Mode off ~ Just him
A
Lucia che mi ha supportato/sopportato.
Il rumore
del vento e dei malinconici sospiri sono l’unica compagnia con cui Mary
Margaret trascorre quel freddo pomeriggio alla riva di un fiume placido, seduta
tra scomodi ciottoli.
Non chiede
nient’altro che un po’ di pace, silenzio, ed un luogo deserto come quello
sembrava il paradiso.
Ma se fuori tutto tace e il cuore grida, ci sarà sempre troppo rumore.
Ha la mente
piena di tarli, mentre si rigira il piccolo pezzo d’oro che le orna l’anulare
destro.
Un volto,
il più bello che esista.
Un paio di
occhi, i più luminosi che abbia mai visto.
Due labbra,
le più belle, le più dolci, le più buone.
Un
abbraccio stretto che le mozza il fiato.
E il rumore
di un battito, accelerato più del suo.
Non sa spiegarsi
il perché e il per come sia successo, non sa a chi attribuire la colpa. Non sa
se odiarsi o se essere felice.
Sa solo che
doveva aspettarselo.
Da quando
le ha stretto la mano, ha aperto gli occhi, le ha detto di averla scelta, che
era l’unica cosa giusta. Tutto è cambiato, il suo pianeta è stato colpito da un
meteorite che ha distrutto ogni fondamento, ed ha fatto nascere un nuovo
universo, fatto di sogni, speranze, sorrisi, sguardi indiscreti, poche parole
scambiate, ma anche di lacrime, delusioni, sensi di colpa.
All’improvviso
la mano le brucia.
Ha poggiato
il palmo su un sasso lì
vicino e si è riaperta la ferita del giorno prima.
Fruga
seccata nella borsa alla ricerca di un fazzoletto e di acqua pulita per
sciacquare la mano sporca di sangue e detriti.
Mentre
pulisce pensa a quanto sarebbe bello ripulire allo stesso modo il cuore. Ma
esso è una spugna, e quando assorbe qualcosa è impossibile che torni asciutto
come prima.
Un processo
irreversibile, come quello che era nato tra lei e il suo meteorite.
Trovarsi,
perdersi, ritrovarsi, riperdersi, trovarsi nuovamente. Un continuo avanti e
indietro che sembrava non voler avere fine, un processo che nessuno poteva
mutare, nemmeno volendo.
Chiunque
avesse deciso quel destino, aveva tutto l’odio di Mary Margaret, un odio che
mai ha avuto il coraggio di immaginare, che si vergognava di provare.
Stupido
amore: ti incanta, ti inganna, ti corrode l’animo, in una gara in cui lui era l’unico
vincitore.
La ragazza
sa che direzione ha preso il suo destino da quella mattina. E le è ancora più
chiaro quando si accorge di non essere più sola, che il silenzio desiderato è
interrotto dai passi di qualcuno che si sta facendo sempre più vicino.
Perfino
senza sensi avrebbe saputo di chi si trattava. Chi altri si sarebbe recato nel
medesimo luogo, alla ricerca del medesimo tesoro?
Chiude gli
occhi e lo sente sedere a pochi centimetri da lei.
Nessuno dei
due parla. Forse è paura, forse orgoglio, ma non si azzardano nemmeno a
guardarsi. Contemplano le lievi onde del fiume che fluttuano e bagnano i
sassolini della riva.
Ancora si
illudono di potersi controllare, ma quanto ritrovano le loro mani intrecciate
si arrendono e si guardano.
Si fanno
ancora più vicini e Mary Margaret posa la testa sulla sua spalla. Passano pochi
secondi, e si baciano come quella mattina, smettendo di farsi domande.
Non un
briciolo di razionalità li guida: impulso, passione, desiderio, amore.
Ancora non
sanno che piega penderà quella situazione, quanti gli
scogli da arginare, quali i prezzi da pagare per quella felicità che gli sta impregnando
corpo ed anima.
Quando
finiscono si stringe a lui. Fa tanto freddo ed è certa che la loro permanenza
lì non potrà essere duratura. La tempesta sta ritornando, senza dare nemmeno il
tempo all’arcobaleno di essere visto.
Ed allora
Mary Margaret prende una decisione forse incosciente, la prima a memoria sua.
Si alza da
terra e obbliga David a fare lo stesso prendendogli la mano.
Giacciono sdraiati sul letto di Mary Margaret, con gli occhi
completamente chiusi, con una luce fioca che penetra tra le fessure della
finestra; le condizioni ideali di lei per cadere tra le braccia di Morfeo se
solo, così vicino, non ci fosse stato l’uomo
della sua vita..
Forse non è l’appellativo ideale da affibbiare ad un uomo sposato
con un'altra donna, ma quando qualcuno piomba nella tua vita in maniera così
improvvisa ed invadente, cos’altro puoi pensare?
Vorrebbe poter credere alla fantasiosa teoria di Henry: lei
Biancaneve, lui il principe azzurro, due corpi e un anima, fatti solo per stare
insieme.
Crudele realtà: deve fare i conti col fatto che da un minuto
all’altro si sarebbe alzato e avrebbe detto
“Devo tornare da lei”.
Eppure non è facile per me ragionare su questo particolare, mentre
è alla sua sinistra, semi sdraiato, con la mano che le
accarezza il fianco destro.
La ragazza trova il coraggio di aprire gli occhi e la vista quasi
l’abbaglia.
Dicono che l’amore mette un velo negli occhi e fa apparire il
proprio moroso/morosa come la creatura più bella del cosmo.
Non è il suo caso: David é oggettivamente perfetto.
Quel viso dalla carnagione rosea, la bocca grande a cuore, gli
occhi cerulei, incollati ai suoi.
Così bello, così dolce.
Troppo.
Quello che prova quando sta con lui, o anche solo quando lo vede.
Un sentimento talmente intenso da far star male.
Richiude gli occhi. Vorrebbe tanto urlare a
squarcia gola,
invece si limitò a versare qualche lacrima consapevole che lui la sta
guardando.
Nemmeno lui dice una parola, si avvicina fino ad far toccare le loro
fronti, e Mary Margaret sente i pollici di David sfiorare le sue gote per
cancellare i segni del dolore.
La
sfiorava piano, come si fa con un fiore vulnerabile, pur sapendo che quella è
una debolezza momentanea, perché conosce la sua forza, la sua determinazione, quella
volontà di non arrendersi che l’aveva spinta a non perdere la speranza anche
quando lui sembrava spacciato.
Lo
stesso coraggio adesso doveva avere per affrontare il vuoto che l’assenza di
David le avrebbe lasciato a breve.
A
breve, a non subito.
Al
momento Mary Margaret si concede il lusso di godere del calore delle braccia di
David, dei suoi baci e delle sue carezze e disconnette ogni pensiero legato
alla paura, alla moralità e al tempo, per fare tesoro di ogni momento trascorsi
con lui, senza chiedersi quanto sarebbe durato.
NdA
Ore 1.26.
Mancano sei giorni alla maturità, la mia tesina non è pronta, non ho ripassato
niente, mi sento nel panico totale, e sto qui a scrivere. Perdonatemi, ma ne
avevo bisogno. Colgo l’occasione per fare un regalino a Lucia che oggi si è
dimostrata disponibile a sopportare le miei nevrosi da
maturanda. SANTA SUBITO!.
Visto l’ora
tarda e il fatto che domani alle nove ho una lezione
di matematica ecco che le mie note saranno brevi. Siamo di fronte ad una
missing moment ambientata a qualche ora di distanza dal primo bacio di Mary
Margaret e David. La storia ingloba una songfc che
avevo postato mesi fa e che ora preferisco eliminare perché hanno lo stesso
tema. Non troverete una Mary Margaret IC e ciò mi dispiace, ma l’ispirazione era per la
descrizione dei sentimenti di lei che si sente vittima di una forza più potente
di lei, che ha distrutto le sue certezze. Il titolo? Beh, è la parola meglio
adatta ad esprimere il suo stato d’animo con David sul suo letto (e chi non lo
sarebbe con Josh accanto *q*), concentrata solo sul
desiderio di godere di quegli attimi fugaci di felicità. E finalmente concludo
e vado a nanna non senza fare un po’ di pubblicità.
Feel Good Inc : 10 things I hate about you
kateausten: Solo cinque minuti
Ray08 : Dove forse era sogno, ma sonno
non era
Se posso dire la mia, di Feel Good Inc. leggetevi tutte le storie. E poi abbiate il
coraggio di presentarmi una più brava di lei, perché la devo trovare.
Baci!