Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: LeftEye    16/06/2012    3 recensioni
[Crossover SPN/Come d'Incanto] "L'ho mandata in un luogo in cui nessuno è mai felice e contento…"
Genere: Commedia, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Enchanted

 

 

L'ho mandata in un luogo in cui nessuno è mai felice e contento…
 
 
Era completamente circondata dal buio.
Faceva freddo e non riusciva a vedere nulla attorno a sé.
Poi, alzò lo sguardo e vide tre sottili fasci di luce fioca.
"La luce è buona!" pensò con gioia. Giselle allungò le mani e toccò una specie di coperchio di ferro, freddo e bagnato, ma non troppo pesante. Fece forza sulle braccia e lo spinse finché non riuscì a spostarlo. Il luogo dov'era atterrata venne illuminato da un debole fascio di luce lunare.
"Com'è bella!" pensò la fanciulla, arrampicandosi lungo una scaletta di metallo per uscire dal quel buco umido. Spuntò in un posto a lei sconosciuto, e strano, molto strano: era notte, ma ad Andalasia nemmeno con il buio i paesaggi avevano quel colore così scuro e triste.
Dov'era finita?
Si issò fuori da quel foro nel terreno e si ritrovò nel mezzo di una strada ricoperta da un materiale nero e duro, attraversato da una linea bianca che sembrava non avere fine.
Giselle guardò da un lato, poi dall'altro, indecisa sul da farsi: quale direzione prendere? I boschi che costeggiavano la strada erano bui e fitti. Sarebbe stato rischioso addentrarvisi, avrebbe potuto incontrare qualche troll spaventoso e affamato di carne di povera fanciulla.
Mentre rimuginava giocherellando con i suoi boccoli ramati, in lontananza apparvero due luci parallele che venivano nella sua direzione correndo alla stessa velocità, come due grandi occhi gialli spalancati nella notte.
Giselle sussultò a quella vista, ma rimase dov'era: era spaventata, ma aveva bisogno d'aiuto. Forse quelle luci erano due fate che avrebbero potuto soccorrerla!
Iniziò a saltellare agitando le braccia e cinguettando un dolce "Ehilà! Fatine! Sono qui!", sperando che quelle la vedessero e si fermassero.
Ma le luci continuavano ad avvicinarsi ad una velocità inquietante.
 
 
 
 
«It was one of those nights
When you turned out the lights
And everything comes into view
She was taking her time
I was losing my mind
There was nothing that she wouldn't do...»
Sam odiava quando suo fratello era nell'umore di cantare, perché in quei momenti l'Impala diventava la sede di un concerto rock e lui si ritrovava con la testa tra il cantante e la cassa.
«La pianti?» gli intimò lanciandogli un'occhiata infastidita.
«Ma se ho appena iniziato!» protestò Dean. «E poi, sono gli AC/DC: porta un po' di rispetto! Ma tu che ne sai, sei solo un pargoletto!»
«Ha parlato il grand'uomo. Sarai pure il più vecchio, ma almeno io non guardo Spongebob alla tv!»
«Sei stato tu a dire che dovevo variare i miei gusti» Dean fece spallucce.
«I quali adesso, oltre ai film porno e alle telenovelas, comprendono i cartoni animati. Hai un futuro come critico cinem... ehi, che cos'è quella cosa in mezzo alla strada?» Sam s'interruppe a metà frase indicando un punto davanti a loro.
Dean si sporse leggermente in avanti e strizzò gli occhi per vedere meglio, ma il buio che li attorniava rendeva il compito difficile.
«Non lo so... sembrerebbe...» disse allentando la pressione sul pedale dell'acceleratore. «Dimmi che non è quello che sembra.»
«Una debuttante su una statale nel bel mezzo del nulla?» suggerì Sam, identificando l'oggetto in questione.
«Io stavo per dire una sposa su una statale nel bel mezzo del nulla. Che faccio? La tiro sotto?»
«Dean, ma sei pazzo?! E' una ragazza su una statale nel bel mezzo del nulla!» esclamò Sam, scioccato dalla totale mancanza di sensibilità del fratello.
«Proprio perché è su una statale nel bel mezzo del nulla suggerisco di tirarla sotto. Sono le due del mattino e c'è una tipa vestita da meringa in mezzo alla strada: non può essere nulla di buono. Dovresti saperlo, dopo tutti questi anni.»
«Da quando facciamo fuori qualcuno senza prima indagare se si tratti di un innocente o di un essere malvagio?»
«Forse dovremmo iniziare a farlo adesso, ma a quanto pare non abbiamo imparato nulla dalle nostre precedenti esperienze. E va bene, mi fermo. Ma se si tratta di un qualche mostro infernale o di una Mary-cosa*, come l'ultima volta, sarai tu a pagarne le conseguenze!»
Dean rallentò la corsa e poi fermò l'auto a pochi metri di distanza dalla ragazza, che aveva un'aria indifesa e spaventata, ma il maggiore dei Winchester non si lasciò ingannare dal suo aspetto e restò sul chi-va-là.
I due fratelli scesero con cautela dalla macchina e la giovane donna rivolse loro un saluto con la mano e un sorrisino intimidito.
«Ehilà, prodi cavalieri!» esordì. Sam e Dean si lanciarono un'occhiata perplessa e fecero un passo in avanti, con molta cautela.
«Possiamo aiutarti?» chiese Sam. «Ti sei persa?»
«Temo di sì» rispose la ragazza in tono dispiaciuto. «Sapreste indicarmi la strada per il castello di Andalasia?»
Altra occhiata perplessa.
«Temo di non aver mai sentito nominare questo posto. È qui in Minnesota?»
«No... Andalasia è... ad Andalasia, il regno del principe Edward!» rispose soavemente la ragazza.
«Prendi l'acqua benedetta e il sale» mormorò tra i denti Dean in direzione del fratello, mentre la sconosciuta continuava a parlare.
«Sapete, io mi devo sposare con lui! Dopo il matrimonio, vivremo per sempre felici e contenti nel suo castello! Stavo giusto andando alla cerimonia, quando sono scivolata dentro al pozzo dei desideri, e...» un'improvviso schizzo di acqua fredda sulla faccia interruppe il suo monologo, e la ragazza rimase per un attimo in silenzio e a bocca aperta, con il volto e i capelli fradici, mentre Sam la osservava in attesa di una qualche reazione.
«In effetti ero un po' assetata, gentile cavaliere» commentò la giovane dai capelli rossi, con un'indelebile gentilezza nel tono della voce.
Sam si voltò verso il fratello e si strinse nelle spalle.
"Andiamocene" gli disse Dean con il solo labiale.
«Mi spiace» si scusò Sam. «Non sappiamo dove sia questo posto... Andalasia. Ma se vuoi possiamo darti un passaggio fino alla prossima stazione degli autobus» propose, sentendo alle sue spalle lo schiaffo che suo fratello si diede alla fronte.
«Autobus?» ripeté la ragazza con un'espressione confusa.
«Sì... così potrai tornare a casa.»
Alla parola "casa", il volto della sconosciuta si illuminò di gioia e Sam si ritrovò avvolto dalle sue braccia rivestite di pizzo e taffetà.
«Oh, grazie, mio prode cavaliere! Ti sarò infinitamente grata!»
Il giovane Winchester si staccò la ragazza di dosso e la fece accomodare sul sedile posteriore della macchina, non senza qualche difficoltà per far entrare la vaporosa e ingombrante gonna di tulle bianco.
«Giuro che se ci aggredisce alle spalle, ti farò passare dieci volte quello che ho passato io all'Inferno» disse Dean a Sam a denti stretti.
«Piantala.»
«Non vedo il lunotto posteriore» si lagnò il fratello mentre riavviava il motore.
«Zitto» lo rimbeccò sottovoce Sam, voltandosi verso la sconosciuta e sorridendole cordialmente. «Allora, ehm... come ti chiami?»
«Il mio nome è Giselle» cinguettò lei ricambiando il sorriso con un'intensità dieci volte maggiore. «E il vostro, cavalieri?»
«Io sono Sam, e lui è mio fratello Dean. Piacere di conoscerti.»
«Sono stata proprio fortunata ad incontrarvi! Temevo di essere mangiata dagli orchi, o rapita dalle streghe, e invece ho trovato due prodi cavalieri con la loro carrozza fatata!»
A quelle parole, Sam guardò di nuovo Dean, che pronunciò con il labiale la parola “svaporata”.
La reazione distaccata del maggiore dei Winchester era ben motivata, si disse Sam: sebbene Dean non fosse immune alla bellezza di una donna, e Giselle era sicuramente molto carina, erano fin troppo abituati ad incontrare persone fuori dal normale e tendenzialmente pericolose, da lasciarsi impietosire da un faccino dolce come quello della ragazza.
«Allora, Giselle, da quale manicom... ehm, da quale luogo stavi fuggendo? Perché è evidente, da come sei vestita, che te ne sei andata in fretta e furia.»
«Oh, ma io non sono fuggita!» esclamò la ragazza, mantenendo sempre lo stesso tono di cordiale allegria che a Dean stava già dando ai nervi. «Come vi ho detto, mi stavo recando al mio matrimonio con il principe Edward...»
«Cullen?» si azzardò a chiedere Dean guardandola attraverso lo specchietto retrovisore. Quella famosa saga di vampiri aveva sfornato un sacco di esaltate, magari lei era una di queste.
«Uhm uhm» fece Giselle scuotendo la testa. «Principe Edward e basta. Ebbene, stavo andando al matrimonio accompagnata dai miei amici, gli animaletti del bosco...»
«Gli animaletti del bosco!» le fece eco Dean alterando la propria voce in falsetto. Sam gli mollò una gomitata.
«... quando sono stata fermata da una dolce vecchina che mi ha accompagnata presso il pozzo dei desideri, che è un pozzo che serve ad esaudire i desideri. La vecchina mi ha detto di esprimerne uno, e non so come, ma temo di essermi sbilanciata troppo, così sono finita dentro al pozzo e ho iniziato a cadere, cadere, cadere... e mi sono ritrovata qui. Ma per fortuna ho trovato due gentili cavalieri come voi!»
«Già, che fortuna» commentò Dean in tono sarcastico.
«Non ti preoccupare, Giselle, ti aiuteremo a tornare a casa» le promise Sam. «Ci fermeremo alla prossima pompa di benzina per chiedere informazioni su questo posto, Andalasia.»
«Gra...» Giselle s'interruppe, tastandosi i capelli. «Ma che cos'ho tra i capelli?»
Sam si voltò di nuovo e Dean guardò attraverso lo specchietto: la capigliatura di Giselle si agitava vistosamente.
«Ma che cazzo...?» imprecò Dean, allarmandosi, poco prima che uno scoiattolo apparisse dai boccoli della ragazza.
«Un topo! Che schifo!» esclamò disgustato il più vecchio dei Winchester, mentre Sam si allungò verso il sedile posteriore per afferrare il roditore, creando scompiglio all'interno dell'abitacolo.
«No, fermo!» strillò spaventata Giselle, cercando a sua volta di prendere lo scoiattolino, il quale si agitava per liberarsi dall'acconciatura e allo stesso tempo per sfuggire alla presa di Sam, squittendo istericamente. «E' il mio amico Pip!»
Finalmente la ragazza riuscì a prendere l'animaletto e iniziò a cullarlo tra le mani per calmarlo.
«Dev'essere caduto nel pozzo insieme a me!»
«O forse ti si è infilato tra i capelli mentre eri nelle fogne» ribatté Dean, schifato.
«Piccolo amico, non temere» mormorò dolcemente Giselle. «Loro sono amici.»
Un debole squittio provenne dall'animaletto tremolante.
«Credo che lo scoiattolo la capisca» commentò perplesso Sam, appoggiandosi allo schienale del suo sedile.
«Non dire stronzate» sbottò Dean, mentre Giselle continuava a parlare con la bestiolina:
«Su, cantiamo insieme!
Il mio principe mi troverà
Per baciarmi con intensità
Questo è quel che rende me contenta
È quello il bacio del tuo vero amore!» intonò mentre il roditore la seguiva con i suoi squittii.
«Dean» fece Sam, allarmato. «Lo scoiattolo sta cantando. Lo scoiattolo. Sta cantando. Lo senti anche tu, vero?»
Dean scosse la testa, cercando di concentrarsi sulla guida. Chi gliel'aveva fatto fare? Ah, sì: Sam.
«Probabilmente è il suo animaletto da compagnia e lo ha ammaestrato mentre era in manicomio. Tutti i pazzi lo fanno.»
Dopo quello che era parso un tragitto infinito, raggiunsero una stazione di benzina e, mentre Dean faceva rifornimento tenendo d'occhio Giselle, Sam entrò nel piccolo drug-store e chiese se nei paraggi ci fosse per caso un ospedale psichiatrico: l'ipotesi di Dean che Giselle fosse scappata era quella più plausibile, per il momento, ma il commesso gli disse che non c'era nessun manicomio in quella zona.
"Da dove arriva Giselle?" si chiese Sam mentre ritornava alla macchina. "Non può aver fatto così tanta strada a piedi."
«Allora, adesso che facciamo?» lo interrogò Dean appoggiandosi al cofano dell'Impala.
«Sinceramente, non lo so» sospirò sconsolato Sam. «Questa ragazza sembra totalmente fuori di sé, vive in un mondo tutto suo e non si rende conto di ciò che le accade intorno. Non possiamo lasciarla qui da sola, Dean, dobbiamo aiutarla.»
«Ma come? Noi abbiamo già abbastanza problemi, non possiamo accollarci pure lei. È rischioso per noi ed è rischioso per lei. E per il suo scoiattolo.»
«Senti, facciamo così: stasera dormirà con noi al motel che c'è qui vicino, e domani la porteremo alla prossima città che incontriamo, e la lasceremo in un ospedale, o da qualche assistente sociale.»
Dean accettò, sebbene con riluttanza, e presero due stanze comunicanti in un motel, sperando di potersi finalmente riposare dopo il lungo viaggio.
Erano le tre di notte e i Winchester dormivano alla grossa, quando vennero svegliati da un urlo spaventato che proveniva dalla stanza di Giselle: Dean, il primo a svegliarsi, accorse da lei in mutande e la trovò rannicchiata contro la testiera del letto, con Pip aggrappato al suo vestito, mentre fissava inorridita una serie di immagini sullo schermo del televisore.
«È terribile!» strillò la ragazza.
«Tranquilla, è solo un film porno» sbottò Dean dopo aver lanciato uno sguardo alla causa di tutta quell'agitazione. Fece cenno a Sam di ritornare pure a dormire, e si avvicinò a Giselle per farla calmare.
«Che cosa le sta facendo? Ti prego, fallo smettere!» lo supplicò la ragazza cercando di sovrastare le grida di piacere dell'attrice porno inquadrata sullo schermo. Finalmente Dean trovò il telecomando e spense la televisione.
«Stai calma, stavano solo facendo sesso!» le spiegò a metà tra l'infastidito e lo scandalizzato.
«S-sesso?» ripeté Giselle sgranando gli occhi per lo stupore. «È una cosa brutta?»
Dean rimase senza fiato: ma che razza di domande gli stava facendo?
«Certo che no!» esclamò, sentendosi quasi offeso da tanta ignoranza. «Tu hai un fidanzato, dovresti saperlo! O vuoi dirmi che stavi sposarlo senza prima esserci mai andata a letto?»
«A letto?» gli fece di nuovo eco lei.
«Sì, insomma... sesso. Quelle cose che hai visto alla tv, non le hai mai fatte con il tuo Edward?»
«Certo che no!» esclamò Giselle scandalizzata. «Il mio principe non mi farebbe mai una cosa simile! Il suo unico desiderio è quello di rendermi felice!»
«Beh, non dovrei essere proprio io a dirtelo, ma guarda che quello è proprio uno dei modi con cui un uomo rende felice una donna.»
«Dici davvero? Ma sembra così... strano.»
«Beh, in effetti quella era una posizione da veri esperti... ma veramente tu non l'hai mai fatto con il tuo ragazzo?» chiese nuovamente Dean, apparendo sempre più sconvolto. Giselle scosse la testa in segno di diniego.
«E si può sapere che cosa diavolo fate quando siete insieme?»
«Beh, ieri abbiamo cavalcato fino al castello cantando, e ci siamo scambiati il nostro primo bacio del vero amore!»
«Aspetta, vuoi dirmi che vi siete baciati per la prima volta soltanto ieri?»
«Sì... è ieri che l'ho conosciuto» fece Giselle stringendosi nelle spalle. Dean era sempre più incredulo.
«Vi siete conosciuti ieri. E oggi dovevate sposarvi?»
«Ah-ah.»
«Io credevo che fossi pazza perché sei vestita come una meringa e parli con gli scoiattoli, ma questo è davvero il colmo! Ragazza mia, ma ti ha dato di volta il cervello?! Non puoi sposare un tizio che conosci da un giorno!»
«Sì, se è il mio principe azzurro, il mio vero amore!»
«Come fai a saperlo, se lo conosci appena?» insistette Dean, portandosi le mani alla testa, sconcertato. Sam aveva ragione: quella ragazza aveva davvero bisogno di aiuto.
«Mi ha salvata da un orco, e poi abbiamo cantato insieme...» raccontò Giselle stringendosi le mani al petto, gli occhi che le brillavano dall'emozione al solo ricordo di quel dolce incontro. «Perché, non è quello che hai fatto anche tu con la tua amata?»
«Io non ho nessuna amata» rivelò Dean scuotendo debolmente il capo.
«Non ti rattristare, sono certa che è là fuori che ad attenderti!» lo rassicurò Giselle posandogli una mano sulla spalla.
«Temo di no, purtroppo. Anzi: lo spero. Tutti quelli a cui voglio bene rischiano ogni giorno la vita per causa mia. Se davvero c'è a donna giusta per me, là fuori, mi auguro che mi stia ben alla larga.»
Quelle parole sembrarono avere l'effetto di uno schiaffo sulla fanciulla, i cui occhi si riempirono improvvisamente di lacrime. Giselle si portò le mani alle labbra tremolanti e scoppiò a piangere.
«Oh, ma questo è terribile! È così triste!»
Dean, preso contropiede da quella reazione così plateale, le diede qualche pacchetta sulle spalle per tentare di calmarla.
«Su, su, non piangere. Non è poi così triste...»
«Sì, invece, lo è!» piagnucolò Giselle senza darsi pace. «È la cosa più triste che abbia mai udito! Oh misero te!»
«Sì, sì, ma non ti preoccupare, vedrai che... andrà tutto bene. Ti prometto che un giorno troverò anche io la mia amata, ok? Basta che la smetti di piangere!» esclamò lui scocciato. «Ora torna a letto.»
 
 
 
Il mattino seguente, Sam e Dean vennero svegliati da uno strano fracasso proveniente dalla stanza adiacente: spostamenti di oggetti, passi, passetti, strani versi e ovviamente il canticchiare di Giselle.
«Oddio, e adesso cosa c'è?» bofonchiò Sam nascondendo la testa sotto il cuscino, il quale gli venne bruscamente strappato via dal fratello.
«Vai tu questa volta» gli ordinò Dean in tono burbero. «Ho paura che mi chieda come nascono i bambini.»
Sam si alzò con fatica dallo scomodo materasso, raggiunse la porta che metteva in comunicazione le due stanze e, una volta aperta, si ritrovò davanti ad uno spettacolo surreale: la camera era invasa da ogni sorta di animale. Passerotti, piccioni, scoiattoli, topi, ragni, scarafaggi si spostavano per ogni dove trasportando spazzole, stracci, scope, lenzuola, saponette, mentre Giselle, in mezzo alla stanza, cantava volteggiando su se stessa, facendo roteare l'ampia gonna di un abito la cui trama ricordava molto quella del copriletto della stanza:
«Una melodia servirà
Se la muffa vuoi cacciare via
Se lo scarico è in agonia
E con l'allegria ogni cosa brillerà
Stracci, schiuma, energia, colpi di ramazza
Intonando un'armonia risplenderà la tazza!
»
«Dean, questa la devi proprio vedere» mormorò Sam facendo segno al fratello di avvicinarsi. Il maggiore dei Winchester sgranò gli occhi di fronte a quella scena apocalittica, e poi con una scarpa schiacciò disgustato uno scarafaggio che gli stava passando accanto.
«Ma che diavolo...?»
«Pensi ancora che Giselle sia solo una pazza?» gli chiese Sam. «È ovvio che c'è qualcos'altro sotto.»
«Buongiorno, miei cavalieri!» cinguettò la fanciulla quando si accorse della loro presenza. «Questa stanza era proprio sporca, così ho deciso di fare un po' di pulizie e ho chiesto aiuto ai miei amici animali! Non sono carinissimi?»
«Già...» mormorarono i due ragazzi, fissandola sbigottiti.
«Ma cosa può essere?» chiese Dean sottovoce. «Un demone che si è fumato un cannone al gusto di zucchero, cannella e ogni cosa è bella?»
«Non lo so, ma è la cosa più assurda che abbia mai visto finora» dichiarò Sam. «Tienila d'occhio, vado a fare una ricerca su internet per trovare quel posto da cui dice di venire, Andalasia.»
«Non ci penso proprio a stare qui!» protestò Dean. «È pieno di bestiacce!»
Sam si mise a fare ricerche sul suo computer, mentre il fratello maggiore appoggiava di tanto in tanto buttava un occhio per controllare che Giselle fosse ancora nella sua stanza.
«Ehi, Giselle, ma dove hai trovato quel vestito?» chiese Dean.
«L'ho fatto io usando la mia coperta, non è adorabile?» rispose la ragazza annusando incuriosita le bottigliette del mobile bar.
Dean fece una smorfia di disgusto.
«Ma sei pazza?! Lo sai quanta gente ci ha dormito e... fatto altre cose, su quel copriletto?»
«Che genere di cose?» chiese Giselle con il suo tono più naïf.
“Il genere che ieri ti ha tanto traumatizzato” stava per rispondere il ragazzo, ma venne bloccato da Sam.
«Oh, diamine... Dean!» esclamò ad un certo punto il più giovane dei Winchester. «Non crederai mai a quello che ho trovato. Andalasia esiste davvero!»
«Che cosa?!»
«Cioè, no... non è un posto fisico, ma un luogo immaginario. Ascolta: “Andalasia è un reame incantato, situato oltre i Prati della Gioia e la Valle della Felicità, ed è circondato dalla Foresta Incantata. Questo regno ricorda per paesaggi e caratteristiche gli scenari dei vecchi film... Disney”!»
«Vuoi dire che quella squinternata è uscita da un cartone animato della Disney?!» esclamò Dean, ancora più sconcertato del fratello. Aveva davvero parlato di sesso con una delle principesse Disney?
«A quanto pare... ma com'è possibile?»
«Non ne ho idea, ma intendo scoprirlo, e per farlo dovremmo iniziare dal luogo in cui abbiamo trovato Giselle.»
Dopo aver scacciato tutti gli animali e gli insetti dalla stanza e dopo aver fatto un'abbondante colazione, il trio invertì la rotta e fece ritorno al punto in cui i Winchester avevano trovato Giselle.
La ragazza sembrava essersi affidata completamente a loro, e questa sua totale fiducia e positività ora si spiegava con la sua provenienza: era un cartone animato con fattezze umane finito in qualche modo nel mondo reale.
I Winchester ne avevano viste tante, in quegli anni, ma mai era capitato loro un incontro simile e, in certo senso, era stata una fortuna per Giselle essere trovata proprio da loro due: un comune mortale, ignaro dei segreti sovrannaturali che il mondo celava, l'avrebbe sicuramente spedita da uno psichiatra, o peggio, sarebbe potuta finire nelle mani di qualche malintenzionato.
Sam e Dean avevano per la testa cose più importanti a cui pensare, ma in fondo uno dei loro compiti era di aiutare chi ne aveva bisogno, e Giselle era una di queste persone. Cose. O quello che era.
«Ti faremo tornare ad Andalasia» le promise Sam mentre erano in macchina.
«Grazie! Così potrò sposare il mio Edward e vivremo per sempre felici e contenti!» esclamò la ragazza con la sua solita vocina allegra e un sorriso grato, stringendo a sé il piccolo Pip.
«Senti, Giselle...» si intromise Dean. «A proposito del matrimonio, se fossi in te ci penserei due volte prima di compiere questo passo.»
«E perché?» chiese Giselle guardandolo con gli occhi sgranati e ascoltandolo attentamente. In quel breve lasso di tempo, aveva capito che Dean era un cavaliere molto saggio e che c'era molto da imparare da lui.
«Beh, perché anche se questo Edward è il tuo vero amore, tu sei giovane, e sono certo che ci sono un sacco di esperienze che ancora devi fare e che dopo il matrimonio potrebbero esserti negate. Ad esempio, viaggiare, vedere il mondo... e poi, i tempi sono cambiati ormai, le ragazze non devono per forza sposarsi per vivere felici e contente. Possono avere una brillante carriera. Insomma, tu sei un modello per le bambine dei nostri tempi, e tu non vuoi essere un cattivo esempio per le bambine, giusto?»
«No, assolutamente!» affermò la ragazza scuotendo vigorosamente la testa.
«Dean, ma che stai facendo?» gli chiese Sam, incredulo.
«Dico solo che dovrebbe rifletterci un po'! Lo farai, Giselle?»
«Sì, credo di sì...» mormorò lei, un po' confusa, appoggiandosi allo schienale e dirigendo uno sguardo distratto e sovrappensiero oltre il finestrino dell'auto.
Ritrovarono il luogo esatto in cui avevano trovato Giselle e, dopo aver perso a “sasso, carta, forbice”, Dean sollevò il tombino e scene nelle fogne con una torcia elettrica, per cercare qualsiasi cosa – un portale, dei segni magici – potesse aver portato la ragazza nel mondo degli esseri umani.
Era immerso nel buio, circondato da un pessimo odore e dallo squittio dei ratti, quando d'un tratto sentì la terra tremare. Venne accecato da un fortissimo fascio di luce e cadde al suolo, senza aver capito cosa fosse successo.
Sam, che aveva sentito gli stessi rumori, si affacciò sul buco ma, invece di Dean, vide balzare fuori un tipo in calzamaglia armato di un fioretto.
«Se mi chiami correrò da te
Perchè so che stai cercando me!
» intonò lo sconosciuto.
«Oh, Gesù» mormorò Sam. «Mi sa che ne abbiamo trovato un altro. Dean, ci sei là sotto?»
«Sì, se questo idiota si vuole togliere dalla scaletta!» sentì rimbombare la voce del fratello.
Il tizio abbassò lo sguardo verso l'interno del tombino e disse:
«Ehilà, villico abitante di cotale luogo oscuro e puzzolente, sapresti dirmi dove posso trovare la mia futura sposa, Giselle?»
«Villico a chi?! Ma ti vuoi togliere e lasciarmi passare?»
Sam si scostò per permettere al cavaliere e a Dean di uscire dal tombino, e udì la voce di Giselle alle sue spalle gridare di gioia:
«Principe Edward! Sei tu!»
«Giselle!»
I due si corsero incontro, si abbracciarono e iniziarono a volteggiare canticchiando, dimentichi di ogni altra cosa intorno a loro.
«Non so se questo tizio è venuto a riportarla a casa, o se adesso ne abbiamo uno in più a cui star dietro» commentò Dean osservando la scena.
«Spero vivamente la prima» disse Sam sospirando stancamente, prima che il principe Edward distogliesse l'attenzione dalla sua amata per dirigersi verso i due Winchester brandendo la spada.
«Tu, gigante dagli occhi di cerbiatto» disse rivolto a Sam, «e tu, bellimbusto dai lineamenti femminei! Siete stati voi a rapire la mia amata Giselle? Pagherete cara la vostra impudenza!»
«Ehi ehi ehi, Ken in calzamaglia, vediamo di stare calmi!» gli intimò Dean mettendo le mani avanti.
La fanciulla scattò in avanti per frapporsi tra il principe e i fratelli, urlando:
«Fermo, Edward! Costoro mi hanno soccorsa e protetta!»
Immediatamente il principe abbassò l'arma, apparentemente dissuaso dalla giustificazione datagli dall'amata.
«Ah, davvero?» commentò prima di sfoderare un cordiale e bianchissimo sorriso. «In questo caso, vi sono debitore!»
«Sì, sì, va bene» sbottò Dean in tono sbrigativo. «Piuttosto, dicci come sei arrivato fin qui.»
«Ma soprattutto, dicci se sei in grado di tornare indietro» aggiunse Sam.
«Ad esser sinceri, non saprei. Sono semplicemente balzato dentro al pozzo dei desideri dopo che il mio aiutante, quel viscido e infedele Nathaniel, mi ha rivelato i loschi piani della mia matrigna, la regina Narissa.»
«La regina, dici?» ripeté Sam con aria pensierosa. «Le cose allora iniziano a farsi più chiare...»
Dean lanciò al fratello un'occhiata allibita e dubbiosa.
«Oh, ma per favore!» esclamò infastidito. «Vorresti spiegarmi cosa c'è di chiaro in tutto questo?»
«Se tu da piccolo avessi letto più fiabe invece di passare direttamente ai calendari di Playboy, capiresti di cosa sto parlando! Principe, principessa, matrigna cattiva: non ti dice proprio niente? È ovvio che dietro c'è della magia nera! Proveniente da un mondo alternativo, ma sempre di magia si tratta! Basterà evocare la strega e sconfiggerla.»
«Oh, non sarà necessario. Credo che la mia matrigna stia venendo direttamente qui per combattermi» li informò Edward in tono neutro.
«Ed è... molto pericolosa?» chiese Sam.
«Certo, ma io la sconfiggerò in un batter d'occhio, con la mia spada!» esclamò orgogliosamente il principe.
«Molto rassicurante» commentò sarcasticamente Dean, incrociando le braccia al petto e lanciandogli un'occhiataccia di sbieco. «Prepariamoci a combattere un cartone animato.»
I due Winchester tirarono fuori tutti i loro armamenti: fucili a sale, acqua santa, libro degli esorcismi, pur non sapendo quanto quegli oggetti avrebbero potuto tornare utili.
«Non temere, mia Giselle» Edward nel frattempo stava consolando la sua amata. «Sconfiggerò la strega e ti riporterò ad Andalasia, dove ci sposeremo e vivremo per sempre felici e contenti.»
La ragazza sorrise di rimando, ma sul suo viso apparve un'ombra di incertezza.
«Ci sposeremo subito subito?» chiese, ripensando alle parole di Dean.
«Ma certo! Perché attendere?»
«Non so, forse prima dovremmo conoscerci meglio...»
«Giselle, non capisco? Forse non mi ami più?»
«Ma certo che ti amo, Edward. Solo che forse stiamo affrettando le cose, e io non voglio dare il cattivo esempio alle bambine...»
«Quali bambine?»
D'un tratto, la terra prese a tremare violentemente e dal tombino udirono provenire una risata isterica e carica di odio: la regina Narcissa stava arrivando.
«È qui, preparatevi. Giselle, allontanati da qui, non è sicuro per te» ordinò Dean caricando il fucile. «Diamo alla vecchiaccia un caldo benvenuto nel mondo reale.»
Una nuvola di fumo verde si innalzò dal buco nella strada, che iniziò a sgretolarsi in tante crepe, e poco dopo la strega fece la sua entrata trionfale, stretta in lungo abito nero aderente.
«Però... è una mamma che mi farei» commentò Dean osservandola attentamente mentre lei rivolgeva astiose parole contro il figliastro.
«Tu! Sei corso dietro a quell'ochetta per poi rubarmi il trono, non te lo permetterò mai!»
«Ehilà, Crudelia Demon!» gridò Dean cercando di attirare la sua attenzione. La strega si voltò verso i Winchester e Dean la colpì in pieno petto con un colpo di fucile, facendola finire stesa a qualche metro di distanza.
Il silenzio calò sulla strada. Dean guardò Sam, poi guardò Edward, che guardò prima la strega e poi Dean e Sam.
«Beh, tutto qui?» chiese Sam, una nota di delusione nella sua voce.
«Che ti aspettavi? È un cartone Disney!» esclamò il fratello alzando le spalle, poco prima che il corpo apparentemente privo di vita di Narcissa iniziasse a mutare in un'orrenda e gigantesca bestia.
«Come non detto...»
La strega continuò a mutare fino a raggiungere le sembianze di un drago alto almeno quindici metri, mentre i Winchester ed Edward si allontanavano pian piano, cercando di trovare una via d'uscita, e Giselle li osservava da dietro un albero al limitare del bosco che affiancava la strada, tenendo tra le braccia Pip.
Il drago lanciò un urlo spaventoso e si avventò sui tre uomini, che risposero con altri colpi di arma da fuoco.
«Non mi sconfiggerete mai!» sibilò la bestia con la sua orrenda voce, cercando di afferrarli con gli artigli.
«Come diavolo la uccidiamo?» urlò Sam al fratello, riparandosi dietro l'Impala.
«Non lo so! Come si uccide un cartone animato?» ribatté l'altro raggiungendolo.
Fu allora che Sam ripescò dalla sua memoria uno dei film della sua infanzia, e spalancando gli occhi per l'idea che gli balenò in testa, gridò ad Edward:
«Solo tu la puoi uccidere! Usa la spada!»
Il principe, che fino a quel momento non aveva mai affrontato un mostro così grande ed era perfino stato spaventato dai colpi di fucile, si fece forza e corse incontro al drago.
«Non mi avrai, strega!» Edward si gettò sulla bestia e, dopo alcuni colpi andati a vuoto, riuscì prima a trafiggerla, e poi a decapitarla. Il mostro crollò a terra con un tonfo sordo, e poi si sbriciolò in polvere luccicante.
«Già fatto?» domandò Dean, quasi deluso.
«Sono cartoni animati, che pretendevi? Nel loro mondo è tutto più facile!» spiegò Sam alzandosi in piedi ed uscendo dal nascondiglio dietro la macchina.
«È tutto finito?» chiese Giselle avvicinandosi a loro.
«Sì, mia cara, siamo al sicuro adesso. La strega non ci farà mai più del male» la rassicurò Edward prendendola tra le braccia. «Ora possiamo tornare a casa.»
«E come?»
Prima che il principe potesse risponderle, un fascio di luce si sprigionò dall'interno del tombino, ed ecco svelata la soluzione.
«Credo sarà sufficiente calarsi in quel pozzo» disse Edward.
«Bene!» esclamò Dean battendo le mani. «Sembra che sia giunto il momento di salutarci.»
Giselle si avvicinò ai due Winchester e li abbracciò entrambi.
«Grazie di tutto, miei cavalieri. Senza di voi sarei stata persa.»
«Ma figurati, non abbiamo fatto praticamente niente» rispose umilmente Sam. «Fate buon ritorno.»
«E, Giselle» aggiunse Dean, «ricordati quello che ti ho detto a proposito di essere un buon esempio.»
«Certo, lo ricorderò» rispose la ragazza, sorridendogli radiosa. Lei ed Edward si calarono giù per la scaletta del tombino e, pochi istanti dopo, fu il silenzio.
I due fratelli si guardarono, ancora increduli per quanto accaduto.
«Che storie» commentò Dean.
«Già. Ma sai una cosa? Sotto sotto mi sono divertito: mi sono sentito ritornare bambino. Abbiamo incontrato una principessa, abbiamo assistito allo scontro tra un principe e un drago... e non abbiamo nemmeno rischiato la pelle.»
«Beh, non proprio... però hai ragione, è stato divertente. E credo che potrei sentire la mancanza di Giselle. Se non fosse stata così svaporata, me la sarei fatta!»
«Dean! Era una principessa delle favole!» esclamò Sam, guardandolo scandalizzato.
«E allora? Non dirmi che non hai mai avuto fantasie erotiche su una di loro! Prendi Jasmin, ad esempio... o la Bella Addormentata: non hai mai sognato di essere tu il principe che la va a svegliare? Eh? Eh?»
«Piantala, o rovinerai i pochi ricordi innocenti della mia infanzia!»
 

 


Canzoni usate:
"Touch too much" degli AC/DC
"Il bacio del vero amore" dal film "Come d'incanto"
"Lavoriamo insieme" dal film "Come d'incanto"
*Riferimento a una mia precedente fanfiction, "A Fanatic Christmas", dove i fratelli Winchester affrontano una Mary Sue.
Per le informazioni su Andalasia, mi sono basata su questo sito: http://disney.wikia.com/wiki/Andalasia

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: LeftEye