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Autore: Blue_Velvet_Rose    16/06/2012    1 recensioni
Aspettare per ore una sua chiamata... un suo messaggio... che mai arriva. E struggersi pensando a cosa lo tiene occupato in quel momento, domandandosi se anche lui soffre per la nostra lontananza, o invece non gli importa granché. Quando ad un tratto...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un caro saluto a chi si appresta a leggere queste poche righe...
Mi presento un po'. 
Sono una ragazza, classe '93... Timida e riservata, preferisco restare nell'anonimato.
Sono anche dolce, romantica, spesso con la testa fra le nuvole, ma ultimamente sto imparando a tenere i piedi piantati a terra... Ancora non senza qualche volo qua è là, che termina spesso in un doloroso atterraggio in caduta libera. Continuo a ripetermi di dovermi procurare qualche cuscino per attutire l'urto, ma chissà perché me ne scordo ogni volta...
Adoro leggere e prediligo i romanzi fantasy, romantici... quelli che più mi rispecchiano, insomma. Strimpello... dipingo... e fantastico. Accoccolata sulla poltrona della mia stanza, nulla più mi rilassa che chiudere gli occhi e raffigurarmi storie, storielle e intrecci, magari ispirate o legate a qualcosa che mi sta accadendo, svolgersi di fronte a me.
Qualche volta capita anche ch'io le scribacchi su un pezzo di carta a portata di mano. E' un po' uno sfogo, un mezzo per esprimere me stessa, le mie paure... e quasi attenuarle.
Bè... direi che mi sono dilungata già abbastanza... sono un po' prolissa, me ne scuso!
Prossimamente pubblicherò qualche racconto, casomai dalla stilo uscisse qualcosa di buono, che potrebbe forse valere una lettura...
Un grazie sincero a quanti avranno la pazienza di leggermi: spero di non avervi annoiato finora... di non annoiarvi in futuro!

Squilla, telefono. Ti prego, squilla!

 

Ed eccomi qui. Per l’ennesima volta, buttata su questo letto sfatto, mentre una musica terribile si diffonde per la stanza, sparata a tutto volume dallo stereo… Perché non la fermo, se è tanto orribile, vi chiederete. Perché spero mi aiuti a non pensare, perché vorrei distrarmi, perché vorrei… annullarmi in questo rumore, perdere me stessa e la coscienza di quel che mi sta accadendo. Anzi, di quel che non succede.

 

Cellulare, tanto amato tanto odiato… ti fisso con intensità. Tu però… squilla!!!

 

Come questa rivista sgualcita, in cui affondo il viso… sarà dello scorso anno: di certo non la leggiucchio per le ultime novità in fatto di trucco… bizzarro quell’ombretto verde, con quel rossetto poi…

No. Non ho alcun interesse per certe cose. Un filo di matita, una sfumatura rosso scuro sulle labbra… ed io sono soddisfatta del mio aspetto: non lo elaboro troppo, mi accontento di come sono e mi piaccio (a giorni alterni). Libero il ciuffo ribelle di capelli dal solito elastico… et voilà! Mezzo volto nascosto da una liscia matassa castana, la mia coperta di Linus: mi protegge dalle indesiderate occhiate altrui, e mi permette di isolarmi da ciò che non mi importa del mondo.

 

Però se sfoglio un giornaletto… Se annego in un ritmo sfrenato… Guardo meno il telefono, che… dannazione! Continua a non illuminarsi… a non suonare quelle tre semplici note che sanno farmi balzare il cuore nel petto…

Insomma, penso meno a lui.

 

Leonardo… Leo! Dove sarai ora? Con chi? Cosa starai facendo? Queste le domande che mi assillano… mi logorano…  mi annientano. Vorrei rivederti, vorrei averti ancora e sempre accanto a me. Ma adesso non ci sei, ed io impazzisco. Mi lego ai ricordi… quelli più lontani, quelli recenti… le dolci parole suadenti, che mi hai sussurrato la scorsa notte, per esempio… attraverso questo telefono, piccolo aggeggio ora inutile e doloroso.

Ah! Chissà se ogni tanti ti struggi per me… No. Se così fosse, ti faresti sentire più spesso. I tuoi baci, le tue battutine giocose… mi arriverebbero già di prima mattina, quando ti prepari per andare al lavoro.

Invece no. Un giorno sei tutto zucchero e miele… il dì successivo quasi mi ignori… sei freddo… e poi all’improvviso ritorni bollente, appassionato. Non ti capisco… non ti capisco.

 

Il cellulare si illumina. Squilla. “E’ stata effettuata una ricarica…”. Grazie, papà. C’è qualcuno che pensa a me. Ma non è chi vorrei, purtroppo.

 

Leo. Sai farmi toccare il cielo con un dito, con le tue promesse, i tuoi sogni, i tuoi progetti su di noi. Per poi farmi ripiombare nell’abisso più nero, quando tardi a chiamarmi. Dubito possa esistere inferno peggiore di quello che mi sta bruciando ora. Maledetto sentimento! E’ questo l’amore? Può un emozione essere così… dolorosa e contrastante? Mi fai soffrire come nessun altro… eppure mi piaci, e ti desidero come non mai.

 

Sono mesi che non mi riconosco più. Dov’è quella Sara così razionale… distaccata… sempre controllata, posata… vanto di genitori ed insegnanti… amica affidabile, sempre disponibile per buoni consigli sensati… Non esiste più. Non esisto più: non sono più io.

Eppure non mi spiace la nuova me: più affettuosa… più istintiva… più… donna.

Se solo non fossi così emotiva e sentimentale… Forse non mi dispererei tanto. Forse non mi importerebbe se tu te l’intendessi con altre mille ragazze… No. Ferma. Cosa sto dicendo? Ti voglio tutto per me, soltanto per me. Certe cose non potrei sopportarle nemmeno se fossi più disinibita e viziosa, come tu desidereresti.

 

Poi magari sono sole mie fantasie assurde… magari davvero quella mattina non ricevesti il mio messaggio, e per questo non rispondesti ad un buongiorno… magari veramente quella sera eri solo impegnato a discutere con il fido commercialista…

Forse non sei il libertino che sembri, forse sei quel dolce ragazzo che scorsi quando i nostri sguardi si incrociarono per la prima volta, casualmente, quel giorno passato e mai dimenticato. I tuoi occhi… castani, limpidi e ridenti… un po’ furbetti, e tanto svegli. La tua voce, calda e gentile, con le sue battute per destare il mio interesse, in un primo abbozzato corteggiamento. Ero già cotta, da quell’istante, credo. Mi domando se te ne eri accorto allora… se l’hai capito ora… o se ancora fingi di ignorarlo.

 

Quanto vorrei credere a queste ipotesi. Quanto vorrei che le mie speranze fossero vere. Ma una vocina continua a martellarmi dubbi atroci per tutta la testa. La stessa vocina che la scorsa settimana mi spinse ad accennartene alcuni… causando la tua irritazione, la tua rabbia… e portandoti a tacere per qualche giorno.

Giorni interminabili. Solo quella solitaria panchina al parco, protetta dall’ombra di un vecchio prunus nodoso, conosce tutte le lacrime versate. Per ore rimasi rannicchiata su di lei, le orecchie immerse nelle canzoni più struggenti racchiuse nel mio mp3, le mani su un blocco da disegno, affannate a riprodurre il mio tormento nell’immagine di una pianta rattrappita e protesa verso una luna irraggiungibile…

 

Tu eri la luna, quella luce che agognavo disperatamente; io quel tronco avvizzito, provato dalla tua assenza.

Poi sei tornato da me, abbiamo ripreso a sentirci… meglio di prima, più uniti… come se nulla fosse successo, quasi. Ma qualcosa… forse le accuse che ti ho rivolto… ti ha cambiato.

Sembri più coinvolto… più ardente… eppure a volte sei così distante… come oggi, come adesso: trascorrono le ore, e tu ancora non mi rispondi. Non posso lasciarti un altro messaggio, non posso pressarti… ti stancheresti di me. Posso solo aspettarti… ma quest’attesa mi distrugge.

 

Chiamami, Leo, chiamami! Lasciami anche solo un messaggio… un ciao… una delle tue imprecazioni contro un lavoro noioso… qualunque cosa. Fammi capire che ogni tanto mi pensi, che ti importa qualcosa di me… che non mi cerchi solo quando sei in vena di coccole, ma che mi vuoi per qualcosa di più…

Potrebbe bastarmi la tua amicizia sincera, il tuo affetto… Per ora non mi servono parole come amore, innamoramento… Sono semplice e realistica: per certe emozioni serve ancora del tempo… ed io so aspettare. Ma ho bisogno di sapere se qualcosa ti importa di me…

 

Un nuovo messaggio... Fa’ che sia Leo!!!

 

E’ lui…

  
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