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Autore: Sallivera82_    13/06/2012    1 recensioni
Se ho davvero pubblicato questo è solo merito dell'idiota di quel mio amico che mi ha anche dato la traccia e mi ha definita 'Troppo drammatica e schifosamente romantica. D:'
Per quanto il mio cuore possa aver amato i Monchele, i Sallivera hanno preso il sopravvento.
Comunque, spero vi piaccia, scrivo più o meno da tre anni, ma non ho avuto modo di pubblicare mai qualcosa. Detto questo, adios.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele, Mark Salling, Naya Rivera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte di Ferragosto, Lea e Mark ricordano benissimo il significato della parola 'amare.' 
Quando ami, devi saper lasciare andare. Quando ami, devi saper fermare il tempo per godertelo, per poi farlo ripartire al momento giusto. Quando ami aspetti, giorni, settimane, anni. Quando ami, non c'è persona che tiene, se ami, perdoni. Se ami, ami davvero. 
 
 
Quella sera, Mark e Lea avevano preso da mangiare al cinese e stavano andando a casa di Naya, pronti per stare insieme diversi giorni e completare il tutto con i festeggiamenti del compleanno di Mark giorno 17. 
 
 
Lea teneva le buste, Mark entrava le chiavi nella serratura. Aprì la porta e le chiavi gli caddero dalle mani. Non poteva essere vero, chi aveva davanti era uno dei suoi migliori amici che baciava quella che doveva essere la sua ipotetica ragazza, per gran parte svestiti. A primo impatto, evitó di far vedere la scena a Lea, poi corse incontro le scale, dove i due erano, prese Cory per la maglia e lo scaraventó con violenza contro il muro, sferrandogli il primo di una serie di pugni. Lea si era resa conto solo adesso della situazione, ed era corsa subito contro Cory per vedere come stava, perché non le importava cosa aveva fatto, ma Mark l'aveva fermata, aveva usato quasi la violenza per fermarla. Sferró un altro pugno, un terzo, un quarto...un decimo. Uno schiaffo, Cory che cerca di riprendersi e gli colpisce il labbro con un pugno, facendolo sanguinare, Mark cadde a terra, nonostante credeva avesse la meglio sulla situazione. Cory era a cavalcioni sopra di lui, lottava per non farsi prendere e continuava a dargli pugni. 
 
Rotolavano nel pavimento, Lea non riusciva a muovere un muscolo, guardó Naya osservare la scena con occhi cupi, occhi che fissavano il vuoto, occhi pieni di dolore..occhi che guardavano il proprio ipotetico ragazzo sanguinante a terra, e colui con cui aveva combinato il guaio che gli dava calci sul costato, e gli faceva male, lo faceva sussultare, ad ogni calcio, un colpo di tosse, poi seguiva del sangue dalla bocca, dal naso, dalle mani e dal viso. 
Naya li guarda ancora per un pó, poi Cory si ferma, lo vede inerme sul pavimento, Mark ha un occhio chiuso, stringe i pugni per non urlare, Cory anche se sembra un emerito coglione, ci sa fare. Da piccolo chissà quanto ha dovuto combattere, tra i cantieri, i quartieri malandati, la droga, il fumo, l'alcool, gli amici poco per bene.
 
 
Lea corre ad abbracciare Cory, mentre trema sotto la sua presa possente. Sembra piccolissima sotto di lui, sembra una piccola foglia tremante, sembra una bambina indifesa, protetta dalle possenti braccia di Cory. 
Naya è ancora sugli scalini, ha in testa le urla di Cory, la furia di Mark, continue urla, frasi ripetute a vuoto. Guarda Mark disteso che cerca di rialzarsi ma non ce la fa, mentre guarda Naya con l'occhio che a malapena riesce a tenere aperto, la fissa. Cory obbliga Lea ad andare via al momento, e la ragazza lo ascolta, si chiude in bagno, prova a pensare, piange e si sfoga. 
Naya invece guarda disprezzata Cory. Lo guarda con l'odio che le scorre nelle vene, si avvicina, ma lui non ha paura di attaccarla, potrebbe batterla al suolo senza problemi, ma la stringe, mentre lei da pugni contro il suo petto, e Mark li guarda, davanti quella scena trova la forza di alzarsi, solo per lei. Trova la forza di andare da Naya, metterla da parte , prendere Cory per la maglia e cercare di cacciarlo via di casa, ma il risultato è quello che è di nuovo a terra, stavolta crede di avere qualcosa di rotto, non sente le gambe, non sente il braccio destro nè le dita della mano sinistra e ha anche dei vestiti strappati, ma nonostante ció, appena Cory si avvicina a Naya, urla. Urla e fa uscire Lea dal bagno, che si scusa e cerca di prendere Cory e portarlo via.
Con un 'è solo l'inizio' e un livido sullo zigomo sinistro Monteith lascia casa 'Sallivera', con Lea che piange e il cibo cinese rovesciato con violenza sul volto di Mark. 
 
 
Naya si avvicina al corpo disteso del ragazzo che appena la vede, cerca di afferrarle la mano. 
La guarda, si vergogna di non essere riuscito a fare qualcosa, si vergogna ad aver pensato di poter lasciarla. Si vergogna a guardarla, mentre lui è pieno di sangue. 
Naya lo guarda ancora per un pò, accarezzandogli il dorso della mano, va in cucina e torna con una valigetta, cerca di far alzare Mark, cerca di non farlo addormentare, ha paura che quella possa essere la sua fine, e si vergogna a pensarlo. Mark riesce, dopo decine di tentativi falliti, ad alzarsi e a posizionarsi sul divano bianco del salotto. Il sangue ha sporcato la pelle del divano, e per la prima volta Naya non lo guarda con occhi irritati. Piuttosto lo guarda con occhi colmi di speranza, mentre bagna il fazzoletto di disinfettante e lo poggia sulle labbra ferite di Mark, ricorda che avevano comprato quel kit d'emergenza per scherzo, perché non credevamo potesse succedere qualcosa del genere. Una lacrima alla fine le riga il viso, quando l'espressione di Mark, al contatto con il fazzoletto, sembra infastidita, addolorata, ma le stringe la mano e chiude gli occhi per farla continuare. Naya, alla fine del possibile, sostituisce il fazzoletto bagnato alle sue labbra, poggiando un lieve bacio sulle labbra di Mark che cerca di distenderle in un sorriso, ma appena ci prova si trasforma in una piccola smorfia, e Naya gli sorride, lascia che i minuti passano, fissandolo negli occhi, cercando una risposta, ma ciò che trova sono degli occhi bagnati dalle lacrime, lacrime che non usciranno mai, o che magari saranno 'lacrime che scendono sole', lacrime che il dolore fa uscire senza la tua volontà.
Lacrime ingiustificate. Lacrime che ti danno rabbia. Lacrime per cui vorresti spaccare il mondo, ma purtroppo sei inchiodato ad un divano, senza la forza di alzare un dito, con un occhio nero, uno socchiuso, una mano piena di cerotti, un braccio fasciato, un labbro spaccato in due, e vari lividi su tutto il corpo. 
Mark si sente uno schifo, quando Naya prova a levargli la maglia per controllarlo, anche se sa la risposta. Si sente uno schifo quando soffoca un urlo di dolore, stringendo troppo la mano di Naya, che inizia a far scorrere le lacrime dagli occhi, che si limita a prendere un lenzuolo leggero, perché fa parecchio caldo e ad abbracciarlo, a baciarlo, delicatamente. Per ora va bene così, ci sarà tempo per le parole e le spiegazioni, per ora sono lì, adagiati su un divano, aspettando qualcosa, senza una precisa data, ora o minuto che sia. Stanno aspettando. Aspettano secondi, minuti, ore, aspettano giorni. Mark non riesce a riprendersi facilmente, sta male. Sta male fisicamente, moralmente e sta male perché è stato tradito da un suo amico. 
 
 
Passano due giorni, Mark ha un braccio e una gamba ingessati, insieme a due dita, una costola rotta e una in via di rottura, ha diverse medicazioni sul viso, sulla schiena, ha dovuto rasare la cresta per farsi medicare le ferite, e poi ha tre punti sul labbro, ed è il suo trentesimo compleanno, e lui lo ricorderà a vita.
Sono sdraiati sul letto del piano di sopra, dove i medici lo hanno posizionato qualche ora prima. Mark deve stare a riposo, e Naya è distesa accanto a lui, prova a dormire ma non ci riesce, ha paura di non svegliarsi quando lui ha bisogno. 
Hanno fermato il tempo e si stanno godendo i loro odori e profumi, respirano i loro fiati, hanno una mano intrecciata e si guardano senza un vero perché, forse per assaporare ogni attimo di quel giorno, forse per ricordare, forse per non dimenticare.
Naya non l'ha mai lasciato, e lui ha fatto lo stesso con lei. 
Non gli importa cosa ha fatto, sa solo che la ama. Sa che se ama, deve saper amare forte. Sa che se ama, deve perdonare anche quello sbaglio. Sa che ama e che per stavolta è ricambiato, se lo sente, lo sa. Stavolta non so tratta di qualcuno che vuole approfittare dei suoi soldi, della fama o della reputazione, gliel'ha ripetuto centinaia di volte in quei giorni, e lui sa che lei non mente, e poi anche se fosse, non saprebbe lasciarla. Non potrebbe resistere. Non potrebbe non vedere più quel corpo ambrato che si muove per casa con una canottiera nera e un pantaloncino grigio cercando di far di tutto per farsi perdonare, ma lei non sa che non ce n'è bisogno. Mark glielo ripete sempre, ma lei si sente in colpa, e lo coccola, in tutto. Lo conforta, prende il posto di una mamma, di una sorella, di un'amica, di una fidanzata, di un'amante, di un amico, prende il posto di chiunque Mark ha bisogno, pure di un dottore. 
Naya non sa che lui l'ha perdonata dal primo momento che l'ha vista. In realtà non l'ha mai fatto, non ha mai dovuto farlo, perché quando sei innamorato, non ci sono scuse che tengono, se sei innamorato lo sei da sempre, lo sei ogni giorno, lo sei ogni ora, ogni minuto, ogni momento, lo sei sempre. 
Se sei innamorato, non puoi sfuggire a nulla, perché non t'innamori delle bellezze di una persona, t'innamori dei suoi difetti, dei suoi sbagli, e sono quelli che ti fanno impazzire.
E poi..se sei innamorato, sei innamorato.
  
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