Everyday,
is so wonderful.
Then suddenly,
it's hard to breathe
now and then
I get insicure.
Compongo il numero con le dita che tremano. Lo sbaglio due
volte.
Fa’ che non sia spento.
-Pronto?
-Ehi, Lu’.- Stai tranquillo. Va tutto… bene. –Ci vediamo oggi?
Il tono è titubante. Inspira, espira.
-Cos’è successo?
La sua mania di rispondere ad una domanda con un’altra domanda.
-Vediamoci alle cinque alla Fontana Rotonda.
La voce mi si spezza proprio alla fine.
* * *
Arrivo a Villa Borghese con mezz’ora di anticipo.
Il sole splende, ma è come se i raggi neanche mi toccassero.
Sento una sensazione lieve, come un velo, costante e fastidiosa, che a volte mi
porta a rabbrividire appena.
Perché?
La ferita all’interno del labbro brucia e le ossa sembrano volermi far
pagare qualcosa che non ho voluto.
Perché a me?
-Palla!- ed un pallone mi finisce accanto. Sento rumori attutiti, come se
avessi delle cuffie, e non ho la forza d’alzarmi. Lo prenderanno loro.
Loro sono normali. Loro possono far tutto.
-Guarda te ‘sto frocio de’ merda.- sento mormorare.
O forse è urlato. Che differenza fa?
Io sono un frocio di merda.
Quando Luca arriva, mi accorgo di aver passato venti minuti senza pensare,
senza fare nulla.
Lo guardo arrivare da dietro le lenti scure degli occhiali ed il dolore mi
esplode dentro come una bomba.
Si siede accanto a me ma non fa niente. Non una parola, non un gesto. So che
sta aspettando.
Ma come posso dirlo a lui se non so neanche spiegarlo a me?
Sento le lacrime che spingono per uscire, per liberarmi da tutta questa
sofferenza. Per lasciare il mio corpo e far finta che niente sia successo.
Porto una mano alla stecca degli occhiali.
Immagini confuse sfilano nella mia mente.
Li tolgo e sbatto le palpebre.
Gli insulti si ammassano tutti, violenti come un uragano.
Ce la farò?
Mi giro. Sento a malapena i raggi del sole sfiorare il livido violaceo che
Luca guarda con evidente shock.
-Io…- fa lui. La voce sembra uscirgli dall’oltretomba.
Probabilmente neanche immagina come mi senta ora che lui è qui, impotente
quanto me di fronte all’evidenza dei fatti.
-Ero in metro. Loro erano in tre. Nessuno è intervenuto.
Lo dico con fretta, quasi sperando che altrettanto in fretta spariscano i
ricordi.
Luca si alza e fuori di se come non l’ho mai visto mi sfila violento gli
occhiali che avevo rimesso. Inizia ad urlare che non devo rifiutare ciò che sono,
palesemente sconvolto.
A volte colgo qualche frase, ma per lo più sento solo il
ronzio nelle mie orecchie.
Mi odi anche tu, ora? Ho deluso anche te, Luca?
Mentre la rabbia deforma la sua voce, alzando ed abbassando il tono, qualcuno
comincia a guardarci incuriosito.
Quando dichiara la sua omosessualità, gridando, mi sento morire. –Zitto, ti prego!-
dico esasperato, -Non urlare, ci sentono tutti- aggiungo più piano.
Non posso credere che l’abbia fatto. In un mondo del genere noi dovremmo
restare nascosti.
Fa un attimo di pausa, per elaborare. -Perché?- mi risponde puntando i suoi
occhi nei miei. –Devo smettere di vivere per far contenti loro?
E’ davvero tutto così semplice per lui?
-Non capisci? A loro non importa cosa ti succederà. Semplicemente non gli
sta bene che un uomo stia con un altro uomo.
Lo lascio senza fiato. La triste e amara consapevolezza di averlo deluso
comincia a farsi spazio nella mia mente.
Ma poi –Qui non stiamo parlando di uomo o donna, non stiamo nemmeno parlando di
persone. Stiamo parlando di sentimenti! Pensi che qualcuno abbia davvero il
diritto di decidere di chi devi innamorarti?
Si ferma. So che è una domanda retorica, tuttavia apro e chiudo la bocca
cercando una risposta che non esce.
-L’unico che può farlo sei tu! Loro hanno schifo di noi, ma sai che ti dico?
Gabriele, io schifo loro! Pensano di essere perfetti, pensano di sapere
cosa sia l’amore, ma la verità è che non lo capiranno mai. Io non mi sono
innamorato di te come Gabriele, uomo, mi sono innamorato di te come anima,
senza etichette!
Dice tutto questo come se sputasse l’odio e il rancore che gli sono cresciuti
dentro come una furia in pochi minuti. Tanto sono sconvolto da non rendermi
neppure conto di cominciare a singhiozzare a metà discorso; le sue parole mi
sciolgono completamente e la testa mi gira in modo pauroso.
Comincio a pensare che con lui ce la farò.
Quando mi abbraccia sento finalmente calore, sento di essere al sicuro.
Lui è in grado di rimettermi a nuovo partendo da poche macerie. Lui può farmi
tornare, se non a ridere, a sorridere.
Se qualcosa ha voluto che questa persona fosse un uomo, nessuno ha il diritto
di mettersi in mezzo.
-Ho dubitato di tante cose nella mia vita… ma non ho mai messo in dubbio il mio
amore per te.
So che non sono solo, se ci sei tu.