza di
Matsumoto… Se la sarebbe cavata bene con le scartoffie, ma – secondo la sua
opinione – non aveva davvero le qualità del leader.
“Rukia-Sama,
ti ricordi quando Ichigo-Dono era depresso per via della sua sconfitta contro
il Cuarto Espada?” Domandò Shirayuki senza preavviso. La giovane Kuchiki annuì,
senza capire bene dove volesse andare a parare la Zanpakutō. “Ti ricordi
come lo riportasti a combattere?”
“Lo presi
a schiaffi e lo portai a combattere contro un Hollow.” Replicò Rukia con una
certa impazienza. “Tuttavia, Shirayuki, non capisco davvero a cosa serva
ricordare…”
“Non
solo, Rukia-Sama.” La interruppe la Yuki-Onna, severa come era stata poche
volte nella sua esistenza. “Gli parlasti, non ricordi?”
La
Shinigami scrollò un po’ le spalle, poco convinta. “Ichigo aveva solo bisogno
che qualcuno gli desse una bella scrollata, tutto qui. Avrebbe potuto farlo
chiunque altro, magari Inoue o Ishida…”
“Tuttavia
sei stata tu a tirarlo fuori dalla depressione.” Replicò prontamente Shirayuki.
“Chiunque avrebbe potuto parlargli, ma sei stata tu a farlo tornare a
combattere. E sei stata tu a dare a Inoue-San la fiducia necessaria per
imparare a difendersi, portandola persino nella Soul Society per addestrarla.”
“È stato
un semplice gesto da amica, e…”
“Quando
siete arrivati a Hueco Mundo, sei stata tu a eliminare l’Hollow che stava per
sconfiggere Ichigo-Dono e il suo gruppo.” Si fermò un istante, mentre un
accenno di sorriso si formava sul suo volto. “E tu, Rukia-Sama, hai sconfitto
un Espada senza usare il Bankai. E facendolo sei riuscita a chiudere finalmente
i conti con il tuo passato, diventando pronta a raccogliere l’eredità di
Kaien-Dono.” Sollevò lo sguardo,
osservando i fiocchi di neve che cadevano con leggerezza. “Ti ostini a punirti,
sminuendo i tuoi meriti e ricordando solo i tuoi errori. È il momento di
crescere, Rukia-Sama.”
La
Shinigami non rispose subito, tirando un basso sospiro. Shirayuki non aveva
tutti i torti, eppure lei non era ancora del tutto convinta. Era davvero pronta
ad accettare una responsabilità del genere? “Non so, Shirayuki.” Sbuffò infine,
incrociando le braccia sul petto. “Non voglio deludere nessuno.”
“L’unica
persona che deluderesti, Rukia-Sama, sei tu.” La Zanpakutō sospirò,
accennando un sorriso. “Perché non ti decidi a darti una possibilità?”
Per una
volta, Rukia non riuscì a trovare un’obiezione coerente.
Blizzard
Il tempo
era cambiato di nuovo, e la fitta ma tranquilla nevicata era stata sostituita
da una vera e propria bufera. Le cime degli alberi sbattevano qua e là, scosse
dal fortissimo vento, e il sottile strato di ghiaccio che copriva il lago stava
rapidamente aumentando di volume; la temperatura era scesa in picchiata,
nonostante non desse alcun fastidio alla Zanpakutō, che tuttavia stava
cercando riparo dalla neve mista a ghiaccio che le sbatteva sul volto. Sode no
Shirayuki si sistemò dietro un macigno leggermente scavato al suo interno,
quasi a formare una caverna, e attese.
Non ebbe
bisogno di attirare la sua giovane padrona nel dominio ghiacciato, poiché la
Shinigami si presentò spontaneamente nel mondo interiore. Il volto della
ragazza era accigliato, e solo guardandola negli occhi Shirayuki poteva vedere
l’ira che provava; sembrava che sprigionasse una rabbia gelida, simile a quella
di suo fratello. La Zanpakutō trattenne un sorriso, vagamente divertita
dalle somiglianze tra i due Kuchiki, dopo di che si apprestò a salutare il
Luogotenente. “Benvenuta, Rukia-Sama.” Commentò con voce calma. “Noto che oggi non
sei particolarmente di buon umore, o sbaglio?”
“Non mi
va di scherzare, Shirayuki.” Replicò la Shinigami, stringendo la mano destra a
pugno, in un gesto irato. “Non posso credere che mi abbiano chiesto davvero di
farlo.” Rukia alzò la voce, perdendo finalmente quella compostezza
esageratamente da Kuchiki. “Di spiare Ichigo! Lui ha dato tutto per la Soul
Society, per salvare noi, e come lo ripaghiamo? Usandolo come esca!”
La
Yuki-Onna non disse nulla, lasciando che fosse la giovane a sfogarsi. Sapeva
bene quanto Rukia avesse bisogno di qualcuno che l’ascoltasse senza fare
domande e giudicarla. “Come fanno a non fidarsi ancora di lui? È un deficiente,
d’accordo, ma non si unirebbe mai al nemico!” La Shinigami prese a camminare in
tondo, mentre fuori la tempesta di neve si rafforzava. “Mai! Perché diavolo non
lo vogliono capire? E perché Hirako-Taichou non ha detto nulla su questa
pazzia?”
Lo sguardo
irato di Rukia s’intristì, e la giovane Shinigami si sedette, improvvisamente
svuotata da quello sfogo. Aveva paura, anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno
sotto tortura; temeva che la Soul Society ricadesse nelle sue vecchie
abitudini, che decidesse che Ichigo era pericoloso, o peggio ancora
sacrificabile. Sapeva che Urahara e Yoruichi lo avrebbero protetto, ma nemmeno
i due ex Capitani avrebbero potuto sconfiggere l’intero Gotei 13... E quel baka
non avrebbe mai permesso che qualcun altro si ferisse al suo posto,
figuriamoci. Per non parlare di quei tizi del Fullbring, che avrebbero potuto
ammazzarlo da un momento all’altro!
“Rukia-Sama,
non credo ti abbiano dato questo compito per caso.” Intervenne Sode no
Shirayuki, vedendo la giovane immersa nei propri pensieri. “Tutti gli Shinigami
conoscono il legame tra te e Ichigo-Dono. Ognuno di loro sa che, se tu dovessi
scegliere, proteggeresti lui a qualsiasi costo.”
Lei
annuì, la rabbia che pian piano si allentava, permettendole di ragionare più
lucidamente. “Pensi che lo abbiano fatto apposta? Che abbiano scelto me, perché
io possa proteggerlo?” Domandò, poco convinta. Aveva già pensato alla
possibilità, ma era talmente contraria alla logica della Soul Society da
sembrarle impossibile.
“Penso
che non dovresti perdere la possibilità di tenere d’occhio le cose in prima
persona.” Replicò cautamente la Zanpakutō. Nemmeno lei era del tutto
sicura delle vere motivazioni del Gotei 13, ma probabilmente trovarsi a
Karakura, potendo controllare Ichigo e questi Fullbringers, non avrebbe potuto
nuocere. “Noi sappiamo che Ichigo-Dono non si unirebbe mai al nemico. Tuttavia,
potrebbe cadere in una trappola, o essere ingannato. E se tu non accetti
l’incarico, sarà inviato qualcun altro… Magari uno Shinigami che non ha a cuore
i tuoi stessi interessi.” Ammonì la Yuki-Onna.
Rukia non
rispose, riflettendo sulle parole della sua Zanpakutō, e la bufera di neve
iniziò a calmarsi. Sode no Shirayuki non mise fretta alla sua padrona,
attendendo che fosse lei ad annunciarle la decisione che già conosceva. “Andrò
a Karakura.” Disse infine, il tono fermo e serio. “Quell’imbecille potrebbe
cacciarsi in qualche guaio, e allora dovrò salvargli la pelle. Così, in caso
sia necessario…” Le faceva male anche solo doverlo pensare, ma la sicurezza di
Ichigo era più importante che qualsiasi altra cosa. “Se la Soul Society
decidesse di agire, potrò organizzarmi in tempo. Non penso prenderanno misure
straordinarie, ma preferisco non rischiare.” Terminò poi, guardando in volto la
Yuki-Onna.
La Zanpakutō
sorrise, lanciando uno sguardo oltre l’uscita della caverna; la tempesta era
tornata a essere una normale nevicata, e raramente aveva visto una tale
risolutezza negli occhi della sua giovane padrona. “Certamente, Rukia-Sama. Mi
sembra un ottimo piano.”
Sun
Sode no
Shirayuki sorrise, sollevando lo sguardo verso il cielo. Le ultime nubi se ne
stavano andando, lasciando spazio a un azzurro mai visto prima dalla
Zanpakutō; il sole splendeva, irradiando con un leggero tepore il dominio
innevato della Yuki-Onna. Non poteva davvero esserci un tempo migliore, segno
evidente dello stato d’animo della sua giovane padrona.
Lo
spirito non dovette nemmeno impegnarsi per percepire l’umore della Shinigami:
poteva chiaramente avvertirne un turbinio di emozioni tenute a bada quasi con
difficoltà. Sapeva che il piano di Kisuke Urahara era giunto al termine, e che
Rukia avrebbe potuto finalmente rivedere Ichigo Kurosaki. Sode no Shirayuki
sfiorò l’elsa della katana che portava al fianco, ben sapendo che, tra non
molto, la Shinigami avrebbe avuto bisogno del suo aiuto.
E lei,
come sempre, le avrebbe concesso le sue danze.
Angolo
dell’autrice
Salve a
tutti! Questa è la fanfic d’esordio nel fandom di Bleach, mi auguro vi sia
piaciuta. “Seventeen months to change it all” sarà una raccolta di one-shot e flashfic,
tutte con protagonista Rukia e un altro personaggio, in cui esploro alcuni
momenti di vita quotidiana. La prima, come avete potuto leggere, ospita la Zanpakutō
di Rukia, un personaggio che mi ha sempre affascinata.
Purtroppo sappiamo ben poco riguardo
Sode no Shirayuki, eccetto quello che si conosce grazie alla saga filler della
rivolta delle Zanpakutō; questo
mi ha dato qualche problema riguardo al carattere di Shirayuki, ma spero di
essermela cavata comunque. La vedo come uno spirito che tiene molto alla sua
padrona, che sa essere severa quando è necessario, in grado di guidare Rukia
nei momenti difficili.
Spesso
abbiamo avuto questo discorso della pioggia come simbolo della tristezza;
pioveva quando è morto Kaien, quando è morta Masaki, in Broken Coda abbiamo
Ichigo mezzo morto sotto la pioggia, ecc. Ho pensato quindi che, come con
Ichigo, il mondo interiore di Rukia possa essere influenzato dal suo stato d’animo,
e le quattro situazioni –pioggia, neve, tormenta e sole – indicano il modo in
cui si sente. Uff, ne è uscita una cosa fin troppo simbolica ^^” mi sarebbe
piaciuto allungare un po’ l’ultima parte, ma penso non ci sia davvero nulla da
dire. La faccia di Rukia quando lei e Ichigo si sono rivisti dice tutto!
Boh,
vediamo… Rukia mi convince e non mi convince, ma questa benedetta ragazza è
complessa. Non si sa nulla sui 17 mesi in cui lei non c’è stata, eccetto che è
diventata Luogotenente; grazie agli Omake di gennaio, sappiamo anche che
inizialmente aveva alcuni dubbi al riguardo. Ora, penso che Rukia, in un certo
modo, avesse ancora certe insicurezze causate dalla morte di Kaien, e penso sia
per questo che non ha accettato subito.
Accenni Ichiruki: qualcosa c’è, ma per il momento è tutto molto
sottile. Il prossimo capitolo potrebbe aggiungere alcuni dettagli ^^
Capitolo
Soul Society: adoro gli Shinigami, ma sappiamo tutti che quanto a moralità, non
sono proprio dei santi. E non dico altro…
Bene, e
con questo chiudo. Spero che la shot vi sia piaciuta, e sarò felicissima se
deciderete di seguire anche le altre. Spero esprimerete la vostra opinione con
una recensione, soprattutto in caso abbiate dubbi o critiche (servono sempre
xD), o suggerimenti con qualche personaggio. Bye!