Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Rain79    12/06/2012    1 recensioni
Il rumore delle New Rock che corrono. L'aria gelida attraverso la maglietta nera sudata. Il fiato corto dopo neanche qualche metro. Il trucco che cola perchè non trattengo più tutta quella tristezza. ..
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi faccio largo tra la folla del locale. La rabbia sale veloce più dell'alcool che ho buttato giù tutto d'un fiato.
Non avevo detto di essere pronta?
Mentivo. Adesso lo so.
Sento un caldo assurdo. Non voglio più restare qui.
Avevo troppo bisogno di te. Di quelle serate passate insieme. Ma quei giorni non torneranno più.
Chiusa in bagno mi sento in bilico. Fragile. Sola.
Non ce la faccio. Non posso reggere questo dopo ciò che c'è stato per me.
Credevo valesse anche per lui.
Evidentemente sbagliavo.
Quanto è passato dal giorno che ho lasciato quella casa?! Forse un mese. Poco più.
Abbiamo ripreso le nostre vite da dove le avevamo lasciate. Ma d'ora in poi so che non crederò più a tante parole.
A comninciare da adesso, che come niente fosse stiamo parlando come se non si trattasse di noi. E questo mi ferisce più di quanto vorrei.
Perchè ormai quel capitolo della nostra vita è chiuso.
Perché chi ho davanti non è più la persona che conoscevo. E’ solo una copia sbiadita con gli occhi tristi. Ed è insopportabile.
Perchè per come eravamo non era così che doveva andare.
Poi quelle parole che mi investono come un tir a 300 all'ora.
"Lo sai, è sempre stato così.."
Si, ma le cose cambiano. Non posso più sopportare la tua presenza. Veloci si formano milioni di pensieri in testa.
Hai voluto che buttassi giù la maschera, e quello che c'era dietro non t'è piaciuto.
C'è qualcosa che ci tiene ancora distanti. Forse è solo una protezione per non perdere il controllo. Forse non siamo ancora pronti.
O semplicemente il nostro tempo insieme è scaduto.
Lo so che sei ubriaco. Ma so anche quanto reggi. Quanto puoi essere sincero. E credo a tutto quello che dici.
Un errore, si, perchè avevo deciso di non fidarmi più, ma io sono fatta così.
Riesco a cambiare idea nel giro di un drink. E nel giro di un secondo sono fuori.
Non sopporto quello sguardo.
Il rumore delle New Rock che corrono. L'aria gelida attraverso la maglietta nera sudata. Il fiato corto dopo neanche qualche metro. Il trucco che cola perchè non trattengo più tutta quella tristezza. Passo tra le auto parcheggiate senza sapere che direzione prendere. Voglio solo correre e urlare fino a perdere il fiato.

Mi hai mentito. Ti sei preso gioco di me come fossi una qualunque. Io che per  te avrei venduto l’anima al diavolo. Credevo più all’amicizia che ci legava che alla nostra storia. Ma per te non contava niente. Sei rimasto finchè ti è servito. E adesso giri dicendo che l’hai fatto per me. Falso.
Le tue parole sono false come lo sei tu. Mi hai fatto credere in qualcosa che non esisteva, e la cosa peggiore è che non riesco a cancellare quelle emozioni quando ripenso alle nostre avventure.
Per me era reale, era vero, tutto quello che ho detto e che ho fatto. Ma ora so che per te non lo era. E questo mi uccide, perché non riesco ad odiarti. Provo una gran pena e cerco ancora di salvarti.

Lo so che mi stai rincorrendo. Non dovresti, ma ci speravo.
Sento le urla dietro di me. Continuo a correre, sono quasi arrivata. Poi rumore di calci contro le auto.
Inevitabile ricollegare tutto al 110.
Adesso sono io che ti corro dietro urlando di smetterla.
"Non puoi continuare a comportarti così, cazzo.. non sopporto vedere come ti stai distruggendo. Ti lamenti sempre delle cose che non vanno, ma cosa fai per cambiarle? Aspetti solo di poter uscire e ubriacarti, così per una sera non ci pensi. Che soluzione del cazzo!! E i tuoi amici non ti hanno abbandonato, sei stato te a voltargli le spalle. E adesso ti senti solo.. Per quanto tu dica, questo ti sta bene e sembra che non vuoi fare niente per risolvere i tuoi casini. Sei molto di più che un folle ubriaco in giro per i locali, ma devi accettare le conseguenze delle tue scelte. Stai mentendo a te stesso, e io non posso aiutarti."
Parole dette con rabbia, urlate anche se sei così vicino. Tiro fuori tutto quello che ho dentro, e non importa se è per l'alcool.
"Ti sto parlando. Non era questo che volevi? Non era questo che dovevo cambiare e che non sono riuscita a fare? Io non posso cambiare. Questa sono io, lo sono sempre stata da quando ci siamo conosciuti. Ho provato ad essere come mi volevi e guarda che è successo. Non cambierò mai. Per nessuno. E te sei libero di fare la vita che vuoi.. ma non contare più su di me."

Respiri lunghi e sguardi incerti. Il silenzio tra noi non è mai stato così pesante. Eppure a discorsi sei te quello che se la cava meglio. Ancora silenzio. Non dici una parola. E non riesco a crederci.

La luce che filtra dalla finestra mi da il buongiorno.
Il mal di testa però è più veloce.
Sospiro e mi lamento. Chiudo gli occhi ancora più forte. Infilo la testa sotto il cuscino. Mi muovo in un letto che non è il mio. Le lenzuola sanno di candeggina. E c'è troppo spazio.
L'ansia che sento crescere nello stomaco mi distrae dal mal di testa post sbronza del sabato sera.
Lentamente tiro fuori la testa da sotto le coperte. Non c'è niente che riconosco. E se mi sforzo di ricordare mi viene la nausea.
Poi un respiro. Non mio.
Guardo verso la finestra mentre mi accorgo di non avere niente addosso.
Non so che fare. Non mi ricordo un cazzo. Ma questa non è la mia stanza.
Brividi. Qualcuno mi abbraccia. Sento il respiro tra i capelli. Il calore della pelle a contatto con la mia.
Sono come paralizzata. Nessun ricordo di come sono finita in questo letto.
Cerco di voltarmi per vedere chi ho accanto. Ma appena la mia guancia tocca il cuscino sento un dolore assurdo. Ho mezza faccia che va a fuoco.
Una sveglia luminosa segna le 6 di mattina passate. Un paio di Converse nere vicino le mie New Rock. Vestiti sparsi su tutto il pavimento. Scivolo via tra le lenzuola stropicciate. Mi rivesto guardando dalla finestra. Non so neanche dove sono. Frego un pacchetto di Marlboro lasciate sul comò. Esco da quell'appartamento prima che tutto si complichi. Non leggo neanche il nome sul campanello. Inizio a camminare senza sapere dove andare. Accendo una sigaretta e sorrido. Cazzo, devo avere un labbro spaccato. Sento il sapore del sangue.
Lenti e casuali tornano frammentati alcuni ricordi. Urban. Alcool. Una rissa.
Vabè, adesso voglio solo tornare a casa. Peccato mi sono persa. Chiedo info in un bar. In bagno sbocco dopo aver visto in che condizioni sto. Tiro su il cappuccio della felpa, esco e faccio l'autostop.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Rain79