Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |       
Autore: Clio_96    12/06/2012    2 recensioni
Tutte le strade portano a Roma. Non so se vi è mai capitato di perdervi in giro, ma non credo a questo genere di affermazioni. Ho sempre pensato che, se avessi potuto, avrei cambiato questa frase popolare in "Tutte le strade portano ad una vita". La strada dove trovi un bar con un annuncio attaccato fuori quando sei in cerca del tuo primo lavoro; la via con la libreria dove vai a comprare il tuo primo libro, o dove c'è una cartoleria, un negozio di macchine fotografiche, un cinema, una scuola, una casa di riposo. Ogni strada è una variabile sconosciuta che dà come risultato milioni di vite possibili. Ma cosa accade quando si trova una strada dove i sogni non vengono realizzati, ma si infrangono, cadendo miseramente nella polvere?.....A voi lettori il giudizio finale.
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                      Boulevard of broken dreams
                    Premessa
Pubblicando questa mia opera originale sotto questo titolo, non intendo violare il copyright dell’omonima canzone dei Greenday. Ho preso liberamente ispirazione dal significato profondo che ho sentito trasmettermi da questa musica, ma in alcun modo intendo fuorviare o interpretare quell’opera musicale. Ritengo soltanto inadatto un titolo diverso da questo per la mia creazione. Qualora infrangessi qualche regola, mi scuso, perché non ne ho la minima intenzione: all’ispirazione non si comanda.
Buona lettura.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------
                                                        Parte I
Non ho paura del vuoto. Non c’era altro modo per definire quel viale. Un’infinità vuota compressa tra due muri del pianto, due opulenti e soffocanti megaliti di cemento grigio piombo, che vincolavano la fioca luce solare a passare oltre la desolazione. L’aria era rarefatta; in controluce si potevano scorgere particelle lente che si trascinavano, come vecchi ingrigiti dal tempo, intrise di caligine scura, che si posava invisibile, seppur pesante come la morte. Quel boulevard moriva dopo pochi metri, svoltava verso il nulla. Ne intrapresi la traversata nella più totale solitudine, circondata da un silenzio solenne, che faceva venir voglia di gridare a squarciagola, solo per infrangere una regola severissima e da sempre rispettata in quel luogo. All’improvviso smisi di sentirmi a mio agio, e fallì così il mio tentativo di ostentare noncuranza. Alzando gli occhi sulla coltre scura del muro, scrostata e sbiadita dagli anni, una targa mostrava l’incisione: “Boulevard of broken dreams “. Quasi evocate, ombre silenziose , ma decise sul loro percorso, sbucarono da dietro di me o dalle porte dei muri laterali. Avvertivo impercettibilmente i loro passi, e i loro volti tra sparivano attraverso l’aria plumbea come soggetti non ben messi a fuoco, presi da vecchissime fotografie color seppia. Ebbene, mi incantava il loro muoversi ovattato, forse perché in un luogo non oggettivamente reale le proiezioni delle menti umane sono una via di mezzo tra le visioni e i sogni , così mi fermai  ad osservare e riflettere. Una giovane donna dai corti capelli corvini abbandonava accanto al marciapiede un passeggino, tenendosi  malinconicamente la mano premuta sul ventre, mentre quella carrozzina si ripiegava su se stessa, rompendosi in cento assicelle di ferro, come un puzzle sparpagliato a terra. Un uomo vestito da aviatore, tenendo in mano il modellino di un caccia militare, lo lancia con un tocco leggero verso il muro di cemento, dove librandosi si scontra, spezzandosi in due. Un’adolescente dai lunghi capelli biondo cenere, solcati da sgargianti extension fucsia, uscendo stravolta da un angolo del muro, con in mano una chitarra, la scaraventa al suolo disintegrandola, mentre scie di disperazione marchiano il suo volto con lacrime colorate di pesante mascara. Tutto nel più perfetto silenzio. Sarà che il mondo non sente se un cuore si spezza, se un’anima si accartoccia su se stessa, se un sogno affoga nella polvere. La luce però resta.
 
Prosegue nella parte II
 
 
 
Writer Place
Qualora il mio lavoro fin qui sia stato di vostro gradimento, ho pubblicato contestualmente alla prima anche la seconda parte. Se per caso non vi fosse piaciuto, siete liberissimi di interrompere qui la lettura, e vi ringrazio dal più profondo del cuore per la vostra buona volontà e per il tempo che mi avete dedicato; se vi va, non mi dispiacciono recensioni positive o negative, per correggermi ed imparare a migliorarmi.
Buon proseguimento, con me o con le vostre storie.
Con affetto immenso,
                                                                                             Clio 
            
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Clio_96