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Autore: xtomlindad    13/06/2012    6 recensioni
Droga, e sesso: sono queste le componenti della prostituzione maschile.
Zayn Malik.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Classe A
-Zayn Jawaad Malik-

 

“White lips, pale face
breathing in snowflakes,
burnt lungs, sour taste.”

Tenevo una sigaretta artigianale tra le mani.
Artigianale perché a farmele ormai risparmiavo, e dato che c’ero, oltre al tabacco, ci inserivo anche un po’ d’erba, per sopportare il dolore. Il dolore di un altro freddo inverno che ora era alle porte, e che mi lasciava, come quelli precedenti, ad aspettare sotto un freddo lampione.
Non ci sono solamente donne a prostituirsi.
Avevo le dita rosse per il freddo, che tremavano, ma che non mollavano la presa sulla stecca di nicotina ed erba. Mi strinsi nel mio cappotto, battendo i denti dal freddo, ed alzai la testa al cielo ferendo i miei occhi di luce artificiale e notando che stava iniziando a nevicare.
Fiocco dopo fiocco, scendeva giù senza problemi, candida come l’innocenza.
Respiravo l’aria fredda e pungente di quella notte, aspettando l’ennesimo cliente che sicuramente mi avrebbe ospitato in un posto caldo; ma intanto mi bruciavo i polmoni e tenevo con me, un po’ volentieri ed un po’ no, del sapore acido sulla mia lingua, segno che avevo appena consumato l’ennesima sigaretta.

“Light’s gone, day’s end
struggling to pay rent
long nights, strange men.”

Le luci si spensero, proprio come quando cala il sipario alla fine di uno spettacolo, ed esso finisce. O almeno così mi avevano raccontato, poiché io ad uno spettacolo non avevo mai assistito. Troppo povero per poterselo permettere, siccome obbligato a fare un lavoro in cui nemmeno guadagnavo.
Ora la luce si era spenta, segno che l’ennesima nottata era finita, segno che quel giorno non ebbi guadagnato un centesimo. Segno che quel giorno avrei ricevuto l’ ennesima scarica di botte.
Ma ora come avrei pagato l’affitto?
Avevo ricevuto già la lettera di sfratto, indietro di due o tre mesi con i soldi, e in pratica stavo lottando per pagare un affitto, per sopravvivere.
Suonò il campanello.
Mi diressi alla porta e guardai dall’ occhiello, un altro uomo strano. Il mio animo avrebbe di certo voluto respingerlo, non farlo entrare, oramai troppo stanco da quella sporca routine che avvolgeva la mia vita, che vedevo scorrere così velocemente. Sotto i miei occhi.

“And they say
she’s in the class A-Team
stuck in her daydream
been this way since 18
but lately her face seems
slowly sinking, wasting.
Crumbling like pastries
and they scream
the worst things in life come free to us.”

Era così da quando avevo, quanto, 18 anni?
Rinchiuso in una vita che non era  la mia. Altro che gabbia d’oro, come quella di tutti i ragazzi della mia età. Beati loro pensavo, che vivevano nella bambagia. Mentre, io, che in arte mi facevo chiamare con il mio secondo nome, certamente avevo dovuto imparare che non è bene fidarsi di chi ti promette una vita migliore in un altro paese, e anche che le cose peggiori nella vita arrivano gratis. Ma sbaglio o questa è la vita? Cadere e rialzarsi, volta dopo volta. Cliente dopo cliente. Umiliazione dopo umiliazione.
Ultimamente avevo la faccia sgretolata, come dei pasticcini, consumata.
Ciò che la vita ti regala, poi rivuole indietro, ed io che vivetti i primi mesi nel nuovo Paese con un lavoro ed una casa, ora mi ritrovavo a pagare. Pagare le conseguenze del fidarsi di qualcuno di cui, in realtà, non puoi fidarti.
Chi comandava ciò che facevo andava a pescare i ragazzi in cerca di fortuna e belli da morire. Alcuni si prostituivano spontaneamente, altri, come me, erano solo costretti a farlo.
Per quanto avrei retto?

“Cos we’re just under the upperhand
and go mad for a couple of grams
and she don’t want to go outside tonight
and in a pipe she flies to the Motherland
or sells love to another man.”

Io l’ho sempre detto: siamo nelle mani della fortuna.
Non ho mai creduto nel destino o in dio oppure in qualcosa che avrebbe potuto sovrastarmi, ma a volte la fortuna, intesa come il caso, coglieva tutti impreparati, e se lo eri allora eri anche nelle sue mani.
Sì, diciamo che eri un po’ fottuto.
A questo punto cosa facevo? Davo di matto solo per alcuni grammi di classe A, che sicuramente mi avrebbero mentalmente sollevato da terra, e portato ad una situazione psicologica migliore. Psicologia sì, ma sfortunatamente non fisica.
Guardai l’orologio: le ventitré.
Non volevo uscire quella notte, non ancora. Presi la mia pipa per l’erba ed in un momento ritornai alla mia madre patria: il Pakistan.
Quella notte non sarei uscito, né avrei venduto il mio ‘amore’ ad un altro uomo. L’ennesimo uomo. Cosa si aspettavano? Jawaad gratis?
Chiusi gli occhi, lasciandomi scivolare contro la parete del bagno, proprio di fronte alla vasca da bagno. Incrocia le gambe e mi rilassai, esattamente come se stessi iniziando un rito, o giù di lì.
Infilai un po’ di marijuana nella pipa, e l’accesi, inspirando.

“It’s too cold outside
for angels to fly.
Angels to fly.”

Avrei voluto suicidarmi, forse era la maniera più facile per scappare, trovare una via d’uscita da quell’incubo. Ma era inverno, e fuori faceva troppo freddo per permettere agli angeli di volare.
Angeli, anche a quella parola non credevo molto.
Insomma, dopo che moriamo cosa rimane di noi se non polvere? Il cuore smette di battere. Il cervello pure. Noi non siamo dotati di anima, noi possediamo solo il nostro intelletto che, fortunatamente, ci distingue da persona a persona.
Ciò che sviluppa il nostro intelletto dipende anche dalle condizioni in cui una persona vive o cresce, e quando moriamo, moriamo e basta. Senza repliche.

“Ripped gloves, raincoat
tried to swim and stay afloat
dry house, wet loche.
Loose change, bank notes
weary-eyed, dry throat
call girl, no phone.”

Ed ecco com’era una nottata di lavoro sotto la pioggia.
Ormai tutta la mia vita era un’ enorme pioggia.
Guanti ed impermeabile strappati a causa dei miei tentativi di nuotare e rimanere a galla.
Tornai a casa, affranto poiché sprovvisto del benché minimo centesimo e soldo.
Inzuppato di acqua da star male mi trascinai per tutta la casa, al diavolo i miei vestiti, dovevo trovare qualche spicciolo per almeno mangiare. Avevo la gola secca, e così decisi di aprire il frigo, certo che qualcosa l’avrei trovata, ed invece trovai solo due penny.
Risi, sarcastico, ed afferrandoli li scaraventai contro il muro, con rabbia, odio e frustrazione.
Era forse una presa in giro quella?
Avrei voluto tanto chiamare il mio migliore amico, ma non avevo soldi nemmeno per fare una telefonata in una delle tante cabine della città.
Risi, nuovamente.
Ero un ragazzo squillo, ma senza telefono.

“Angel will die
covered in white
closed eye and hoping for a better life.
This time, we’ll fade out tonight
straight down the line.”

Accesi la piccola tv, dunque distrutto dalle mie sofferenze.
Guardai fuori, ormai era l’alba, e stava ancora nevicando.
Cambiai canale, ritrovandomi sul telegiornale locale.
“E’ morto un ragazzo, ricoperto di neve. Si dice facesse servizi di sesso a pagamento” ecco la voce della giornalista.
-Si chiama prostituzione- commentai acido io.
“Si è suicidato questa notte, magari sperava in una vita migliore”.
Mi pizzicavano gli occhi, ma essendo asciutto dentro non potevo neppur piangere, ma se lo avessi fatto sarebbero state soltanto lacrime amare.
Un po’, in fondo, lo invidiavo.
Sorrisi, e così mi addormentai sul tappeto del mio lercio salotto. Svaniremo così, stanotte, diritti verso un domani.
 
 
 


*Classe A: e’ indicata come classe A il gruppo di droghe che comprende cocaina, crack, eroina, ecstasy, LSD [acido], oppio, funghi allucinogeni e metadone.
Questa classe indica le droghe più pesanti, mentre le classi B e C vengono utilizzate per droghe più leggere.

 
 
 
 


#A.A: Angolo Autrice:
Ed ecco la mia ennesima FF OS, ma va?
Che ne dite di lasciare una little recensione per farmi sapere che ne pensate
e per farmi vedere che avete apprezzato? Tanto so che la state leggendo.
Catch’ya! uu.
Dunque, ho deciso di parlare di prostituzione maschile perché è un argomento
che non viene mai trattato nel nostro Paese o nelle storie.
Non so se ciò vi giunge nuovo, ma la prostituzione maschile è molto diffusa in Italia.
I ragazzi ingaggiati provengono soprattutto da paesi poveri, quali: brasile, pakistan, etc,
quindi quale altra persona poteva entrare meglio nei panni di un affascinante pakistano?
So, enjoy it!
Francesca, xx.

  
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