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Autore: audreyslook    14/06/2012    4 recensioni
There's always gonna be another mountain, I'm always gonna wanna make it move. Aways gonna be a uphill battle, sometimes I'm gonna have to lose....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                      The Climb

There's always gonna be another mountain, I'm always gonna wanna make it move. Aways gonna be a uphill battle, sometimes I'm gonna have to lose...
 
"Venite ragazzi! Vi voglio raccontare una storia..." ci chiamò Harry dal salone. Io e i ragazzi scendemmo e ci sedemmo per terra. "Dicci, Harry!" lo incoraggiò Liam. Il riccio iniziò a raccontare...
< Ogni giorno la ragazza si svegliava presto. Si lavava. Si vestita e andava a lavorare. Ogni notte, il ragazzo che le abitava affianco, la sentiva piangere. Forse nel sonno. Era frustante per lui, sentirla in quello stato e non fare nulla per..aiutarla. Era solo uno sconosciuto. Quella mattina si svegliarono nello stesso tempo. Lei, però uscì di casa prima per andare a lavorare. Il riccio si vestì e si piombò fuori. Le nuvole erano spaventose, faceva freddo. "Oggi le parlerò..." si ripeteva  ogni secondo. Ma, era possibile far aprire una povera ragazza indifesa, ad un perfetto sconosciuto? Secondo Harry, si. "Non sono un coglione...la devo far aprire. Non ha nessuno!" il suo cuore stava facendo a pezzi la sua mente, che invece, la pensava diversamente. "Sei un idiota Harry, come pensi di aiutarla? Non ti conosce..."
Ain't about how fast I get here, Ain't about what's waiting on the other side. It's the climb...

"Una tazza di cappuccino, grazie!" chiese, gentilmente, alla cameriera che lavorava al bar. Era affascinante. Ogni mossa che faceva lo metteva in soggezione. Le sue labbra rosee, lo sguardo perso nel vuoto, le occhiaie cerchiate per la stanchezza e la pelle bianca come il latte. Di certo, non ne vedeva molte di ragazze come lei. La fermò dal braccio. "Posso sapere come ti chiami?" Lei si girò, lentamente e lo guardò. Era uno sguardo nullo. I suoi occhi non trasmettevano gioia ma, neanche dolore. "No" rispose secca. Il mondo parve crollargli sulle spalle. "Ma, ma io.." "Non ti conosco." Ecco, la frase che sperava di non dover sentire mai. "Io non sono uno sconosciuto. Abitiamo affianco." "E con questo?" Harry lasciò la presa. "Perchè piangi?" Lei spalancò gli occhi e si potevano vedere meglio le sue occhiaie quasi blu. "Io non piango..." rispose, infine abbassando la testa..."Sai di che parlo..." "Mi chiamo Isabella, contento? Ora lasciami stare!"  Isabella..Isabella...Isabella...Non sapeva cosa, specificamente, lo attraeva di lei ma, quel 'qualcosa' gli piaceva. E anche tanto.


Ci sarà sempre un'altra montagna che cercherò sempre di muovere, sarà sempre una battaglia dura, certe volte perdi...

Un  altro giorno. "Oggi le parlerò, si! Le parlerò e la farò aprire con me!" Il ragazzo, non perdeva la speranza. Si piazzò davanti la porta della ragazza e attese. Attese un tempo che sembrava infinito ma, che in realtà erano pochi secondi. Quando la ragazza aprì la porta, spinse Harry e iniziò a camminare. "Isabella! Isabella! Fermati, ti prego!" gridò, rincorrendola. "Cosa vuoi? Lasciami stare, maniaco!" la fanciulla iniziò a piangere e cadde a terra. "Isabella! Isabella!" Harry l'aiutò ad alzarsi, l' accarezzo il viso e le sorrise. "Come ti chiami?" gli chiese. "Mi chiamo Harry, adesso mi conosci..non sono più uno sconosciuto!" lei sorrise, leggermente senza far intravedere i suoi denti. "Grazie, Harry." Non riuscì a dire niente ma, era sicuro che Isabella l'avesse abbracciato.

Non è importante quanto velocemente ci arrivi, non è importante cosa mi sta aspettando. Questa è la scalata.

"Harry!" lo chiamò la ragazza. Il  volto del ragazzo parve illuminarsi alla vista di quell' angelo dai capelli castani. "Ciao, Isabella!" "Oggi non lavoro, facciamo qualcosa?" Iniziò a piovere. I due ragazzi iniziarono a correre per trovare un riparo. Si rifugiarono in una casa abbandonata, non troppo lontana dalla casa dei due. "Levati la maglia, Harry." Il riccio aggrottò la fronte. "Sentirai meno freddo, i vesiti si devono riscaldare." Detto ciò, il ragazzo si levò la maglia restando a torso nudo. La ragazza, però non fece lo stesso. "Perchè non lo fai anche tu?" Lei scosse la testa, e si accucciò ad un lato, iniziando a tremare. "Ti puoi, fidare Isabella..." sussurrò lui. Lei si alzò, e si sfilò la felpona, restando in intimo. "Ho freddo...." si lamentò la mora. Non riuscì a dire niente ma, era sicuro che Isabella l'avesse abbracciato. Restarono così, per un po' di tempo finchè Isabella lo baciò.
Continua a muoverti, continua a scalare. Conserva la fede, piccola. Tutto, tutto è una scalata. Conserva la tua fede. Conserva la tua fede.

Isabella lo aveva baciato. Non era un bacio passionale. Era soltanto un bacio sulla guancia, niente di che ma, dentro di lui...nelle viscere del suo corpo, stava succedendo di tutto. Le guancie diventarono rosse, il cuore iniziò a palpitare sempre più forte. BUM. BUM. BUM.  "Perchè a me? Perchè a me?" continuava a ripetersi, una volta arrivato a casa. Forse..non era una semplice cotta..forse il ragazzo si era, veramente innamorato...>
"E poi?" chiedemmo tutti noi, con le lacrime agli occhi. "E poi? E poi niente...mi sono svegliato dal sogno.." ci rispose Harry, chiudendosi in bagno. Stava piangendo.
  
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