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Autore: eleblack    29/12/2006    0 recensioni
“Aragorn non è mai stato così stanco. Non l’ho mai visto così affaticato, così preoccupato per la sua discendenza…solo al matrimonio di Eldarion ed Elwing ho rivisto il sorriso di sempre sul suo volto… ma è stato temporaneo".“Non sprecare le energie disperando. Non è ancora perduta, la speranza. Ricordi che egli stesso fu chiamato ‘Estel’ tanto tempo fa?” ricorda Elanor accarezzando la guancia dell’elfo “Ora riposa”.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anno 3141, 1° Marzo – Terra di Mezzo, Minas Tirith

Anno 3141, 1° Marzo – Terra di Mezzo, Minas Tirith

 

“Lui s-sta sempre peggio…io lo sapevo, lo sapevo da sempre…ma non credevo che…così male…sta così…m-male”.

“Shh, calmati, ti prego, Arwen calmati”.

Elanor abbraccia forte Arwen, singhiozzante e con gli occhi gonfi di lacrime.

Suo marito non sta bene, per niente bene.

Legolas è lì vicino, i pugni stretti per la rabbia di non poter fare nulla.

“Noi ti saremo vicini, Arwen” la consola Elanor “Chiameremo tutti gli amici di Aragorn, tutti i vostri amici, e vi saremo tutti quanti vicini così come voi ci avete aiutato nel passato”.

“Ho paura che si addormenti e c-che non si risvegli…senza salutarmi, ho paura che lui…”.

“Non potrebbe mai…ti ama troppo per poter andarsene senza salutarti” afferma Legolas, alzandosi e unendosi all’abbraccio delle due donne.

Una ragazza bionda entra nella stanza. Anche lei è molto pallida in viso.

“Mamma…papà…”.

Elanor si gira a guardarla: “Elwing…dicci pure”.

“Re Aragorn vuole vedere te e papà. Desidera incontrarvi ora…”.

“Arriviamo” dice Legolas, asciugandosi il volto con la manica.

Elwing si avvicina ad Arwen e la abbraccia.

 “Elwing…sta’ con lei” le dice la madre.

“Certo”.

Legolas prende sottobraccio la moglie e la guida per i corridoi fino alla stanza del re.

E’ una grande stanza illuminata, il re giace sul suo letto, ricoperto da lenzuoli finemente ricamati e tessuti decorati in oro.

Legolas ha la conferma di ciò che temeva: il suo sovrano e amico ha raggiunto l’apice della vecchiaia, come tutti gli altri Uomini, e, come per tutte le età, da quel punto non si torna più indietro.

“Benvenuti, amici miei” li saluta Aragorn con voce fievole “E’ brutto che servano queste tristi circostanze a farci incontrare di nuovo”.

“Noi siamo venuti da te con i migliori auguri di pronta guarigione, sire” dice Elanor, inginocchiandosi e baciando la sua mano.

Legolas rimane impalato lì dov’è, incapace di muoversi, incapace di parlare senza iniziare a piangere come un bambino.

“Non so se questa volta la vita abbandonerà il mio corpo o se avrò ancora il piacere di trascorrere del tempo con la mia famiglia..ma ringrazio per ciò che mi è stato dato. Da tutti”.

Elanor si alza e dice: “So che volevi parlarci”.

“Sì…volevo ringraziare te, Elanor, per aver dato alla luce una splendida ragazza qual è Elwing…è un’ottima moglie per mio figlio Eldarion e credo proprio che governeranno serenamente insieme, quando io me ne sarà andato…”.

“Anche noi siamo contenti di Elwing…vero, Legolas?” Elanor tenta di far parlare Legolas e di richiamarlo alla realtà. Pensa che mostrarsi addolorato di fronte al re non serva a nulla, se non a renderlo più triste di quanto già non sia.

E volevo ringraziarvi di aver sempre facilitato il dialogo tra le popolazioni del Nord e la mia gente…e di aver vegliato sul popolo degli Hobbit”.

Aragorn tossisce e tiene gli occhi chiusi per qualche attimo.

“Volevo chiedere a te, Elanor, di consolare Arwen quando non ci sarò più e di darle la forza di reagire, e di concludere la sua vita il più serenamente possibile”.

“L’avrei fatto anche senza questa tua richiesta…”.

E…infine…volevo soltanto ringraziarti, Legolas, di ciò che hai fatto per me. Ringraziarti perché sei stato mio amico, mio alleato, mio fratello nel Bene e nel Male”.

Legolas alza lo sguardo e si avvicina al letto del suo re, inginocchiandosi.

Sospira: “Rispondo che servire un grande re come tu sei stato non ha comportato alcun grosso impegno da parte mia, perché ciò che ho fatto per te l’ho fatto perché il mio cuore mi assicurava che facevo la cosa giusta” la voce di Legolas è rotta, gli occhi lucidi “ Per me sei sempre stato un amico, un fratello, ma anche un padre, Aragorn, perché tu sapevi sempre come consolarmi, come tirarmi su di morale…e quindi sono io a doverti ringraziare, Aragorn…” Arwen, Darwenia, Elwing e il giovane Eldarion entrano nella stanza “…per tutto ciò che hai fatto per il mio popolo, per la tua terra che è anche la mia, per la mia famiglia…il tuo comportamento è stato un esempio per me, il tuo stesso nome, ‘Estel’ lo è stato…”.

Aragorn sorride e stringe la mano di Legolas.

Ma adesso, mio re, io devo chiederti un grosso favore, io devo chiedere questo a te adesso, perché quando non ci sarai più, io non saprò con chi parlarne…”.

“Chiedi pure…Legolas”.

“Io ti chiedo…per favore…dammi il tuo permesso…e la tua benedizione…poiché sento che per me è giunto il momento di andare, di abbandonare questa Terra, e di incontrare il Mare, una volta per tutte, di attraversarlo e di scoprire dove mi condurrà…tu solo sai quanto io ho combattuto con la mia debolezza, e tu solo sai quanto ho faticato per poter riuscire a dimenticarmene per un po’ di tempo…l’ho fatto per il mio popolo, per la mia famiglia…ma, mio signore, ora vorrei fare qualcosa per me…se possibile”.

Darwenia scoppia a piangere e abbraccia la madre.

“Certo che sarà così, amico mio…” dice Aragorn “Io ti do il permesso di andare. Porta con te tua moglie, se ella vorrà rimanerti vicino fino alla fine, lascia ciò che rimane delle tue terre alla tua discendenza, costruisci una barca e va’…attraversa il Mare…concludi la tua vita nel luogo in cui ritieni più opportuno farlo…il tempo degli Elfi è finito purtroppo, mio caro amico. E’ il tempo degli Uomini, adesso”.

Legolas appoggia la fronte sul letto del re e questi gli carezza la testa.

Poi l’elfo si alza in piedi, si asciuga il viso e si congeda dal re con sua moglie e sua figlia Darwenia.

 

*

 

Elanor siede su una panchina con Dama Eowyn, alla luce del sole di mezzogiorno.

“Temo che il nostro re sia vicino alla morte” si confida Elanor.

“E’ vero, e anche io sono molto invecchiata…”.

Ma porti bene i tuoi anni, Eowyn, fidati se te lo dico”.

“Tu invece sei giovane come sempre, Elanor…sul tuo viso non c’è una ruga”.

“Forse non sono vecchia fuori, ma dentro…”.

“Senti anche tu il peso degli anni, e del Mare, come Legolas?”.

“E’ così, amica mia. Anch’io quand’ero più giovane bramavo di conoscere il Mare e i suoi misteri, ma arrivò l’Amore a sconvolgere i miei piani e decisi che il Mare poteva anche aspettare…”.

“Hai fatto bene…altrimenti non avresti la bella famiglia che hai ora” dice Eowyn, indicando ad Elanor la giovane Darwenia che osserva la città dalla terrazza “personalmente, non so come farei senza mio figlio Boromir…anche Faramir è molto vecchio, presto l’ora arriverà anche per lui…è Boromir che svolge tutti i lavori pesanti…”.

“Tuo figlio dev’essere molto cresciuto, Eowyn…è tanto che non lo vedo…”.

“Eccolo laggiù, guarda…”.

Boromir è un gran bel ragazzo, assomiglia davvero al padre…ma i capelli biondi ricordano molto gli abitanti di Rohan.

 Cammina con passo deciso verso la balconata, in particolare verso quella giovane, bellissima elfa laggiù che osserva la città con vivacissimi occhi nocciola.

Darwenia si accorge del suo arrivo e alza lo sguardo verso di lui.

“Vuoi che ti faccia da guida nella città?” le chiede “la conosco benissimo, come le mie tasche…”.

Darwenia sorride ma sembra indecisa. Infine annuisce.

“Sono sicuro che ti piacerà. Ma c’è molto da vedere…e forse a piedi ti stancheresti…”.

“So andare a cavallo…” dice lei orgogliosa.

“Davvero?” dice lui ammirevole “Non conosco altre ragazze che sappiano farlo…sei davvero in gamba, lo sai?”.

“Grazie, emh…”.

“Boromir è il mio nome”.

“Io sono Darwenia”.

“Lo sapevo già…sei la sorella di Elwing, vero?”.

“Sì…strano che tu mi abbia riconosciuto…dicono che non ci assomigliamo per niente” dice Darwenia, rivelando che la cosa le dispiace.

“Beh, non è vero… siete entrambe molto belle, per esempio…”.

Darwenia si sente arrossire e guarda il ragazzo.

“Andiamo, dai”.

 

*

 

  
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