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Autore: Mao chan    31/12/2006    5 recensioni
Fanfiction sperimentale
*
Adesso è finita.
E adesso che è finita, capisco.
*
Assurdi attimi di disperazione.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Anna Kyoyama, Pirica, Tamao Tamamura
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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When everything ends

When everything ends

Written by Mao chan

Desclaimer: I personaggi presenti in questa fanfiction appartengono tutti al sensei H. Takei, la fanfiction non è a scopo di lucro.

Note: E' la mia prima yuri, quindi non siate troppo cattivi!^^" Una cosa: il pairing mi frullava in testa già da un po', ma è pensando a un finale davvero amaro che è nata questa fic.^^ Buona lettura.

 

Sentii un brivido corrermi rapido dietro la nuca, e poi giù per la schiena fino a pietrificarmi le gambe.

Il piatto che tenevo in mano scivolò maligno dalle mie mani come una saponetta sulle piastrelle bagnate del bagno, senza fare rumore.

Lo guardai cadere per un tempo che credetti infinito, senza fare nulla.

Ancora prima che quella maledetta stoviglia s'infrangesse a terra, mossi sconnessamente le labbra sudate senza emettere alcun rumore, senza muovere le iridi ormai fattesi vitree.

Poi il rumore arrivò.

Mi scrosciò prepotentemente nel cervello facendomi sobbalzare e scuotendomi tutta.

Caddi a terra tremando convulsamente, gli occhi bagnati fissi sui cocci di ceramica.

Le lacrime sgorgavano senza controllo e rotolavano copiose sulle guance e sul collo, poi sul pavimento e sulle mie gnocchia.

Sentivo il sudore solcare la mia fronte, ghiacciato, e impregnarmi i capelli.

<< Tamao! >>

Voltai lentamente la testa.

Pirica mi guardava spaventata sulla soglia della stanza della pensione.

Piangeva anche lei.

Perchè, per qunto si sia freddi e insensibili, certe cose si sentono a pelle.

<< Tamao-chan... perchè non parli? >>

Non avevo nessuna voglia di risponderle. Non avevo nessuna voglia di scoprire se ciò che avevo percepito si sarebbe realizzato.

<< Tamao!! >> gridò la ragazza fuori di sè.

Boccheggiai e mi passai la lingua sulle labbra salate di lacrime.

<< Ho sentito... >>

Mi fermai un attimo per pensarci.

<< Un vuoto qui. >> conclusi puntandomi un dito sul petto.

<< Anch'io. >> assentì lei. << Ma forse tu hai visto qualcosa di più. >>

Fastidiose allusioni.

<< Non ho visto niente. >>

Ho sentito tutto.

Un altro brivido di terrore, accompagnato da una sensazione atroce.

Mi alzai di scatto. Ero troppo spaventata per andare.

Ma l'idea di restare affogando nella buia speranza mi uccideva.

<< Pirica-chan, vieni! >>

Senza raccogliere i cocci, corsi fuori dalla pensione.

Non indossai nemmeno gli zoccoli, corsi a piedi nudi sul sentiero polveroso diretta allo stadio.

Non esitai alle urla di una donna Pache che mi si stagliarono alle spalle.

<< Ehi, ragazzina! Hai rotto un prezioso piatto con fantasia cinese! Ehi...! >>

Tra poco non si preoccuperà più del suo piatto.

Pirica mi seguiva stordita e terrorizzata.

Anche nel suo cuore cominciava a farsi strada la terribile realtà che io avevo a malapena assaggiato.

***

Due ragazzine arrivano correndo sotto quello che era stato lo stadio.

Peccato, la costruzione ha cessato di esistere come tale solo pochi minuti fa, se avessero accellerato il passo o fossero partite prima avrebbero potuto assistere allo spettacolo...

La prima rallenta gradualmente e si ferma.

Fissa le macerie con sguardo dapprima attonito, poi i suoi occhi prendono lentamente una sfumatura di vuoto e di resa e lei cade in ginocchio.

L'altra piange e affonda i denti nel labbro inferiore.

Hanno notato entrambe le macchie di sangue che fanno capolino da sotto i massi.

<< Pirica-chan, smetti di piangere. >>

La voce è ferma e piatta.

Come quella di una persona la quale anima è stata uccisa dal dolore, e sulla terra rimane solo un guscio vuoto.

Improvvisamente sopraggiungono alle loro orecchie i boati di una battaglia.

E Tamao si rianima.

<< Non è finita!! >> grida. << Sono loro! Sono vivi!! >>

Pirica è più sveglia, sa che è rischioso aggrapparsi a una minima speranza, ma sa che non possono certo andarsene così.

Suo fratello è lì dentro e potrebbe essere ancora vivo.

Quel giorno c'era la finale.

Team delle Terme Funbari vs Team Star.

Ad assistere c'era tutto lo Shaman Fight.

Ma loro, loro avevano preferito restare a casa a preparare la cena.

Per quando gli altri sarebbero tornati.

Si arrampicano agilmente sui macigni più alti per scoprire che il punto dov'era situato il ring è sgombro, e sono crollate solo le tribune.

Da dove sono loro è difficile avere una buona visuale, si notano solo alcune strane sagome a ingombrare il terreno.

Scendono.

Ora le vedo chiaramente.

Poveri angeli, questo avrei voluto risparmiarvelo.

Non era necessario entrare.

***

Tamao non riuscì a trattenersi, non si girò neppure.

Si piegò e vomitò il pranzo sulle sue scarpe.

Pirica ricominciò a piangere.

Davanti a loro stava Manta con la testa spaccata e una gamba tranciata.

L'unico occhio visibile spalancato, ancora bagnato di lacrime.

Le sue labbra semi aperte sembravano mormorare un flebile lamento.

Le due rgazze, non potendo sopportare quella vista, si allontanarono velocemente.

Non sanno che la tetra sfilata dei loro amici è appena cominciata.

Ryunosuke Umemya ha perso entrambe le braccia nel tentativo di proteggere i piccoli Redseb e Seyram, a giudicare dallo stato del corpo, dev'essere accaduto appena prima che quel bastardo uccidesse Manta, pensò Pirica sconvolta, stupendosi persino di aver mantenuto tanta lucidità.

Ma il terrore la divorava crudele, e lei si tormentava nella luce quasi spenta di una flebile speranza.

Avrebbe sopportato la vista di un fratello ridotto in quello stato?

Comunque il tentativo di Ryu era stato vano, costatò con la freddezza che sovviene a chi, pur esplicitando normalmente le proprie funzioni vitali, è già morto.

Redseb e Seyram erano vivi quanto lo potevano essere due bambini schiacciati dal loro stesso veicolo, dal loro stesso Golem, dalla stessa creazione del loro amatò papà.

Della piccola erano appena visibili i lunghi capelli biondi sotto l'ammasso di ferraglia che un tempo era un oversoul, mentre dell'altro spiccano gli occhi sbarrati su quel poco che resta del viso, e la manina tesa nel vano tentativo di afferrare quella della sorellina. Resterà tesa per l'eternità, e tuttavia non la raggiungerà mai, così come non è riuscito a raggiungere il suo cuore.

Poco più avanti altri due corpi.

Tamao sussultò e tremò.

Dopotutto, perchè scoprire a chi appartenevano? Chi aveva combattuto contro Hao era lì, in quella radura polverosa, e non se ne sarebbe andato. Mai più.

<< Tamao-chan, dobbiamo... cercare e soccorrere i sopravvissuti. >>

Tamao la guardò attonita.

Povera stolta, crede ancora di ritrovare il caro fratellino vivo. Ma ora è tutto finito. Tutto.

E questo Tamao lo sa perchè ha già riconosciuto i corpi distesi poco lontano.

Jeanne The Iron Maiden e Saty dei Gandhara.

E i loro corpi sono distrutti. Neri, carbonizzati.

<< Jun... E Faust...! Loro potranno...! >>

<< Non potranno fare niente. >>

Le due ragazze corsero verso la parte opposta dello stadio, se così riescono ancora a chiamarlo, superando senza uno sguardo i corpi senza vita di Silva e Kalim.

Non li guardano, perchè non possono rischiare di perdere così la poca speranza che rimane loro, ma piangono anche per i due officianti.

Chocolove giaceva letteralmente a brandelli sulle pietre vicine.

Uno spettacolo orribile.

E ancora, Lyserg, testa lontana dal corpo di qualche metro, morto con un dolce sorriso sulle labbra.

Pirica gli chiuse gli occhi dolcemente imponendo al suo stomaco di non vomitare.

Forse lui era riuscito ad accettare la sua fine, prima.

Crudele!

Lui ha accettato la sua, senza pensare a loro, che avrebbero dovuto venire lì e vederli così, in quello stato.

Pochi mancavano all'appello.

E diminuirono quando Tamao scorse Faust, più in alto, impalato accidentalmente in una pietra aguzza con la sua Elisa per mano.

<< Sono certa che Jun è viva!! >> gridò Pirica fuori di sè, ma era chiaro che non ci credeva neanche lei.

Tamao non avrebbe voluto più staccare gli occhi da terra, ma si costrinse ad esplorare ancora il campo con lo sguardo.

Ciò che restava di Tao Ren era solo cenere.

Il suo corpo nero, leggermente poggiato al suolo, e i suoi occhi gialli, appena socchiusi ad assaporare l'ombra della vita, recavano ancora i segni di una dignità millenaria volata via nell'ultimo combattimento di quel torneo.

Lui aveva combattuto fino all'ultimo al fianco di Yoh.

Pechè Yoh era vivo, Tamao ne era certa, e poteva ancora riscattare quel massacro!

Non sentì un'ondata di disperazione quando Jun fu trovata con il petto cruentemente squarciato, non sentì alcun dolore, pronta ad abbandonarsi alla follia che l'opprimeva.

L'urlo di Pirica nello scovare in un qualche angolo il cadavere straziato del fratello la raggiunse a malapena e non la scosse.

Le palpebre si fecero pesanti, il buio invitante.

La tentazione nel lasciarsi andare nell'oblio più totale per sempre era così dolce e candida...

Nella sua semi incoscienza riuscì a intravedere due figure nere poco lontane, riparate dai massi sporgenti.

Spinta da un ultimo guizzo di sopravvivenza si trascinò fino a lì.

Anna cantava.

Era lì, e cantava.

Sussurrava piano le note di una qualche canzone paesana, di quelle che si cantano ai bambini per farli addormentare.

Sul suo grembo, un bambino troppo cresciuto riposava tranquillo, con le labbra distese in un sorriso sornione.

Tamao aguzzò lo sguardo tra le lacrime che meccanicamente reclamavano di uscire all'aria aperta.

<< Yoh...? >>

<< E' morto poco fa. >> disse Anna serena, senza alzare lo sguardo.

 Tamao annuì.

<< E adesso? >>

Eccola, la domanda che si poneva da quando aveva sentito quel brivido in sala da pranzo, e in qualche modo aveva intuito tutto.

Non era riuscita nemmeno a pensarla prima.

Ora scivolava fuori dalle sue labbra con assoluta naturalezza.

<< Adesso basta Tamao-chan. Non c'è più speranza nella vita. >>

<< Ce n'è all'inferno? >>

<< Dubito che ce ne sia, dovunque andrai. >>

...

<< Io lo amavo. >>

E' vero, lo sapevano tutti e lei non lo aveva mai ammesso.

Ma ora che importanza aveva questo?

C'era qualcosa che aveva importanza?

Anna assentì.

<< Anch'io. >>

<< Lo so. >>

...

<< Ama me. >>

<< Cosa? >>

<< Non c'è speranza. Non ce n'è da nessuna parte. >> spiegò Anna accarezzando i folti capelli del ragazzo che ancora sembrava dormire sul suo grembo.

<< Cerchi la speranza nell'amore? >>

<< Ormai m'importa poco della speranza. >>

E Tamao capì. E rise.

Rise perchè in realtà non amava Yoh, ma qualos'altro che nemmeno lei aveva saputo spiegarsi, per lo sgomento forse, o per la troppa paura.

Amava Yoh perchè credeva fosse giusto dal momento che...

<< Lo amava la persona che io veramente... >>

Fissò Anna con tristezza, e lei le rispose con un sorriso.

L'unica cosa che restava loro era l'amore.

Quand'era morto Yoh entrambe avevano creduto di averlo perso, invece l'avevano trovato.

Così le due ragazze si accostarono, e le loro labbra si unirono.

Perchè che importa ormai se l'amore mi fa paura?

***

Le vedo avvicinarsi e poi baciarsi.

La scena è tanto triste che ho quasi voglia di mettermi a piangere.

Ma l'ho creata io, no?

Un po' adesso mi sento annoiato... dopo mille anni ho finalmente raggiunto il mio scopo, ma devo ammettere che questo Shaman Fight è stato più divertente degli altri, e adesso che è finito... come ingannerò il tempo?

Ma oggi mi sento magnanimo, e voglio conservare in eterno l'amore che ho davanti.

Mi basta un gesto, e una ventata di fiamme le ricopre.

Giuro che questo fuoco arderà per sempre su di voi, come avrebbe dovuto ardere il vostro amore.

Poveri angeli, questo avrei voluto risparmiarvelo.

***

Pirica vede l'ultima vampata abbattersi sulle ragazze e l'ombra di Hao allontanarsi.

No, dannato fermati! Ti sei dimanticato di me.

Ma non parla.

In balia del dolore ormai passato.

Folle.

Ora è solo una povera folle dannata.

<< E adesso...? >> chiede al fratello.

Ma lui non risponde.

E' morto.

E la ragazza si chiede perchè lei, alla fine, non ha trovato l'amore.

 

Non c'è speranza nella vita.

Non c'è speranza nella morte.

Ce n'è nell'amore?

 

E Pirica alla fine decide che no, non ce n'è.

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Questa è una fanfic sperimentale.

Come avrete notato sto attraversando un lungo e spaventoso "blocco", e nella noia che ne consegue, la mia mente malata ha deciso di esercitarsi partorendo questa situazione assurda.

Sì, è stata un'esercitazione: ho alternato vari tipi di narrazione e ho cercato di affinare introspezioni disperate e contorte.

Ditemi voi quel'è stato il risultato.

=kiss=

Mao chan

  
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