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Autore: shelters    12/06/2012    1 recensioni
«lena amava molte cose» alle volte, anche le cose più piccole, ti fanno sentire in pace con il mondo. e per un momento, ti sembra che non ci sia niente di più perfetto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se ti va, leggila mentre ascoltati "To build a home" dei Cinematic Orchestra.

E ti sembrerà di essere in pace col mondo. Anche solo per poco.

Lena amava molte cose. Amava affacciarsi dal davanzale e venire investita al contempo dai raggi del sole e dal vento talmente forti da dover chiudere gli occhi, amava quell’odore di familiare, di unito, che emanavano le candide pareti di casa sua. Amava trascorrere le fredde giornate invernali a casa della nonna con un tè caldo in mano a raccontare all’anziana la sua vita o meglio, quella degli altri. Il profumo di pagine mai sfogliate le dava alla testa e la faceva sentire parte di qualcosa di speciale. E, anche se non aveva nemmeno un vero amico, a lei non importava. Le bastavano quei piccoli gesti di quotidianità per rendere la sua vita bella. Come quando in autunno passeggiava per i viali della periferia di Londra e il rumore di migliaia di foglie secche e gialle le arrivava alle orecchie come il suono di mille violini.
Quando i suoi capelli biondo grano volavano come stelle filanti il giorno di carnevale le sembrava che non ci fosse niente di più rilassante.
Trovare, dopo mesi di noia, un libro appassionante in cui immergersi la faceva sentire appagata come nessuno, la faceva sentire grande nel suo piccolo.
Poteva sempre essere sé stessa, senza preoccupazioni, perché tanto a scuola le persone non si intrattenevano a vicenda parlando di lei e non concentravano riflessioni su quanto fosse schiva la bella ragazza bionda di cui nemmeno una ventina di persone, ad essere generosi, ricordavano realmente il nome.
Era come la cosa più preziosa al mondo e allo stesso tempo la più noiosa, intoccabile quanto inutile. Ma a lei non interessava, la laurea ad Oxford e poi una brillante carriera letteraria, il suo futuro era quello da quelli che ormai sembravano anni e chi erano realmente quelle persone per impedirlo?
Lei ci perdeva le giornate davanti allo schermo quadrato e incolore, si divertiva a scrivere righe e righe d’intrecci d’amore e riflessioni profonde e sentiva uno strano senso di appagamento quando vedeva lo scritto senza un minimo segno rosso, totalmente limpido, un po’ come lei.
Sorrideva spontaneamente nei momenti in cui dalle tendine rosa pallido della sua stanza filtrava un raggio di sole dalla coltre di nubi e poi veniva d’improvviso ringhiottito da quel mare nero. Sembrava quasi un barlume di speranza, uno sforzo, un tentativo.
Se non scriveva, suonava. Le lunghe e pallide dita affusolate scorrevano con delicatezza sui tasti lucidi del perfetto pianoforte a corda che troneggiava nella grande sala. Era sola quando lo faceva, sentiva di poter creare quasi un legame con lo strumento che sottostava ai suoi ordini. E Lena fu certa che, quando le soffici e leggere note di “To Build Home” risuonarono per l’ampio salone di marmo e il vento entrò pacatamente accompagnato da un timido raggio di sole, non ci potesse essere un momento più perfetto di quello nell’intero mondo.
 

  
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