When everything ends
Written by Mao chan
Desclaimer:
I personaggi presenti in questa fanfiction appartengono tutti al sensei H.
Takei, la fanfiction non è a scopo di lucro.
Note: E'
la mia prima yuri, quindi non siate troppo cattivi!^^" Una cosa: il
pairing mi frullava in testa già da un po', ma è pensando a un finale davvero
amaro che è nata questa fic.^^ Buona lettura.
Sentii un
brivido corrermi rapido dietro la nuca, e poi giù per la schiena fino a
pietrificarmi le gambe.
Il piatto
che tenevo in mano scivolò maligno dalle mie mani come una saponetta sulle
piastrelle bagnate del bagno, senza fare rumore.
Lo guardai
cadere per un tempo che credetti infinito, senza fare nulla.
Ancora
prima che quella maledetta stoviglia s'infrangesse a terra, mossi
sconnessamente le labbra sudate senza emettere alcun rumore, senza muovere le
iridi ormai fattesi vitree.
Poi il
rumore arrivò.
Mi
scrosciò prepotentemente nel cervello facendomi sobbalzare e scuotendomi tutta.
Caddi a
terra tremando convulsamente, gli occhi bagnati fissi sui cocci di ceramica.
Le lacrime
sgorgavano senza controllo e rotolavano copiose sulle guance e sul collo, poi
sul pavimento e sulle mie gnocchia.
Sentivo il
sudore solcare la mia fronte, ghiacciato, e impregnarmi i capelli.
<<
Tamao! >>
Voltai
lentamente la testa.
Pirica mi
guardava spaventata sulla soglia della stanza della pensione.
Piangeva
anche lei.
Perchè,
per qunto si sia freddi e insensibili, certe cose si sentono a pelle.
<<
Tamao-chan... perchè non parli? >>
Non avevo
nessuna voglia di risponderle. Non avevo nessuna voglia di scoprire se ciò che
avevo percepito si sarebbe realizzato.
<<
Tamao!! >> gridò la ragazza fuori di sè.
Boccheggiai
e mi passai la lingua sulle labbra salate di lacrime.
<<
Ho sentito... >>
Mi fermai
un attimo per pensarci.
<<
Un vuoto qui. >> conclusi puntandomi un dito sul petto.
<<
Anch'io. >> assentì lei. << Ma forse tu hai visto qualcosa di più.
>>
Fastidiose
allusioni.
<<
Non ho visto niente. >>
Ho sentito
tutto.
Un altro
brivido di terrore, accompagnato da una sensazione atroce.
Mi alzai
di scatto. Ero troppo spaventata per andare.
Ma l'idea
di restare affogando nella buia speranza mi uccideva.
<<
Pirica-chan, vieni! >>
Senza
raccogliere i cocci, corsi fuori dalla pensione.
Non
indossai nemmeno gli zoccoli, corsi a piedi nudi sul sentiero polveroso diretta
allo stadio.
Non esitai
alle urla di una donna Pache che mi si stagliarono alle spalle.
<<
Ehi, ragazzina! Hai rotto un prezioso piatto con fantasia cinese! Ehi...!
>>
Tra poco
non si preoccuperà più del suo piatto.
Pirica mi
seguiva stordita e terrorizzata.
Anche nel
suo cuore cominciava a farsi strada la terribile realtà che io avevo a malapena
assaggiato.
***
Due ragazzine
arrivano correndo sotto quello che era stato lo stadio.
Peccato,
la costruzione ha cessato di esistere come tale solo pochi minuti fa, se
avessero accellerato il passo o fossero partite prima avrebbero potuto
assistere allo spettacolo...
La prima
rallenta gradualmente e si ferma.
Fissa le
macerie con sguardo dapprima attonito, poi i suoi occhi prendono lentamente una
sfumatura di vuoto e di resa e lei cade in ginocchio.
L'altra
piange e affonda i denti nel labbro inferiore.
Hanno
notato entrambe le macchie di sangue che fanno capolino da sotto i massi.
<<
Pirica-chan, smetti di piangere. >>
La voce è
ferma e piatta.
Come
quella di una persona la quale anima è stata uccisa dal dolore, e sulla terra
rimane solo un guscio vuoto.
Improvvisamente
sopraggiungono alle loro orecchie i boati di una battaglia.
E Tamao si
rianima.
<<
Non è finita!! >> grida. << Sono loro! Sono vivi!! >>
Pirica è
più sveglia, sa che è rischioso aggrapparsi a una minima speranza, ma sa che
non possono certo andarsene così.
Suo fratello
è lì dentro e potrebbe essere ancora vivo.
Quel
giorno c'era la finale.
Team delle
Terme Funbari vs Team Star.
Ad
assistere c'era tutto lo Shaman Fight.
Ma loro,
loro avevano preferito restare a casa a preparare la cena.
Per quando
gli altri sarebbero tornati.
Si
arrampicano agilmente sui macigni più alti per scoprire che il punto dov'era
situato il ring è sgombro, e sono crollate solo le tribune.
Da dove
sono loro è difficile avere una buona visuale, si notano solo alcune strane
sagome a ingombrare il terreno.
Scendono.
Ora le
vedo chiaramente.
Poveri
angeli, questo avrei voluto risparmiarvelo.
Non era
necessario entrare.
***
Tamao non
riuscì a trattenersi, non si girò neppure.
Si piegò e
vomitò il pranzo sulle sue scarpe.
Pirica
ricominciò a piangere.
Davanti a
loro stava Manta con la testa spaccata e una gamba tranciata.
L'unico
occhio visibile spalancato, ancora bagnato di lacrime.
Le sue
labbra semi aperte sembravano mormorare un flebile lamento.
Le due
rgazze, non potendo sopportare quella vista, si allontanarono velocemente.
Non sanno
che la tetra sfilata dei loro amici è appena cominciata.
Ryunosuke
Umemya ha perso entrambe le braccia nel tentativo di proteggere i piccoli
Redseb e Seyram, a giudicare dallo stato del corpo, dev'essere accaduto appena
prima che quel bastardo uccidesse Manta, pensò Pirica sconvolta, stupendosi
persino di aver mantenuto tanta lucidità.
Ma il
terrore la divorava crudele, e lei si tormentava nella luce quasi spenta di una
flebile speranza.
Avrebbe
sopportato la vista di un fratello ridotto in quello stato?
Comunque
il tentativo di Ryu era stato vano, costatò con la freddezza che sovviene a
chi, pur esplicitando normalmente le proprie funzioni vitali, è già morto.
Redseb e
Seyram erano vivi quanto lo potevano essere due bambini schiacciati dal loro
stesso veicolo, dal loro stesso Golem, dalla stessa creazione del loro amatò
papà.
Della
piccola erano appena visibili i lunghi capelli biondi sotto l'ammasso di
ferraglia che un tempo era un oversoul, mentre dell'altro spiccano gli occhi
sbarrati su quel poco che resta del viso, e la manina tesa nel vano tentativo
di afferrare quella della sorellina. Resterà tesa per l'eternità, e tuttavia
non la raggiungerà mai, così come non è riuscito a raggiungere il suo cuore.
Poco più
avanti altri due corpi.
Tamao
sussultò e tremò.
Dopotutto,
perchè scoprire a chi appartenevano? Chi aveva combattuto contro Hao era lì, in
quella radura polverosa, e non se ne sarebbe andato. Mai più.
<<
Tamao-chan, dobbiamo... cercare e soccorrere i sopravvissuti. >>
Tamao la
guardò attonita.
Povera
stolta, crede ancora di ritrovare il caro fratellino vivo. Ma ora è
tutto finito. Tutto.
E questo
Tamao lo sa perchè ha già riconosciuto i corpi distesi poco lontano.
Jeanne The
Iron Maiden e Saty dei Gandhara.
E i loro
corpi sono distrutti. Neri, carbonizzati.
<<
Jun... E Faust...! Loro potranno...! >>
<<
Non potranno fare niente. >>
Le due
ragazze corsero verso la parte opposta dello stadio, se così riescono ancora a chiamarlo,
superando senza uno sguardo i corpi senza vita di Silva e Kalim.
Non li
guardano, perchè non possono rischiare di perdere così la poca speranza che
rimane loro, ma piangono anche per i due officianti.
Chocolove
giaceva letteralmente a brandelli sulle pietre vicine.
Uno
spettacolo orribile.
E ancora,
Lyserg, testa lontana dal corpo di qualche metro, morto con un dolce sorriso
sulle labbra.
Pirica gli
chiuse gli occhi dolcemente imponendo al suo stomaco di non vomitare.
Forse lui
era riuscito ad accettare la sua fine, prima.
Crudele!
Lui ha
accettato la sua, senza pensare a loro, che avrebbero dovuto venire lì e
vederli così, in quello stato.
Pochi
mancavano all'appello.
E
diminuirono quando Tamao scorse Faust, più in alto, impalato accidentalmente in
una pietra aguzza con la sua Elisa per mano.
<<
Sono certa che Jun è viva!! >> gridò Pirica fuori di sè, ma era chiaro
che non ci credeva neanche lei.
Tamao non
avrebbe voluto più staccare gli occhi da terra, ma si costrinse ad esplorare
ancora il campo con lo sguardo.
Ciò che
restava di Tao Ren era solo cenere.
Il suo
corpo nero, leggermente poggiato al suolo, e i suoi occhi gialli, appena
socchiusi ad assaporare l'ombra della vita, recavano ancora i segni di una
dignità millenaria volata via nell'ultimo combattimento di quel torneo.
Lui aveva
combattuto fino all'ultimo al fianco di Yoh.
Pechè Yoh
era vivo, Tamao ne era certa, e poteva ancora riscattare quel massacro!
Non sentì
un'ondata di disperazione quando Jun fu trovata con il petto cruentemente squarciato,
non sentì alcun dolore, pronta ad abbandonarsi alla follia che l'opprimeva.
L'urlo di
Pirica nello scovare in un qualche angolo il cadavere straziato del fratello la
raggiunse a malapena e non la scosse.
Le
palpebre si fecero pesanti, il buio invitante.
La
tentazione nel lasciarsi andare nell'oblio più totale per sempre era così dolce
e candida...
Nella sua
semi incoscienza riuscì a intravedere due figure nere poco lontane, riparate
dai massi sporgenti.
Spinta da
un ultimo guizzo di sopravvivenza si trascinò fino a lì.
Anna
cantava.
Era lì, e
cantava.
Sussurrava
piano le note di una qualche canzone paesana, di quelle che si cantano ai
bambini per farli addormentare.
Sul suo
grembo, un bambino troppo cresciuto riposava tranquillo, con le labbra distese
in un sorriso sornione.
Tamao
aguzzò lo sguardo tra le lacrime che meccanicamente reclamavano di uscire
all'aria aperta.
<<
Yoh...? >>
<<
E' morto poco fa. >> disse Anna serena, senza alzare lo sguardo.
Tamao annuì.
<< E
adesso? >>
Eccola, la
domanda che si poneva da quando aveva sentito quel brivido in sala da pranzo, e
in qualche modo aveva intuito tutto.
Non era
riuscita nemmeno a pensarla prima.
Ora
scivolava fuori dalle sue labbra con assoluta naturalezza.
<<
Adesso basta Tamao-chan. Non c'è più speranza nella vita. >>
<<
Ce n'è all'inferno? >>
<<
Dubito che ce ne sia, dovunque andrai. >>
...
<<
Io lo amavo. >>
E' vero,
lo sapevano tutti e lei non lo aveva mai ammesso.
Ma ora che
importanza aveva questo?
C'era
qualcosa che aveva importanza?
Anna
assentì.
<<
Anch'io. >>
<<
Lo so. >>
...
<<
Ama me. >>
<<
Cosa? >>
<<
Non c'è speranza. Non ce n'è da nessuna parte. >> spiegò Anna
accarezzando i folti capelli del ragazzo che ancora sembrava dormire sul suo
grembo.
<<
Cerchi la speranza nell'amore? >>
<<
Ormai m'importa poco della speranza. >>
E Tamao
capì. E rise.
Rise
perchè in realtà non amava Yoh, ma qualos'altro che nemmeno lei aveva saputo
spiegarsi, per lo sgomento forse, o per la troppa paura.
Amava Yoh
perchè credeva fosse giusto dal momento che...
<<
Lo amava la persona che io veramente... >>
Fissò Anna
con tristezza, e lei le rispose con un sorriso.
L'unica
cosa che restava loro era l'amore.
Quand'era
morto Yoh entrambe avevano creduto di averlo perso, invece l'avevano trovato.
Così le
due ragazze si accostarono, e le loro labbra si unirono.
Perchè che
importa ormai se l'amore mi fa paura?
***
Le vedo
avvicinarsi e poi baciarsi.
La scena è
tanto triste che ho quasi voglia di mettermi a piangere.
Ma l'ho
creata io, no?
Un po'
adesso mi sento annoiato... dopo mille anni ho finalmente raggiunto il mio
scopo, ma devo ammettere che questo Shaman Fight è stato più divertente degli
altri, e adesso che è finito... come ingannerò il tempo?
Ma oggi mi
sento magnanimo, e voglio conservare in eterno l'amore che ho davanti.
Mi basta
un gesto, e una ventata di fiamme le ricopre.
Giuro che
questo fuoco arderà per sempre su di voi, come avrebbe dovuto ardere il vostro
amore.
Poveri
angeli, questo avrei voluto risparmiarvelo.
***
Pirica
vede l'ultima vampata abbattersi sulle ragazze e l'ombra di Hao allontanarsi.
No,
dannato fermati! Ti sei dimanticato di me.
Ma non
parla.
In balia
del dolore ormai passato.
Folle.
Ora è solo
una povera folle dannata.
<< E
adesso...? >> chiede al fratello.
Ma lui non
risponde.
E' morto.
E la
ragazza si chiede perchè lei, alla fine, non ha trovato l'amore.
Non c'è
speranza nella vita.
Non c'è
speranza nella morte.
Ce n'è
nell'amore?
E Pirica
alla fine decide che no, non ce n'è.
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Questa è
una fanfic sperimentale.
Come avrete
notato sto attraversando un lungo e spaventoso "blocco", e nella noia
che ne consegue, la mia mente malata ha deciso di esercitarsi partorendo questa
situazione assurda.
Sì, è
stata un'esercitazione: ho alternato vari tipi di narrazione e ho cercato di
affinare introspezioni disperate e contorte.
Ditemi
voi quel'è stato il risultato.
=kiss=
Mao chan