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Autore: Beatriz Aldaya    13/06/2012    7 recensioni
27 marzo 1982.
Un ispettore del Ministero troppo suggestionabile in visita ad Azkaban passa di fronte alla cella di Sirius Black.
I demoni che tormentano, una fervida immaginazione e una coincidenza di date dipingono il già pluriomicida come una bestia ancor più detestabile agli occhi del mondo...
Felice compleanno.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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-Si disse che Sirius Black canticchiava-

Si disse che Sirius Black canticchiava.
Bastò un ispettore del Ministero molto impressionabile e una coincidenza di date, per rendere il già odiato pluriomicida una bestia ancor più detestabile.
Era il 27 marzo 1982.
Immobile, Sirius Black dormiva.
In realtà, erano mesi che non cadeva più addormentato.
Tuttavia, quel giorno riposava nell'agitato dormiveglia concessogli dai propri demoni e dalla buia prigione che puzzava di morte.
Incosciente, Sirius Black sognava.
In realtà, erano mesi che non finiva più tra le braccia di Morfeo.
Tuttavia, quel giorno immaginava figure amiche intorno a lui a sostituire i Dissenatori, il parco di Hogwarts invece delle mura sudice della cella, l'erba soffice sotto al suo corpo al posto della dura panca di legno marcio e umido.
Impotente, Sirius Black veniva imprigionato dagli incubi: quelle figure amiche divennero mortalmente pallide, coperte di sangue. Lo toccavano, lo ferivano, lo artigliavano con le mani ossute e fragili, e James Potter aveva ancora un riverbero di verde intenso racchiuso per sempre nelle pupille, confondendole con le iridi lucenti.
27 marzo. Era il compleanno di James Potter.
Quasi pazzo, Sirius Black gemeva imprigionato nel suo incubo.
Singhiozzava, piangeva, urlava, implorava, invocava il nome dell'amico.
Si disse che Sirius Black canticchiava.
I suoi gemiti furono trasformati in basse note, i singhiozzi intesi come risatine, il pianto fu trasfigurato in macabra canzoncina, le preghiere in insulti, il nome di James Potter risuonò come strafottente ritornello.

Quel 27 marzo, l'ispettore del Ministero scappò da Azkaban coi capelli ritti sulla nuca e il gelo nelle ossa, nelle orecchie una sguaiata canzoncina di 'Felice compleanno' in onore di James Potter.
   
 
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