Shush you damn perv!
Essere
una delle due uniche persone al mondo con la possibilità di
uccidere i demoni
grazie a delle armi forgiate da una pietra stellare caduta sulle terre
di Fenea,
il grande continente dei maghi, durante l’anno del buio
può essere catalogata
come impresa.
Essere
l’eroina nell’ombra sempre alla ricerca di salvare
i poveri villaggi attaccati
dalle orde di demoni, era un qualcosa di regolare
quotidianità pur restando
comunque un’impresa.
Essere
una ragazza nel mezzo di un mondo gettato nel caos e sapere di essere
la
speranza di sopravvivenza, senza crollare a causa della pressione era
un’impresa.
Essere
una ragazza senza magia, in un mondo di magia e cercare di non essere
nessuno
era un’impresa.
Essere
una demon hunter, dover combattere i demoni con la sola forza
interiore, era
un’impresa.
Ma
la vera impresa era un’altra.
Sopportare
il suo compagno di team.
Sopportare
Michael.
Quella,
era la sua vera impresa.
¯
-
Non. La. Passi. Liscia. -
Eleya
fissò in tralice il compagno seduto di fronte a lei. A volte
riusciva a farle
saltare i nervi in una maniera più assurda che rara.
Michael
si stiracchiò sulla roccia fino a distendersi, un ghigno in
viso che pareva
esclamare a gran voce “Te l’ho messa in
culo!”.
La
biondina dal canto suo pareva restia a dargliela vinta. - Senti tu. -
Michael
alzò la testa per poterla fissare. Lei così
piccola e mingherlina che si
metteva contro un energumeno come lui. L’unica cosa che
pareva renderla
abbastanza credibile come persona seria erano gli occhi. Quello sguardo
fiero e
impavido.
E
al momento decisamente incazzato.
Rise
sotto i baffi. Se non fosse stato conscio dell’incredibile
forza che la demon
hunter possedeva di sicuro l’avrebbe presa per una piccola
ribelle.
Ma
il problema stava proprio nel fatto che lei non era una piccola,
innocua
ragazza un po’ ribelle.
Era
Eleya. Un’Eleya che stava cominciando a scaldare i pugni.
-
Eddai non farci un dramma! – cercò di buttare
lì come scusa, anche se era certo
che non sarebbe servita a niente.
Come
volevasi dimostrare.
-
Non farci un dramma! Non farci un dramma?! –
ribattè Eleya cercando di
mantenere quanto più possibile il controllo.
-
Shush. – mormorò Michael tra i denti, reprimendo
un mugugno insoddisfatto.
Dopotutto
per lui era stato un “incidente” positivo.
-
Non “shush” a me! Ti farò assaggiare le
fiamme dell’inferno per questo! –
esclamò Eleya al limite del controllo.
- Oh
insomma Eya. Non mi sembra di aver cercato di fare niente di male.
–
Sbabam.
Michael
non capiva bene se era il terreno che improvvisamente si era alzato
andando a
scontrarsi col suo viso o se la storia era esattamente al contrario.
Fatto sta
che al momento si ritrovava con la faccia spalmata nella polvere,
costretto ad
ingoiare erba e con un chiaro segno violaceo di un mega-cazzotto-Eleya
sulla
guancia destra.
Eleya
dal canto suo, lo fissava completamente fuori controllo; Michael fu
quasi certo
di vedere una vena scoppiarle in testa e del fumo uscirle dalle
orecchie. Ok,
magari il fumo se l’era sognato.
Doveva
piantarla di andare a bere alla locanda di Jana dopo le missioni. Aveva
decisamente dei pessimi effetti collaterali.
Il
suddetto diavolo Eleya girò i tacchi e si diresse verso il
suo sacco a pelo a
qualche metro di distanza e senza remore vi si infilò dentro
concentrandosi
nell’evitare di prestare attenzione al suo compagno di team.
Dovettero
passare parecchi istanti prima che un urlo ponesse fine alla disputa.
-
Spiami ancora mentre faccio il bagno e ti giuro sui demoni drago, ti
lincio e
ti faccio diventare uno zerbino! -
Il
moro ancora con la faccia a terra deglutì sonoramente e
rimase in silenzio. Più
i minuti passavano però, più una domanda
assillante lo tormentava.
Sapeva
che Eleya era momentaneamente ingestibile ma quel quesito del secolo lo
turbava
fortemente. Quindi si fece coraggio e prese un bel respiro.
-
Ne’ Eya. … Ma cos’è uno
zerbino? -