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Autore: Always Sil    14/06/2012    1 recensioni
[La pace non è assenza di guerra:
è una virtù, uno stato d'animo,
una disposizione alla benevolenza,
alla fiducia, alla giustizia ]
Ma, quale è la vera pace per Katniss Everdeen?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grido, urlo mi dispero.
le lenzuola sono attorcigliate attorno al mio corpo, come se volessero imprigionarmi.
Mi agito, cerco di muovere le gambe.
Sono bloccate, bloccate in una morsa di stoffa.
Spalanco gli occhi e mi metto a sedere di scatto.
Gocce di sudore scendono dalla mia fronte, dalla schiena.
Dormo in intimo perché con addosso anche il pigiama mi sembra di essere ancora più in trappola.
È quasi un mese che sono tornata a casa mia.
Nel distretto 12.
Gli atroci, spaventosi incubi sono tornati, anzi non se ne sono mai andati.
Ma, se prima nei mei incubi c’erano ibridi che assomigliavano ai tributi dei settantaquattresimi Hunger Games, ora sono popolati dalle immagini di mia sorella morta.
Prim.
Cresciuta troppo in fretta e morta troppo giovane.
Prim, la cui unica colpa è stata avere la sottoscritta come sorella.
mi manchi paperella.
Oppure nei miei incubi c’è Rue che mi accusa di non averla salvata.
mi dispiace tanto Rue.
Finnick, che viene mangiato dagli ibridi mentre Annie mi accusa dicendomi che non vedrà mai crescere suo figlio.
Finnick, tuo figlio ti somiglia molto, tranne che per gli occhi.
ha gli occhi di Annie.
E tanti altri.
Morti, a causa mia.
L’aria è opprimente.
Mi alzo tremante.
Cerco un appoggio, altrimenti so’ di cadere.
Mi appoggio alla scrivania, dove appoggiati ci sono dei pantaloni di una tuta e una maglia a maniche corte nera.
Gli indosso e esco a grandi falciate verso il giardino.
Un piccolo canarino si è appollaiato sul ramo del melo che abbiamo piantato io e Prim.
Bam, è come se un masso mi fosse caduto addosso.
Perché tutto questo dolore?
Dove è finita Katniss Everdeen la ragazza in fiamme?
Se ne è andata, per sempre.
È scomparsa, insieme a tutti quei morti.
Ora esiste solo una persona, una diciasettenne che ha visto morire davanti ai suoi occhi tante, troppe persone.
Una persona che vuole trovare solo la pace.
ma la pace, come si trova?
Con la morte? Forse.
Voglio andarmene, voglio lasciarmi trascinare nel buio assoluto e non uscirne più.
Voglio la morte.
Mi alzo di scatto verso la credenza dove mia madre teneva tutti i medicinali costosi e forti.
Trovo delle piccole pillole bianche che, se usate in maniera massiccia provocano la morte.
Me ne metto cinque sul palmo della mano destra.
Questa scena mi è familiare.
Mi ricorda la scena nell’arena durante i miei primi Hunger Games.
Il “ quasi” suicidio mio e di Peeta.
Peeta.
Cosa ne sarà di lui adesso?
È tornato a casa circa due settimane fa’.
Sembra come il mio vecchio ragazzo del pane, solo cresciuto.
So che ha ancora dei Flashback , ma almeno non tenta di ammazzarmi.
So che, nel profondo, lui mi ama ancora.
Mi sento in colpa verso di lui, ma questo desiderio di pace è più forte di qualunque altro senso di colpa.
Proprio mentre ingoio le cinque pillole, la porta di casa si spalanca.
La vista si è annebbiata, non riesco a riconoscere la figura sulla porta.
Sento solo due mani forti che mi prendono al volo perché le mie gambe hanno ceduto.
È Peeta.
il suo profumo di menta e lievito è inconfondibile.
- Katniss, sputa le pillole,
Katniss, non lasciarmi, ti prego- la sua voce mi giunge ovattata.
Piccole gocce di acqua calda e salata si posano sul mio viso.
Per caso piove?
No, Peeta sta piangendo.
- Mi dispiace- sussurro mentre la mia vita mi scivola via.
L’ultima cosa che sento chiaramente è lui che ripete il mio nome e poi un urlo straziante.
pieno di dolore, sofferenza ed amore.

~~

Ho freddo.
Sento tanto freddo, voglio una coperta.
Le palpebre sono pesanti, che non riesco ad aprirle.
C’è qualcuno che mi sta accarezzando i capelli.
Conosco questo tocco, è identico al mio.
Apro gli occhi poco alla volta.
Una forte luce costringe a richiuderli.
- Katniss- mi chiama.
Quella voce, la riconoscerei ovunque.
Quella voce, la sua voce.
- Prim- mi esce senza volerlo.
- Apri gli occhi- un'altra voce.
Diversa da quella di prima ma così simile.
Rue.
Eseguo l’ordine di Rue e apro gli occhi.
Sono sdraiata su un divano in velluto rosso.
la testa è appoggiata su un soffice cuscino.
Affianco a me c’è mia sorella, con un vestito azzurro, gli occhi chiari e i capelli racchiusi in una treccia color miele, che mi accarezza il viso.
tendo una mano verso di lei, come se avessi paura che lei possa sparire.
Gli tocco il viso, sento la mia mano a contatto con la sua pelle.
Lentamente mi metto a sedere.
davanti al divano c’è un tavolino in cristallo con sopra un brocca piena di succo d’arancia e tanti bicchieri.
Intorno al tavolini si trovano dei divani e poltrone sempre in velluto rosso.
Sul divano, vicino ai mei piedi c’è Rue.
Ha indosso un bellissimo abito bianco, che fa risaltare la sua carnagione scura.
sulla poltrona alla mia destra un uomo dai corti capelli castani ma fa un gran sorriso.
Cinna.
Di fianco a lui vedo Portia, bella come non mai.
Poco distante una ragazza dai capelli biondi intenta a mangiare una fragola mi guarda
Madge.
Quando incrocio un paio di occhi grigi come i miei, sento il cuore esplodere dalla felicità.
- Papà- sussurro.
Lui annuisce, sempre con il sorriso sulle labbra.
- Sono felice che tu ci faccia compagnia dolcezza- sento dire da dietro il divano.
mi volto di scatto e trovo Haymitch.
Allora è vero.
Ce l’ho fatta.
Ho raggiunto la pace.
Ho raggiunto me stessa. 


Salve Gente.
Ok, questa One shot è stata scritta alle tre del mattino , visto che il sonno non voleva arrivare.
Tutta colpa di un caffè d'orzo in tazza grande.
Allora, In questa One Shot Haymitch è morto, poveretto.
Spero che i miei lavori notturni non facciano tanto schifo.
Con la speranza di riuscire a dormire,
Sil.
   
 
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