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Autore: Martychan Fantasy    14/06/2012    9 recensioni
“Ho sempre sperato che un giorno, sarebbe potuta arrivare nella vita di mio fratello, una persona speciale, che sarebbe stata in grado di dargli la risposta, che lui ha sempre disperatamente cercato per tutta la sua vita!. Quella persona esiste, gli vuole davvero bene dal profondo del cuore, e gli permette di sentirsi importante, gli permette di credere in se stesso e di sorridere di cuore. Un sorriso davvero bello e limpido, come non gli ho mai visto fare in tutta la vita. Quella persona è lei, Eve! –Monkey D. Rufy”
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fight for Fire - Ocean J. Eve -'
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Fight for Fire 2

Ocean J. Eve – Il Ritorno (Parte Quarta-2) - La Risposta-

 

 

Quando la musica lenta e romantica finì, Ace ed Eve si staccarono lievemente l’uno dall’altra, tornando a guardarsi negli occhi, scambiandosi un sorriso amorevole. Separarono lentamente i loro corpi, continuando però a tenere unite le loro mani, come non riuscendo a separarle in alcun modo, o non volendo assolutamente farlo. Nonostante continuasse ad essere preoccupata e timorosa, circa il peso che poteva avere la gratitudine sulle azioni del ragazzo di fuoco, Eve iniziava ad essere un po’ più speranzosa nei suoi confronti. Non poteva essere solo la gratitudine, a scatenare certi rossori facciali o battiti folli di cuore in Ace!. Era desiderosa di scoprire se quello che pensava era vero o meno, e l’unico modo, sarebbe stato trovare il modo di parlare da sola con lui, confidandogli tutto di sé.

-FIIII!!!!! SEI UN GRAN FIGO ACEEEEE!!!!- si sentì l’urlo di Vista che agitava il suo cilindro in aria

-SEI GRANDE FRATELLONE!!! SEI IL MIO MITO!!! YAH AH AH AH AH!- urlava Rufy sbracciandosi e sporgendosi in maniera pericolosa dalla sua sedia.

Infatti, stava quasi per ribaltarsi, ma fortunatamente, Marco afferrò lo schienale prima che Cappello di Paglia potesse sbattere il naso sul pavimento.

-Sei stato bravissimo Ace!!! Quando ti impegni sei davvero in gamba! AH AH AH AH!- ridacchiò Halta

Ace ed Eve, furono accolti così dalla tavolata festante, che li applaudiva e scherniva senza tregua.

-Le hai già chiesto la mano,eh?- l’ultima battuta, di quel genio pennuto di Marco, fece esplodere Ace di netto. Il fireboy caricò di colpo una mano e lanciò una pistolata di fuoco ai poveri quattro ciuffi amarena che Marco si trovava in testa, mandandoglieli in fiamme. –YAAAHHHH!!!! MALEDETTO PEZZO DI…..!!!!!!- urlò Marco agitandosi, mettendosia correre avanti ed indietro lungo la tavola. Izo svelto come un gatto, gli buttò in faccia un bicchiere d’acqua spegnendo “l’incendio” sulla testa della povera pavoncella turchina, che si ritrovò il piumaggio capillare tutto arruffato e bruciacchiato, di un penoso color giallo vomito.

-GRRRR!!! COSI’ IMPARI CON LE TUE BATTUTACCE DA DEMENTE!!!- rispose per le rime Ace, sporgendosi dal suo lato del tavolo, e cozzando con la fronte contro quella di Marco, che infuriato gli ringhiava contro con occhi omicidi.

La scena era troppo bella per non generare ilarità, ed infatti, sia Eve che tutti, scoppiarono a ridere grassamente, mentre i due comandanti si spingevano a testate e ringhiate, per vedere chi tra loro era il più duro!. Eve guardò Ace con tenerezza, mentre si azzuffava col suo compagno. Poi, portò lo sguardo sugli altri compagni del moro, su Rufy che rideva a crepapelle, su Rayligh, su Barbabianca che aveva davvero un’espressione luminosa e felice in volto, e finì, per abbassare il capo al pavimento, diventando un po’ triste di colpo.

-Eve?! Che ti succede ora??- le chiese sottovoce Viola sporgendosi verso di lei con aria preoccupata.

Era tutto perfetto. Era tutto ciò che aveva sempre e solo sognato la notte nel suo piccolo lettino nella casetta di campagna della nonna. Era tutto ciò che aveva racchiuso come speranza nel racconto che aveva iniziato a scrivere sulla piratessa Ocean ed i suoi uomini, bravi pirati che aiutavano la gente, e che, un giorno, salvava la vita e rincontrava l’uomo che aveva sempre amato!. Alcune lacrime le caddero grandi dagli occhi bagnandole la preziosa stoffa blu del vestito sulle gambe.

-Eve??- sempre sottovoce, per non dare nell’occhio, Viola si alzò dal suo posto e andò accanto alla ragazza scossa dai singhiozzi, chinandosi davanti a lei e mettendole le mani sui suoi pugni chiusi e tremanti sulle gambe.

-V-Viola! Sigh! Accompagnami un momento al bagno per favore!Sob!- Eve lottò per non far sentire i suoi singhiozzi, ma fu inutile.

Rufy, Rayligh e Barbabianca se ne accorsero, guardandola preoccupati.

-Si, ma certo tesoro! Andiamo! Scusateci un momento…- le rispose gentile la sua navigatrice, per poi rivolgersi a Barbabianca, che annuì con aria preoccupata.

Viola prese Eve tenendola sotto al suo abbraccio protettivo, conducendola veloce fuori dalla sala. A quel punto, anche Marco si accorse che le due ragazze si erano allontanate e fermò la sua disputa col fratello, alzandosi dritto in piedi, osservandole sparire dietro al portone :

-Che succede ad Eve?- domandò seria la fenice

-Eh??- si girò di scatto Ace guardando nella stessa direzione, anche se ormai le due erano sparite.

-Eve stava piangendo..- commentò Rufy guardando a sua volta la porta ormai richiusa.

-Come??- lo guardò Ace stralunato, non capendo davvero quel repentino cambio d’umore nella sua salvatrice. Perché, si domandava, se fino a qualche minuto prima, stava andando tutto alla grande tra loro?. Perché, se era tutto così perfetto??.

Ace si rabbuiò rimettendosi seduto al suo posto, fissando un punto vuoto sulla tavola, assorto.

-Ace..Non devi angustiarti! Non è tua la colpa se si è sentita così..- furono le parole gentili del suo babbo

-O meglio, si, in un certo senso!- commentò serafico Rayligh osservando Ace e la sua reazione di sconcerto.

Nello stesso momento, Eve stava percorrendo tra le braccia di Viola, il lungo e vasto corridoio principale della Moby. La sua scarlatta navigatrice, non aveva la più pallida idea di dove si trovasse un bagno in quel groviglio di porte e corridoi intersecati. Fortunatamente per loro, incrociarono sul cammino, alcuni pirati che le indicarono tre porte più avanti sulla destra, i bagni più piccoli della nave, che solitamente venivano utilizzati da Halta, l’unica donna di bordo. Arrivate a destinazione, chiusa la porta alle loro spalle, Viola la chiuse a chiave, per essere sicura che nessun curioso si sarebbe intromesso. Eve fece alcuni passi all’interno della vasta stanza, dirigendosi verso uno dei quattro lavandini presenti, aprendo il rubinetto e facendo scorrere l’acqua. Non accennò subito, il gesto di chinarsi per lavarsi il viso, ma rimase ancorata saldamente con le mani ai lati del lavabo, abbassando il capo, e proseguendo nel suo pianto disperato.

-Eve! Per l’amor del cielo! Mi spieghi che ti prende ora? Stava andando tutto alla grande! Eri così felice! Perché sei scoppiata a piangere in questo modo??- Viola le si pose accanto, scostandole una ciocca dal viso, portandogliela dietro all’orecchio, per poter vedere meglio il suo capitano in volto.

-Mi dispiace sniff! Mi dispiace tanto davvero! H-ho avuto..sob! Un momento di insicurezza e paura..sigh!- riuscì a rispondere la giovane tra i singhiozzi

-Ma paura di cosa,tesoro! Via,non dire sciocchezze! Non lo vediquanto quel ragazzo è cotto di te?? Non potrebbe essere diversamente!-

-E’ QUESTO IL PUNTO!- gridò improvvisamente lasciando Viola spiazzata

-Eve…?-

Non poteva essere diversamente. Davvero? Se soltanto, non fosse stata una donna così insicura e complicata di base!. Se soltanto, riuscisse a credere di più in sé stessa e nel valore del proprio essere!. In quel frangente, Eve, era davvero peggio di Ace, tra spavalderia ed insicurezza. Una vera contraddizione vivente, ma non riusciva proprio a fare altrimenti. Ormai, si era completamente bruciata di lui, e non aveva alcuno scampo. Se avesse scoperto, che era per gratitudine che lui le si avvicinava, non sarebbe riuscita a sopportarlo!. L’aveva sentito chiaramente..chiederle di parlargli di lei, di poterla capire, ma era tutto dannatamente per gratitudine?!. Avergli salvato la vita, non doveva per forza comportare , un dimostrarsi attratto da lei da parte di Ace. Quando Eve espose questi suoi turbamenti a Viola, questa la guardò con fare accigliato, e poi, senza tanti complimenti, le rifilò uno schiaffo in faccia. Eve si portò una mano alla guancia rossa e pulsante, guardando nel vuoto ad occhi sgranati. Era la seconda volta, che Viola la schiaffeggiava. La prima fu, quando stava per decidere di mollare tutta la sua idea di fare la piratessa e presentarsi a Newgate, credendo di essere troppo insulsa come persona. La sua navigatrice, l’aveva sempre colpita per farla rinsavire, solo sulle questioni che riteneva davvero serie ed importanti per il suo futuro. Ed Eve, l’aveva sempre silenziosamente ringraziata per questo suo coraggio. Senza Viola a smuoverla in maniera decisa, tante volte, non sarebbe riuscita a farsi forza e credere in se stessa.

-Non fare la cretina!! Non ho mai sentito una scempiaggine più grossa di questa!! Credi davvero che quel ragazzo..si comporti a questo modo con te, solo per la gratitudine del tuo gesto??!- le urlò in faccia rabbiosamente

-E come faccio a sapere che non è così??! Non voglio che Ace confonda i suoi sentimenti per me con qualcos’altro!!- riuscì ad urlare Eve a sua volta

-LO RITIENI TANTO IDIOTA.. DA NON SAPERE QUELLO CHE VUOLE???!!!-

-!!!- Eve, a quell’affermazione che la colpì come un proiettile al centro del cuore, non ebbe altre forze per ribattere o dire altro.

Viola aveva ragione, dannatamente ragione, e lei era davvero una perfetta stupida!. Che considerazione aveva dell’intelligenza di Ace?!.

Chinò il capo, piangendo ancora, stavolta di amarezza, a causa della sua maledetta insicurezza. Viola a quel punto, le si avvicinò con un sorriso gentile, avvolgendola nel suo abbraccio, e lasciando che si sfogasse un po’. Comprendeva, tutte le paure che il suo capitano portava nel cuore, perché sapeva bene, quanto per lei quel ragazzo di fuoco fosse tremendamente importante. Poi, quando Eve ebbe tirato fuori tutto, liberandosi un po’ da quel peso che si portava dentro, Viola la convinse a sciacquarsi per bene il viso, lavandosi con cura ogni angolo, per far sparire per bene, ogni traccia di pianto.

>Toc! Toc!

-Eve?Viola? Siete qui dentro? Ma che è successo??-

La voce di Halta dall’altra parte della porta, fece sussultare lievemente la giovane, mentre Viola con un sorriso, andava ad aprire la porta.

-Si, siamo qui! Scusate! Non è niente di grave! Eve ha solo avuto un attimo di debolezza, tutto qui..^^-

Halta, che era in compagnia di Izo, guardò con aria impensierita Eve, che si stava asciugando il viso.

-Stai bene adesso?- domandò Izo

Eve si girò a guardare entrambi, facendo loro uno dei suoi migliori sorrisi calorosi e sinceri :

-Si! Vi prego davvero di scusarmi! Sono solo una sciocca! Eh eh!^^-

Al suo sorriso, ed alla sua risposta, sia Halta che Izo si tranquillizzarono, notando che si era davvero ripresa. Potevano tornare a riferire al babbo che non era nulla di grave.

-Non c’è nulla di sciocco..in una ragazza, quando è innamorata!- commentò Halta sorridendole con dolcezza

Eve la guardò sbattendo più volte gli occhi, sentendo nascere un lieve rossore sulle gote. Alla fine ridacchiò in risposta un :

-Eh eh eh! Si vede così tanto?-

- Decisamente! Eh eh eh!- fu la risposta contenta di Halta

-E’ bello scoprire che esiste qualcuno che ama così profondamente, quel disastro umano di nostro fratello Ace!- commentò Izo incrociando le braccia al petto, sotto alla stoffa del suo kariginu da festa.

-Come? Ma non ci sono solo io che gli voglio così bene! Ci siete anche tutti voi..e Rufy!-

La risposta cristallina di Eve, fece guardare in faccia i due pirati, che poi scoppiarono a ridere contenti. Decisamente, quella ragazza era unica e speciale nel suo genere, e proprio Ace, aveva avuto la fortuna di trovarla sul suo cammino.

-Sei davvero unica, Eve! Ah ah ah!-

-Nostro fratello è davvero fortunato! Eh eh eh!-

Eve tornò a vestire in viso i toni del bordeaux accesso, mentrei due ancora ridevano allegramente. Ma in quanti, le avevano già detto la stessa cosa? Rayligh..Rufy..Barbabianca..e adesso loro due!. Possibile, che fosse davvero così positiva la sua persona, agli occhi degli altri?.

-Eh eh eh! Posso chiedervi un favore? Avrei bisogno di un po’ di ghiaccio da mettere in faccia al mio sciocco capitano! Prima abbiamo, ehm, avuto un’accesa discussione!^^- si intromise Viola, ottenendo altre risate dai due, che poi, asserirono, sparendo e ricomparendo poco dopo, con una piccola borsa di ghiaccio tra le mani.

-Vi aspettiamo in sala allora!^^- le salutò con una mano Halta, andandosene poi con Izo.

Viola mise la borsa di ghiaccio in una mano di Eve, dicendole di tenerla bella pigiata sulla guancia, in modo che il rossore sparisse pian piano e che la carne evitasse di gonfiarsi.

-E tu che stai facendo?- domandò Eve, vedendo la sua navigatrice che armeggiava con la borsetta che portava a tracolla.

-Ti rimetto il viso in sesto! Lavandoti la faccia ti sei tolta tutto il trucco! Ecco qua! Eh eh eh! Giro sempre attrezzata per casi come questi! Ora chiudi gli occhi e stà ferma!-

Detto ciò, avendo tirato fuori matita, ombretto e rossetto, Viola ritruccò nuovamente il viso di Eve, se possibile, meglio di com’era prima. Intanto, il ghiaccio aveva fatto il suo dovere, sgonfiando la gota ed eliminando il rossore. Una volta ultimato il trucco, Viola gettò il sacchetto nel cestino, e rimirò il viso di Eve più volte con evidente soddisfazione.

-Perfetta!^^ Sei anche più bella di prima! Uhm..si vedono gli occhi lievemente rossi..ma non si nota troppo,tranquilla!-

-Oh no! Come la spiego ora, la mia scenata di prima??-

-Stà tranquilla! Nessuno ti chiederà niente, sono sicura. Piuttosto, l’unico che lo farà sarà Ace..ma lì te la dovrai sbrigare da sola, tesoro!- le rispose Viola, spingendola lesta per le spalle, verso la porta.

Una volta che furono nuovamente in corridoio, si incamminarono verso la sala. Eve era preoccupata, e si vergognava da morire. Ace le avrebbe di sicuro chiesto cosa le era preso, e lei, per rispondere come avrebbe fatto?? Rispondergli equivaleva anche a confessargli i suoi sentimenti per lui!! Ci sarebbe riuscita, senza rischiare di scappare a rifugiarsi sulla sua nave come una vigliacca??. Ormai era tardi per fare troppe congetture o rimuginarci sopra, il portone della grande sala era già davanti a loro, e si apriva lentamente per farle di nuovo entrare.

**

Trattenni il fiato, quando Viola decisa, mi condusse, tenendomi per un braccio, di nuovo all’interno di quell’immensa e sfavillante sala elegantemente addobbata. C’era ancora la musica di Frollo che rallegrava tutti i commensali. Il mio musico si era lanciato in melodie piratesche, e diversi pirati si erano alzati delle loro tavolate, prendendosi sottobraccio danzando allegramente, battendo anche le mani al tempo, e rispondendo in coro ad alcune strofe di quella canzone di lupi di mare. Deglutii quando fui a non molti metri di distanza dalla nostra tavolata, vedendo di spalle Ace spostato in avanti, coi gomiti sul tavolo, che brindava con Marco e Rufy. A quanto pareva, Oscar aveva servito gli amari, e presto sarebbero arrivati anche i dolci. Chissà come sarebbe stata la battaglia per l’ultimo bignè tra Rufy ed Ace?! Ridacchiai tra me a quel pensiero comico. Quando però, ciò che Ace stava dicendo in quel momento, arrivò alle mie orecchie, il sorriso mi morì sulle labbra.

-Stai dicendo un mucchio di cazzate,Ace! Non è certo per quel motivo che Eve è scoppiata a piangere!!- lo stava riprendendo Marco dopo aver ingurgitato l’alcolico contenuto del suo bicchiere.

-Ah no,eh? E per cosa allora? Dai..non mi stupisce che sia scappata via in quel modo! Io sono pur sempre il figlio di un demonio!...-

Ci avvicinammo ancora di più, mentre Viola, stupita quanto me, mi lasciava il braccio, probabilmente per via della mia temperatura corporea a causa del mio fuoco, che doveva senza dubbio essere salita vertiginosamente.

-Ace! Non è certo per quello che..- stava tentando di dirgli Rufy, anche se invano

-La cosa non dovrebbe stupirmi più di un tanto! Ehe! Che diavolo mi aspettavo? Sono un idiota! Lei mi ha salvato..per poter entrare nella ciurma del babbo! Tutto lì! Quale interesse potrebbe mai avere per uno come me?! Adesso capisco tutto! Era così timida ed imbarazzata..perchè non sapeva come comportarsi con me senza essere sgarbata!..- continuò lui con l’amarezza nella voce.

Che diavolo stava dicendo?! Non riuscivo davvero a credere alle mie orecchie, mentre sentivo una rabbia cieca e sorda salirmi dai piedi e gonfiarsi nei miei pugni stretti lungo le mani. Io ero una gran deficiente per aver pensato che lui potesse essere attratto da me solo per gratitudine..ma lui non era certo da meno..a credere addirittura che io potessi averlo salvato..per usarlo come mezzo per..!! NO! Era decisamente troppo!. Non ci vidi davvero più, ero furiosa!. Mi avvicinai completamente a lui affiancandolo con aria, sono sicura, davvero terribile. Infatti, le facce di Rufy e Marco, erano parecchio spaventate nel guardarmi. Sentivo vagamente Viola e Bett Mary che farfugliavano qualcosa circa “non farlo” o “calmati ti prego”, ma io non avevo la minima intenzione di calmarmi!. Come aveva potuto pensare che avessi pianto per una ragione del genere?! Come aveva potuto minimamente credere che a me importasse di chi era figlio?!.

-Uh?Oh! E-Eve sei tu, sei tornata finalmente! Tutto a posto?^^-

Quando Ace si accorse che gli stavo in piedi accanto allo schienale della sua sedia, cercò di mostrarsi gentile, ma io non gli diedi il tempo di dire o fare molto altro. Sollevai di scatto, il capo che avevo tenuto chino fino a quel momento, rivelando un volto contratto in smorfie di rabbia e disappunto, con evidenti lacrime alla punta degli occhi, che tentavo disperatamente di trattenere. Lo guardai dritto nei suoi, smarriti e stralunati in quel momento, per poi muovere fulminea il mio pugno sinistro con potenza inaudita scaraventandoglielo dritto in fronte, facendolo volare prepotentemente e rovinosamente a terra di schiena e a gambe all’aria. La mia azione inaspettata, lasciò tutti ma dico tutti i presenti a bocca aperta. Non mi interessava un accidente, se in quel modo rovinavo la festa, se sgretolavo l’idea che tutti si erano fatti di me di dolce fanciulla (visto che non potevano ancora conoscere il mio lato terribile!), ma Ace..aveva detto delle cose davvero terribili nei miei confronti! Come potevo non infuriarmi?!. Il mio pugno, tremava ancora, ed emanava alcune scariche elettriche e fiamme incandescenti, mentre tremavo ed ansimavo per riprendere fiato, ancora china verso terra e verso di lui, che nel mentre, si era risollevato leggermente, rimanendo seduto, e massaggiandosi l’enorme bernoccolo che gli avevo procurato con quel colpo. Alzai gli occhi allora, furente, irosa verso di lui, lasciando libere le mie lacrime, permettendo loro di sgorgare dai miei occhi alle mie guance, e dalle mie guance verso terra. Alcune incontrarono il tessuto della camicia di Ace, bagnandogliela con prepotenza. Ero stordita, ed incredula da ciò che gli avevo sentito dire, ma ormai la frittata l’avevo fatta, e non ero ancora pienamente soddisfatta del macello che avevo combinato, così, ai fatti, aggiunsi anche le parole, amare, singhiozzate, mentre tentavo disperatamente di tenere la voce ferma:

-COME DIAVOLO TI PERMETTI DI DIRE DELLE COSE SIMILI??!!!- iniziai ad urlare forte, ottenendo il suo sguardo sconcertato. Ma non potevo fermarmi più ormai. Dovevo buttargli addosso tutto ciò che sentivo e che lui aveva inevitabilmente scatenato nella mia già insicura persona: - Io..Io non ti ho salvato per potermi ingraziare Barbabianca!! Non ho fatto tutta questa lunga e difficile strada solo per questo!! Non mi importa un fottutissimo accidente se tuo padre si chiama Gol D. Roger o Pinco Pallino!!! Non ti scanso perché mi disgusti! Sei…SEI UN PERFETTO IDIOTA ACE!!! SINIFF! SIGH! SOOB!!!- mi tirai dritta in piedi, nascondendo la bocca con una mano, e con l’altra mi strofinavo gli occhi per poter recuperare almeno un po’ della vista che stavo perdendo a causa delle troppe lacrime. Ace si era tirato a sedere meglio, e mi guardava sconcertato, dispiaciuto, e con occhi tremanti. Ma io non avevo finito! Non poteva passarla liscia così facilmente dopo quello che si era permesso anche solo di pensare!.

-Secondo te perché posso aver fatto tanta strada per venire fin qui?! Perché mi sono gettata tra le tue braccia, felice di vederti vivo??! TU…TU!!!! SEI UN MALEDETTO IMBECILLEEEE!!!!!- non riuscivo più ad esprimermi, ero troppo sconvolta, e consapevole del disastro che avevo appena causato con quel mio comportamento sconsiderato.

Troppo scossa per riuscire a restare ancora lì, girai i tacchi e fuggii via veloce, senza voltarmi indietro nemmeno una volta.

-EVEE! ASPETTA!!-

Sentii la voce di Ace che gridava forte chiamandomi, ma io non ne volevo assolutamente sapere niente. Volevo solo fuggire via lontano da lì e da lui. Attraversai correndo a perdifiato, il lungo corridoio, fino a giungere all’uscita, che mi riportò all’esterno della nave. Corsi ancora, raggiungendo il ponte principale, dove si trovava la scalinata di legno. Mi fermai ansimante e sconvolta, piangendo tutte le lacrime che potevo. Avevo agito d’istinto nel peggiore dei modi! Picchiare a quel modo uno dei comandanti di Barbabianca! Per giunta ospite ad una cena sulla sua nave! Quale affronto avevo appena compiuto verso il mio generoso padrone di casa!. Come avrei mai potuto presentarmi ancora a testa alta davanti a Newgate?!. Che disastro!. Alzai gli occhi al cielo per tentare di calmarmi e recuperare un po’ di lucidità. Respirai profondamente ripetute volte, finchè non riuscii finalmente a domare le lacrime e farle smettere. Mi asciugai gli occhi coi palmi delle mani, e poi sospirai affranta. Vidi che lungo il corrimano del ponte, nei pressi della scalinata di legno, c’erano alcune panchine disposte a distanze uguali. Dovevano essere state senza dubbio, un’altra trovata di Tuono, per abbellire la nave insieme ai festoni e a quelle meravigliose centinaia di lanterne di piccole e medie dimensioni, che restavano sospese in aria immobili, legate da fili invisibili. Camminai un po’ lungo la fiancata della nave, e poi, mi sedetti affranta su una di quelle panchine, portando la mia attenzione, proprio su quelle meravigliose luci gialle, che risplendevano tutt’intono a me, rendendo l’atmosfera su quel ponte, davvero suggestiva. Sarebbe potuta essere anche romantica, se solo non avessi fatto quello che avevo appena fatto. Ace adesso mi avrebbe odiata di sicuro! L’avevo picchiato davanti a tutti i suoi compagni ed i suoi sottoposti! Non avrebbe più voluto sicuramente avere a che fare con me. Forse..sarebbe stato meglio tornare a bordo della mia nave, e mandare uno dei pirati rimasti di guardia a richiamare i miei capitani e restanti uomini, per mollare gli ormeggi ed andarcene. No..come avrei potuto, senza nemmeno porgere le mie scuse a Barbabianca?. Almeno quello dovevo trovare la forza di farlo, in un modo o nell’altro.

**

Mentre Eve si struggeva l’animo in quei tristi pensieri, Ace, era ancora seduto a terra, scioccato, a fissare come un ebete il portone da dove era scomparsa. Sentiva la fronte pulsare violentemente. Gli aveva dato davvero una botta portentosa con quel pugno. Non se lo sarebbe mai aspettato da lei, ma non gli dispiaceva infondo, scoprire che all’occorrenza, sapeva essere una donna forte e risoluta. Gli dispiaceva però, di aver visto quegli occhi nocciola sempre così luminosi e belli, annebbiati da rabbia e profonda tristezza. Questa volta era stato lui in prima persona a farla piangere, a causa di tutte le sciocchezze che aveva detto senza pensare. A causa di quella sua dannata insicurezza che lo fregava sempre.

-Ehi,Ace! Stai bene?- la voce di Rufy che si sporgeva dalla tavola guardandolo, lo fece smuovere. Si rimise in piedi, risistemandosi il vestito, senza smettere di fissare il portone.

-Contento brutto idiota?! Hai visto dove ti hanno portato le tue stupide paranoie?!- lo rimbrottò Marco senza tanti complimenti

-Marco!!- cercò di zittirlo Halta ma Ace questa volta, non aveva nulla in contrario, dato che era pienamente d’accordo con lui.

-No, va bene così! Ha proprio ragione..- rispose con voce atona ed incolore

L’aveva fatta piangere.

L’aveva fatta davvero grossa, ma era anche un po’ contento allo stesso tempo. Senza volerlo, Eve gli aveva acceso una nuova fiamma di speranza nel cuore, ancora più forte di quella precedente. Gli aveva dato la speranza di credere, che non gli era affatto indifferente.

-Ehi! Ma che succede qui? Mi allontano un istante per sentire una sana canzone pirata..torno e vedo la vostra ospite fuggire via in lacrime??- Rayligh che si era assentato per poco, aveva in realtà assistito almeno a metà della scena, precisamente dove arrivava Eve e sbatteva Ace a terra. Ma il vecchio volpone di mare, aveva le sue buone ragioni per fare il finto tonto. Voleva aiutare quel ragazzo insicuro a ragionare.

Ace, sentendo il suo commento, si decise a staccare gli occhi dal portone, voltarsi, e tornare a sedersi alla tavola. Barbabianca lo guardò preoccupato, mentre Frollo, si rimetteva saggiamente a suonare con l’orchestra, per spezzare un po’ l’aria pesante che si era creata. In breve, l’attenzione su Ace, era ridotta per fortuna, solo ai compagni seduti attorno a lui.

-Ace ha detto una serie di stupidaggini, Eve è tornata e l’ha sentito, si è infuriata e gli ha rifilato un bel pugno in faccia facendolo volare per terra!- riassunse Rufy con un tono di voce pensieroso. Gli dispiaceva per Eve, dato che quella ragazza come amica, ormai gli piaceva davvero parecchio.

-Tsk! Se l’è meritato tutto questo idiota,eh!- commentò Marco incrociando lebraccia al petto con stizza

-Che hai detto di tanto grave..da farla fuggire in lacrime??- lo guardò sgranando strategicamente gli occhi il vecchio furbo

-Eh..credevo..si fosse messa a piangere, per via delle mie insistenze verso di lei. Non so..sono così abituato ad essere scansato dagli altri. Ad essere cacciato per il nome di chi mi ha dato i natali..Pensavo si sentisse in difficoltà, e cercasse di non essere sgarbata con me..- Ace si grattò una guancia con imbarazzo

-Hai detto anche che pensi lei ti abbia salvato solo per ingraziarsi il babbo ed entrare nella nostra ciurma! Si può essere più scemi?!- aggiunse Marco infastidito

-Hai detto davvero così,Ace?!- sgranò ancora di più gli occhi Rayligh, ottenendo da Ace un accenno mortificato del capo, e lo sguardo chino ad un punto indefinito del tavolo. – Benedetto ragazzo! Ma come hai potuto pensare delle cose simili?!- lo rimproverò il vecchio Silvers scuotendo il capo in segno di negazione.

-Mio fratello ci tiene troppo ad Eve! Ha avuto solo paura, tutto qui!- asserì Rufy deciso e convinto, lasciando tutti di sasso.

-GURARARA!- rise Barbabianca. Quel ragazzino era davvero forte! Meno male che Ace aveva la fortuna di averlo accanto.

-Rufy..- lo guardò Ace imbarazzato dalla sua uscita.

-Non è così, Ace? Non hai mai avuto a che fare prima con una ragazza che ti piace! Me l’hai detto tu!. Ti sei solo spaventato quando ha pianto! Credevi il peggio perché sei troppo coinvolto!^^- continuò il mugiwara, scatenando poi le risa allegre di tutti i compagni lì intorno a loro.

-E bravo il nostro, Cappello di Paglia! Sei un ragazzino, ma sei mille volte più sveglio di tuo fratello su queste cose!- commentò Viola guardandolo con un sorriso gentile

-Eve dice sempre che ti avrebbe voluto avere come fratellino, infatti!^^- commentò Bett Mary

-YAH AH AH AH! Sul serio?? Anche a me Eve piace tantissimo! AH! Ma non come ragazza! Per quello c’è già il mio fratellone! YAH AH AH AH AH!-

-AH AH AHAH AHAHAH!-

La battuta di Rufy scatenò di nuovo l’ilarità in tutti, alleggerendo così del tutto l’aria pesante, facendola tornare serena. Anche Ace, riuscì a ridacchiare un po’, nonostante si sentisse un tremendo nodo al petto. Iniziava davvero a rendersi conto, di averla profondamente ferita con le sue parole.Se era come dicevano tutti..Eve l’aveva salvato perché provava qualcosa per lui. Ma cosa? E come poteva, visto che non si erano mai conosciuti prima??. C’era qualcosa..in quella ragazza, che ad Ace proprio non tornava. Lei lo guardava..come se lo conoscesse da una vita intera. Parlava, come se sapesse tutto di lui, e del suo passato. Come poteva?.

Rayligh fece scintillare i suoi occhialetti tondi, quando vide lo sguardo pensieroso di Ace. Il vecchio argentato, allargò le labbra nel suo famoso sorriso enigmatico. Aveva colto al volo, che il ragazzo di fuoco, stava proprio chiedendosi come la fanciulla potesse agire o pensare di lui, determinate cose. Si portò allora, coi gomiti sul tavolo, prendendo un bicchiere, e versandosi un po’ di amaro, per sé, e anche per l’amico Barbabianca che gli annuì per ringraziarlo. Bevve il liquore d’un fiato, e dopo un bel “Aaaahh!” soddisfatto, posò il bicchiere vuoto sul tavolo, tornado a fissare Ace negli occhi con un sorriso furbo:

-Ti mancano dei tasselli fondamentali..per comprendere le azioni ed i sentimenti della tua salvatrice,uhm?-

-A-ah..?- Ace lo guardò con tanto d’occhi per lo stupore. Quel vecchio gli aveva letto nel pensiero?.

-Eh eh eh! Certo! Tu stavi “combattendo” strenuamente per il pasto..mentre la fanciulla ci narrava la sua storia e le sue ragioni, che l’hanno portata qui a noi..dal suo mondo d’origine..- a quelle ultime parole, gli occhialetti di Silvers scintillarono ancora, mentre Ace spalancava la bocca, rimanendo senza fiato.

-Sei sempre l’ultimo a sapere le cose! Il solito babbeo!- Marco si spinse contro lo schienale della sedia, incrociando le braccia dietro la schiena, e dondolandosi lievemente –Avresti dovuto essere più attento, quando si è messa a parlare col babbo e il vecchio Silvers! Eh!- borbottò nuovamente la fenice, ottenendo un’occhiataccia infiammata da Ace.

-Yah ah ah ah! Io lo sapevo già fratellone!! Qualcosa avevo sentito questo pomeriggio!- ridacchiò argentino Rufy.

Ace guardò il fratello con aria stralunata. Perfino lui sapeva qualcosa di lei? Adesso la curiosità era troppo forte per essere messa a tacere!. Non sarebbe minimamente riuscito, ad aspettare di andarla a cercare. Voleva essere messo al corrente subito!.

-Eh eh eh! Lo so ragazzo, lo so! Eh eh eh! Allora..chiudi quella bocca da triglia e apri bene le orecchie! Ora ti svelerò il segreto di Ocean J. Eve..-

Viola, Bett Mary e Neil che erano vicini ad Ace, sorrisero tra loro, senza opporre la minima resistenza al fatto che Pugno di Fuoco, venisse messo al corrente di tutta la storia del loro capitano. Andava bene così, anzi, non vedevano l’ora che quella testaccia dura ed infiammabile aprisse gli occhi, e si rendesse conto della fortuna che il destino aveva voluto fargli piovere dal cielo, direttamente nelle mani!. Il loro capitano, era una ragazza unica e speciale, e meritava tutto il bene che il suo cuore poteva desiderare. Silvers sapeva bene, cosa pensassero i cuori dei vice capitani di Eve, e quindi, raccontò tranquillo ad Ace, tutto ciò che sapeva di lei. Tutto dall’inizio, da quando lei era nel suo mondo, ed aveva mangiato il frutto Dablo Tunder Foco. Un frutto del destino, un frutto di speranza, un frutto di amore e futuro, non un frutto del diavolo, ma il frutto di un angelo, il frutto di un destino che aveva deciso di dare ad Ace ed anche ad Eve, una nuova possibilità di vita. Ace, ascoltò il racconto del vecchio pirata, con sempre maggior emozione e sconvolgimento. Le parole di Rayligh, profonde e toccanti nei punti giusti, stavano entrando dentro al fireboy come calde perle preziose fatte di fuoco. Il nodo che provava al petto, si fece ancora più serrato, perché si sentiva ancor più stupido, per il modo in cui l’aveva fatta piangere. Sui sentimenti che avevano mosso Eve per riuscire a raggiungerlo e salvarlo, Rayligh non fu vago, ma nemmeno esplicito, perché voleva fosse la ragazza a parlargliene, ed Ace a capirlo bene da solo. Li spiegò, in modo che li potesse afferrare e comprendere, perché gli potessero dare maggiore sicurezza verso di lei, e soprattutto, perché gli arrivassero al cuore, facendogli almeno intravedere, quanto grande era l’amore di quella ragazza per lui. Quando il vecchio Silvers finì il suo racconto, Ace stringeva i pugni tremanti sulla tavola, e serrava il labbro inferiore in una smorfia di mortificazione profonda. Non lasciò il tempo a nessuno di dirgli niente, si alzò di scatto, si girò e corse come una furia fuori dalla sala. Adesso, sapeva cosa doveva fare, non avrebbe più sbagliato.

-Grazie..per quello che avete detto, maestro Rayleigh!- gli sorrise grata Viola, mentre gli altri vice di Eve annuivano.

-E di cosa? Eh eh eh! Ho detto solo la verità! Adesso starà tutto a quei due ragazzi!^^- ridacchiò Silvers, versandosi da bere altro liquore, riempiendo il bicchiere anche a Rufy e Marco.

-Io sono sicuro, che Ace farà del suo meglio adesso!^^- commentò Rufy contento.

Scoppiarono altre risate di allegria.

La festeggiata e il suo protetto non erano più li con loro, ma ciò non significava che la festa dovesse fermarsi lì!!. Oscar, in quel mentre, tornava seguito dai pirati camerieri, portando vagonate di torte, dolci e bignè a volontà. Così, rincominciò la battaglia all’ultimo pasticcino, in mancanza di Ace, tra Rufy e Marco, con le continue incursioni degli altri che tentavano in tutti i modi di addentare qualcosa. La musica era allegra, e molti ballavano, anche Viola con Vista, o Bett Mary con Jaws, mentre Barbabianca e Rayleigh, brindavano con l’ennesimo bicchierino di sano alcool.

**

Appoggiata con la schiena alla spalliera della panchina, con le mani poggiate sulle gambe, tenevo il capo rivolto verso l’alto. Tra le mille e più lanterne splendide che mi circondavano, tenevo fisso lo sguardo sulle miriadi di stelle luminose che formavano una scia favolosa nel cielo notturno. Non ero più riuscita a muovere un solo passo, da quando ero fuggita dalla sala, e da Ace. La sola cosa che volevo in quel momento, era scusarmi con Barbabianca, ma non trovavo proprio la forza di alzarmi e farlo. Stavo troppo male dentro di me. Non riuscivo ancora a credere a quello che era uscito dalla bocca di Ace. D’accordo che ero scoppiata a piangere improvvisamente, mentre tutto andava bene, ma addirittura interpretare quelle lacrime, come qualcosa di negativo nei suoi confronti, era stato davvero troppo!. Ero proprio triste. Prima ero furiosa ed arrabbiata, adesso…solo triste. Perché era riuscito a pensare una cosa simile di me?!. Abbassai lo sguardo, guardando in fissa davanti a me, le luci e gli addobbi dall’altra parte della fiancata della nave, e lo spettacolo immenso del mare notturno illuminato dalla luce della luna piena. Inevitabilmente, mi tornarono alla mente i giorni della mia vita in campagna con la nonna, quando avevo visto per la prima volta il sorriso di Rufy in tv, che gridava felice “Io diventerò, il Re dei Pirati!”, ed io rapita, l’avevo adorato subito. Ricordai quando vidi poi per la prima volta Ace. A Drum l’avevo solo adocchiato pensierosa, ma poi, ad Alabasta, ammirando il suo Fire Fist, ero stata per sempre persa. Ricordai, quando scrissi le prime righe del mio racconto su Ace, e di come l’avessi lasciato a metà per vergogna dei miei stessi sentimenti, verso una persona che non avrei potuto incontrare mai. Invece, quando i ricordi del giorno che scoprii la sua morte a Marineford, si fecero prepotentemente spazio nella mia mente, abbassai il capo a terra, e strinsi una mano sul cuore, che aveva iniziato a dolermi con insistenza. Ancora, se rivedevo nella mente il suo sorriso angelico nella morte, sentivo dolore. Anche se poi, ero riuscita a cambiarla in vita, quella morte, ricordare anche solo per un istante che era successo davvero, mi faceva un male assurdo.

“Nonno! Io…è giusto che sia nato?”

Chiusi gli occhi al nuovo ricordo.

La voce infantile di Ace quando era bambino, e poneva quella domanda importante a Garp, mi rimbombò nelle orecchie per un po’. Avrei tanto voluto, avere la possibilità di rispondere a quella sua domanda, come nessuno aveva fatto prima di allora, ma, adesso, dopo tutto quello che era successo, dopo le sue parole negative, non credevo che avrei potuto.

Sospirai affranta.

Stavo per decidermi ad alzarmi e dirigermi alla mia nave, quando sentii dei passi, e vidi, dato che tenevo ancora lo sguardo a terra, delle scarpe eleganti nere ferme davanti a me, e sentii la persona che le portava, ansimare. Quella persona poi, si spostò subito, e si sedette con un tonfo accanto a me. Sgranai gli occhi, quando l’inconfondibile profumo del fuoco avvolse l’aria circostante. Non riuscivo più a muovere un muscolo, o fare un respiro più forte del necessario. Non potevo crederci, ma era davvero possibile?. Sentii che via via, il suo respiro affannoso tornava regolare, in respiri più profondi ma calmi. Doveva aver corso fortissimo per avere quel fiatone, ma..aveva corso per me?. Arrossii violentemente, quando lo sentii chiamare il mio nome, con voce profonda e seria, e maledettamente accattivante alle mie orecchie :

-Eve…-

Anche se non volevo, al suo richiamo, il mio corpo agì da solo. I miei occhi, ed il mio capo, ruotarono all’unisono verso la mia destra, e quindi verso di lui, ad incontrare il suo bellissimo viso serio, e tremendamente concentrato su di me. Mi stava perforando coi suoi occhi luminosi ed oscuri, ed io provai di nuovo la sensazione del fuoco nel petto e lungo la schiena. Quando i nostri sguardi si unirono, mi sorrise, mostrando un lievissimo ma percettibile rossore sulle guancie. Era bellissimo. Ed io non riuscivo a credere che dopo quello che gli avevo fatto, fosse venuto a cercarmi. Era appoggiato con la schiena alla spalliera, con il braccio sinistro lungo la linea dritta e fine del legno. Quella mano, era praticamente dietro la mia schiena, ed io, se mi fossi appoggiata di nuovo alla spalliera, l’avrei potuta toccare. Non ne ebbi assolutamente il coraggio, continuando a restare china in avanti nella mia posizione, guardandolo rapita. Vedendo che non accennavo a rispondergli, Ace, si tirò in avanti a sua volta, poggiando i gomiti sulle sue gambe, guardò il mare dritto davanti a sé. Sorrideva, ed aveva una luce nuova negli occhi. Cosa gli era successo? Non mi sembrava più lo stesso di prima, nemmeno di quando avevamo ballato. Sembrava..più convinto di qualcosa..

Persa nello scrutarlo, mi feci beccare in pieno. Si girò d’improvviso verso di me, allargando il suo sorriso. Io a mia volta, aumentai il rossore delle mie gote, non riuscendo però, ad evitarmi di fargliene uno timido a mia volta. Cosa gli stava succedendo? Ero confusa, e la vicinanza dei nostri corpi non aiutava per niente!. Praticamente bastava un niente perché le nostre braccia si sfiorassero.

-Sono venuto..a chiederti scusa..- cominciò a parlarmi di nuovo, mentre io smettevo di sorridere e lo guardavo stupita.

Lui era venuto a scusarsi con me?! Dovevo essere io a scusarmi casomai!.

-Ho detto delle cose che non penso davvero. Specialmente che tu mi hai usato salvandomi, per entrare nella ciurma del babbo. Devi davvero scusarmi! Ma..le tue lacrime mi hanno spaventato! I-io..non ho mai..non ho mai avuto a che fare con una ragazza..c-come te..e..- stava per dirmi altro, mentre notavo che il suo imbarazzo aumentava, ma io, con un sorriso, tornando a guardare il mare davanti a noi, lo bloccai intromettendomi nel suo discorso:

-Non devi scusarti! Sono io che ho agito male nei tuoi riguardi! Non dovevo picchiarti in quel modo..- sospirai un po’ triste, avevo notato che il bernoccolo era già sparito dalla sua fronte per fortuna. Il fisico di Ace era davvero incredibile per come resisteva bene agli urti. Grazie poi al suo fuoco, che lo aiutava a rigenerarsi da ferite o botte, poteva guarire più velocemente del normale.

-Invece hai fatto bene! Me lo sono davvero meritato!-

Le sue parole decise e prepotenti, mi fecero voltare di nuovo verso di lui con sorpresa. Non era proprio arrabbiato con me, anzi, quegli occhi, continuavano a splendere, mentre guardava fisso nei miei. Quello sguardo, iniziava a farmi paura, perché se significava quello che pensavo, il momento della mia confessione, che tanto temevo, e che mi sarebbe costata un sicuro infarto, era arrivato.

-Così..ehm..tu vieni da un altro mondo,uhm? Adesso capisco finalmente, perché mi conosci così bene! Il vecchio Ray mi ha spiegato..-

Lasciò la frase in sospeso, mentre i miei occhi diventavano enormi e tremanti, il mio sguardo si scostava di nuovo dal suo per il troppo imbarazzo, ed il mio cuore disperato, riprendeva un folle galoppo. Aveva cambiato argomento, ma era finito proprio su quello che temevo, a conferma delle mie paure. Gli avevano detto tutto di me! Adesso sapeva anche lui ogni cosa. Gli avevano detto anche perché fossi corsa a salvarlo?Gli avevano detto cosa mi aveva mossa a farlo?!. No, ero sicura che il vecchio Ray avesse riservato a me quel compito, lo sentivo, e, tornando a guardare Ace, lo lessi chiaramente nei suoi occhi speranzosi. Si accese nel mio cuore, una nuova fiamma di speranza.

-T-i..ehm..ti h-ha spiegato tutto?- balbettai maledettamente

-Eh eh eh! Si! Mi ha spiegato da dove vieni, e come hai fatto a salvarmi! Del frutto che hai mangiato..tutto insomma..però..- e qui mi guardò di nuovo serio -..non so il perché..- il suo sguardo magnetico catturò i miei occhi senza possibilità di scampo.

-P-perché?- sussurrai appena, mentre il braccio di Ace si poggiava totalmente al mio e lui si sporgeva col viso verso di me.

-Perché sei venuta a salvarmi quel giorno,Eve?-

Eccola finalmente! La domanda che avevo atteso e temuto nello stesso tempo, da quando ero riuscita a salvarlo. La risposta, era lì, pronta dentro al mio cuore, ma le corde vocali non ne volevano sapere di muoversi per potergliela dare. Io che credevo di aver rovinato tutta la serata, mi ritrovavo nuovamente catapultata in un momento magico. Un momento che avevo atteso a lungo. Gli occhi luminosi di Ace, iniziarono a tremare. Era così dannatamente sconvolgente il suo bellissimo viso in quel momento!. Potevo sentire di nuovo il suo fiato caldo e solleticante sulla mia spalla destra. Dovevo solo rispondere, ma, ancora non riuscivo a dirgli che l’amavo.

“Nonno! Io…è giusto che sia nato?”

Quella domanda dolorosa di Ace da bambino, tornò a rimbombarmi nella mente.

Una Risposta.

Nessuno aveva mai dato ad Ace la risposta che aveva sempre cercato nella sua vita. Ed io sentivo un desiderio prepotente, farsi largo in me. Prima di dirgli qualunque altra cosa io provassi per lui, desideravo con tutta me stessa, provare ad essere la prima, a dargli quella risposta. Non ero certa di esserne degna, ma forte dei miei sentimenti per lui, mi feci coraggio, e mi buttai:

-Tu sei..una persona davvero speciale, Ace!^^- gli sorrisi sincera lasciandolo spiazzato.

Mi guardò sbigottito, mentre il rossore delle sue guance aumentava vertiginosamente. Ridacchiai tra me, trovandolo davvero adorabile, mentre, prendendo un bel respiro, per aumentare il mio coraggio, mi alzavo in piedi, facendo alcuni passi in avanti, con le mani unite dietro alla schiena.

-Sei una persona speciale, e straordinaria ! E meriti di vivere ! Devi continuare a vivere la tua vita al meglio delle tue possibilità!-

Gli riportai, alcune delle parole che gli dissi mesi fa a Marineford. Non lo guardavo in viso, ma lo sentivo cercare di articolare qualcosa ancora seduto alle mie spalle. Sorrisi tra me, mentre mi voltavo di lato, portando le mie attenzioni col capo rivolto verso l’alto, alle meravigliose lanterne che ci circondavano. Sentivo le parole sgorgarmi dritte dal cuore, e la paura abbandonarmi completamente. Era il momento, di dirgli tutto ciò che avevo sempre sognato!. Non ero sicura, che sarei arrivata a parlargli apertamente dei miei sentimenti per lui..ma avevo la possibilità almeno, di fargli capire quanto ci tenessi alla sua esistenza. Sentii il suo sguardo profondo sul mio profilo, ma non vacillai, mantenendo il sorriso felice sulle labbra, continuando ad ammirare le lanterne.

-Ed è giusto! E’ giusto che tu sia nato, Ace! E’ giusto per via del grande amore che tua madre nutriva per te e per tuo padre. E’ giusto, per la bellezza che la vita innocente di un bambino regala al mondo! E’ giusto..perchè ognuno di noi..merita questa possibilità!- continuai appassionata, felice, e tremendamente convinta delle mie parole.

Sospirai, allargando le braccia davanti a me troppo carica di passione per poterla contenere tutta:

-Ed è giusto…perché TU sei una PERSONA meravigliosa, che ha dentro di sé tanta bontà, e tanto amor…!!!!!!!!!!!!!! –

In pochi attimi, avvenne. Il mio sogno diventò realtà in un battito di ali. Ace si era alzato in piedi di scatto, ed aveva catturato il mio avambraccio destro di colpo, provocando in me grande sorpresa e sconvolgimento. Non feci in tempo a guardarlo in faccia, che mi catturò, attirandomi a sé con l’altro braccio, stringendomi fortissimo al suo petto. Il mio viso sprofondava nella sua spalla sinistra, e le mie narici venivano inondate del suo odore fragrante, del suo profumo avvolgente e caldo, anzi, caldissimo!. Il corpo di Ace era incandescente in quel momento! Ed io, avevo la fortuna di non scottarmi, dato che anch’io ero fatta dello stesso fuoco. Anzi, per me era una beatitudine quell’incandescenza, mi faceva stare tremendamente a mio agio, mi faceva sentire a casa.

A casa.

Mi tremarono gli occhi a quel pensiero fuggevole ma intenso. A casa, tra le braccia di Ace. Socchiusi gli occhi, respirai tutto di lui, ma non mi lasciai andare alle lacrime, non ancora. Non in quel momento magico. Sentivo, il suo braccio intorno alla mia vita, stringere con intensità, ed anche la mano che teneva stretta attorno al mio braccio. Era una stretta mozza fiato, non paragonabile a nulla di ciò che avevo potuto provare prima di allora. La sua guancia era pigiata sulla mia tempia e su parte della mia gota in fiamme. Potevo sentire alcune ciocche dei suoi capelli, solleticarmi leggeri un occhio.

-Grazie!! Nessuno..mi ha mai detto prima..delle parole così belle!-

Tremai, mentre il tempo si fermava, mentre tutto si rallentava, e due lacrime sfuggirono al mio controllo, scivolando veloci lungo le mie gote bollenti. Ero tremendamente felice. Mi sentivo, come se potessi spiccare un salto ed arrivare a toccare la luna, e come se nulla potesse nuocermi al mondo. Finchè restavo tra quelle braccia..tutto sarebbe stato perfetto. I miei piccoli singhiozzi, arrivarono all’orecchio di Ace, che spostò la mano che stringeva il mio braccio, portandola verso il mio viso, posandola con infinita dolcezza sulla mia guancia. Asciugò col pollice una lacrima, e tuffò i suoi occhi nei miei. Fece di nuovo, quello sguardo e quel sorriso, che non ero mai riuscita a decifrare prima. Ma adesso, sapevo perfettamente cosa significasse, perché era lo stesso sguardo e lo stesso sorriso che gli stavo facendo io. Uno sguardo ed un sorriso carichi d’amore e desiderio. Ecco cos’era, quella luce che aveva sempre brillato nei suoi occhi, non l’avevo riconosciuta prima, troppo presa dai miei turbamenti, troppo sciocca, per accorgermi che quella luce era come la mia. Adesso lo vedevo chiaramente, ed anche se ero un po’ frastornata, ci credevo davvero. Si avvicinò dolcemente a me, ed io feci altrettanto. Posammo l’uno la propria fronte su quella dell’altro, mentre i nostri nasi entravano in un delicato contatto di punte. Chiudemmo gli occhi nello stesso istante, non facendo altro, ma beandoci solo dei nostri reciproci respiri che si fondevano. Alzai la mano che tenevo posata sul suo petto, e la poggiai su quella che mi teneva sul viso, allora, come in un silenzioso accordo, riaprimmo entrambi gli occhi, sorridendoci di nuovo con amore. Spostammo le nostre mani dal mio viso, verso le luci delle lanterne, intrecciandole,accarezzandole, unendo i palmi aperti da cui scaturivano piccole scintille di fuoco che si fondevano in maniera perfetta. Le intrecciammo ancora, per poi girare nuovamente i nostri volti ed i nostri occhi, l’uno nell’altra, con le nostre fronti sempre unite. Notai, che gli occhi di Ace, avevano una lieve scintilla rossa nell’iride, e quella scintilla, mi fece rabbrividire di piacere, più forte di qualsiasi altra volta precedente, mentre la sua mano stretta sulla mia schiena, mi spingeva più forte contro di lui.

-Eve…- sussurrò il mio nome con un tono davvero passionale, provocandomi palpitazioni alternanti a vuoti di respiro. Eccomi di nuovo, completamente abbandonata nelle sue mani, e completamente in suo potere.

-Ace..- sussurrai io, non credendo davvero che un tono così focoso potesse davvero essere uscito dalla mia bocca.

Eravamo un abbraccio profondo, mani intrecciate, occhi negli occhi, fiato nel fiato..fuoco nel fuoco. Non c’era spazio in quel momento, per altre parole oltre ai nostri nomi sussurrati con passione,non servivano. Ci eravamo detti tutto coi nostri gesti, ci eravamo confessati ogni cosa solo coi nostri respiri uniti. Avevamo unito i nostri destini solo coi battiti furiosi dei nostri cuori. Mentre Ace strusciava dolcemente il suo naso sul mio, io socchiudevo gli occhi beata, dischiudendo le mie labbra, che sentivo tremendamente gonfie e pulsanti. Volevo le sue. E come se avesse letto i miei pensieri, Ace mi attirò di più a sé, dischiudendo le sue labbra morbide ed invitanti, portandosi sempre di più sulle mie. Sentivo il loro calore, prima ancora del loro tocco, mentre i nostri occhi si beavano un’ultima volta della reciproca luce prima di chiudersi entrambi, e lasciare spazio solo ai nostri sensi tattili.

Fu sconvolgente, e tremendamente infuocato.

Nonostante fu un bacio a fior di labbra, fu davvero caldo.

Il mio primo vero bacio, l’avevo donato al ragazzo che amavo da sempre.

Le nostre labbra, si sfiorarono inizialmente, timide, come per paura di ferire. Poi, quando i nostri calori si fusero, divenimmo entrambi più audaci e sicuri. Le unimmo le une alle altre, con maggiore intensità e trasporto, con maggior passione e coinvolgimento. Le labbra di Ace erano davvero roventi, e sapevano di buono. Morbide e accoglienti, come me le ero sempre solo immaginate quando osavo troppo nei miei pensieri. Non so dire, se anche in quel momento successivo, i nostri corpi si fossero parlati a nostra insaputa, ma compiemmo nel medesimo istante, lo stesso gesto. Accennammo appena, un tocco leggero di lingue, quel tanto che bastava per assaporarci di più. Quel tanto che bastava per rendere i nostri corpi, ancor più caldi di prima. E fu davvero meraviglioso. Il primo bacio con Ace, fu qualcosa che mi entrò nell’anima, e sapevo, che lì sarebbe rimasto per sempre.

Per sempre, come lo stesso Ace.

**

Le stelle brillavano luminose formando decine di scie luccicanti in cielo, e la luna piena bassa sull’orizzonte, illuminava di scie argentate il mare. Era una notte davvero spettacolare. Avvolti dalle luci delle lanterne, dopo quel loro primo bacio d’amore, Ace ed Eve, si erano accoccolati nuovamente sulla panchina, stretti uno all’altra. Eve teneva il capo poggiato al petto di Ace, mentre questi, tenendo una guancia poggiata sul capo della ragazza, la avvolgeva per le spalle con un braccio, accarezzandole la spalla ed il braccio, con un lento movimento della mano, dall’alto verso il basso. Tenevano ancora le altre due mani unite tra loro, continuando ad intrecciarle, ad accarezzarsi i palmi a vicenda, a studiarne le linee con la punta delle dita, per poi intrecciarle nuovamente tra mille carezze. Entrambi, guardavano le loro mani unite, con un sorriso davvero beato in viso, godendo appieno l’uno del calore dell’altra. Ace era tremendamente felice, che tutti i suoi pensieri e speranze su di lei fossero stati fondati. Aveva temuto davvero di essere patetico col suo sentimento nato improvvisamente per una sconosciuta che aveva rischiato la vita per salvarlo, ma la gioia immensa provata, nel sapere che non era il solo a provare quelle cose, gli aveva davvero scaldato il cuore. Quella ragazza era davvero speciale, sapeva attrarlo e coinvolgerlo come nessuno aveva saputo mai fare prima di allora. Adesso, voleva conoscerla per bene, passo dopo passo, per poterla amare sempre meglio ed anche di più. Eve invece, temeva un pochino, che da un momento all’altro avrebbe sbattuto bene gli occhi, e si sarebbe resa conto di essere ancora sola su quella panchina, e che Ace in realtà, non fosse mai andato a cercarla. Si appoggiò di più al petto del ragazzo, ottenendo in cambio un maggiore abbraccio più avvolgente, e delle carezze su spalla e braccio più intense. Sospirò beata di quelle meravigliose sensazioni, e di quel momento così unico e perfetto. Tutto, era tremendamente unico e perfetto accanto a lui. Non c’era un altro posto al mondo, dove sarebbe voluta stare. Nemmeno lo One Piece stesso, aveva un valore almeno paragonabile, a ciò che le dava Ace.

-Prima..non mi hai lasciato finire la frase..ricordi?- esordì con voce bassa e dolce il fireboy, riscuotendo lievemente Eve come in una dolce melodia.

-Quale frase?- domandò lei mentre accarezzava con le punte delle dita il palmo della mano di Ace aperto sulla sua gamba.

-Quando stavo tentando di spiegarti, perché avevo detto quelle sciocchezze..- rispose lui girando di poco il capo, mettendosi a baciarle la tempia con piccoli schiocchi caldi di labbra.

-E che cosa volevi dirmi,alla fine?- gli sorrise Eve felice, girandosi a guardarlo in viso.

Ace abbassò il capo su di lei, baciandole la fronte, per poi guardarla negli occhi, intensamente:

-Che non ho mai avuto a che fare prima..con una ragazza come te..che mi piace davvero!-

>TU-TUM!!!

Un sussulto fortissimo di cuore, lasciò Eve senza fiato alcuni secondi. Lo guardò stralunata a quell’affermazione, sconvolta, per come si stava dimostrando audace, ora che si erano avvicinati di molto. Per quanto potessero essere vicini o coinvolti, Eve non si sarebbe mai riuscita ad abituare, a certe movenze, certi toni di voce, o certi sguardi di Ace!. L’avrebbe sempre fatta imbarazzare da morire. E poi, l’aveva battuta sul tempo. Le aveva detto per primo cosa provava per lei. Questo non potè che farle un’enorme piacere, lasciandole però la voglia di essere sincera in tutto con lui. Una cosa, gliela voleva proprio dire:

-I-io..sai..temevo che tu ti avvicinassi a me, solo per gratitudine per ciò che ho fatto! Avevo paura che tu confondessi la gratitudine coi sentimenti, e non volevo assolutamente. Per questo..ogni tanto ero triste o piangevo..-

Con un gesto veloce, Ace fece posare nuovamente la sua fronte a quella di Eve, facendole un sorrisetto divertito:

-Eh eh eh! Che sciocca che sei! Eppure dovresti conoscermi bene,no?^^-

-Quando si è innamorati..a volte non ci si rende conto delle paure che ci si può crear--!!! OPS!-

Che stupidaa!!! Invece di fargli una bella dichiarazione come si deve, gli aveva praticamente spiattellato in una frase qualunque, che non solo lui le piaceva, ma che ne era innamorata!. Eve si sentì sprofondare dalla vergogna, scostando di poco il capo da Ace, facendo per girare la faccia e staccarsi da lui. Ma il fireboy, glielo impedì prontamente, allargando un sorriso felicissimo sulle labbra, separò le loro mani intrecciate, prendendo tra pollice e indice il mento di Eve, costringendola a guardarlo ancora negli occhi.

-Dimmelo ancora…Eve..- le sussurrò facendole perdere quasi i sensi.

Gli occhi di Ace, erano davvero luminosi in quel momento, e riflettevano la luce di quelli di Eve, che si era nuovamente persa in lui. Che importanza poteva avere il resto del mondo intorno a loro?. Non c’era o non si sentiva altro, se non i battiti dei loro cuori, i loro respiri e le loro emozioni. Eve vacillò lievemente, ma riuscì con profondo sentimento nella voce, a rispondere a quella domanda, che sapeva tanto d’amore, di supplica e di conferme:

-Io sono innamorata di te, Ace ! Lo sono da sempre !-

Ace a quelle parole così belle e così uniche, solo per lui e nessun’altro, sentì il cuore tuffarsi nel suo stomaco e poi risalire come un fulmine di nuovo nel petto. Lesto come un gatto, si spinse su Eve, e le rubò un altro bacio a fior di labbra, lasciandola completamente di sasso.

-Anche io, sono innamorato di te, Eve ! Lo sono dalla prima volta che i nostri occhi si sono incrociati!- le sorrise accarezzandole una guancia.

A Eve sembrò di galleggiare tra le nuvole. Le stava dicendo..che la amava da Marineford! Era mai possibile?!

-Ehe! Non me ne sono reso conto subito! L’ho capito col tempo, riflettendo, tutte le volte che pensavo a te, e desideravo poterti rivedere!^^-

Era bello il destino quando voleva. Regalava emozioni uniche ed infinite, permettendo alle persone di amare la loro vita e ciò che le circondava. Questo stava provando Eve in quel momento, nel sentire tutte quelle parole d’amore dalla bocca di Ace. La felicità non poteva essere altro, che il sorriso del ragazzo che amava. Mentre si scambiavano un altro dolce bacio, soffermandosi di più sul contatto delle loro labbra, assaporandone il calore ed il sapore, poco distante da loro, dietro alcuni barili, scatoloni di legno, assi e funi, qualcosa si muoveva e c’era un certo fermento.

-Pss..psst! Alloraa?? Che stanno facendo adesso??- bisbigliava una voce

-Sst! Silenzio! Si stanno baciando di nuovo!!!!- bisbigliava un’altra

-Wow! Lo prenderò in giro tutti i giorni per un mese, quel narcolettico casinista! Per poco non se la lasciava scappar via, eh!- bisbigliava un’altra ancora

-ZITTO!!! Se no ci scoprono maledizione!- bisbigliava un’altra ancora di ancora XD

Quelle voci familiari, avevano fatto talmente tanto trambusto nei loro “ssst” e “silenzio!”, che Ace li riconobbe subito, aggrottando le sopracciglia e guardando verso il loro nascondiglio con stizza, mentre Eve ridacchiava di gusto.

-YAH AH AH AH! ALLORRRAA?? Che stanno facendo qui di bello?? Novità??!-

La risata forte ed il commento di Rufy, comparso all’improvviso alle spalle del gruppo di spioni, li fece saltare tutti all’aria per lo spavento, e capitombolare in avanti, facendosi così scoprire dai due piccioncini.

Marco, Vista, Halta, Izo, Viola e Bett Mary si rialzarono in piedi con aria colpevole e tirata, ridacchiando e farfugliando qualcosa per cercare di affrontare la situazione imbarazzante in cui si erano cacciati. Ma ormai era decisamente tardi per loro. Ace si era alzato in piedi con un pugno infuocato già pronto per loro, ed un sguardo assassino, davvero esilarante!.

-Ehm, ciao ragazzi, come và? AH AH AH! Passavamo di qui per caso e così…- iniziò Viola agitata

-Vi prego! Continuate con le vostre dolcezze caramellose! Questi miei occhi stanchi, ritrovano un po’ di giovinezza con voi!!- commentò teatrale Vista

-Siete davvero adorabili! Potete darvelo un altro bacetto per noi??- fecero in coro Halta, Izo e Bett Mary, come fossero cheerleader ad una partita di rugby.

-Pfff! AH AH AH AH!!- rideva divertita Eve, mentre Ace, furioso per la loro ingiustificabile spiata, schioccava le nocche dei pugni, pronto a dar loro una bella lezione.

-Vi concedo..tre secondi netti per scappare, luridi spioni! Dopo di che..- stava già caricando il pugno, mentre quelli terrorizzati, si giravano e se la davano a gambe levate, con dietro Ace che sparava loro dei piccoli fire fist, giusto per non incendiare la nave del babbo!.

Rufy si sedette accanto ad Eve sulla panchina. Risero insieme per un po’ a guardare quella scena esilarante. Poi, il mugiwara, fece un’espressione davvero soddisfatta e rilassata, osservando il fratello, felice come non l’aveva davvero mai visto prima. Era contento, perché quello che aveva sempre creduto e percepito da subito in Eve, si era rivelato giusto. Lei, era davvero la risposta alle domande dolorose che suo fratello si era sempre fatto nel corso della sua vita.

-Grazie, Eve!- fu tutto ciò che disse, mentre la ragazza lo guardava prima stupita, e poi gli sorrideva affettuosamente.

Si presero per mano, senza dirsi altro, ma scambiandosi semplicemente i rispettivi sentimenti d’affetto che provavano reciprocamente. Poi, tornarono a ridere a crepapelle, nel vedere che Ace era riuscito a colpire Marco sul sedere, e che , in quel momento, la povera fenice arrosto, faceva un salto di tre metri da terra per il dolore.

Adesso finalmente, per la prima volta, Eve si sentiva davvero libera, e davvero a casa.

 

Fight for Fire2- Ocean J. Eve – Il Ritorno (Parte Quarta-2) – La Risposta – Fine.

 

***

 

NOTE D’AUTRICE :

E siamo arrivati alla fine di questa serie di one-shot!! ^______^

Voglio ringraziare di cuore, tutti coloro che hanno seguito con passione questa storia, tutti quelli che hanno recensito e mi hanno accompagnata, spronandomi e ispirandomi (in particolare un ringraziamento dovuto và alla carissima LaCla! Ti ho nominata anche qui visto??!XD), a tutti quelli che hanno solo semplicemente letto! GRAZIE!!!. Adesso, passerò a preparare la mini-fanfiction dedicata ad AcexEve, e *rullo di tamburi* il raiting è stato dichiarato ufficialmente : ROSSO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! XD

Quindi! Dato che non voglio avere nessuno di voi sulla coscienza, o essere odiata da possibili madri che devono inseguire le figlie urlanti per tutta la casa… (pecorella-chan sei avvertita!! XD) Vi avviso già da qui, che io, quando scrivo storie a carattere romantico-erotico, tendo ad essere piuttosto coinvolgente, passionale e a tratti esplicita nelle scene, descrivendole anche minuziosamente se necessario! (non sono assolutamente volgare però, tendo a precisarlo!) Ragion per cui amici e amiche mie…siete avvisati! XD Preparate fazzoletti e camomille onde evitare emorragie nasali e svenimenti!! Ah ah ah! Ok, ora la smetto di ciarlare, inchino umilmente il capo in segno di ringraziamento come dovrebbe fare ogni buon scrittore coi suoi lettori, vi abbraccio forte e vi saluto!!^__________^ Ci sentiremo al più presto col primo capitolo di : “Fight for Fire – The Cronicles of Ace and Eve”.

Posso farvi una domandina ina ina, curiosona ona ona?? XD (qualcuno mi salvi da me stessa!! XDD) Vorrei chiedervi, cosa vi è piaciuto in particolare di questa one-shot?

Bene! Ho finito veramente ora! PASSO E CHIUDO GENTE! Arrivederci a presto a tutti! Vi voglio un mondo di bene ragazzi/e!! ^______^

Un abbraccio grande come il mare dalla vostra Martychan^_^

   
 
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