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Autore: dontblinkcas    15/06/2012    2 recensioni
«Io sono Bonhamy. Amy per gli amici», la ragazza allungò la mano. «Sei una cacciatrice?» chiese Dean, «Qualche problema?» replicò Amy. «Niente affatto» rispose quello sorridendo e strinse la mano offerta squadrando la ragazza da cima a fondo.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Nota autrice: Buonasera! Grazie per aver aperto la mia storia, spero che vi piaccia e che non vi faccia vomitare dopo solo due righe! (?) *.*
Ho immaginato questa storia come un percorso che arriva fino all'ultima stagione, quindi dovrò scrivere ancora parecchio prima che voi riusciate a capire la trama della vita di Bonhamy! Lo so mi dispiace per voi che mi dovrete sopportare! XD
Okay, ora vi lascio leggere in santa pace, volevo solo dirvi che questa storia si colloca più o meno tra la puntata 1x17 e 1x18!
Okay ora la smetto di parlare, buona lettura e recensite se volete (anche solo per dirmi che fa schifo!) :D
 

 

CAPITOLO I

 
 
«Mi ripeti perché stiamo andando in questo paesino sperduto?» chiese Dean senza tenere d’occhio la strada.
«Te l’ho detto, ho questa strana sensazione. E poi hai letto anche tu il giornale locale: un uomo è stato ucciso in casa sua e la polizia non ha trovato né segni di effrazione, né impronte. Sai a volte mi chiedo se un mostro non ti abbia tolto il cervello» rispose Sam scoppiando a ridere.
«Molto divertente» commentò l’altro spingendo sull’acceleratore e facendo rovesciare del caffè bollente sulla maglia del fratello.
 
Un’ora più tardi i due fratelli arrivarono e si diressero subito alla stazione di polizia.
«Questa volta cosa ci inventiamo?» domandò Sam.
«Lascia fare a me caro fratellino» replicò Dean, ma si distrasse alla vista di una moto parcheggiata poco distante, «Gran bella moto, quanto vorrei cavalcarla». «Dean non siamo venuti qui a provare moto, andiamo». Il maggiore aprì la porta sbuffando.
«Quando ci sarà il funerale di mio zio?», i due fratelli sentirono una voce femminile provenire dall’ufficio dello sceriffo.
«Appena il medico finirà di esaminare il corpo. Mi dispiace per la sua perdita», di risposta si sentì una voce rauca. Poco dopo lo sceriffo oltrepassò la porta seguito da una ragazza con lunghi capelli biondi. Questa alzò lo sguardo e lo incrociò con i due fratelli prima di uscire dalla stazione. Dean si voltò a guardarla finché Sam non gli diede una manata sulla testa.
«Cercate qualcosa ragazzi?» chiese il capo della polizia, notando i due. «Sì, eravamo, ehm, amici di Carl Power. Abbiamo saputo che è morto e volevamo sapere come» rispose Dean assumendo un espressione addolorata.
«Ah, davvero? Allora conoscerete di sicuro la nipote» replicò l’uomo.
«Sì certo, quella ragazza è così gentile» continuò Dean sorridendo.
«E come si chiama?» domandò l’altro.
«Come si chiama? Ehm.. beh..in questo momento mi sfugge, però sono sicuro...».
«Basta,  ormai ho capito chi siete e cosa volete. Siete giornalisti, giornalisti in cerca di qualche nuovo indizio sul caso. Andatevene prima che decida di arrestarvi» concluse lo sceriffo e li accompagnò sgarbatamente fuori dalla stazione di polizia.
«Bravo Dean sei riuscito a rovinare tutto solo per una bella ragazza! Adesso dovremo cercare un’altra strada» sbottò Sam irritato quando rimasero soli.
«Grazie per il complimento Sam» rispose la ragazza alle loro spalle.
«E tu come fai a sapere il mio nome?» chiese perplesso e diffidente.
«Non ti preoccupare non sono un demone. È vostro padre che mi ha parlato di voi» replicò la bionda sorridendo. I due fratelli si avvicinarono.
«Nostro padre? Quando l’hai incontrato? Come sta? E tu chi diavolo sei?» domandò Dean ansioso.
«L’ho aiutato in una caccia un paio di settimane fa. E io sono Bonhamy. Amy per gli amici», la ragazza allungò la mano. «Sei una cacciatrice?» chiese Dean, «Qualche problema?» replicò Amy. «Niente affatto» rispose quello sorridendo e strinse la mano offerta squadrando la ragazza da cima a fondo.
Indossava un paio di jeans scuri e stretti che erano infilati in un paio di stivali di cuoio e una canottiera bianca aderente sotto il giubbetto in pelle nero. Il collo era sottile, le labbra rosee e gli zigomi alti, aveva grandi occhi smeraldi.
«Andiamo a bere qualcosa, così puoi raccontarci tutto quello che sai» consigliò Sam.
Poco dopo entrarono in un pub e ordinarono tre birre.
«Raccontaci di nostro padre» disse Sam, la ragazza bevve prima un sorso poi rispose.
«Ho conosciuto vostro padre un paio di settimane fa. Eravamo a Phoenix e stavamo inseguendo entrambi un mutaforma. John era riuscito a scovare la sua tana e ha cercato di ucciderlo da solo. Se non fossi arrivata io a quest’ora vostro padre sarebbe morto».
«È impossibile, nostro padre non può essere messo in difficoltà da un mutaforma qualsiasi!» esclamò Dean. 
«Quando sono arrivata vostro padre era legato e tu gli stavi parlando. Sembrava disperato e continuava a ripetere che era dispiaciuto. Quel mutaforma aveva scoperto il suo punto debole: voi» rispose Amy.
I due si guardarono preoccupati.
«Ora sta bene. Mi ha parlato di quello che sta cercando e mi ha parlato di voi. Era davvero orgoglioso dei suoi ragazzi» rassicurò Amy.
«Ti ha detto dove sarebbe andato?» chiese Sam.
«No, ha soltanto detto che era vicino a trovare il demone che ha ucciso vostra madre» rispose la bionda.
«E invece cosa sta succedendo qui?» domandò Dean serio.
«Non lo so ancora. Lo sceriffo mi ha raccontato che Power è stato trovato decapitato ed evirato in casa; non hanno trovato nessun segno di effrazione e l’allarme esterno era inserito. Sembrerebbe uno spirito, non vi pare?».
«Accidenti evirato? Chi è il figlio di puttana che si diverte a fare questo?» commentò il maggiore preoccupato per la sorte dell’assassinato.
«Amy, sai qualcosa della vittima?» chiese Sam senza dar retta ai commenti del fratello.
«So solo che si era trasferito per lavoro da due settimane. Sono arrivata poco prima di voi e non ho ancora perlustrato la zona», bevve ancora, «e comunque non ho bisogno del vostro aiuto, so cavarmela da sola».
«Potremo aiutarti così risolveremo in fretta questa faccenda» propose Sam.
Amy guardò prima lui poi Dean infine sospirò e disse: «Voi Winchester non sapete proprio accettare un no, vero?».
I due scoppiarono a ridere, «no, direi di no» commentò Sam, poi notando lo sguardo di Dean concentrato su Amy, aggiunse: «Ehm… io vado al motel, ci vediamo domattina», si alzò svelto e scomparve dietro la porta del locale.
Dean ordinò altre due birre.
«Allora Bonhamy, nome strano, non è vero?» chiese ammiccando Dean.
«Mio padre era un grande fan dei Led Zeppelin» spiegò Amy sorridendo al ricordo.
«Un fan del rock classico, mi piacerebbe conoscerlo» si entusiasmò l’altro.
La ragazza smise di sorridere, «Già, anche a me piacerebbe tanto rivederlo» commentò in un soffio Amy.
«Mi dispiace tanto, non volevo… è stato un demone?» si scusò Dean.
«Credo che quasi tutti i cacciatori abbiano un inizio del genere. Ero appena tornata per le vacanze di primavera dall’accademia, la porta di casa era aperta e ho sentito delle voci provenire dal soggiorno. Mi sono avvicinata e ho visto mia madre a terra ricoperta di sangue. Quel bastardo le aveva tagliato la gola. Mio padre, invece, era legato a una sedia e in piedi davanti a lui c’era un uomo. Quando mi ha visto ha esclamato, “bene, tu non mi servi più” e a sangue freddo ha ucciso anche mio padre. Non so ancora perché avesse detto quella frase e perché stava cercando me. Sta di fatto che quando si è avvicinato a me ha provato ad afferrarmi ma si è ritratto subito, scottato. Gli ho tirato un pugno in piena faccia e sul suo volto è apparsa una bruciatura uguale al mio anello. Lui mi ha fissato spaventato, ricordo ancora quegli occhi bianchi, e poi e scomparso. Avevo solo sedici anni».
«Mi dispiace tanto, ma come è possibile che un anello faccia una cosa del genere?» domandò Dean.
Amy sfiorò l’anello che portava al medio, era una semplice fede in legno con inciso un pesce rudimentale.
«Me lo regalò mio padre qualche mese prima, quando compii sedici anni. È l’eredità della mia famiglia. Quando ero piccola mia nonna mi raccontò che questo anello appartiene alla mia famiglia da secoli, credeva che fosse appartenuto al capostipite della mia famiglia. Credeva anche che proteggesse da ogni male. Non ci avevo mai creduto fino a quel momento».
Dean le prese la mano e osservò l’anello, «Come ha fatto a non marcire se è molto antico?». Amy non rispose,  finì la sua birra, si alzò e disse «Ci vediamo domani mattina» e uscì dal locale. Dean la seguì con lo sguardo, indeciso se seguirla o meno. Alla fine prese una decisione e uscì anche lui.
Arrivò al motel e bussò alla porta di Amy, quella aprì e Dean rimase incantato a guardarla.
Indossava solo una maglietta blu che non le arrivava nemmeno a metà coscia e la scollatura lasciava intravedere il bel seno.
«Cosa c’è Dean?» chiese Amy appoggiandosi alla porta per nulla imbarazzata.
«Ehm, ecco io pensavo che forse…», si avvicinò alla ragazza e appoggiò le sue labbra su quelle di Amy.
La bionda afferrò il coltello che aveva appoggiato sul tavolino accanto alla porta e puntò la fredda lama contro la gola di Dean.
«Ehi…» iniziò il ragazzo; «se ci riprovi questo non ti sfiorerà soltanto, chiaro?» sussurrò Amy a pochi centimetri dal suo viso.
«È chiaro» rispose Dean ritirandosi da lei.
«Buonanotte Dean» concluse la ragazza dandogli un bacio sulla guancia e chiudendo la porta.
Il ragazzo sconvolto tornò alla sua stanza.
«Già tornato? Mi aspettavo di rivederti solo domani mattina» disse Sam sdraiato sul letto.
«Lascia perdere» rispose Dean sedendosi sull’altro letto afflitto.
«Il grande Dean Winchester rifiutato da una ragazza» scherzò il minore.
«Sai Sammy, è meglio una porta in faccia che stare al voto di castità» replicò brusco l’altro.
Sam smise di ridere e si mise seduto guardando il fratello.
«Proprio non riesci ad accettare il fatto che una ragazza non cada ai tuoi piedi».
«Vanculo» ribatté Dean alzandosi e sbattendo la porta per tornare al pub.
  
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