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Autore: Alice_xD    12/06/2012    0 recensioni
Tutti la giudicavano, tutti cercavano di darle consigli, ma nessuno la capiva. Nessuno tranne lui.
Lui che si era avvicinato lentamente a lei facendole percepire la sua presenza, senza appesantirle o obbligarla. Lui che in quel momento la guardava come se fosse il più prezioso dei tesori mentre si avvicinava a lei prendendole le mani fra le sue.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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A tutti quelli che sono innamorati, o almeno, che hanno provato anche solo per un secondo il brivido dell'amore.

La piccola luce della candela illuminava appena il grosso tomo di libri che Rose teneva sulle gambe ma, a giudicare dai suoi occhi blu che scorrevano riga per riga quel testo, si poteva dire che le parole non era tanto incomprensibili - un’altra opzione era che lei lo avesse imparato a memoria.
Un’ombra improvvisa fece sussultare la dolce Rose mentre un risolino usciva dalle labbra del dolce ragazzo dai capelli blu elettrico.
“Mi hai spaventato, stupido”, sussurrò lei con enfasi.
Lui non l’ascolto e si sedette sul divano davanti a lei e fece per coprirsi la mano poco prima che le sue labbra si aprissero in uno sbadiglio. Gli occhi color nocciola era lucidi dal sonno, ma questo non impedì al ragazzo di osservare con attenzione la ragazza.
“Rose, sono le tre del mattino, cosa ci fai ancora in piedi?”, chiese.
Lei si strofinò gli occhi come se tutto il sonno le fosse piombato addosso in quel momento. “Sto studiando. Fra tre giorni ho un esame importante e ho paura”, rispose diventando rossa sulle orecchie per la vergogna di aver messo che aveva paura.
Lui alzò gli occhi al cielo. “Se la ex-migliore studentessa di Hogwarts, seconda solo a tua madre, una so-tutto-io, la prima della facoltà di Mendimagia..e hai paura?”, domandò scettico il ragazzo.
Rose si strinse fra le spalle. “Lo so che è innaturale che io abbia paura, ma c’è l’ho. Insomma..a me piacerebbe davvero diventare una Mendimaga, ma se faccio la figura della stupida? Se mi fanno le domande e io non saprò rispondere perché avrò improvvisamente un blocco di memoria?”. Quelle domande la tormentavano da giorni, ma non aveva voluto esporle a nessuno perché nessuno la capiva veramente.
Suo padre la considerava una “Granger in mignatura” e borbottava già troppo sul fatto che fosse troppo attaccata ai libri - come sua madre - senza divertirsi.
Sua madre, invece, era molto ligia e severa per quanto riguarda l’educazione e lo studio e dato che lei, nella sua illustre carriera scolastica non aveva mai svolto un lavoro che non fosse eccellente , di conseguenza anche Rose doveva essere così.
Suo fratello e i suoi immensi cugini era d’accordo con suo padre nel fatto che dovrebbe divertirsi un po’ e non diventare un topo di biblioteca - anche se quello lo era già dall’età di cinque anni, ovvero da quando aveva imparato a leggere.
Tutti la giudicavano, tutti cercavano di darle consigli, ma nessuno la capiva.
Nessuno tranne lui.
Lui che era sempre pronto ad aprire la porta di casa sua per permetterla di studiare in santa pace senza che nessuno la disturbasse.
Lui che si era avvicinato lentamente a lei facendole percepire la sua presenza, senza appesantirle o obbligarla.
Lui che in quel momento la guardava come se fosse il più prezioso dei tesori mentre si avvicinava a lei prendendole le mani fra le sue.
Non abbandonò neanche per un secondo i suoi occhi e - quando furono veramente vicini, tanto che Rose poté sentire il suo dolce profumo di muschio - lui finalmente si decise a rispondere.
“Non avrai mai un blocco di memoria. Capito, mai? Perché hai la testa così grande che ci starebbero dieci di questi volumi”.
Rose fece finta di offendersi e gli diede un pugno leggero sul braccio.
“Ahi! Ma che fai ti alleni a quella box-cosa anziché studiare? Non si fa signorina, Weasley non si fa”, la riprese cercando di farla ridere.
E ci riuscì. Rose rise, con quella risata argentina che contagiò anche lui.
“Grazie”, gli sussurrò quando fu calato di nuovo il silenzio.
Lui le accarezzò dolcemente la guancia e congiunse le sue labbra con quelle della ragazza.
 
Rose saltò addosso al ragazzo, stringendo fra le mani un grosso foglio.
Gli circondò la vita con le gambe e strinse le sue mani attorno al suo collo.
“Ho preso il massimo dei voti, non posso crederci!”, esclamò raggiante.
Lui rise dell’esuberanza della ragazza. “Non ne ho mai dubitato”, disse.
Rose lo baciò con passione, in mezzo a tutta la sala gremita di gente che li osservava curiosi. Quando si staccarono le orecchie di Rose erano di un rosso come i suoi capelli mentre lui si beava dell’imbarazzo della ragazza.
La fece appoggiare delicatamente a terra e si inginocchiò di fronte a Rose come se vedesse solo lei. E infatti era questo che gli importava: gli bastava solo lei nel mondo.
“Rose Minerva Weasley, vuoi concedermi l’onore di diventare mia moglie?”, chiese prendendo dalla tasca della giaccia l’anello e posizionandolo davanti a lei.
Rose si portò una mano sulla bocca per la sorpresa. Erano due anni che condividevano in una casetta a Diagon Alley e Rose si immergeva nella sua fantasia chiedendosi se un giorno lui le avrebbe mai fatto quella proposta.
Era ora che era arrivata, lei lo fissava. Lo fissava e basta.
Poi con uno slancio si buttò su di lui facendo cadere a terra - rumorosamente aggiungerei - entrambi. Lei lo baciò da per tutto: sugli occhi, sulla fronte, sulle guancie, sul mento fino ad arrivare alla sua bocca che baciò dolcemente e lentamente.
Lui si staccò da lei per riprendere fiato mentre dalla sua bocca usciva una risata piena di gioia e di amore verso quella ragazza dai capelli rossi e dal viso cosparso di lentiggini.
“E’ un sì?”, domandò.
Lei annuì con il capo. “Certo che voglio sposarti, signor Teddy Lupin”, gli sussurrò a pochi centimetri dalle labbra prima che lui le ricongiunse nuovamente.

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Ok! Non so esattamente il perchè ma ho voglia di scrivere questa one-short e, sinceramente non so neanche da dove io le prende..semplicemente mi escono così.

 
 
  
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