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Autore: Geggy16    14/06/2012    3 recensioni
Ok, non sono per il RenjiRuki però l'ispirazione mi ha preso così °w°
Questo è un piccolo episodio che ho immaginato, non è granché, ma spero vi piaccia lo stesso x3
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Renji Abarai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sangue colava da ogni ferita. L’affanno mi rallentava i movimenti, la vista si era quasi offuscata. Ma ero ancora in piedi. Dovevo rimanerci. L’avevo promesso a me stesso. Sentivo la sua voce che urlava il mio nome.
Stà zitta, ti prego. L’ho promesso a me stesso. Devo vincere. Devo proteggerti.
Mi rimisi in posizione, strinsi la mia Zampakutou. Guardai le mie mani coperte dal mio stesso sangue, lo sentivo scorrere appiccicoso sulla faccia, dove probabilmente si confondeva con i miei capelli. Dovevo farcela. Ce l’avrei fatta. Chiusi gli occhi. “Hihiou... Zabimaru!”, urlai. Il mio bankai si materializzò, lanciando un verso acuto e scagliando reiatsu rosso acceso da tutte le parti.
Ora faccio fuori quel pezzo di merda.
Cominciai a controllare Zabimaru. Mi fidavo di lui, e lui credeva in me. Dovevamo farcela. Dovevo farlo per lei. Mi venne da ghignare, istintivamente. L’Espada evitava tutti i miei attacchi, ma ero sicuro che a quello prossimo non sarebbe sfuggito. “Hikotsu Taiho!!!”, urlai ancora, con decisione. Dalla bocca scheletrica di Zabimaru esplose una palla di energia rosso accesa, che centrò l’Espada. Il mio ghigno si allargò. Era quasi fatta, lo sapevo. Il fumo provocato dall’esplosione mischiato alla polvere che si era sollevata ostacolava la visuale. Dovevo resistere ancora un po’, e poi avrei potuto riposarmi. Il mio affanno ormai peggiorava sempre di più, e facevo fatica a tenere gli occhi aperti. Ma mancava poco, ormai, lo sapevo. Sarei riuscito a resistere. L’avrei fatto per lei. Il fumo iniziò a dissolversi, ed ero pronto ad attaccare di nuovo.
“RENJI, ATTENTO!!!”, urlò la sua voce, spaventata a morte.
Girai il viso, colto alla sprovvista. L’Espada era quasi sopra di me, con un sorriso crudele sul viso, pronto ad attaccare. Ero paralizzato. Non avrei fatto in tempo a fermarlo. Un dolore improvviso e allucinante mi pervase dalla spalla fino alla vita, senza farmi rendere conto che la sua lama mi aveva appena trapassato. Sputai sangue, prima di cadere a terra. No. Non poteva essere. Dovevo restare in piedi, cazzo. Dovevo alzarmi. Ma il mio corpo non mi rispondeva più.
“RENJIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!”, la sentii urlare.
Sono qui. Sono ancora vivo. Posso proteggerti. Lo giuro.
Sentii la mia mano avvolta da qualcosa di delicato e tiepido. Riuscii a socchiudere gli occhi, e vidi lei, in lacrime. “Renji... Rispondimi...”  Provai ad emettere qualche suono, ma le mie corde vocali mi ignoravano.
Non ci riesco, Rukia. Mi dispiace. Non piangere.
“Renji... Non lasciarmi... Renji... RENJI!!!”. Non riuscivo a vederla così. Era in quello stato per colpa mia. Inutile cazzone che non sono altro. “R...R…u...kia...” , sussurrai. Il dolore mi stava annebbiando tutto.
Sono un disastro.
“Renji... ti prego, resisti... puoi farcela. Mi senti? Renji, ti prego...”. aveva avvicinato il suo viso al mio, e sentivo le sue calde lacrime lavare via il sangue dal mio viso.
Ti amo, Rukia.
“N-non... Non sono... riuscito... a p...p...protegger...ti...”, mi sforzai di mormorare. “Non dire così... Hai fatto abbastanza. Te ne sono grata. Ora tocca a me... Farò tutto quello che posso. Però resta qui con me, Renji, ti prego. Non lasciarmi da sola. Renji... Renji!!! Promettimelo...”, singhiozzava.
Faccio schifo a mantenere le promesse. Sono un buono a nulla, Rukia. Mi dispiace. Non sono stato in grado di proteggerti.
“N-no... Scappa...R...Rukia... io...”
, mi fermai, e tossii sangue. Faceva male, troppo male. Le forze mi avevano abbandonato completamente. Il dolore mi stava devastando.
Vai via, Rukia. Salvati.
L’ultima cosa che vidi prima di chiudere gli occhi fu il suo volto in lacrime. L’ultima cosa che sentii fu il mio nome, urlato dalla sua voce. Poi buio. Ma ero vivo, lo sapevo. Avevo deciso di rimanere vivo, per lei.
La mia esistenza dipendeva soltanto da lei.
  
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