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Autore: Mushroom    13/06/2012    1 recensioni
Un afoso - bizzaro - pomeriggio di gennaio, John Watson in una folla e un violino che non dovrebbe esserci.
[Fanfiction partecipante al "The One Hundred Prompt Challenge" con il prompt 02. Pomeriggio]
[post 2x03]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Afternoon
Fandom: Sherlock (BBC)
Personaggi: Sherlock Holmes; John Watson 
Rating: Verde
Avvertimenti:
Pre-slash, post-2x03
Wordcount: 364
Prompt: 02, Pomeriggio
Fan art che ha ispirato questa roba qui: Here

 

02. Pomeriggio

È uno strano pomeriggio, quello in cui passa davanti a Baker Street.
Strano, perché fa caldo, anche se è gennaio; Strano, perché John ha addosso quella sensazione di totale apatia che l’ha coinvolto solo poche volte – e quelle “poche volte” erano tutte in Afghanistan. Quasi tutte, almeno: un paio le ha vissute anche a Londra, e tutte in quella strada.
È l’ora di punta e c’è traffico, e le persone fanno su e giù, e sono le tre, e John non ha ancora mangiato. Si fa largo per l’innaturale folla che avvolge la strada della City, meditando su quale fermata della metropolitana prendere.
Poi lo sente. E sa che dovrebbe sbuffare e arrabbiarsi e andare avanti, ma invece si volta. C’è la folla e il rumore, ma c’è anche il suono di un violino. Le gente che va e che viene, chi passa di fronte disinteressato, chi lancia qualche spicciolo, chi invece neanche si accorge della sua presenza. È solo un musicista di strada, in fondo, come tanti ce ne sono. Eppure John conosce troppo bene quella melodia, troppo bene quei lineamenti per farsi sconfiggere da un – per quanto egregio – travestimento.
È il modo assurdo in cui Sherlock dice al mondo di essere vivo, anche se il mondo continua a crederlo morto.
Cristo, la prima volta che l’aveva visto gli era parso un’allucinazione.

E invece era vivo, da qualche parte – fisicamente vivo, intendeva. Così vivo da essere ancora più irritante, più distante e più… più qualcos’altro, pensa John. È vivo, certo, ma lo sente più morto di prima - ha assassinato la fiducia che provava per Sherlock Holmes, e John lo vede diverso.
A quel punto sbuffa e si arrabbia davvero, gli passa davanti e gli lancia qualche spicciolo con diffidenza.
«Sto ancora aspettando il tuo ritorno»
«Sto ancora cercando un modo per farmi perdonare»
John allora lo guarda, perché non gli ha mai risposto – mai, mai, mai. In tutte quelle volte che l’ha visto per strada e in tutte quelle volte che si è fatto vedere, nei panni di uno qualunque di una qualunque strada della City.
John sbuffa e se ne va.
Solo – dopo tanto tempo – si sente un po’ meno arrabbiato.

   
 
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