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Autore: nowtellmeastory    12/06/2012    3 recensioni
“Perché una canzone vale più di mille parole. Perché una canzone, resta per sempre.”
Possono due fratelli innamorarsi della stessa ragazza?
Lei, scontrosa ma fragile. Loro, due rockstar sconosciute nella sua vita. E' tutto un caso, una strana coincidenza. Un intreccio, un amore particolare, un dolcissimo odio. Segreti che fanno male.
..perchè non tutti hanno la capacità di salvarsi la vita, ma lei ci riuscì. Ci riuscì grazie a loro.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci giunti all'ultimo capitolo. Prossimamente ci sarà l'epilogo, e quindi questa storia finirà definitivamente. Farò gli opportuni ringraziamenti la prossima volta. :) Per ora, godetevi l'ultimo evento di questa lunga storia, che per me ha significato tanto, e spero che sia piaciuta a tutti voi.
Aspetto i vostri commenti e le vostre riflessioni!
Bacioni, SweetEchelon.



Capitolo 40



4 dicembre 2009

-Jared
Ero su quel palco, seduto ad una lunga scrivania rettangolare, con Tomo e Shannon ai miei lati, e una schiera infinita di giornalisti sotto di noi, seduti tra il pubblico ristretto che era riuscito ad en...trare alla conferenza.
Tutto era elegante, raffinato, quell’aria che un po’ mi era mancata negli ultimi anni, a furia di stare dietro al lavoro e alle corse in ospedale per Audrey. Era un po’ come la mia normalità, ma non ero comunque tranquillo a sapere Audrey in un letto d’ospedale, da sola, senza nemmeno uno di noi che le stesse accanto. Ma purtroppo, quello era il grande giorno, il 4 dicembre 2009, il giorno in cui il nostro nuovo album avrebbe fatto la sua comparsa sul mercato dopo mesi di duro lavoro e creazione.
Quello era il giorno in cui ‘This is War’ avrebbe fatto felici gli Echelon. Si, decidemmo di chiamare il CD ‘This is War’ proprio come la canzone, quella canzone che aveva così tanto da dire e da esprimere, quella canzone che ti incita a combattere con le unghia e con i denti per ottenere ciò che vuoi, per salvare te stesso.
“E così, signor Leto, questo album è frutto di una lunga fase burocratica molto burrascosa, cosa può dirci a proposito, lei che è il frontman di questa band?” Avvicinai il microfono alle labbra e parlai con tutta la calma possibile.
“Beh si ci sono state molte discussioni e molte difficoltà con la produzione di questo album. Come voi tutti spete abbiamo passato un periodo molto buio per la Causa che richiedeva impiego di molti soldi, e soprattutto impiego di nuove idee. Nuove idee per sviluppare qualcosa che sarebbe piaciuto a chi ci ascolta, e a chi vorrebbe iniziare a farlo. Abbiamo dovuto cambiare il nostro solito stile, restando comunque gli artisti che siamo, quindi non abbiamo intaccato le nostre origini o tanto meno screditate. Abbiamo semplicemente sperimentato qualcosa di nuovo e innovativo, e in più, abbiamo coinvolto tutti gli Echelon favorevoli a questo progetto con Summit e registrazioni in studio. Sarà un grande progetto!”
“E lei, cosa ne pensa, Shannon?”
“Penso che mio fratello Jared abbia perfettamente ragione, e tutti noi componenti della band, con in più l’aiuto di coloro che lavorano a stretto contatto con noi, abbiamo intenzione di condividere questo enorme progetto, con gli Echelon di tutto il mondo.” Mio fratello, con i suoi occhiali da sole color bronzo, parla con decisione e professionalità.
“Questo comporterà quindi un tour molto lungo e faticoso, quindi?” Chiese una giornalista riferendosi a Tomo.
“Ne stavamo proprio discutendo prima che iniziasse questa conferenza. Ovviamente il tour non è stato ancora organizzato nei dettagli, per ora siamo alle grandi linee, ma se vogliamo che questo progetto arrivi a tutti e tutti possano goderne i frutti, parlando di musica live ovviamente, si, dovremo organizzare un tour molto lungo, Mondiale, direi!”
“Gli Echelon come hanno reagito al loro coinvolgimento in questo nuovo lavoro?” Riprendo la parola e dopo qualche secondo di riflessione, rispondo.
“Direi che hanno reagito benissimo. E’ la prima volta che facciamo una cosa del genere dopo anni di carriera, e la novità ha lasciato tutti molto sorpresi, ma allo stesso tempo emozionati e felici. Nelle canzoni del nuovo album avrete la possibilità di ascoltare cori fatti solo da Echelon, le loro voci, e penso che saranno percepibili anche tutte le loro emozioni, perché è questo il nostro scopo. Trasmettere le emozioni di chi ci ama!”
“A proposito di amore, gira voce che la famiglia Leto si sia allargata! Una bambina?”
“Si, una bellissima bambina, che in realtà è con noi da più di un anno, ormai.. vieni Nastja!” Emma lasciò andare la bambina che dal retro del palco salì le scale e venne dritta dritta a sedersi in braccio a me.
I flash impazzirono e tutte le facce del pubblico, compresi i giornalisti, erano un misto di sorpresa e curiosità.
“Signor Leto, questa bambina è sua, o è stata adottata?”
“Signor Leto, questa bambina non le somiglia!”
“Signor Leto, sua moglie sa di questa bambina? Immagino, per essere già così cresciuta, che non sia sua!”
Iniziarono a fare le domande più svariate e le ipotesi più assurde.
“Calma, per favore! –Cercai di zittirli per un attimo- Questa bambina, è uno dei regali più belli che la vita mi abbia fatto. No, non è nata dal rapporto che ho con Audrey, ma nemmeno dal rapporto con un’altra donna. E’ stata adottata, è stata portata via dalla povertà e dalla disperazione. Le abbiamo dato una casa, una famiglia, e soprattutto le abbiamo dato amore. Questa è una delle tante soddisfazioni della vita, avere una figlia che anche se non condivide il tuo sangue, condivide il suo amore e la sua gratitudine con te. E lei.. mi ha dato il doppio di ciò che io ho dato a lei.” La bambina che tenevo sulle gambe si mise a salutare con la manina tutte le persone presenti, e si voltò a sorridermi dolcemente.
“Ciao piccolina! Vuoi dire qualcosa?” Le chiese gentilmente un giornalista in prima fila.
“Uhm.. si! Voglio dire che amo la mia mamma, il mio papà, lo zio Shannon, lo zio Tomo e la zia Emma, e prometto che quando diventerò grande, sarò io a cucinare per papà, perché la mamma deve riposare!” Mi abbracciò forte e tornò da Emma, anch’essa con le lacrime agli occhi, come tutti in sala, che ovviamente erano a conoscenza della malattia di Audrey, ed erano stati avvisati prima di non trattare l’argomento.
Ero riuscito a distrarmi per un attimo da Audrey parlando della bambina, ma ben presto, un brutto presentimento si fece spazio nella mente, e sentii come una fitta al lato sinistro del petto.

-Audrey
Quando Jared quella mattina passò a salutarmi prima di andare alla conferenza, stavo bene.
Ma più passavano le ore, e più mi sentivo male. Avevo iniziato a tossire più forte del solito e sudare come non mai, sudore freddo, che sapeva di paura e ignoto. Sentivo il corpo più debole del solito, e aprivo a fatica gli occhi. Suonai istintivamente il campanello che avevo sul mobiletto di fianco al letto che conduceva alla sala dove di solito vigilavano le infermiere, ed accorsero subito due di loro, per controllare le mie condizioni.
Iniziavo a vedere le immagini confuse, e le voci erano diventate indistinte, come un lontano e leggero rumorio, ma allo stesso tempo, tutto diventava leggero, nulla pesava più, il mio corpo era diventato come quello di un passerotto, sarei riuscita a volare, per quanto ero leggera.
Ricordo le luci puntate sul mio capo e la mascherina che mi dava ossigeno. Ricordo tante persone intorno a me con camici chiari e anonimi, e ricordo che il mio ultimo pensiero, fu rivolto alla mia bambina, e non a Jared. Lui sarebbe andato avanti, perché è una persona forte. Ma la bambina? Come avrebbe reagito la bambina?
‘Ed eccomi qui, il mio tempo è finito. Ma ne inizierà uno migliore, in un posto migliore.’ Ero convinta di questo mio ragionamento, nel momento in cui chiudevo gli occhi, per sempre.
Dove sono ora? Ora sono proprio di fianco al mio uomo, mentre legge alla mia bambina ormai un po’ cresciuta una lettera, una lettera che scrissi ai tempi in cui ero in ospedale. Di solito durante la notte, quando non riuscivo a dormire, prendevo carta e penna e scrivevo. Sono felice che ora queste lettere le abbiano loro, è pur sempre un modo per sentirli vicino, ogni volta che le leggono. Veglio su di loro ogni giorno, non li lascio soli nemmeno un attimo, e mi piace vedere come sorridono pensando a me. Forse è così che doveva andare, forse il Paradiso non è una bugia.
  
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