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Autore: BeliveInAngels    15/06/2012    3 recensioni
Gears of War è sempre stato visto come umani da parte umana, ma che succederebbe se un'umana venisse trovata dalle locuste e cresciuta un po' come i gorilla crebbero Tarzan?
Impossibile non andare OOC con le Locuste, ma volevo fare qualcosa di diverso.
Buona lettura!!!
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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LE CœUR DE RAAM – Cap. 6

 

 

Quando aprì gli occhi, Sapiens si rese conto di essere nel suo alloggio, sdraiata su quello che doveva essere il suo letto, a giudicare dall'agglomerato di vestiti usati come materasso. Si mise seduta a fatica, reggendosi il fianco per un dolore assurdo che l'aveva colta alla sprovvista.

 

-Come ti senti?- si girò di scatto, rendendosi conto di non essere sola. Con lei c'era Baird. Chissà quanto era stata svenuta.

 

-Gli altri...?- domandò lei, mentre lui la faceva ridistendere.

 

-Hanno pensato che fosse meglio non portarmi a parlare con la regina. Sai, ho la bocca larga... dicono.- fece lui. Le mani gli tremavano ancora.

 

-Ma che è successo?-

 

-Hai avuto la prova di quanto questi stronzi facciano schifo, bellezza.- grugnì lui, incrociando le braccia per nascondere alla giovane il fatto che le sue mani erano in preda a tremiti convulsi. Forse stava ancora sbollentando per il panico in cui era entrato quando aveva dovuto in qualche modo improvvisarsi medico.

 

-Mi ha sparato...- disse lei.

 

-Sì, ti ha sparato. E se fosse ancora vivo, finirebbe il lavoro. Hai bisogno di serie cure mediche e ci serve la Hayman. Scommetto che gli altri tre stronzi sono andati a chiedere alla regina se possiamo portarti in superficie per serie cure mediche...- sembrava deluso, ma anche rasserenato- Qui non avete un cazzo di medico?-

 

-No, qui non servono. Nessuno torna ferito...- si ricordò della Locusta che aveva salvato. Non l'aveva più vista, forse le avevano fatto fare una brutta fine... o era tornata a combattere, chi lo sapeva. Si passò le mani sul viso.

 

-Perfetto! Allora, dimmi un po', che fai per divertirti? Sei una bambina, che passatempi hai?-

 

-Combatto, spacco manichini, mi alleno a leggere e a scrivere... studio anche, quando serve.-

 

-Avete scuole qui?- lei scoppiò a ridere, finendo in un ringhio di dolore.

 

-Ma ti pare? Qui sotto? L'unica fonte di cultura è la biblioteca e le Locuste non ci vanno mai, non tutte almeno. I casi sono rarissimi... perchè qui non importa a nessuno... solo a me... poi ci sono mia madre e il nonno... per il resto... beh, hai visto...- lui si passò due dita sul pizzetto biondo, mentre sembrava riflettere su qualcosa d'importante.

 

-Ma quanto ci mettono...- grugnì, camminando per la stanza. Anche lui non era un brutto uomo, anzi. Gli occhi di Sapiens si posarono con poca mimesi sul sedere del Gear che, quando si girò, non poté che ridere- Guarda che mi consumi.- lei spostò di riflesso gli occhi al soffitto e lui rise ancora- Tranquilla, ancora non ho ucciso nessuno per avermi guardato il culo!- la conversazione finì quando entrarono Marcus e gli altri. Sapiens era contenta di vedere il Sergente.

 

-Ok, abbiamo il permesso di portarti in superficie da un vero medico.-

 

-Ah sì?- chiese lei. Fece per alzarsi, ma Cole la bloccò.

 

-Piano Baby, ti sei appena ripresa, non fare l'eroina... ti ci portiamo noi, di sopra.-

 

-Ma riesco a camminare!- scostò il braccio di Cole e si alzò. Se Dom non fosse stato pronto ad afferrarla, la ragazza si sarebbe schiantata a terra.

 

-Se certo, come no, riesci anche a scalare un palazzo.- commentò Baird, mentre lei lo fulminava con lo sguardo.

 

-Ti portiamo dalla Hayman, il nostro... dottore di fiducia!- Cole la prese in braccio. Era il più grosso, quello che avrebbe fatto meno fatica a portare un fuscellino come Sapiens.

 

-Ok...- si voltò verso Baird-... prendi il mio bastone?- lui si guardò intorno, incrociando l'arma che Skorge le aveva donato prima di andarsene. Annuì e lo prese. Era pesantissimo, dannazione.

 

-Coraggio andiamo. Non voglio che quelle ferite facciano infezione.- ordinò Marcus, mettendosi in testa al gruppo.

 

-E come sempre... ci metto io il culo qui dietro, vero?- domandò con voce lamentosa Baird, facendo sorridere Sapiens.

 

-Come ti senti?- le domandò Cole, mentre lei si aggrappava a lui per risultare più leggera di quanto già non fosse per lui.

 

-Fa male, ma posso resistere.-

 

-Beh, è la prima volta che vedo una ragazza così giovane ferita... di solito le trovo morte, nelle città.- lei aggrottò le sopracciglia- Non siamo abituati a salvare donzelle, Baby, quindi andiamo in crisi con niente.- lei si lasciò ad un sorriso.

 

. . .

 

Entrarono a Jacinto senza alcun problema, anzi, se possibile furono tutti contenti di vederli. Avevano recuperato armi, corazze e auricolari ed erano risaliti, facendo ritorno a casa.

Sapiens si lasciò condurre senza fare tante storie, ritrovandosi in un mondo diverso dal suo. Gente normale camminava per strada, andava a negozi, o a fare la spesa. Quella parte di Jacinto a quanto pareva era ancora al sicuro dall'attacco di Locuste e Lambent.

La prima ad andare verso di loro, fu una ragazza bionda piuttosto affascinante. Stretta in un tailleur militare con i capelli severamente raccolti, arrivò a passo svelto, rivolgendo un sorriso.

 

-Siete tornati.- disse, fissando gli occhi su Marcus che annuì.

 

-Anya, dobbiamo vedere la dottoressa Hayman.- fece lui, sbrigativo. La donna annuì, guardando poi Sapiens. Sorrise dolcemente anche a lei, facendo al gruppo cenno di seguirla.

 

-Forza, venite con me.-

 

-Hoffman?- domandò Baird, non vedendo il vecchio in giro a rompere le palle al prossimo.

 

-Hoffman è in riunione. Lui e Prescott stanno dando i numeri, in questi giorni.- confessò lei, mentre entravano all'ospedale di Jacinto, scortati da alcuni Gears armati.

 

-Perchè questi scocciatori ci seguono?- domandò Marcus irritato, lanciando uno sguardo ai soldati.

 

-Ordini superiori, adeguati.- rispose semplicemente Anya, bussando alla porta a cui si trovarono davanti.

 

-Entrate.- disse una voce dall'interno. Cole passò quasi in testa al gruppo, dietro Anya che aprì la porta.

 

-Dottoressa Hayman, salve.-

 

-Ditemi.- disse lei, senza alzare gli occhi dal pacco di fogli che aveva di fronte.

 

-Abbiamo una ferita d'arma da fuoco.- lei allora, sempre molto disinteressata si alzò e si avvicinò al lettino.

 

-Mettila qui.- fece secca, rivolta all'energumeno, che obbedì senza fiatare. Sapiens si sdraiò sul lettino. Tremava di quel poco- Ma chi è questa?- domandò severamente la dottoressa, aggrottando le sopracciglia- Questi non sono certo vestiti civili e... santo Dio...- sussurrò poi, alzando il corpetto, vedendo la cicatrice dell'ustione.

 

-Ho fatto quello che ho potuto, dottoressa...- sussurrò Baird. Sembrava quasi mortificato.

 

-Che arma da fuoco sarebbe?-

 

-Pistola Boltok.- lei sbarrò gli occhi.

 

-E tu sei ancora viva?- chiese a Sapiens, che fece spallucce- Complimenti, devi essere fatta di titanio se non sei ancora crepata.- sputò la Hayman, afferrando dal carrello una siringa e una boccetta.

 

-Che cazzo è quella roba?- domandò Sapiens facendo per alzarsi. Dom le posò una mano sulla spalla e la fece ridistendere.

 

-Anestesia, non preoccuparti. Non sentirai niente.- disse la dottoressa, mentre riempiva la siringa. Non appena ebbe iniettato il liquido vicino alla ferita, attese qualche minuto- Come ti chiami?- domandò.

 

-Sapiens...- disse la ragazza che, fuori dal suo 'habitat' sembrava più un cucciolo spaventato.

 

-Sapiens? Che nome è Sapiens?- guardò Dom, di fronte a lei, che scosse appena la testa. La dottoressa capì che le sarebbe stato spiegato tutto più tardi- Ok, giovanotti, andate fuori, levatevi dai piedi o vi amputo le gambe.- i quattro più Anya obbedirono, uscendo dalla porta.

 

-Allora? Chi è?- chiese il tenente a Marcus, che incrociò le braccia, posandosi alla parete.

 

-Sapiens, il cecchino delle Locuste.-

 

-Come? Quella...?- la donna sembrava scioccata, come poteva non esserlo.

 

-Se ti raccontassimo quello che ci è successo nelle ultime ore non ci crederesti nemmeno!- esclamò Cole, mentre il suo sguardo ricadeva su Marcus. L'uomo aveva abbandonato l'idea di rivedere suo padre per portare la ragazza dall'unico medico di cui si fidava. Gli occhi del Gear erano duri come il granito, tanto che avrebbe potuto segare una Locusta a metà solo con uno sguardo.

 

-Beh, abbiamo tempo no? La Hayman ci metterà un po'. Che è successo?- Cole, preso da un impeto di gioia per essere tornato all'aria aperta, iniziò a raccontare, trascinando con la sua euforia anche Baird. Marcus rimase zitto ad ascoltare, fino a quando, spazientito, non si staccò dalla parete.

 

-Marcus?- Dom cercò di richiamarlo, ma il sergente non lo cagò neanche di striscio, sparendo alla fine del corridoio.

 

-Che ha?-

 

-Beh, siamo andati al Nexus per vedere suo padre e beh... non l'ha visto.- disse Dom, continuando a guardare l'angolo dietro cui era sparito il suo migliore amico.

 

-Suo padre? Come sarebbe a dire 'suo padre'?- Anya era un po' confusa.

 

. . .

 

Sapiens aprì la porta, camminando sulle sue gambe. Le erano stati dati dei vestiti nuovi. Un corpetto in pelle un po' più largo e dei pantaloni simili a quelli che avevano le donne Gear sotto la corazza. Una fasciatura piuttosto resistente riparava la ferita dalla polvere. Quando uscì, non c'era nessuno di tutti quelli che conosceva, c'era solo una donna dai lunghi rasta bianchi legati in una coda alta. Il Lancer tra le scapole e le braccia incrociate le fecero supporre che, forse, stava aspettando lei.

 

-Sapiens, giusto?- la ragazza annuì. La donna le sorrise. Doveva avere più di cinquant'anni a giudicare dall'aspetto. Era stretta in una corazza che la faceva sembrare davvero fighissima.

 

-Sì, sono io...-

 

-Piacere, mi chiamo Bernadette, ma chiamami Bernie.- disse la donna con un gran sorriso- Sono stata incaricata di tenerti sotto controllo mentre gli altri si riposano.- Sapiens le regalò un debole sorriso- Forza bambina, seguimi.- si incamminarono lungo il corridoio- Tu sei la famosa ragazza- Locusta, quindi.-

 

-Già...-

 

-Non sei molto loquace, vedo.- disse dal donna, dandole un colpetto sulla spalla. Era la prima volta che aveva a che fare con un Gear donna.

 

-Mi abituerò. Di solito parlo molto di più.-

 

-Sarai anche stanca. Vieni, ti è stato preparato un alloggio dove potrai riposarti. Sarai a pezzi. Ho sentito di quello che ti è successo.-

 

-Chi te l'ha...-

 

-Oh, si vede che ancora non conosci quel coglione di Baird. Parla sempre troppo.- rise Bernie, aprendo la porta. Sapiens fu costretta a mettersi una mano davanti agli occhi per non rimanere accecata.

 

-Oddio...- un sole così splendente non l'aveva mai visto.

 

-Dai, ti abituerai anche a questo.- i Gears che passavano, la guardavano, coperti da quei caschetti inquietanti. Quanti ne aveva visti saltare- Dimmi, come si vive tra quelle schifezze?- Sapiens era convinta che stesse parlando delle Locuste.

 

-Ora come ora... non lo so... pensavo si stesse bene... ma dopo questa...- confessò la ragazza. Più il tempo passava, più era confusa.

 

-Non preoccuparti, anche noi ci passiamo per quei pensieri. Gli Arenati sono una seccatura con le gambe, te ne renderai di sicuro conto quando verranno a rompere le palle.- rise Bernie, mentre la guidava verso una stradina laterale. Lì, i Gears giravano come se nulla fosse, sembravano quasi pattuglie di polizia. La gente non li temeva, li guardava ma non ne avevano paura- Eccoci qui.- disse, quando si fermarono davanti ad un cancello che dava su una piazza gigantesca. L'edificio di fronte a lei le metteva un po' l'ansia.

 

-Cosa...-

 

-Questa è una caserma. Sta tranquilla, ti divertirai anche tu.-

 

-Quando potrò tornare a casa?-

 

-Non appena ti sentirai meglio... non credo sarebbe un bene farti venire a prendere dai tuoi amici. Neanche se fossero su uno scuolabus verrebbero risparmiati.- Sapiens annuì. Strano, la sua gente le aveva sparato cercando di ucciderla e lei... voleva tornare lì. Entrando nello stabile, dalle porte aperte delle camerate, poté vedere i Gears intenti a spogliarsi dell'armatura. I loro turni erano finiti, quindi si davano il cambio con altri che erano pronti a partire- Sai, credo che tu sia la più giovane qui dentro.- sorrise la donna che l'accompagnava.

 

-Il... sergente Fenix?-

 

-E' nell'ala opposta con Santiago.-

 

-Santiago... Dom.-

 

-Esatto, lui. Questa è la tua camera.- disse, portandola oltre una porta. Non appena fu dentro, sdraiata su un altro lettino, vide una donna dai capelli scuri riversa sul materasso che dormiva come se nemmeno una cannonata avesse potuto svegliarla- Non far caso a Sam. È simpatica, te ne renderai conto quando si sveglierà!-

 

-Posso avere un coltello?- Bernie aggrottò le sopracciglia.

 

-Che te ne fai?-

 

-Mi serve per una cosa...- sussurrò, guardando lo specchio di fianco a lei. La donna afferrò il suo dalla cintola, passandoglielo. La ragazza lo prese e si avvicinò allo specchio- Vediamo un po'.- strinse con una mano la lunghissima treccia nera, mentre la portava davanti.

 

-Ehi, ragazzina... cosa stai facendo?- avvicinò il coltello ai capelli e con un gesto secco, a partire dalla base, tranciò di netto la treccia, lasciandola cadere a terra.

 

-Mi ero ripromessa di tagliarli, se mai fosse successo qualcosa di memorabile, nella mia vita.- confessò, ripassandole il coltello- Li vorrei più corti, sarebbe possibile?- chiese. Bernie si guardò in giro.

 

-Beh, se ti fidi di me, posso pensarci io... però è stato un peccato.-

 

-Lo so...-

 

. . .

 

Dom era seduto al tavolo, insieme a Marcus e Baird, quando arrivò di corsa Cole.

 

-Avete sentito?- domandò, con aria depressa.

 

-Cosa?-

 

-Boomer Lady si è data alla 'parrucchieria'.- Baird scoppiò a ridere, mentre posava il bicchiere sul metallo.

 

-La nonna vuole cambiar mestiere?- chiese tra le lacrime, sbattendo il pugno al tavolo.

 

-Oh... cazzo...- sussurrò Dom, attirando l'attenzione degli altri. Sapiens entrò nella mensa, riducendo la risata di Baird ad un silenzio tombale. Si avvicinò. Una cinghia di metallo le teneva il bastone fissato alla schiena.

 

-Baby... Dio santo, i tuoi capelli...- la folta treccia della ragazza si era trasformata in un cortissimo taglio a spazzola. Erano tutti per aria, neanche le fosse esplosa una granata in testa. Sorrise.

 

-Credo che andrò.- disse lei. Marcus aggrottò le sopracciglia. Baird ormai era morto, probabilmente.

 

-E dove?- chiese Cole, passandosi una mano sulla fronte.

 

-Bernie mi ha procurato una corazza. Non è della mia misura, ma suppongo che dovrò crescerci dentro.-

 

-Ah, allora è a te che ha fatto lo scalpo!- esclamò con voce acuta Baird, sbattendo la fronte sul tavolo.

 

-Io trovo che sia stata bravissima, mi va bene così.- sorrise- Dopotutto la treccia l'ho tagliata io.-

 

-Pazza...- mormorò Cole- Ma se tu sei contenta così, meglio per te.-

 

-Vuoi che ti accompagniamo? Potresti essere attaccata di nuovo...- si propose Marcus, al di fuori di ogni aspettativa dei suoi compagni.

 

-No, non serve. Vorrei solo che diceste di non attaccare il Reaver che verrà a prendermi. Atterrerà qui fuori. Voglio che diciate che non aprano il fuoco, sennò sarò costretta ad ammazzare tutti.-

 

-Sei molto fedele... eh?- domandò Dom, che ancora non riusciva a capire la testardaggine della ragazza.

 

-Sì. Lo sono. Questo non è più il mio posto.- concluse. Marcus sospirò, portando due dita all'orecchio. Ormai tutti a Jacinto conoscevano la storia di Sapiens, per cui, in un certo senso, non vedevano l'ora che se ne andasse. Temevano un'invasione di Locuste. Sarebbero tornati a rendersela, se era davvero così importante come pensavano.

 

-Controllo, avvisate le difese di non attaccare il Reaver che atterrerà nella piazza della caserma.-

 

-Fenix, sei sicuro di quello che dici?-

 

-Perchè?-

 

-Perchè non sta arrivando un Reaver.-

 

-Come non sta arrivando un Reaver?- chiese Marcus, scattando in piedi. Sapiens corse fuori, inseguita dagli altri, compresi i Gears che avevano smesso di mangiare. Uscì dalla porta e scoppiò a ridere, mentre gli uomini iniziavano a mettere mano ai fucili.

 

-ODDIO!- rise la ragazza, saltando come una pazza- MIO DIO!!!- era l'Hydra. Atterrò pesantemente sul terreno battuto, mentre lei corse incontro alla bestia gigantesca. Corse scatenata, raggiungendo il mostro. Alcuni uomini caddero a terra svenuti. Era la prima volta che vedevano una cosa simile da così vicino. L'armamento sulla groppa dell'animale, se così lo si poteva chiamare, fece sbiancare tutti, perfino Hoffman quando, in un balzo, scese tre gradini contemporaneamente.

 

-Non credo ai miei occhi...- sussurrò Baird senza fiato.

 

-Ah... sarai diventato stupido...- commentò Cole, sorridendo. In un certo senso, se la ragazza era felice di tornare a casa sua, era meglio così. Sapiens si arrampicò sulla bestia, sorridendo, sedendosi sulla groppa corazzata.

 

-Grazie...- sussurrò a Marcus e ai Delta, che poterono solo leggere il labiale-... ci rivedremo...- la creatura si staccò da terra in un ringhio assordante, partendo senza attendere oltre. I Gears rimasero lì ancora, anche dopo che fu troppo lontana per essere distinta.

 

-Sbaglio... o ci è appena atterrata una creatura mostruosa sulla piazza e noi l'abbiamo lasciata scappare senza farla saltare per aria?- domandò Prescott, con le braccia ai fianchi.

 

-Presidente... era venuta a riprendersi ciò che era suo...-

 

-Quella ragazza... volevo parlarle...- mormorò l'uomo, passandosi una mano sul mento. Marcus lo squadrò.

 

-Beh, ora non può più farlo.- disse velenoso il sergente, fissando bieco Prescott. L'uomo, come se non avesse sentito Marcus, scese dalle scale.

 

-Monitorate quella creatura, tenetela sotto controllo e sappiatemi dire dove atterra.- e se ne andò.

 

-Ma che cos'ha in mente quel testa di cazzo?- domandò Baird che sentiva un irrefrenabile prurito alle mani, tanto lo voleva pestare di botte.

 

-Non ne ho idea... ma la cosa... non mi piace...- ringhiò Marcus, congedandosi.

 

 

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