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Autore: dreamrauhl    15/06/2012    1 recensioni
La mia felicità dipendeva un po' dalla sua come, a quanto pare, la sua dalla mia.
“Ho bisogno di te, esattamente come tu hai bisogno di me.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera andai a dormire presto, molto più presto rispetto al solito.
Mi buttai a peso morto sul letto, le tempie ancora che pulsavano e gli occhi gonfi e rossi.
Mi girai nervosa nel letto, verso la parte sinistra, dove in teoria avrebbe dovuto esserci lui: alto, biondo, occhi color miele e un sorriso che avrebbe fatto invidia a chiunque.
Mi scappò un sorriso al solo pensiero di lui, disteso affianco a me, mentre dolcemente mi parlava accarezzandomi i capelli e guardandomi negli occhi, com'era solito fare in quelle poche sere in cui restava a casa con me.
Una cena di qua, il nuovo tour di là, la promozione del nuovo album e lui, in fin dei conti, non era mai a casa.
Dove vai?”, gli dissi.
Ne stavamo parlando ieri sera, amore. Domani devo andare in Europa, comincia il tour per promuovere il mio nuovo album.
Ah..”, dissi spostando lo sguardo, trovando immediatamente interessanti le lenzuola col bordo ricamato del nostro letto.
Non starò via per molto, tornerò presto.
Non è facile, non è facile starti lontano per molto tempo. Tornerai fra due settimane o poco più, come sempre. Resteremo assieme pochi giorni e poi tu tornerai a partire, non riesco più a sopportare questa situazione.”, gli dissi con le lacrime che bagnavano il volto scivolando insistenti sulla maglietta.
Si avvicinò a me con sguardo basso, gli occhi lucidi.
Sapevo che soffriva per questa situazione, lui stesso non sopportava sparire per così tanto tempo.
Okay, per fortuna c'era il telefono e potevamo sentirci spesso, per fortuna c'era il computer e potevamo vederci in webcam, ma non era la stessa cosa, non sarebbe mai stata la stessa cosa.
È difficile voler abbracciare qualcuno e non poterlo fare, stringerlo a te per ritrovare quel po' di sicurezza che faticavi a trovare dentro te, è difficile voler toccare dolcemente le labbra di qualcuno e non potere, non avere le facoltà per farlo.
Certo, puoi ricordarne il sapore, la sensazione mentre ti rigiri agitata nel letto, puoi ricordare qualsiasi cosa ma non sarà mai la stessa cosa, niente sarà uguale.
Distanza.
La distanza rovina tutto.
Ed è quello che ci sta succedendo.
Venne sempre più vicino, eravamo arrivati ad un punto in cui eravamo tanto vicini da sentire la punta del naso sfiorare quella dell'altro e le labbra cercarsi e poi trovarsi.
Sai che non voglio partire, lo sai. Ma devo, lo devo ai miei fan. Faccio tutto ciò per loro e tu lo sai, eri una di loro. Come pensi si possano sentire se tutto a un tratto decidessi di annullare le quattro tappe in Europa per restare con te? Si sentirebbero sostituite, dimenticate, poco importanti per me, quando in realtà non è così. Loro sono tutto, io sono qui grazie a loro e non posso abbandonarle così, amore.
Sono la prima a dire che è giusto che tu vada, è la tua vita e quando ho deciso di restarti affianco, ero preparata a ciò che sarebbe successo. Sapevo che non sarebbe stato facile vederti allontanare ogni qualvolta tu avessi un impegno, girarmi nel letto cercandoti e non trovandoti. Lo sapevo, sapevo che sarebbe andata così. So anche però che questo è tutto ciò che sognavo, tu sei colui per la quale ho dato tutto, per la quale sono andata contro tutti dimenticandomi del resto. Eri tu che volevo, sei tu che voglio. Non voglio perderti, e lo sai. Ormai è da tempo che ho paura di vederti andartene. Ho paura che un giorno tu ti stuferai delle mie lamentele, ho paura che tu un giorno ti possa stufare di me e preferisca una delle solite modelle che si vedono agli eventi mondani a cui tu partecipi.
Parve alquanto divertito dalla mia ultima affermazione, tanto che scoppiò in una risata isterica, nervosa.
Sapevo che a quegli eventi aveva pensato almeno una volta “guarda che figa quella!” o “che bel culo”, ma non me n'ero preoccupata.
Avevo visto alcune foto sulle riviste, le solite foto da copertina che i fotografi volevano.
Più di una volta mi era capitato di scoppiare a piangere come una bambina, vedendo lo sguardo che rivolgeva alla “compagna di foto”.
Alcune volte ebbi la sensazione che non avesse mai guardato nemmeno me con quell'intensità, con quella passione che sprigionavano i suoi occhi in quelle poche foto che vidi sulle copertine dei magazine più famosi.
Cercai di reprimere quei pensieri, lui amava me, no?
Lui aveva scelto me, lui aveva deciso che avrebbe voluto stare con me, lui non voleva nessun'altra.
Eppure era così difficile stare tranquilla, così difficile non aver paura di perderlo.
Lui era bello, famoso, aveva una voce incredibile ed era amato da chissà quante persone.
Io, io invece ero io, niente di più; forse solo qualcosa di meno.
Ero sempre stata la seconda scelta, l'ultima ruota del carro, quella che non aveva neanche un po' di fortuna, quella che era meglio evitare e lasciar perdere.
Per la prima volta qualcuno, quel qualcuno che segretamente amavo da anni, aveva visto in me qualcosa per cui lottare, sperare.
Ero la sua numero uno, la sua “one less lonely girl”, quella che aveva fatto salire sul palco al concerto di New York esattamente dieci anni prima da quella sera e della quale si era innamorato.
Ero io, io.
Tu non devi preoccuparti, lo sai che ho scelto te. Io voglio solo te. È dura non vederti ogni giorno, non baciarti, non toccarti, non sfiorarti. È dura sapere che entrambi vorremmo più tempo per noi ma non riusciamo ad averlo a causa dei nostri impegni. Ma sai cosa? Una cosa mi fa stare bene: vedere il tuo sorriso quando mi guardi, i tuoi occhi che brillano quando mi vedi rincasare al rientro dal tour, quando apro la porta di casa e mi corri incontro abbracciandomi e riempiendomi di baci, facendomi capire che aspettare qualche settimana per rivederci ne è valsa la pena. È questo che mi fa stare bene: sapere che ci sei. Nonostante il mio carattere, nonostante il fatto che io sia stanco e che non trovi molto tempo per te, nonostante le lacrime che reprimi per non farmi stare male, nonostante i singhiozzi soffocati nel cuscino che tu credevi io non sentissi. È bello quando qualcuno sa aspettarti, quando qualcuno ti ama talmente tanto da riuscire a rinunciare a te pur sapendo che dentro muore.
Le lacrime ricominciarono a scendere copiose, rigando il volto e seguendone i lineamenti.
Mi buttai sul letto, affogai la testa nel cuscino, quelle lacrime dovevano fermarsi, in un modo o nell'altro.
Mi accarezzò i capelli, facendomi alzare la testa e asciugando le mie lacrime con la mano.
Appoggiò la schiena allo schienale del letto, mi fece alzare quanto bastava per arrivare all'altezza del suo cuore.
Prese la mia mano intrecciandola con la sua e portandosele vicino alla bocca.
Diede un bacio alla mia mano.
Riuscii a sentire la sue labbra e la sua pelle, morbida come sempre.
Mise l'altra mano sotto al mio mento alzandomi la testa, in modo da guardarci negli occhi.
Lo senti il mio cuore? Batte solo per te. E non cesserà mai di essere così.”, disse con la voce tremante baciandomi subito dopo.
Ti amo, Justin.”, dissi staccando le mie labbra dalle sue.
Ti amo”, disse lui stringendomi ancora più forte.
.. Forse è meglio se andiamo a dormire ora, ti dovrai svegliare presto domattina.
Annuì, a disagio per quella mia uscita.
Lui andò sul divano, lo sentii piangere quella notte.
Singhiozzava.
Non riuscivo a dormire, era come sentire il mio cuore che si frantumava in mille pezzi. Non riuscivo a stare bene se lui non era felice.
La mia felicità dipendeva un po' dalla sua come, a quanto pare, la sua dalla mia.
Mi girai cercandolo nel letto pur sapendo che non era lì, pur sapendo che si era allontanato solo per non farsi udire da me mentre piangeva.
Mi alzai e lo raggiunsi sul divano, mi accoccolai fra le sue braccia.
Stavolta gli asciugai io le lacrime, passando le dita sotto gli occhi e sul suo viso.
Non piangere amore, ti amo. Ti aspetterò e lo sai. Noi siamo più forti.
Tu domani parti con me. Non posso starti lontano ancora. Voglio che tu viva con me, sia a casa che quando sono in tour. Ho bisogno di sapere che ci sei, accanto a me. Ho bisogno di baciarti quando ne sento la voglia, abbracciarti quando mi sento cadere, tenerti la mano se ancora tremo prima di salire sul palco e cantare. Ho bisogno di te. Tu domani vieni con me, e non voglio obiezioni. Così staremo meglio entrambi. Non riusciamo a vivere lontani, io e te.
Lo baciai ancora una volta e ci addormentammo così, con entrambi i volti rigati dalle lacrime e accoccolati sul divano.
I nostri due cuori che battevano allo stesso ritmo, le gambe intrecciate, le mani legate tra di loro. Ci completavamo, sembravamo un unico corpo quella sera.
Non riuscivamo a fare a meno l'uno dell'altra: era la sensazione più bella che avessi mai provato.

 

  
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