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Autore: Abigaille_Abbie    13/06/2012    4 recensioni
-Dici che non ti piacciono tante cose di me. Dimmene una. Dimmi una cosa che odi di me.
Ci pensai un attimo, il suo viso vicino al mio, irritata dal fatto che non si spostasse. Irritata dal fatto di non volere che si spostasse.
-Il profumo della tua pelle- dissi ad un tratto, guardandolo con la mascella contratta. Rispose con uno sguardo ferito, irrigendosi.
-Perché?
-Perchè mi fa venire voglia di toccarti.
Lo colsi di sorpresa. Fece un passo avanti, prendendomi una mano e portandosela al viso.
-Fai pure- mormorò, chiudendo piano gli occhi quando le mie dita si posarono sulla sua guancia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mi stesi sull’asciugamano con molta calma, mentre mi toglievo gli occhiali da sole. Il tempo era perfetto, e la mattina ci eravamo organizzati per fare una gita al mare tutti insieme; adesso, dopo esserci distribuiti su un pezzo di spiaggia non molto affollata –non il mio preferito, quello con gli scogli, perché a loro non piaceva, ma cosa non si fa per gli amici?- ed aver preso il sole per qualche minuto, avevano voglia di fare il bagno. Cris mi si avvicinò prendendomi per i piedi, pronto a buttarmi in acqua, ma in quel momento mi suonò il telefono, e con una risata lo fermai in quella posizione, mentre mi chinavo per prenderlo. Guardai un attimo il numero, che avevo memorizzato, e che conoscevo bene, anche se ormai da qualche mese non avevo più usato. Anzi, più di qualche mese. Pigiai il tasto di risposta guardandolo con aria sospettosa, mentre Cris mi guardava con aspettativa in faccia.

«Harry?» chiesi diffidente. Sentii una risata in sottofondo e scoppiai in un urlo di gioia.

«Annie!» esclamò la sua voce familiare (ma nemmeno troppo) dal telefono.

«Harry! Ciao!» lo salutai, mentre Cristian alzava gli occhi al cielo e si sedeva accanto a me.

«Annie!» ripeté, mentre sentivo dei rumori in sottofondo. Feci cenno a Cristian di smettere di borbottare frasi senza senso.

«Mi sa che l’hai già detta questa» commentai sorridendo a me stessa. Era strano sentirlo di nuovo al telefono, dopo un anno che ci aveva fatti un po’ allontanare. Quando uno dei tuoi migliori amici va vince un BRIT e va in tour, non è facile mantenere i contatti, anche se ci avevamo provato. Risentire di nuovo la sua voce e la sua risata al telefono fu… Strano, forse.

«Già…» disse lasciando in sospeso la cosa. Cris mi tirò per un braccio.

«Aspetta un attimo Harry.. Cris, vai tu, io vi raggiungo dopo» intimai al mio amico, tirandogli una ciabatta sulla schiena ed intimandogli di andarsene in acqua con gli altri; non sarei andata comunque, volevo starmene un altro po’ sull’asciugamano. Lo guardai allontanarsi e poi ritornai alla cornetta.

«Cris? Mi sono perso…» commentò Harry dall’altra parte.

«No scusa, sono in spiaggia con dei miei amici…» spiegai ma lui mi interruppe, pimpante.

«Che spiaggia?» mi domandò velocemente.

«Oh, quella vicino allo Starbucks sulla costa, dove andavamo da piccoli, ricordi?» dissi, mettendomi a gambe incrociate sull’asciugamano.

«Certo che si. Sei sugli scogli?» mi chiese, e mi venne da sorridere abbassando gli occhi.

«No, ai miei amici non piacciono…» sospirai afflitta, guardando desiderosa verso gli scogli, dall’altra parte della spiaggia.

«Sono degli assassini di bei pomeriggi allora» commentò, mentre sentivo dei rumori e il respiro che accelerava un po’.

«È quello che ho sempre detto anch’io ma, Harry, che sta succedendo?» domandai quando sentii dei rumori sempre più affannati. All’improvviso sentii silenzio.

«Harry..?» chiesi guardando sospettosa il telefono.

«Annie, sai, c’è una sorpresa per te» e attaccò.

«Che cosa…?» mormorai, staccandomi il cellulare dall’orecchio per osservarlo diffidente. Un’ombra mi si parò davanti agli occhi e alzai lo sguardo, guardando in alto.

Harry mi sorrise, le mani nelle tasche del costume, facendo un sorriso storto, incurvando un labbro solo, e guardandomi in controluce, il sole in faccia. Lo guardai un attimo impalata, dal basso all’alto, mentre avevo l’impressione che fosse un gigante.

«Io però so come passare dei bei pomeriggi con te» disse guardandomi, mentre aspettava che avessi una qualche reazione. Mi alzai un attimo lentamente e lo guardai, mentre mi fissava con le mani in tasca, forse un po’ imbarazzato, ma raggiante. Aprii la bocca, ma non dissi niente. Alla fine, sorridendo, mi slanciai verso di lui e lo abbracciai, buttandogli le braccia al collo e stringendolo forte; era bello poterlo riabbracciare dopo tanto tempo, anche se avevo il vago ricordo che le sue spalle fossero un po’ più mollicce e un po’ più piccole.

Barcollò un attimo all’indietro per il mio slancio, ma poi ridendo mi mise le mani sulla vita e mi strinse a sé, mentre io annusavo i suoi capelli alla mela e affondavo il viso nel suo collo.

Mi allontanò un secondo e mi guardò, raggiante, e all’improvviso mi prese da sotto la gambe, facendomi fare una capriola in aria e facendomi atterrare fra le sue braccia, come facevamo quando eravamo piccoli. Mi allontanai ridendo senza fiato, e guardandolo, riprendendo fiato.

«Non è proprio come prima eh?» commentai sorridendo, mentre lui si passava la lingua su un dente mentre sorrideva, con uno sguardo malizioso.

«No, in effetti no. Non sei proprio una piuma adesso» commentò guardandomi. Mi misi le mani sulla pancia e gli feci una linguaccia.

«E invece no. Ho una linea quasi perfetta» lo ammonii.

«Già… E’ la testa che ha qualche problema» commentò con aria grave. Io assunsi un’aria corrucciata. «Ho provato a farci qualcosa ma ormai…»

«Si, lo so, è un caso perso» annuì lui. Gli diedi un pugno sul petto, e quasi senza pensare ci incamminammo per la spiaggia a camminare, mettendo i piedi sull’acqua bassa. Lasciai l’asciugamano e i vestiti vicino alla borsa dei miei amici e lo seguii sul bagnasciuga, mentre ci bagnavamo le gambe schizzandoci con l’acqua del mare.

Dopo un attimo mi voltai verso di lui e gli chiesi, sorridendo: «Quindi?».

Si girò a guardarmi: «Quindi cosa?» sorrise.

«Che ci fai qui?» domandai mentre tentavo di legarmi i capelli senza usare nessun gommino.

«Come cosa ci faccio qui? Sono venuto a trovarti!» esclamò offeso, mentre si portava una mano al petto, ferito.

«Si, certo, e poi?» incalzai, mentre vedevo avvicinarsi gli scogli sempre di più.

«E poi sono tornato perché per un po’ non avremo più spettacoli e voglio stare a casa» mi guardò con un sorriso angelico. Strinsi le labbra e poi ricambiai.

«Stavolta l’hai scampata Styles, ma non contarci troppo» gli concessi, arrivando agli scogli che tanto ci piacevano. Erano vuoti, e pendevano a strapiombo sul mare; dietro avevano una pineta, accanto un viottolo da cui eravamo passati provenendo dalla spiaggia e davanti il cielo e il mare, con gli schizzi delle onde che ogni tanto ci raggiungevano, macchiandoci di schiuma.

«Io lo so perché l’ho scampata» disse sedendosi a terra. Mi avvicinai a lui e gli presi la borsa, rufolandoci dentro.

«E perché? … Non hai un asciugamano?» borbottai mentre cercavo di trovare un telo o qualcosa di simile nella sua borsa. Si avvicinò e me la prese di mano.

«Perché sono sexy. Non so se ho portato un qualcosa su cui possiamo stenderci» mugugnò mentre affondava un braccio nella sacca.

«In alternativa possiamo sempre usare la tua camicia». Si girò verso di me, fermandosi con una mano in aria, e guardandomi con un’aria a metà fra l’ammirato e il diffidente. Feci spallucce con fare naturale. «Era solo un proposta».

Stette un altro attimo fermo e poi sorrise con approvazione, tornando a cercare dentro con un mezzo sorriso soddisfatto. Alla fine tirò fuori una cosa che assomigliava vagamente a un pareo e la stese per terra. Lo guardai con un sorriso, mentre mi stendevo, lasciandogli un po’ di spazio.

«So che te lo sei provato Harry, adesso voglio solo sapere con chi. Ma soprattutto.. Come si fa» sorrisi ammiccante, mentre lui, alzatosi in piedi, prendeva in mano un telo invisibile, mostrandomi dieci modi diversi. All’ultimo mi tappai la faccia con le mani, ridendo.

«No, no, non voglio credere che si possa mettere anche così» dissi fra le risate, mentre cercavo di cancellarmi dalla mente l’immagine di Harry con il pareo messo in modo equivoco.

Annuì con forza e ridendo si stese accanto a me, mentre chiudevo gli occhi e prendevo il sole. Mi girai sulla schiena, a pancia sotto, e stesi le braccia sopra la testa, allungando una mano a toccargli i riccioli, arrotolandomeli intorno alle dita. Chiusi gli occhi e sospirai soddisfatta.
  
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