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Autore: Reil    02/01/2007    1 recensioni
Attenzione:Questa stooria contiene spoiler del sesto libro e si svolge un anno dopo gli avvenimenti narrati nel suddetto libro. L'ultima guerra contro Voldemort è vicna.Silente è morto.Harry è solo e deve trovare tutti gli Horcrux se vuole uccidere Voldemort.Draco non ha più nessuno,tutti gli hanno voltato le spalle dopo l'assassinio di Silente,solo Piton è dalla sua parte.Come andrà a finire?Riuscirà il bene a sconfiggere nuovamente il male?O il male avrà il sopravvento?
Genere: Romantico, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 1: Prigionia
 

Faceva freddo.
Quella stanza non era per niente confortevole.
Era rinchiuso lì dentro dalla fuga da Hogwarts. Piton lo aveva portato via e poi lo aveva nascosto lì. Nascosto da tutti. Nascosto da
suo padre, dal Signore oscuro e da tutto il mondo magico. L'unica persona che vedeva ogni giorno
era Piton.
Era costretto a rimanere chiuso dentro quella casa, tutto per colpa dei due mangiamorte
che erano fuggiti con loro. Avevano detto al Signore oscuro che lui si era ribellato e che stava proteggendo Silente. Piton appena lo venne a sapere lo portò via e lo nascose in quella casa.
Era restato lì un'estate intera, chiuso come un animale in gabbia. Con la sola compagnia del ritratto di un uomo di mezz'età e di quegli aggeggi che i babbani usavano per passare il tempo o trasmettere le notizie di stragi o matrimoni di persone famose. Era da quella stupida scatola chiamata televisione che era venuto a sapere che un gruppo di mangiamorte avevano attaccato Justin Mastel, un ex auror che aveva contribuito alla cattura di Bellatrix Lestrage. Era stato trovato senza vita in casa sua. Le porte chiuse senza segni di scassinamento, il corpo esanime senza nessun segno che suggerisse
il modo in cui era stato ucciso. Ma lui lo sapeva. Erano stati proprio Piton e Bellatrix a ucciderlo. Dopo averlo torturato per un po' con il Cruciatus, gli avevano lanciato un'Avada Kedavra e se ne erano andati smaterializzandosi.
Se lo ricordava bene quel giorno. Piton non gli aveva portato la solita scorta
settimanale di cibo e lui era rimasto a stomaco vuoto per tutto il giorno. Il giorno dopo quando Piton era andato a portargliela gli aveva urlato contro tutto il suo vocabolario di insulti.
La casa dove viveva era di Piton ed era protetta dallo stesso incantesimo che era stato fatto sulla casa dei Potter. Piton stesso era il custode segreto, dato che nessuno eccetto lui sapeva che si trovava lì. Piton sapeva quello che lo aveva spinto a non portare a termine la sua missione e uccidere Silente. Sapeva che lui, per quanto era sempre stato considerato sleale e insensibile,non sarebbe mai riuscito a uccidere un uomo disarmato e indifeso come lo era Silente in quel momento.
Lo sapeva.Per questo quando era arrivato in cima alla torre aveva puntato la bacchetta su Silente e aveva decretato la fine della sua vita. Invece i mangiamorte avevano raccontato una versione diversa al Signore oscuro; una versione in cui lui cercava di salvare Silente fino all'arrivo di Piton. E Voldemort gli aveva creduto e gli aveva ordinato di ucciderlo. Così gli avevano voltato tutti le spalle. Il Signore Oscuro, sua zia Bellatrix e perfino i suo genitori. Tutti.
Tranne Piton.
Lui lo portò a casa sua e
lo nascose.
Era un buon occlumante, quindi non aveva problemi con Voldemort. Ma lui, lui sì che ne
aveva.
Aveva passato un'estate intera chiuso in quella casa e Piton tornava solo il fine settimana
a portargli una scorta di cibo che doveva bastargli fino alla visita seguente. Ancora non riusciva a capacitarsi di come era riuscito a sopravvivere per tre mesi a quella noia mortale che si ripeteva ogni giorno.
Lui. Proprio lui. Draco Malfoy. Che viveva in una casa completamente disabitata e che si
riduceva a dover fare le pulizie. Lui che non aveva mai visto una scopa in vita sua. Ora doveva abbassarsi a dover addirittura rifarsi il letto, spazzare per terra, cucinare, cucire e tutte le cose che, fino ad un anno prima, venivano svolte dai dieci elfi domestici della sua famiglia.
Fortunatamente Piton si era reso conto dell'orrore che era restarsene in quella casa per tre mesi di fila e quindi gli aveva promesso che, dopo l'inizio dell'anno scolastico ad Hogwarts, lo avrebbe portato a Diagon Alley per una mattina; avrebbero cambiato aspetto e poi si sarebbero diretti verso un bar per fare colazione, al campo da quidditch per un volo veloce e infine in giro per negozi per rinnovare il suo guardaroba.
Ma dopo sarebbero tornati a casa di corsa e lui sarebbe tornato a nascondersi.

Certo, non lo allettava l'idea di tornare alla "normalità" per qualche ora sotto false spoglie, per poi ricominciare a nascondersi e a non poter parlare con nessuno tranne Piton. Ma era meglio di niente. E poi, si sarebbe comprato un animale, un animale intelligente con cui poter passare il tempo... Chissà
quanto... Questo non lo sapevano né lui, né Piton... era un interrogativo per entrambi.
Draco sapeva soltanto una cosa. Per uscire da quella casa avrebbe dovuto aspettare l'assassinio di Voldemort e solo una persona lo poteva uccidere.
Harry Potter era la sua unica speranza.

Se Potter fosse morto,allora l'Oscura Mietitrice si sarebbe portata via anche Draco con lei.
Potter. Harry. Erano stati nemici per cinque anni ed ora la sua vita dipendeva dallo sfregiato... ironico.
Ma quella non era l'unica cosa ironica... Lui. Draco Malfoy, dopo cinque anni di insulti e dispetti, si era accorto di essere attratto da Harry Potter, il ragazzo sopravvissuto, la sua nemesi.
Aveva avuto un'estate intera per pensare ai propri sentimenti e ,adesso, era arrivato a questa conclusione.
Naturalmente non aveva detto nulla a Piton. Figuriamoci, lo avrebbe ucciso senza pensarci due volte! Altrochè, lui era un mangiamorte rispettato da tutti gli altri mangiamorte. Gli avrebbe lanciato un'Avada Kedavra proprio come aveva fatto con Silente. Veloce e senza ripensamenti. Come si addiceva all'uomo più freddo del mondo. Ma lui, Draco, non ci sarebbe mai riuscito. Vedere il suo preside lì inerme davanti ai suoi occhi era terribile, per non parlare di quando era caduto giù dalla torre di Astronomia.
No, lui non sarebbe mai riuscito a dire quelle parole fatali. Lui NON era un mangiamorte e non lo avrebbe voluto mai essere. Per fortuna non gli avevano fatto il marchio che era stato rimandato a quando lui avrebbe portato a termine 
la sua missione. Per fortuna.
Non gli era mai piaciuto Lord Voldemort, non gli erano mai piaciuti i mangiamorte. Non gli era mai piaciuto nemmeno suo padre. L'unico mangiamorte che gli era simpatico a che apprezzava era Piton. Per lui era come un secondo padre. Dato che il suo non era adatto a quella carica... no, Lucius Malfoy non era adatto a fare i padre. E lui, Draco, lo aveva capito a sue spese, quando aveva provato ad ucciderlo alla notizia che i due mangiamorte avevano portato. Gli aveva lanciato degli anatemi che servivano solo a bloccarlo ma, poi, quando aveva capito che era inutile bloccarlo, aveva provato a schiantarlo e aveva lanciato l'Avada Kedavra. Poi lui si era smaterializzato a casa di Piton e Piton lo aveva accolto a braccia aperte come solo un padre avrebbe saputo fare.
Draco si alzò e si diresse verso la cucina. Piton il giorno dopo serebbe tornato a portargli la scorta. Il grande giorno in cui sarebbe uscito da quella prigione sarebbe stato tra una settimana. Chissà se Har...Potter sarebbe tornato ad Hogwarts.
Lui sperava di no. Così avrebbe avuto qualche possibilità di vederlo.
Anche se sapeva che lui non lo avrebbe riconosciuto, almeno lo avrebbe visto. Sarebbe stato bellissimo anche solo rivedere il suo sorriso solare, che sperava di non avergli tolto per sempre, i suoi occhi così espressivi, che se guardavano lui esprimevano solo odio e rancore, e quel corpo magro ma atletico, merito degli allenamenti di Quidditch.
Già, era proprio cotto. Cotto della sua unica speranza di vita.Cotto della sua nemesi.Cotto di Harry Potter.Il Ragazzo Sopravvissuto.Lo Sfregiato.


 
  
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