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Autore: Hullabaloos    13/06/2012    2 recensioni
"Con il tuo sacrificio salveremo il mondo"
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Danimarca, Islanda, Norvegia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Il Mercante è a corte-

A quelle parole, la Regina Bianca coprì con le dita affusolate la piccola smorfia che deturpò il viso coperto di biacca. Il disappunto accrebbe non appena vide il Re Scarlatto afferrare i bordi del trono e protendersi  verso il messaggero.

-Jan è al castello?-

Il sovrano si voltò verso il consorte, il candore del sorriso che risaltava tra le labbra coperte da tintura cremisi, ma luce che lo aveva acceso si estinse come vide le iridi dell’altro.  Lentamente si risedette, una maschera regale calata nuovamente sul volto.

La Regina non spostò lo sguardo dal suo Re. La polvere di marmo sparsa sul volto aveva nascosto ogni sua emozione. Sul vetro dei suoi occhi si specchiò finalmente l’immagine perfetta del Re del Nord. Allora con grazia ruotò il viso verso il servitore.

-Che il Mercante entri al Nostro cospetto-

Dal varco della Sala del Trono entrò un uomo fasciato di abiti smeraldini e ricami d’oro. Con passo sicuro si diresse verso i Sovrani senza mai abbassare lo sguardo. Una maschera calata sul viso ne affilava lo sguardo scaltro e brillante. Un sorriso da volpe poi si nascondeva tra le labbra, palesandosi quando i suoi occhi si posavano sulle due figure sedute sui troni d’argento.

Infine con un fruscio di seta e oro si inchinò elegantemente al loro cospetto.

Un accenno di sorriso deturpò la perfetta immobilità del Re. La Regina decise di ignorare quell’affronto e fece risuonare la sua voce celestiale ma fredda come stelle di ghiaccio.

-Quali ragioni ti hanno portato davanti ai tuo sovrani, Mercante?-

L’uomo si alzò, il mantello dorato che gli scivolava elegantemente lungo un fianco, e rivolse il suo sguardo verso il Re. Una frase non detta parve percorrere quella silenziosa intesa, perché il sovrano dopo un breve momento di esitazione annuì. Il Mercante allora sfilò da una manica con un gesto fluido una lunga pipa intarsiata di arabeschi e simboli esotici e se la portò alle labbra.

La Regina assottigliò lo sguardo.  Non poteva tollerare tanta sfacciataggine nei suoi confronti. Se si fosse presentata una occasione più favorevole gli avrebbe fatto tagliare la testa. Ma non in quel momento, non in quel frangente. Non poteva lasciarsi andare. Altri potevano vedere.

Il Mercante si compiacque delle reazioni suscitate nella Regina e non si preoccupò di nascondere un sorriso ferino e una luce maliziosa che brillava nelle iridi. Non curandosi degli aghi di ghiaccio che dagli occhi della sovrana lo trapassavano da parte a parte, aspirò dalla pipa intarsiata d’oro, concedendosi un lungo istante per assaporare il sapore del tabacco. Voluttuosamente lasciò scivolare fuori dalle labbra il fumo che lo avvolse come in una nube. Finalmente allontanò lo strumento dalla bocca e alzò lo sguardo verso i due troni.

-Mia Regina,  è più splendida che mai-

Un lampo attraversò gli occhi glaciali della sovrana. Il Mercante poi si rivolse con un cenno amichevole all’uomo ammantato di rosso.

-Mio Re…-

La Regina si alzò con gesto improvviso. La sua figura si stagliò altera e con occhi gelidi fissò il Mercante in piedi in fondo al grande scalone.

-Solo un degno motivo ti può aver spinto ad abbandonare le tue nobili mansioni, mio caro Mercante-

Il Re non mancò di percepire una certa nota di astio malcelato nelle parole della consorte e rivolse uno sguardo preoccupato ad ambedue. Il Mercante ridacchiò, accarezzando le labbra con il bocchino della pipa.

-Mia dolce Regina, esiste forse ragione più nobile di godere della sua piacevole presenza?-  

Il Re afferrò una braccio della consorte. Aveva visto di nuovo quella luce nei suoi occhi così insolitamente freddi. Sotto la sua presa lo sentiva tremare, vedeva la linea piatta delle labbra storcersi in una smorfia irata. La Regina chiuse le palpebre e respirò profondamente più volte. Quando le riaprì, le iridi aveva ripreso la consistenza di ghiaccio.

Il Re rivolse uno sguardo supplice al Mercante.

Ti prego.

L’altro annuì. Aspirò nuovamente dalla pipa e quando il fumo si dissolse qualunque malizia nel suo viso scomparve.

-Sono giunto fin qui in nome di tutto il Popolo del Nord-

Il Mercante espirò e parve perdersi per qualche istante nel seguire le volute di fumo.

-Le Armate dell’Est sono giunte ai confini del regno-

Il Re trasalì. Quei barbari avevano capito finalmente. L’uomo si voltò verso  la propria Regina. I delicati tratti del suo viso si erano induriti. Anche lui aveva compreso dove il Mercante sarebbe giunto nel suo discorso.

-I villaggi delle coste sono stati attaccati. È stata fatta razzia di tutto. Uomini, donne e bambini sono stati trucidati e bruciati nelle loro case. Le coste dell’intero regno sono state conquistate. Il nemico non ha lasciato scampo per un’eventuale fuga-

-E anche tutte le tue barche e le tue ricchezze sono rimaste intrappolate, vero?-

Il Mercante ignorò quella palese provocazione e proseguì.

-Un’assemblea di cittadini ha eletto democraticamente un messaggero che avrebbe intermediato tra l’armata dell’Est e i sovrani-

-Democraticamente?-

-Mia Regina, i barbari hanno proposto uno scambio-

Il Re si alzò di scatto.

-Basta così-

-L’armata dell’Est abbandonerà  il nostro regno solo se verrà consegnato loro il Fiore d’Argento-

Il Re sentì la Regina irrigidirsi fra le sue braccia.

-Il Fiore d’Argento non si trova qui…-

Il Re stentò a riconoscere in quel flebile sussurrò la voce del compagno.

-Hanno frugato ogni terra, ogni nazione di questo Mondo. Non rimane che il Regno del Nord-

Il Re sentì  il corpo della consorte abbandonarsi lentamente contro il proprio petto.

-Mia Regina, pensi al suo popolo, pensi a tutto il dolore che risparmierebbe loro con una sua decisione, una sua sola parola!-

Il Re osservò minaccioso il Mercante, stringendo a sé il corpo debole della Regina.

-Adesso basta, Jan-

-Mia Regina, ogni uomo, donna e bambino di questa terra verrà massacrato! Potrebbe salvarli tutti con il sacrifico di un sol-

Il Mercante si bloccò. Una spada era sguainata a pochi centimetri dalla sua gola.

I suoi occhi incontrarono quelli del Re Scarlatto. Non erano più quelle iridi gioconde e serene, erano due fiamme rosse che bruciavano dentro le orbite.

-Vattene dal castello, Mercante-

La spada fu premuta sulla giugulare e dalla tenera carne uscì un rivolo di sangue.

-E riferisci a quei fottuti barbari che qui non abbiamo nessun Fiore d’Argento-

Il Mercante sentì perle di sudore scivolargli lungo la pelle mentre la lama scavava più in profondità.

-E riferisci loro che se non lasceranno immediatamente il nostro regno…-

Il Mercante non si era accorto di aver trattenuto il respiro finché il Re non abbassò la spada.

-…Assaggeranno l’ira del Re Scarlatto-

Il Mercante fissò con espressione indecifrabile il viso trasfigurato del monarca. Improvvisamente, scoppiò a ridere. Raccolse la pipa caduta sul pavimento di marmo e, scrollata la cenere sul lungo tappetto rosso, portò nuovamente il bocchino ad accarezzare le labbra.

Dopo un profondo inchino, l’uomo voltò le spalle al Re e si diresse verso il grande varco.

-Io ti conosco, Mathias-

Il Mercante si voltò un’ultima volta verso il monarca.

-E nonostante quello che provi per Niels, so che farai la cosa giusta-

Le porte si richiusero con un rumore cupo dietro la figura del Mercante.

Il Re si voltò verso il trono. Sospirò. La Regina era scomparsa. Si trascinò lungo l’enorme scalone. Vide la propria corona abbandonata sul pavimento. Probabilmente era caduta nello slancio. Rimirò quel piccolo capolavoro tra le mani.

È vero, io sono il Re.

Lentamente si pose la corona sulla testa e si sedette sul  trono.

Ma Niels è la mia Regina e io sono al suo sevizio.

Se qualche servitore fosse entrato in quel momento sul trono non avrebbe visto un uomo, ma una fredda statua del Re del Nord.

 

La Regina spalancò le ante del portone. Il petto avvolto in candida seta si alzava e si abbassava velocemente e dalle fini labbra scivolavano fuori respiri deboli e ansanti.

Il Fiore.

Alzò lo sguardo scrutando nell’oscurità della stanza. Il peso adagiato sul suo petto si dissolse come lo vide.

È ancora qui.

La Regina si avvicinò in silenzio all’enorme cupola di vetro.

Che sciocco che sono. È ancora qui.

Posò con delicatezza i palmi delle mani contro la fredda superficie di vetro. Una figura rannicchiata al di là della barriera fissava con occhi vuoti il viso della sovrana. Le iridi erano viole in primavera, il corpo bianco era un giunco, le labbra erano petali di rosa, la pelle era neve che riluceva al sole .

Il ragazzo si alzò e si avvicinò alla regina. Il corpo emanava un tenue chiarore, come quello di una stella in una notte di pioggia.

-Salve, fratello-

Salve, mio piccolo fiore.

 

 

 

 

 

 

 

Note d’Autrice

Niels è un uomo anche se è chiamato Regina Bianca.

Il Fiore è evidentemente Islanda e il Mercante è Olanda.

L’Autrice evidentemente non sa che altro scrivere.

Alla mia sorellona perché ama Olanda e perché si. <3

   
 
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