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Autore: Kastania    01/01/2007    4 recensioni
*COMPLETO, ONE-SHOT* E'l'ultima notte dell'anno. Chissà cosa accadrà..
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quanta tristezza, quella sera,nelle sue vene

Quanta tristezza, quella sera,nelle sue vene.

 

Parigi ribolliva di vita,di musica, di belle speranze.

Frotte di giovani, di donne, di famiglie al completo popolavano le strade del centro cittadino, festanti ed emozionati per l'imminente inizio del nuovo anno.

 

I più lanciavano sguardi curiosi e colorati da un pizzico di invidia, attraversando il viale antistante all'Opera Garnier.

L'intera città era a conoscenza del Gran Galà che avrebbe animato gli immensi saloni del teatro, quella notte.

E non c'era parigino che non desiderasse ardentemente ricevere un invito per quella sera: solo la creme de la creme della società aveva accesso a un simile evento mondano.

 

Erik sospirò, un ghigno ironico a deformargli ancora di più il volto.

Non c'era cittadino che non desiderasse entrare nel suo teatro,quella notte.

E lui, vero padrone di quel castello impenetrabile, avrebbe desiderato soltanto poterselo lasciare alle spalle, poter uscire dalla porta principale e non tornarvi mai più.

 

No, non era il teatro, che voleva abbandonare.

Voleva allontanarsi solo da lei.

 

Lei, la sua piccola dolce Christine.

Da pochi giorni fidanzata, anche se ancora in via ufficiosa, col Visconte Raoul de Chagny.

Aveva assistito a tutta la penosa scena: la dichiarazione di quell'idiota, la conseguente proposta di matrimonio, l'offerta di un prezioso anello di brillanti, da secoli pegno d'amore per le Viscontesse di famiglia.

 

Credeva di essere sul punto di morire, di fronte a quella scena disgustosamente romantica.

Ma d'improvviso, come sempre, Christine aveva sorpreso lui quanto il suo futuro sposo, togliendosi l'anello dal dito ed infilandolo nella catenina che portava appesa al collo, insieme alla croce che le aveva regalato suo padre, quand'era bambina.

 

Aveva rassicurato l'incredulo Raoul: lo faceva solo per prudenza. Non era ancora il caso di annunciare il loro fidanzamento in via ufficiale,dopo la tragedia che si era abbattuta sul Teatro solo poche settimane prima.

 

Nessuno avrebbe gioito di questo fidanzamento: Madame Giry, la madre adottiva di Christine, la famiglia di Raoul, imbarazzata di fronte ai pettegolezzi che ogni liason con attrici o ballerine comporta irrimediabilmente.

Bisognava lasciar calmare le acque.

 

Ottime argomentazioni, e il buon Raoul non aveva trovato nulla da eccepire nelle scelte della sua futura sposa, che dimostrava buonsenso e prudenza.

 

Ma Erik non era stupido quanto lui.

Sapeva bene che quel gesto di Christine sanciva la presenza di una piccola, infinitesimale  speranza per lui. Una fiammella di vita che gli impediva di scomparire nella notte.

 

Forse lei lo amava ancora, a dispetto di tutto.

A dispetto del suo carattere,del suo aspetto, della strage sfiorata durante la rappresentazione de Il Muto.

In fondo, era sempre stato il suo angelo.

Non poteva abbandonare la partita, così, senza lottare.

 

Gettò un'ultima fuggevole occhiata allo specchio infranto.

Il completo rosso fiamma gli stava a pennello, rendendolo simile al peggiore dei diavoli vomitati dall'Inferno. La maschera di pelle bianca e nera lo rendeva altero, quasi un principe delle tenebre: anzi, la Morte in persona.

 

Sfiorò, per un attimo esitante, l'astuccio di pelle in cui aveva riposto la sua ultima opera, il Don Giovanni Trionfante.

 

La consapevolezza si impadronì di lui: se mai quell'opera fosse stata messa in scena, li avrebbe divorati tutti, come la fiamma consume la cera di una candela.

E'stupenda, luminosa, avvolgente: ma quando finisce di ardere, non vale più nulla.

 

Scacciò i brividi che quella riflessione gli aveva provocato.

E con passo deciso si avviò verso la sua imbarcazione.

 

Un nuovo anno stava per cominciare.

La sua vita non sarebbe mai più stata la stessa.

  
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