- Blasfemo
- Lui
era Draco Malfoy.
- Hermione
Granger era la patetica Mezzosangue
che lui aveva
costretto a subire le sue ire, le sue delusioni riversate in lei
– per un attimo aveva desiderato
davvero tutto
ciò Hermione –, schiacciandola
così come lui non aveva fatto mai.
- Marchiata.
Questo era, Hermione. E a vita. Per
avere donato una parte di
sé a quell’individuo che non aveva fatto altro che
odiarla per tutto quel
tempo, denigrandola, insultandola, disprezzandola e calpestandola fino
al
midollo prendendosi gioco di lei.
- Aveva
vinto lui.
Di che vittoria si trattava solo? Quella di
una serpe…
- E
guardarlo negli occhi,
saperlo così schifosamente vincitore sarebbe equivalso a un
altro pugnale
conficcato nel petto, un suicidio per lei. E non sentiva più
dolore, più
niente, solo miseria in quel cuore che non esisteva più nel
petto.
- E
invece no.
- Malfoy
aveva scacciato Dio dalla propria
mente, anima, corpo e cuore e lo aveva licenziato per averlo dannato a
quel
modo, solo come un diavolo fa.
- Aveva
gettato via l’amore di quel Dio
onnipotente e la sua Hermione, così pura e casta, prima di
cibarsi di quel
vuoto che aveva finito per riempire altro vuoto.
- Aveva
compreso col passare dei giorni,
settimane e dei mesi che le parole che uscivano dalla sua bocca erano
vuote e
prive della loro consistenza se a contestarle non vi era la parola
della
Mezzosangue. Erano solo supplizi e lamenti di chi non gode dei propri
benefici
e li scaccia, ansioso di mostrare un trofeo già perduto come
gli scemi.
- Ci
era arrivato troppo tardi a quel lieto fine.
- E
un lieto fine già non c’era più.
- E
si sentiva nudo e incompleto quando
incrociava quello sguardo tramortito e lei lo riabbassava in pena per
stessa,
per essersi svenduta in modo così indegno e aver gettato via
la propria
verginità a chi non aveva fatto altro che mentirle.
- Si
era chiesto molte volte come potesse
sentirsi la Mezzosangue, prima di scacciare via quel pensiero dalla
mente, poiché
futile e disonesto. E aveva finito per strisciare come una vera serpe
verso
l’intimità dei suoi sogni e gli incubi, verso quel
fuoco e i ricordi fantasma
di un passato recente che non aveva fatto che condurlo verso quello
sguardo che
lui aveva tradito col suo pugnale e poi distrutto.
- Era
stato lui a condurre quel gioco osceno
e indegno. Lui solo e lei c’era caduta in pieno.
- La
notte è portatrice di consigli.
- La
notte raccoglie sussurri e ne fa dolci
consigli, mentre Draco Malfoy alzava lo sguardo al cielo e tramortito
dai suoi
raggi, ascoltava il dolce sussurro del vento.
- Hermione
era morta quando si era sentita tradire, anche da se stessa, per
essere stata così stupida.
- Draco
Malfoy era morto con lei quella sera, incrociando quello sguardo puro
e limpido e rendendosi conto che, in fin dei conti, quello non era mai
stato ciò
che sperava.
- E
avrebbe avuto bisogno
di quel coraggio indegno che non possedeva, dell’audacia di
chi sa e seppur non
conosce, ci prova e della cavalleria che possiede un uomo vero con la
sua donna
e di non essere così stronzo e meschino,
vigliacco.
- Sarebbe
dovuto tornare
da lei; ma in cuor suo sapeva che un lei non c’era
più e che non avrebbe
trovato la Mezzosangue ad attenderlo ma soltanto il male.
- -
Granger… -
- -
Sì? –
- -
Insegnami a capire come gira questo mondo infame e come girano gli
infami, come fanno a vivere in questo mondo indegno dei loro corpi e
pensieri.
Insegnami a vivere senza peccato, perché io ho peccato.
– E peccherò. Salvami.
- -
Ascolta ciò dice quel cuore bianco che batte… -
Bianco. Puro. Casto. Ciò
che non era e che non sarebbe mai stato. Avrebbe voluto lui per primo
che la
Mezzosangue ci arrivasse. – Come foglie che cadono, come
parole appena
pronunciate, come i gemiti di un bambino che piange, come
l’alfabeto che parli
capirai che ogni cosa ha un suo perché e gira secondo un
criterio prestabilito
da Dio, Malfoy. Capirai che tutti hanno peccato e che non bisogna
vergognarsene
e capirai anche, che non si può vivere senza la paura se si
è umani ma che si
può combatterla. E allora comincerai a capire che il mondo
è differente dalla
tua vigliaccheria. E che si può sempre scappare dal male
sconfiggendolo, senza
più scappare da codardi. –
- E
lui se ne era convinto davvero in
quell’istante, che non l’avrebbe lasciata andare
via soltanto per paura,
perdendosi in lei. Perché non poteva lasciarsela scappare da
codardo qual era.
Evidentemente sapeva di non meritare chi le aveva insegnato ad amare e
si
spense definitivamente, come quando le stelle avevano accompagnato una
morente
Granger fuori dal dormitorio di Serpeverde, celata dal suo Mantello
dell’Invisibilità e una porta aveva finito per
sbattere assordandolo e
uccidendoli entrambi.
- -
E se non dovessi farcela? –
- La
strega sapeva a cosa annuiva il mago e comprendendo il timore che aveva
che quella relazione potesse destare il parere negativo di qualcuno,
aveva
finito per baciargli la fronte e chiudere gli occhi, accanto a lui.
- -
Mi fido di te – aveva semplicemente risposto.
- Rispetto
– non ne aveva avuto nemmeno per se stesso.
- Intelletto
– avrebbe dovuto utilizzarlo come in quelle notti di luna
piena
in cui le loro bocche si erano incontrate e i loro corpi incastrati in
perfetta
armonia.
- Forza
e furbizia – sarebbe dovuto esserlo se non fosse stato tanto
vigliacco e poco furbo da lasciarsela scappare.
- Riflessività
– sarebbe dovuto esserlo con lei per la sua bontà.
- Onestà
– sarebbe dovuto essere onesto sia con lei sia con se stesso,
appurato che un sentimento c’era e non sarebbe dovuto andare
tralasciato.
- E
avrebbe tanto voluto
che non lo facesse e che non si fidasse lui…
- Si
era mentito da solo.
Si era negato un’esistenza ricca di felicità solo
per farsi vanto di averla
schiacciata definitivamente poiché un Malfoy non poteva
permettersi una
Mezzosangue. E la Mezzosangue in
questione non poteva permettersi un Malfoy, poiché meritava
di più.
- Di
più.
- E
lui non l’avrebbe avuta mai più.
- Per
mancanza di rispetto.
- Per
mancanza d’intelletto.
- Per
mancanza di forza e di furbizia.
- Per
mancanza di riflesso.
- Per
disonestà e vigliaccheria.