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Autore: nessenia    15/06/2012    1 recensioni
[SPOILER 7X23] one-shot sul piccolo Sammy e sui suoi pensieri al termine dell'ultimo episodio della settima stagione. Primo lavoro che dedico ai Winchester e che pubblico qui su efp, quindi leggete a vostro rischio e pericolo- e se vi va lasciate un commentino(anche gli insulti sono bene accetti)-!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Settima stagione
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Looks like
you're well and truly
on your own;

 
 
Ti guardi intorno, completamente solo, in balia di un sentimento a cui non riesci a dare un nome.
 
"Vieni fuori, figlio di puttana!"
 
Osservi attentamente ogni centimetro della stanza, tendi l'orecchio all'ascolto per percepire il minimo rumore.
 
"Andiamo, dannazione!"
 
Calci violentemente il tavolo che sta davanti a te, facendolo quasi rovesciare e provocando un frastuono.
 
"Vieni fuori ho detto!"
 
Il tuo ultimo urlo, più forte e violento degli altri riecheggia inquietantemente, amplificato dal lungo momento di silenzio che lo segue.
Ma nel laboratorio di ricerche di Dick tutto tace.
 
"Vieni... fuori...Ti prego..."
 
Il tuo tono si abbassa, diventando quasi implorante.
Ma niente si muove, niente risponde.
E finalmente, capisci che il demone non tornerà.
 
Il terrore inizia a farsi strada sul tuo viso.
L'angoscia attanaglia il tuo stomaco, rendendoti difficile persino il semplice atto del respirare.
Porti le mani al petto quasi a volerti strappare le vesti, perché il silenzio, che riempie ora la stanza, sembra soffocarti.
 
Improvvisamente ti ritrovi a sperare che si tratti di un'altra allucinazione e chiudi gli occhi, aspettando di sentire la sua voce.
Ma questa volta non funziona, non può funzionare, e tu lo sai.
Perché lui non gioca più a nascondino nella tua mente da un po' di tempo, e niente di ciò che vedi è una sua illusione.
 
Dolorosamente ti rendi conto che nessuno verrà ad aiutarti, non importa quanto tu possa gridare o piangere o pregare.
E quel sentimento, che da prima ti opprime, acquista immediatamente un nome.
Tu lo conosci bene, perché l'hai già vissuto, tempo fa, anche se vuoi far finta di non ricordare.
 
E' l'impotenza.
La sensazione che, per quanto ti sforzi, niente cambierà.
Qualsiasi cosa tu faccia, qualsiasi decisione tu prenda, qualsiasi sacrificio tu compia, niente servirà ad aggiustare le cose.
 
E tuo fratello, ovunque sia, non tornerà.
 
Nemmeno la disperazione o le lacrime potranno liberarti dal peso che grava ora dentro di te.
Semplicemente perché stavolta non c'è nessun corpo su cui piangere, nessuna salma da seppellire, da cui recarsi per trovare conforto.
Stavolta non sai neanche dove tuo fratello sia finito.
 
Non importa quanto tu cerchi, quanto tu tenti di uscirne, di dimenarti, di scappare.
Scivolerai giù e affogherai terribilmente , in quel pozzo profondo che è il tormento e da cui non c'è via d'uscita.
 
E mentre senti che l'ultimo barlume di speranza abbandona il tuo cuore, una voce rimbomba nella tua testa:
 
 
 

Looks like you're well and truly on your own.
 
 
 
 
 
E tuo fratello, ovunque sia, non tornerà.
 

 
 
   
 
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